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COMPRESI

161. La semantica vero-condizionale

Secondo la semantica vero-condizionale, il significato di una parola o di una frase è dato dal

rapporto che esiste fra linguaggio e realtà. In particolare, il significato di un enunciato consiste

nell’affermare qualcosa su un determinato stato di cose che può essere vero o falso. Di conseguenza,

ogni enunciato è dotato di un determinato valore di verità. In questa prospettiva, il linguaggio

costituisce una copia del mondo (reale o possibile) poiché i rapporti tra le entità di questo mondo

sono riprodotti fedelmente dagli elementi linguistici di un enunciato. Occorre precisare che le

condizioni di verità di un enunciato sono intrinsecamente diverse dalla reale verità o falsità dello

stesso, in quanto spesso non è necessario verificare concretamente la verità dell’enunciato, ma solo

capire come sarebbero le cose se esse fossero così.

La relazione tra enunciato (segno) e referente è stata considerata come:

1. Riferimento diretto: il significato di un termine è fissato in modo preciso, ancorato alla realtà e

precisato da esperti.

I nomi hanno un riferimento diretto al referente: questi sono in grado di denotare lo stesso individuo

in tutti i mondi possibili. Putnam indica i tre passaggi successivi che definiscono il significato: genere,

estensione, stereotipo.

2. Relazione mediata. Frege distingue tra senso e riferimento: una stessa realtà può essere indicata

con espressioni linguistiche diverse, che hanno senso diverso. Il senso di una frase è la parte di

significato che ne determina il valore di verità, il modo in cui il parlante comprende il referente. Il

senso non è l’idea soggettiva, né la rappresentazione mentale individuale di un referente, né il

referente, né il mondo esterno. Il senso è una proprietà della parola, ha un carattere oggettivo

dell’intersoggettività

(convenzionalità del linguaggio) e un contenuto mentale, è garanzia (ma non

ha valore psicologico) grazie a cui è possibile la reciproca comprensione. Il senso è per lui il modo

in cui il referente è compreso dal parlante ed è ciò che permette di capire il riferimento.

162. La semantica strutturale

La semantica strutturale si propone invece, di giungere a una definizione esclusivamente

rivendica l’autonomia della semantica partendo dal concetto di

linguistica di significato. Essa

lingua naturale come sistema di segni e totalità organizzata (struttura autosufficiente). La

semantica strutturale assume una prospettiva:

- antireferenzialista: il significato è sganciato dalla realtà esterna e il segno linguistico è inteso

come sintesi tra significante e significato;

- antipsicologica: mette in discussione la relazione del significato con la mente dei parlanti. Se

in un primo momento de Saussure aveva definito il segno come unione di immagine acustica

(suono) e di immagine mentale (concetto), poi sostituisce questi termini con i concetti di

L’analisi dei significati va intesain modo autonomo, poiché questi

significante e significato.

vanno svincolati dai corrispettivi concetti e diventano realtà squisitamente linguistiche. Su un

piano esclusivamente linguistico, il significato è un valore, ossia la possibilità per ogni parola

di essere confrontata e opposta a qualsiasi altra parola della medesima lingua. Il significato di

una parola, nasce dalle relazioni intralinguistiche con le altre parole e consiste nel sistema di

differenze che esistono tra quella parola (ad esempio, pera) e tutte le altre parole. Più

precisamente il significato è dato dalle relazioni che la parola intrattiene con le altre parole del

sistema linguistico e che sono di natura:

- sintagmatica (asse orizzontale): i vari elementi linguistici di un enunciato sono collegati fra

loro da un'associazione per contiguità fonetica, morfologica e sintattica (relazione in presenza,

perché i termini sono tutti presenti nell’espressione) (come ad esempio, la coniugazione dei

verbi rispetto al soggetto);

- paradigmatica (asse verticale): i vari elementi linguistici di un enunciato sono collegati tra

loro da associazione per equivalenza (relazione in assenza, perché i termini possono sostituirsi)

(sinonimi). I due assi, contribuiscono a spiegare efficacemente i legami che collegano gli

elementi linguistici tra loro. La semantica strutturale, nonostante professi la completa autonomia

della semantica, in realtà cade in un circolo vizioso: se i termini linguistici sono definiti in

funzione dei loro rapporti e i rapporti linguistici sono definiti in base ai termini, si cade in un

circolo vizioso.

163. La semantica del prototipo

La semantica del prototipo si è sviluppata in alternativa al modello CNS e si basa sul concetto

di categorie mentali e sul processo di categorizzazione. Rosh (1978) ha proposto un modello

esplicativo della categorizzazione di stampo oggettivista (in cui la categoria è intesa come una

classe di oggetti presenti in natura). L'attività di categorizzazione è il processo di segmentazione

del flusso continuo della realtà dell'esperienza in categorie distinte e costituisce un vincolo

psicologico per il funzionamento mentale degli esseri umani. Senza di essa non è possibile

pensiero. La semantica del prototipo analizza le categorie secondo due dimensioni:

- verticale: consente di collegare tra loro diverse categorie attraverso il processo di inclusione.

