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L'amor del lavoro secondo Cuoco

L'amor del lavoro secondo Cuoco toglierà capricci e debolezze che disonorano il popolo. L'amore per la campagna, intesa come ritorno alla campagna, libererà il popolo dalla moda per il lusso, per la città, per il superfluo e inutilmente dispendioso, dedicando il suo tempo ad arti più durevoli, più gloriose e più utili alla nazione. Secondo Cuoco, il lavoro fornirà le arti mancanti, creerà l'indipendenza da quelle nazioni da cui si è dipendenti, accrescerà la stima che sarà in grado di risvegliare l'amore per la patria. Una pedagogia della virtù, quella sostenuta da Cuoco, coniugata attraverso il lavoro all'impegno etico nella vita sociale. Un'etica che riguarda la borghesia terriera, imprenditoriale e artigiana, ma che Cuoco considera di valenza universale. La voce, gli accenti, il timbro dell'uomo sono davvero nuovi; tanto è che Cuoco è considerato tra i primi.

grandi educatori della nuova Italia.

LEZIONE 62

Qual è per Cuoco il fine dell'educazione?

Vincenzo Cuoco occupa una posizione di rilievo nel panorama risorgimentale, mettendo a fuoco tutte le questioni che saranno affrontate dalla successiva saggistica storica, politica e pedagogica. Il merito di Cuoco è quello di coniugare istruzione e educazione, e di tenere costantemente presenti le esigenze di emancipazione dei singoli e l'istanza di una coscienza morale pubblica che egli considera fondamentale per l'edificazione di una rinnovata vita civile.

Secondo Cuoco l'educazione costituisce il fondamento di una coscienza pubblica capace di creare l'unità della nazione. Egli sostiene che non vi può essere una nazione senza popolo colto, per questo l'educazione è il momento fondamentale sia per l'edificazione dello Stato sia per la sua conservazione. Indica nell'istruzione l'unico strumento di questa riscossa, affermando che,

