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AMBIENTE E AUTONOMIA
Essere in grado di spostarsi in autonomia ha ricadute importanti nell’autostima e nelle relazioni con
i pari, che possono vedere l'alunno con disabilità visiva come “capace” e viceversa, il ragazzo può
“sentirsi parte” sulla base della condivisione di conoscenza.
Come insegnargli, quindi, a spostarsi da solo in un ambiente, ad esempio all’interno della classe?
Prima fase:
– Conoscere la forma e la dimensione attraverso una esplorazione perimetrale, che
permette anche di conoscere eventuali arredi presenti lungo le pareti. L’adulto è sempre
presente e guida, rendendo consapevole il ragazzo quando deve cambiare direzione (deve
vivere l’angolo). Una mano segue la parete, l’altra protegge il corpo da eventuali ostacoli.
– Esplorazione degli arredi: a cosa servono, come sono fatti…
– Realizzare infine su un piano di gomma, disegnandola, la forma della classe, inserendo
arredi, finestre, ecc… Lo studente ha quindi concettualizzato la forma della classe.
Seconda fase:
Percorrere lo spazio orizzontale della classe attraverso l'esplorazione della superficie.
Con il suo corpo va a percorrere un reticolo in larghezza e in profondità.
Senza analizzare la natura degli ostacoli che trova, ma solo scoprendo che sono presenti.
Svolgere queste attività prima dell’inizio delle lezioni: in questo modo, ad anno scolastico
avviato, collocherà nell’immagine mentale i compagni in uno spazio già conosciuto.
Realizzazione grafo-tattile della pianta della classe e degli oggetti presenti, che dovrà
essere fedele alla realtà e permetterà la valutazione della correttezza della sua mappa
mentale.
BONANOMI – 2^ LEZIONE
Come il ragazzo non vedente si costruisce a livello mentale la mappa concettuale dello spazio?
L'obiettivo è rendere autonomo nello spazio conosciuto, e quello principale è l'aula; per far sì che
sia indipendente negli spostamenti nell'aula deve conoscerla e costruire un'immagine mentale
della stessa.
L'esplorazione degli ambienti e degli oggetti deve essere ordinata e organizzata, perché solo
l'organizzazione e l'ordine permettono al ragazzo di apprendere le caratteristiche dell'ambiente.
Come?
Fase 1: Conoscenza perimetrale - FASE PERIMETRALE – esplorazione dell'ambiente
Permette di esplorare e conoscere il perimetro, il che permette di conoscere dimensione, forma,
presenza o assenza di arredi lungo il perimetro, rapporti spaziali tra questi arredi.
Fase 2: Conoscenza della superficie - FASE A RETE – esplorazione della superficie,
dell'area, ciò che è delimitato e contenuto dal perimetro.
Una metodologia ordinata e organizzata avviene iniziando da un punto di partenza ben definito,
non da metà oggetto/da metà parete. Punto iniziale dell'esplorazione dell'ambiente perimetrale è la
porta. Collocare, se dovesse partire da sinistra, la parte sinistra del suo corpo appoggiata alla
parete. Le due mani devono essere spostate leggermente in avanti e hanno due ruoli diversi: se
inizio da sinistra, la mano sx tocca ciò che c'è sul muro e scopre pareti e arredi, la mano dx
protegge il suo corpo da eventuali ostacoli. Una funge da guida esploratrice, l'altra da tutela/difesa.
L'adulto è la figura di sicurezza durante l'esplorazione; la presenza dell'adulto stimola
l'esplorazione e non anticipa ciò che c'è, fa sì che esplori il bambino esplori in autonomia. Se trova
un armadio non si deve fermare ad esplorare quell'arredo: ritrova la parete e continua. Arrivati in
fondo non può andare davanti: se tende a continuare, è importante far riflettere il ragazzo che c'è il
muro e che non si può andare oltre, invitandolo a cambiare posizione per esplorare una parete. È
importante fare in modo che ogni volta che incontra un angolo il ragazzo si fermi e faccia un
angolo retto. Se c'è una finestra, in questo momento non si guarda né esplora la finestra, si
prosegue. L'obiettivo è scoprire la forma e la presenza di eventuali arredi lungo le pareti.
Parto dalla porta e torno alla porta: questo è il pensiero che deve guidare l'alunno. Iniziare e
terminare allo steso punto è fondamentale per evitare di ottenere la percezione errata di un
perimetro aperto.
Secondo momento. L'alunno ha trovato qualcosa lungo le pareti: deve capire cosa sono.
Ricomincia dalla porta e quando trova l'arredo si ferma ed esplora. Forma, dimensione, materiale,
funzione (cosa può contenere). Terminata l'esplorazione dell'arredo, continua l'esplorazione della
parete. Trova una finestra: si ferma ad esplorare, soprattutto l'apertura. È importante che esplori
bene armadi e finestre perché hanno delle aperture, in particolare se possono avere aperture
sporgenti che possono essere d'ostacolo.
→ 1° fase: solo perimetro - 2° fase: verifico cosa c'è nell'arredo
(ovviamente anticipare possibili piccoli ostacoli, es. gradini; l'importante è che poi li interiorizzi
anche lui)
Ora si deve verificare che abbia interiorizzato i principi geometrici (forma piantina, presenza arredi)
a livello motorio. Lo si guiderà chiedendo, ad esempio: “Vai alla porta e da lì vai al secondo
armadio a sinistra”, “Ora da questo punto spostati alla finestra a destra”...
