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PREVENZIONE PRIMARIA
Ė la forma classica e principale di prevenzione e comprende tutti
l’insorgenza
gli interventi destinati ad ostacolare delle malattie
nella popolazione, combattendo le cause e i fattori predisponenti.
l’intervento
Spesso mira a cambiare abitudini e comportamenti
scorretti (intervento comportamentale).
Si attua con:
progetti di educazione alla salute e campagne di
sensibilizzazione/informazione alla popolazione;
profilassi immunitaria (vaccinazioni);
sull’ambiente
interventi per eliminare o correggere le possibili
cause delle malattie (ad es. attività ispettiva, pareri vari);
sull’uomo
interventi per rilevare e correggere errate abitudini di
vita (es. fumo);
individuazione e correzione delle situazioni che predispongono
alla malattia (es. obesità).
PREVENZIONE SECONDARIA
l’individuazione
Ha come obbiettivo precoce dei soggetti
ammalati o ad alto rischio per poter ottenere la guarigione o
l’insorgenza
impedire e la progressione della malattia. Un esempio
di intervento mirato su pochi individui è rappresentato dalle
indagini epidemiologiche a seguito di un caso di malattia infettiva,
oppure cominciare a praticare attività fisica e ad avere un corretto
regime alimentare, perché il peso corporeo è ormai troppo alto e si
fa fatica a salire una rampa di scale o ad allacciarsi le scarpe.
PREVENZIONE TERZIARIA
È rivolta a ridurre la gravità e le complicazioni di malattie ormai
instaurate e sconfina spesso nella terapia: ad esempio, una
appropriata dieta per un diabetico. In questo ambito si inserisce
anche la gestione dei deficit e delle disabilità funzionali
consequenziali ad uno stato patologico o disfunzionale. Ad
esempio praticare attività fisica perché prescritta dal medico, che
ha riscontrato, ad esempio, un'ipertensione arteriosa. Quindi
movimento come terapia "riabilitativa" e preventiva contro
eventuali recidive.
Innumerevoli studi hanno dimostrato quanto l'esercizio fisico sia
importante per il benessere del corpo e della mente.
Dell'importanza del movimento ci si è accorti in questi ultimi
decenni, durante i quali il trend delle "cattive abitudini alimentari
e sociali" - conseguenza del "benessere" moderno - ha portato
progressivamente ad una vera e propria pandemia. Esempi banali
sono: l'utilizzo indiscriminato dell'automobile anche per fare
poche decine di metri, il telecomando, l'ascensore, la console ed i
loro videogiochi, i fast-food etc. Come conseguenza di tutto
questo, la qualità della vita, apparentemente migliorata, è in realtà
peggiorata! Il chinesiologo in quanto esperto del movimento, può
e deve giocare un ruolo fondamentale in campo preventivo,
ponendo le proprie attenzioni e competenze a disposizione di chi
vuole migliorare il proprio stato di salute e benessere psico-fisico.
È sempre il chinesiologo che, attraverso il movimento, deve farsi
promotore della salute, dove per promozione della salute si
intende: "il processo che consente alle persone di esercitare un
maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla" (secondo la
"Carta di Ottawa" - sottoscritta dagli Stati appartenenti
all'Organizzazione Mondiale della Sanità).
6. In che senso Il movimento contribuisce al benessere
dell’uomo? (vedi risposta n.3)
Fare attività fisica serve a preservare lo stato di salute, inteso
come benessere fisico, psichico e sociale.
7. Cosa è e come si fa lo sport paralimpico?
l’intera
Una lesione midollare stravolge vita di chi la subisce. Il
soggetto non è più in grado di camminare e al massimo riesce a
muovere ancora le braccia, seppur tra tante limitazioni. Ma molte
altre funzioni corporee sono interessate da queste lesioni. Le
lesioni traumatiche complete ed incomplete del midollo spinale
sono lesioni che provocano perdita permanente, totale o parziale,
nell’area
della trasmissione di impulsi nervosi sensoriali e motori
sottostante la lesione, causando paraplegia o tetraplegia. Le abilità
tutt’ora
motorie compromesse sono, con le conoscenze mediche
disponibili, non recuperabili. Oggi la qualità della vita delle
persone con lesioni midollari è molto migliorata, sebbene la
patologia comporti numerose e gravi comorbidità come il dolore
neuropatico. Se la lesione si verifica nella regione cervicale del
– all’altezza –
midollo spinale del collo ad essa consegue
l’assenza
una tetraplegia, che provoca o la limitazione di
sensibilità e di movimento ai quattro arti, e nella zona
immediatamente al di sotto della lesione. Per le lesioni che hanno
nell’area
luogo più in basso, toracica, la conseguenza è
la paraplegia che non va ad inficiare la funzionalità degli arti
superiori. L'attività fisica adattata è definita come un corpo
interdisciplinare di conoscenze pratiche e teoriche dirette a
situazioni patologiche anche invalidanti supportando un
atteggiamento positivo. Nei casi di lesione midollare, una volta
dimesso il soggetto, quasi sempre presenta uno stato di malessere
l’esercizio
psicofisico che sfocia in depressione; così può divenire
un valido strumento di educazione per condurre uno stile di vita
