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L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere, comprendere,
esprimere e regolare le proprie e le altrui emozioni in modo
adeguato al contesto. Si tratta di un’abilità fondamentale per il
benessere psicologico e sociale, che si esplica in diversi ambiti
della vita, tra cui:
L’ambito personale, che riguarda la conoscenza e il controllo
• delle proprie emozioni, la capacità di motivarsi e di
perseguire i propri obiettivi, la gestione dello stress e delle
difficoltà.
L’ambito interpersonale, che si riferisce alla capacità di
• relazionarsi e comunicare con gli altri, di ascoltare e
comprendere le loro emozioni, di cooperare e risolvere i
conflitti, di esercitare l’empatia e la pro-socialità.
L’ambito professionale, che implica la capacità di lavorare in
• team, di adattarsi a situazioni diverse e impreviste, di
affrontare le sfide e le critiche, di sfruttare le opportunità e le
risorse, di esprimere il proprio potenziale e la propria
creatività.
L’intelligenza emotiva, quindi, è una risorsa preziosa per il
successo e la felicità in tutti gli ambiti della vita.
Come viene definita la metafora?
La metafora viene definita come un modo di parlare, in cui una
cosa è espressa nei termini di un’altra cosa, così che questa
riunione possa gettare nuova luce sul carattere che viene
descritto. Funzione della metafora è quindi quella di comunicare
qualcosa che per qualche motivo non si riesce ad esprimere, non
si sa come dire direttamente, e dunque si ricorre a un modo
particolare di parlare in cui una cosa è espressa nei termini di
un’altra cosa. La metafora è formata dalla rappresentazione di un
concetto e nasce da un’associazione di idee.
Nel linguaggio comune viene utilizzata spesso. Per esempio,
quando si dice “acque cristalline” viene associato all’acqua un
aggettivo che si riferisce al vetro e quindi si utilizza una
trasposizione semantica che aiuta a rendere l’idea della
limpidezza dell’acqua. Altre espressioni di esempio possono
essere: “ sono in alto mare” , per dire che sono ancora molto
lontano dal concludere qualcosa come una barca in mezzo al
mare è lontana dalla riva.
Definire in modo esaustivo la comunicazione non verbale
La comunicazione non verbale è la trasmissione di informazioni e
significati che avviene senza l’uso delle parole, ma attraverso
segnali non verbali come espressioni facciali, gesti, tono di voce,
postura, distanza interpersonale, contatto fisico, ecc. La
comunicazione non verbale è un aspetto fondamentale del
comportamento umano, che ha radici evolutive e culturali, e che
può integrare, enfatizzare o contraddire la comunicazione
verbale. Può influenzare la percezione, l’atteggiamento e il
comportamento degli interlocutori, nonché la qualità e l’efficacia
della relazione e dell’interazione.
Questa comunicazione passa attraverso la nostra voce, il nostro
corpo e i nostri modi di fare. Il tono e il ritmo della voce sono
componenti essenziali per dare forza alla comunicazione, allo
stesso modo anche il silenzio è una comunicazione.
Il linguaggio non verbale è ambiguo, anche se, proprio perché
non è del tutto controllabile è , forse, più autentico.
Descrivere i cinque assiomi della comunicazione di Watzlawick
I cinque assiomi della comunicazione di Watzlawick sono:
1. Non si può non comunicare: ogni comportamento, anche il
silenzio o l’immobilità, ha un valore comunicativo e
trasmette un messaggio.
2. Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto
di relazione: il contenuto è il significato letterale delle parole,
mentre la relazione è il modo in cui le parole vengono dette
e il contesto in cui avviene la comunicazione. La relazione
influenza la comprensione del contenuto e definisce il tipo di
rapporto tra gli interlocutori.
3. La punteggiatura delle sequenze degli eventi definisce la
relazione: ogni comunicazione è parte di una sequenza di
scambi che si influenzano reciprocamente. Ogni
interlocutore tende a interpretare la sequenza secondo il
proprio punto di vista, attribuendo la causa o l’effetto dei
comportamenti al proprio o all’altrui ruolo. Questa
punteggiatura può essere fonte di conflitto se non condivisa
dagli interlocutori.
4. La comunicazione avviene attraverso i canali verbali e non
verbali: il canale verbale usa un codice digitale e permette di
trasmettere conoscenza e scambiare informazioni fatto di
segni convenzionali e arbitrari, mentre il canale non verbale
usa un codice analogico, fatto di segnali continui e naturali. Il
canale non verbale può integrare, sottolineare o contraddire
il canale verbale, e ha una maggiore forza espressiva.
5. Le interazioni possono essere complementari o simmetriche:
le interazioni complementari sono quelle in cui gli
interlocutori assumono ruoli diversi e complementari, come
superiore-inferiore, esperto-ignorante, attivo-passivo, ecc. Le
interazioni simmetriche sono quelle in cui gli interlocutori
assumono ruoli uguali e paritari, come amici, colleghi, rivali,
ecc. Le interazioni possono cambiare da complementari a
simmetriche e viceversa, a seconda della situazione e degli
obiettivi comunicativi.