Facciamolo spostare lungo il perimetro con eventuali cambi direzione. Non basta che l'alunno
dimostri che si muove in modo corretto, dobbiamo essere sicuri che abbia in testa la mappa
concettuale dell'aula: dobbiamo essere sicuri che quando va a casa sua pensi all'aula così com'è.
Per essere sicuri che abbia una piantina nella sua testa, gli chiediamo una verifica ulteriore: gli
forniamo uno strumento, il piano di gomma, dove può disegnare la piantina dell'aula e le linee
sono in rilievo. La performance non sarà mai esatta forse, probabilmente nemmeno per una
persona vedente, ma il docente deve verificare che la forma corrisponda a quella reale (un'aula
rettangolare deve essere rappresentata come tale, e non quadrata). Poi si chiederà di collocare gli
arredi concordando con lui una legenda (es. armadio = lineetta, finestra = cerchio, ecc.), che sia il
più possibile chiara e comprensibile per lui.
Se verifichiamo che la forma è corretta, compresa la posizione degli arredi e il rapporto spaziale tra
questi, abbiamo la certezza che lui ha costruito l'immagine mentale corretta.
Si passa quindi all'ulteriore fase di esplorazione della superficie: cosa c'è in mezzo.
Di solito nell'aula ci sono banchi in fila. Se voglio far esplorare la superficie, il
punto iniziale non sarà la porta, ma l'angolo più vicino alla porta. L'alunno
deve appoggiare la schiena alla parete. Le due mani sono sempre attive: la
mano dx tocca la parete, la mano sx è davanti al corpo, in posizione di difesa.
Arriva alla parete di fronte, si gira con la schiena verso parete, toccandola, poi
passa alla dx e mette la mano in posizione di difesa. L'insegnante lo chiama e lui
con le mani davanti cammina per raggiungerlo. Si rigira, fa un passo a sinistra e
si ripete come prima. Ripercorre tutto lo spazio orizzontale. Infine percorrerà
anche in verticale allo stesso modo.
Si costruisce così una rete, un reticolato: ecco perché questa si definisce fase a rete. L'importante
è che esplori tutto, sia in verticale che in orizzontale, non importa se prima in verticale e poi in
orizzontale.
Se c'è un'aula universitaria, con banchi tutti uniti, saprà che dovrà fare un'esplorazione interna, che
lo porterà a conoscere la superficie dei tavoli uniti. Quando si arriva all'università si è già grandi e
si ha maggiore familiarità con conoscenza degli spazi e costruzione di immagini mentali.
Tornando all'aula scolastica: contati tutti i banchi e compreso quante file ci sono, si procede con
una verifica proponendo di esercitarsi con degli spostamenti: “Vai dal primo banco a dx e arriva al
primo della seconda fila”.
Prima si esplorano i banchi vuoti, che sono in totale un certo numero e disposti in un certo luogo,
così in seguito si potrà comprendere più facilmente quanti compagni ci sono e come saranno
disposti. All'alunno si chiederà una verifica non solo motoria, ma anche rappresentativa:
“Disegna la forma dell'aula e aggiungi il numero corretto di banchi e la loro disposizione”, sempre
con una legenda codificata insieme.
Se sono stati inseriti la quantità corretta e la disposizione dei banchi corretta, il docente è certo che
l'alunno ha acquisito la conoscenza dell'aula. Se ciò non accadesse, non correggo il
rappresentato, ma faccio riprendere l'esplorazione: forse gli errori derivano da una precedente
esplorazione non ben organizzata oppure ostacolata da distrazioni.
Attenzione: il ragazzo deve essere invitato a fare questa attività prima dell'inizio della scuola,
sennò subentrano troppe distrazioni e diventa protagonista di un'attività che ad altri non interessa.
È importante quindi fare rete con la famiglia: il ragazzo viene con la madre a scuola per avere il
tempo, il silenzio, la concentrazione e l'attenzione necessari per l'esplorazione. Se ci sono dubbi si
può ripetere la stessa esplorazione, quella perimetrale o quella della superficie.
Attenzione. Se il ragazzo ha anche una disabilità intellettiva, deve essere comunque sempre
sostenuto negli spostamenti. Ricordiamo che in ogni occasione parliamo sempre di quel ragazzo,
non di un ragazzo cieco.
Una volta cominciata la scuola, arrivano i compagni, che il ragazzo ha collocato nei banchi (tramite
esplorazione superficiale): inizia quindi a collocare i compagni nello spazio esplorato. Il problema
grosso sarà la conoscenza del compagno. Io devo far sì che ragazzo comprenda che dietro la
parola “Piero” c'è una fisicità diversa rispetto alla sua e rispetto a quella della compagna Marisa,
ad esempio. Far conoscere la fisicità: es. Gioco dello scultore e della creta.
L'obiettivo è sviluppare la capacità di invenzione partendo dal movimento. A coppie, l’artista
"modella" un pezzo di argilla facendolo diventare una statua (ma anche un vaso o un altro tipo di
oggetto). Quando l’opera è finita, l’artista diventerà pezzo di creta da modellare e la creta diventerà
artista. Questo gioco può essere variato in modi diversi, ma mantiene la caratteristica di
permettere all'alunno non vedente di percepire tattilmente