attivo nonostante la disabilità, prevenire lo sviluppo di
complicanze secondarie legate alla patologia e alla sedentarietà,
promuovere la massima autonomia ed il massimo benessere
psicosociale. Attualmente, l'esercizio fisico è l'unico intervento
noto che può avere effetti duraturi sulla funzione dopo una lesione
del midollo spinale, sia nel promuovere il recupero neurale che nel
ridurre le complicanze secondarie. Ciò non preclude la possibilità
di questi individui di praticare attività motorie ed esercizio fisico,
tale da permettere, grazie al massimo impegno, la costanza e
l’esercizio adattato, di arrivare ad essere dei veri e propri
“speciali” atleti. Per questo motivo è nato lo sport paralimpico,
quello sport praticato da persone con diversi tipi di disabilità
fisica, psicomentale e sensoriale. Sono sport per disabili tutti gli
sport paralimpici che fanno parte del programma dei Giochi
l’equivalente
paralimpici. I Giochi paralimpici sono dei Giochi
olimpici pensati come Olimpiadi parallele, prendono il nome
proprio dalla fusione del prefisso para con la parola Olimpiade e i
suoi derivati. I primi giochi paralimpici riconosciuti come tali si
L’edizione l’avvio
disputarono nel 1960 a Roma. di Roma segnò
del percorso che avrebbe condotto alla nascita delle Paralimpiadi
“IX
nella forma attuale. Infatti, i Giochi internazionali per
paraplegici” furono posteriormente riconosciuti come i Giochi
paralimpici estivi nel 1984, quando il Comitato Olimpico
“Giochi paralimpici“.
Internazionale approvò la denominazione
Ad organizzarle è il Comitato Paralimpico Internazionale. Si tratta
dell’organizzazione internazionale no-profit che governa lo sport
paralimpico organizza i Giochi paralimpici estivi ed invernali e
funge da Confederazione Internazionale per dodici sport, di cui
l’organizzazione
quindi supervisiona e coordina dei Campionati
mondiali e altre competizioni. La sezione del CPI nel nostro paese
è il Comitato Paralimpico Italiano. Il CPI italiano mira a garantire
“promuovendo
il diritto allo sport in tutte le sue espressioni la
massima diffusione della pratica sportiva per disabili in ogni
popolazione”
fascia di età e di affinché ciascun disabile abbia
l’opportunità di migliorare il proprio benessere e di trovare una
giusta dimensione nel vivere civile proprio attraverso lo sport
quale strumento di recupero, di crescita culturale e fisica nonché
dell’individuo
di educazione disabile e non. Recentemente a
Tokyo si sono tenute le Paralimpiadi in cui hanno partecipato
4.521 atleti con ogni tipo di disabilità (fisica, sensoriale,
intellettiva) provenienti da 162 paesi. Hanno praticato ben 25 sport
come atletica leggera, badminton, boccia, canottaggio, ciclismo su
Strada e pista, judo, nuoto, pallavolo, tennis in carrozzina,
tennistavolo etc. Tradizionalmente, gli atleti paralimpici vengono
classificati secondo sei diverse classi: amputazioni, paresi
cerebrali, difficoltà visive, lesioni spinali, disabilità intellettuali e
un gruppo che include tutti quelli che non rientrano nelle
All’interno
precedenti categorie. di ogni categoria, gli atleti sono
valutati per controllare se soddisfano un livello minimo di
disabilità, per garantire una competizione equa, anche se ci sono
state diverse controversie negli ultimi anni. In alcuni sport come
l’atletica, gli atleti paralimpici sono collocati in una certa classe
sportiva, mettendoli contro atleti con disabilità simili per garantire
l’equità della competizione. Gli atleti possono essere riclassificati
nel corso della loro vita, qualora la loro situazione di disabilità
cambi.
8. Come si realizza la formazione motoria nei bambini?
Le azioni motorie esercitano un ruolo importante nella formazione
l’apprendimento
della mente, condizionano e sono alla base del
linguaggio. Movimenti, schemi motori e rapporti fisici con la
realtà sviluppano, infatti, la logica mentale, sottendono nessi
importanti quali il prima e il dopo, sono alla base dei rapporti
di causa ed effetto, della concatenazione dei diversi anelli che
formano la catena del pensiero. Le azioni e i movimenti hanno un
ruolo centrale nei processi di rappresentazione mentale a partire
l’embrione
dalle fasi embrionali, quando comincia a compiere una
serie di movimenti che costituiscono i mattoni dei futuri
comportamenti motori. Il rapporto tra motricità e funzioni
cognitive è ben evidente nel corso delle prime fasi dello sviluppo.
Lo sviluppo della motricità avviene gradualmente dopo la nascita
e attraverso tappe ben precise. Le azioni motorie sono man mano
sempre più coordinate e basate su un susseguirsi di atti che
dipendono da memorie che codificano sequenze di movimenti in
grado di rispondere a situazioni specifiche: la capacità di eseguire
una serie più o meno complessa di atti motori coordinati, che si
un’azione
concretizzano in finalizzata e significante. Si
l’idea
estrinsecano attraverso tre livelli: del movimento da
eseguire per raggiungere lo scopo, che equivale a «cosa fare»; la
formulazione del piano per realizzare la finalità, che