Descrivere la differenza tra laboratorio e atelier
La differenza tra laboratorio e atelier è che il laboratorio è uno
spazio dedicato allo studio e alla sperimentazione di un
argomento, prevede un percorso che, attraverso il gioco,
l’esperienza diretta e la documentazione, porti ad una
performance finale collettiva come una mostra, un video, mentre
l’atelier è uno spazio aperto all’invenzione e alla creatività di un
artista o di un artigiano. Un laboratorio può essere scientifico,
tecnologico, linguistico, grafico-pittorico, musica. ecc. Un atelier
invece può essere di un pittore, di uno scultore, di un sarto, ecc.
Un laboratorio richiede una metodologia rigorosa e applicativa,
un atelier invece richiede una fantasia e una manualità. Un
laboratorio produce conoscenza e innovazione, un atelier
produce arte e bellezza.
Esplicare i tre livelli in cui opera la prevenzione
I tre livelli in cui opera la prevenzione sono:
Prevenzione primaria: si tratta di interventi che mirano a
• eliminare o ridurre le cause dei disturbi fisici o psichici,
agendo sulla popolazione generale e/o sull’ambiente. Alcuni
esempi sono le vaccinazioni, la consulenza per modificare i
comportamenti a rischio, la chemioprevenzione.
Prevenzione secondaria: si tratta di interventi che mirano a
• individuare e trattare precocemente una malattia, spesso
prima della comparsa dei sintomi, al fine di minimizzare le
conseguenze gravi. Alcuni esempi sono i programmi di
screening, il tracciamento dei contatti, la terapia precoce.
Prevenzione terziaria: si tratta di interventi che mirano a
• prevenire le complicazioni o i danni irreversibili di una
malattia cronica, aiutando la persona a sviluppare e usare le
proprie risorse e a migliorare la qualità della vita. Alcuni
esempi sono il controllo della glicemia, la riabilitazione, la
prevenzione delle piaghe da decubito.
Cosa intende Ba(2003) con il termine riabilitazione?
Secondo Ba (2003), la riabilitazione è un intervento specifico per
una presa in carico globale della persona e del suo disagio
psichico, che si basa su un progetto unitario e condiviso tra le
diverse professionalità, e che utilizza tecniche e strumenti
adeguati agli obiettivi e alle risorse del paziente.
Con questo termine si intende il processo che ha come obiettivo
l’identificazione, la prevenzione e la riduzione delle cause
dell’inabilità e nello stesso tempo aiuta la persona a sviluppare e
utilizzare le proprie capacità in modo da acquisire più fiducia in sè
stessa e aumentare il livello di autostima.
La riabilitazione si articola in tre livelli: primaria, secondaria e
terziaria, a seconda del tipo e del grado di prevenzione che si
vuole attuare.
Esplicare l'approccio psicodinamico riferito alla riabilitazione
L’approccio psicodinamico riferito alla riabilitazione è un metodo
che si basa sulla teoria psicoanalitica e che mira a favorire il
recupero delle funzioni psichiche e relazionali della persona
attraverso l’analisi dei conflitti inconsci, delle difese, delle
relazioni oggettuali e delle dinamiche transferali e
controtransferali. L’obiettivo è di aiutare il paziente a riconoscere
e integrare le parti del sé che sono state negate, represse o scisse,
e di promuovere la sua autonomia, la sua creatività e la sua
capacità di affrontare le situazioni problematiche della vita. La
riabilitazione psicodinamica si avvale di diversi strumenti, tra cui
la psicoterapia individuale o di gruppo, le tecniche espressive, il
lavoro sulle emozioni, il sostegno alla famiglia e alla rete sociale.
La riabilitazione mira alla ricostruzione di un’organizzazione
funzionale della struttura del Sé intrapsichico. Il sé corporeo, Il Sé
espressivo e Il Sé verbale sono alla base dei vari modi di relazione
oggettuale.
Definire la danzamovimentoterapia espressivo creativa a
orientamento psicoanalitico
La danzamovimentoterapia espressivo creativa a orientamento
psicoanalitico (DMT-ECOP) è una forma di psicoterapia che utilizza
il movimento corporeo e la danza come mezzi di espressione e
comunicazione, col quale la persona può sperimentarsi e divenire
consapevole delle relazioni esistenti fra il proprio modo di essere
internamente e le proprie modalità corporee.
Si basa sul presupposto che il corpo e la mente siano unità
funzionali e che il movimento sia una manifestazione del vissuto
psichico.
La DMT-ECOP si propone di favorire il processo di integrazione e
trasformazione della persona, attraverso la creazione di uno
spazio simbolico e di una relazione terapeutica basata sul
transfert e sul controtransfert. Alcune caratteristiche della DMT-
ECOP sono:
Il setting, che si struttura come un ambiente facilitante, in cui
• si verifica l’incontro creativo tra il paziente e il terapeuta.
La relazione terapeutica, che tiene conto sia degli aspetti
• transferali che controtransferali, ossia dei sentimenti e delle
fantasie che emergono nel rapporto tra il paziente e il
terapeuta.
L’uso di tecniche espressive, che stimolano la creatività e
• l’esplorazione del movimento, della musica, del ritmo, del
colore, della forma e del suono.
L’interpretazione, che consiste nell’attribuire un sig