Più una categoria è inclusiva, maggiore è il livello di astrazione. Processo di "validità

dell’indizio" (probabilità che un oggetto appartenga ad una categoria, se possiede certe

proprietà/indizi) che analizza la struttura intercategoriale in base al principio di inclusività

distinto su tre livelli: sovraordinato (per esempio, arredamento), base (per esempio, lampada),

subordinato (per esempio, lampada da tavolo). Le categorie di base hanno la maggiore

differenziazione categoriale (massimizzano le

somiglianze intracategoriali e massimizzano le differenze intercategoriali).

(concerne l’organizzazione interna della

- orizzontale: analizza la struttura intracategoriale

categoria e le relazioni di appartenenza e rappresentatività tra i suoi elementi). Il concetto chiave

è l’idea di inteso come il caso più rappresentativo e l’esempio migliore di

prototipo,

appartenenza alla categoria in esame.

164. La semantica cognitiva e dinamica

La semantica cognitiva dinamica intende il significato come il modo in cui gli individui

comprendono ciò che comunicano. Questo approccio pone l'attenzione sul metodo con cui gli

individui comprendono ciò che comunicano, integrando lo studio dei significati con l'analisi dei

processi mentali ad essi associati. In tal modo, i significati non sono più entità astratte ma

dall’elaborazione dall’uso

dipendono e che ne fanno i parlanti. La semantica cognitiva dinamica

è stata definita da Fillmore, semantica della comprensione, caratterizzata dallo studio dei

processi di produzione e interpretazione dei significati. Essa assume come vincolo la

plausibilità psicologica dell'enunciato. Questa teoria concepisce linguaggio come una

funzione e un'attività cognitiva che non può essere considerata come separata dalle altre funzioni

e attività mentali (come ad esempio, la percezione, il ragionamento o la memoria) dalle quali è

strettamente interdipendente. Inoltre, l’insieme delle conoscenze implicate nell’uso dei

dall’esperienza

significati riguarda la totalità delle conoscenze enciclopediche prodotte

personale e dall'appartenenza aduna determinata cultura. A questo proposito, nella formazione

delle loro conoscenze enciclopediche, gli individui si basano su diversi processi mentali. In

particolare, la conoscenza dei generi naturali e degli artefatti avviene per ostensione (per fare

capire cosa sono le forbici da chirurgo, è molto più facile farle vedere che spiegarle a parole).

l’elaborazione

Ma le conoscenze enciclopediche richiedono spesso di script (si pensi al copione

dell’andare a mangiare al ristorante). Le categorie mentali richiedono spesso processi di

inferenza per cogliere e interpretare gli indizi presenti nei diversi fenomeni ed eventi della realtà

La semantica cognitiva pone in evidenza la stretta connessione tra significati e i

corrispondenti concetti e per questo motivo propone una concezione del significato:

- referenzialista: il significato è la manifestazione comunicativa della struttura concettuale

(rappresentazione mentale della realtà);

il significato è inteso come il risultato dell’elaborazione cognitiva e della

- realista:

rappresentazione mentale di un determinato oggetto o evento da parte dell’individuo.

165. La semantica a tratti

La semantica a tratti sostiene che il significato di una parola sia un insieme finito di tratti

interconnessi che può essere elaborato, scomposto e analizzato, facendo ricorso a un insieme di

componenti più generali di senso. La semantica a tratti procede in base al metodo

componenziale e prevede due condizioni:

1. il significato è scomponibile in tratti semantici che sono condizioni necessarie e sufficienti

(CNS) per la sua formazione;

2. i tratti semantici sono di numero finito.

Il modello delle condizioni necessarie e sufficienti è un sistema binario (presenza/assenza del

tratto semantico), basato su proprietà analitiche (componenti finite, fondative, assolute e

stabili), all’interno del quale:

1. nessun tratto semantico può essere eliminato né aggiunto (poiché sono tratti necessari e

sufficienti);

2. tutti i tratti hanno uguale rilevanza;

3. il significato ha confini precisi (o è completo o non sussiste, secondo una logica binaria: la

presenza di un tratto implica l’assenza dell’opposto).

Lezione 33

166. Quali sono le principali differenze tra la prospettiva culturale e quella tecnologica

riguardo al ruolo dei media nella comunicazione umana

Nell'ambito della psicologia della comunicazione possiamo individuare due concezioni distinte

in merito alla natura e il ruolo dei media: la prospettiva culturale e la prospettiva tecnologica.

1. Secondo la prospettiva culturale, il medium è un artefatto, cioè un dispositivo di

mediazione tra uomo e ambiente. In quanto tale, costituisce un vincolo e una risorsa nel

raggiungimento dei traguardi comunicativi. Inoltre, in quanto prodotti culturali, i media

svolgono una funzione cognitiva poiché sono strumenti per partecipare e distribuire

socialmente i significati e la conoscenza. Il medium va considerato come una tecnologia per

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JonnyCampus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Andolfi Valentina Rita.
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