senza di essa, le migliori leggi restano inutili, esse potranno essere scritte, ma solo l'istruzione potrà imprimerele nei cuori dei cittadini. La finalità basilare dell'educazione è, quindi, di ordine etico e consiste nel rendere volontà il dovere, mediante un processo d'interiorizzazione essenziale dell'opera educativa. Il fine del sapere è l'agire. Con Cuoco assistiamo al passaggio dalle "arti belle" alle "arti utili", per coniugare cultura e vita, pensiero e azione; una cultura viva perché finalizzata all'azione. L'istruzione dev'essere pubblica, estesa a tutti, la scuola elementare dev'essere gratuita e deve trovarsi in ogni angolo del Regno, Cuoco, insiste anche sulla necessità che tutti gli orfanotrofi devono necessariamente essere anche case di educazione altrimenti conserverebbero la vita dell'individuo per condannarla alla miseria. All'istruzionedeveaccostarsi una preparazione professionale di base come condizione di un positivo inserimento sociale, infatti auspica che negli orfanotrofi vi siano una o più manifatturiere che non solo accrescono le rendite del luogo ma servano all'istruzione degli individui. L'istruzione, per Cuoco, deve avere tre attributi fondamentali: universale, pubblica, uniforme. Per universale egli intende che l'istruzione doveva comprendere tutte le scienze e tutte le arti. In quanto pubblica, l'istruzione dovrà essere rivolta a tutto il popolo, ciò non significa che dovrà essere uguale per tutte le classi del popolo, ma divisa per gradi. Per uniforme intende un'istruzione veicolata da una scuola unica, negli ordinamenti e nei programmi. L'uniformità è intesa come condizione d'efficienza dell'intero sistema, sia in relazione ai contenuti, sia in relazione ai metodi. LEZIONE 63 Cosa intende Cuoco con"dev'esservi un'istruzione per tutti, una per molti, una per pochi"? Cuoco sostiene che l'istruzione doveva essere pubblica, estesa a tutti ad opera dello Stato, con questo però non intendeva che essa doveva essere uguale in tutte le classi del popolo. Cuoco infatti, riconosce che doveva esserci un'istruzione per tutti, una per molti, una per pochi. Per istruzione per tutti o elementare, intende un bisogno per tutti i cittadini, di tutto lo Stato, accessibile a tutti per cui doveva essere necessariamente gratuita e accessibile a uomini e donne, considerate queste le prime educatrici della società. L'istruzione per molti, o media, doveva conservare il carattere pubblico, ma non poteva essere gratuita, bensì riservata a coloro che ne potevano sostenere i costi. Cuoco pensa, in particolare, alla classe dei proprietari terrieri o a quella della borghesia che aspira ad alti livelli di conoscenza o al possesso di abilità superiori, e checostituisce quel gruppo sociale e culturale che mette in comunicazione il popolo con l'alta cultura. L'istruzione per pochi, o alta, è quella destinata a conservare e promuovere la scienza ed è riservata agli uomini di ingegno, agli scienziati, a coloro che con i loro studi contribuiscono al progresso della nazione. L'istruzione inoltre doveva essere uniforme, quindi la stessa in tutte le scuole. L'uniformità dell'istruzione si può assicurare, secondo Cuoco, solamente con un severo impegno dello Stato mediante l'istituzione di una Direzione generale, che richiedeva altresì che i titoli accademici siano rilasciati unicamente dallo Stato e che alle cattedre d'insegnamento si accedesse soltanto per pubblici concorsi. L'uniformità prevedeva inoltre l'impiego degli stessi libri di testo, modificabili soltanto dagli scienziati. Qual è la preoccupazione principale di Cuoco? L'istruzione, per Cuoco,deve avere tre attributi fondamentali: universale, pubblica, uniforme. Per universale egli intende che l'istruzione deve comprendere tutte le scienze e le arti. In quanto pubblica, l'istruzione deve essere rivolta a tutto il popolo, ciò non significa che dovrà essere uguale per tutte le classi del popolo, ma divisa per gradi. Per uniforme intendeva un'istruzione veicolata da una scuola unica, negli ordinamenti e nei programmi. L'uniformità è intesa come condizione di efficienza dell'intero sistema, sia in relazione ai contenuti, sia in relazione ai metodi. L'uniformità dell'istruzione si può assicurare, secondo Cuoco, solamente con un severo impegno dello Stato mediante l'istituzione di una Direzione generale, che richiedeva altresì che i titoli accademici siano rilasciati unicamente dallo Stato e che alle cattedre d'insegnamento si accedesse soltanto per pubblici concorsi. L'uniformità per Cuoco.è garanzia rispetto all'improvvisazione, ad una mal intesa libertà d'insegnamento. Occorre tener presente che il sistema scolastico del tempo non offriva all'autore nessuna garanzia sulla qualità della formazione dei docenti, e Cuoco era preoccupato soprattutto che un livello minimo di istruzione sia assicurato a tutti e in tutti i luoghi, anche i più remoti, del Regno. Quali sono i contenuti della scuola elementare per Cuoco? Per Cuoco la scuola elementare doveva essere gratuita e trovarsi in ogni angolo del Regno; inoltre l'istruzione primaria doveva essere estesa a tutti gli orfanotrofi. Egli si occupò dei contenuti dell'istruzione, con l'occhio rivolto alla realtà e, dunque, ai bisogni reali del paese. Il quadro culturale tracciato per la scuola elementare è lo stesso che possiamo ritrovare in altri progetti elaborati in Italia nel corso del Settecento, alleggerito di alcuni elementi e arricchito da intuizioni di

grandeinteresse sociale e pedagogico. La scuolaelementare è unica, e dunque offre le stessebasi formative a tutti, anche se la sua unicitànon esclude processi culturali successivi,affidati alla stessa esperienza di vita oppure aigradi della scuola media e superiore. Icontenuti della scuola elementare sono indicatida Cuoco nell'insegnamento del leggere, delloscrivere e dell'apprendimento delle primeoperazioni dell'aritmetica, senza dimenticarel'istruzione morale, aspetto a cui da enormerisalto. Egli infatti sostiene che la morale sia ilprimo bisogno della società, e l'uniformità nellamorale è tanto necessaria quanto la moralestessa. Il merito di Cuoco è quello di coniugareistruzione e educazione, e di tenerecostantemente presenti le esigenze diemancipazione dei singoli e l'istanza di unacoscienza morale pubblica che considerafondamentale per l'edificazione di unarinnovata vita civile.Acuto osservatore

delle giovani orfane. Inoltre, Cuoco sosteneva chegli orfanotrofi dovessero essere gestiti da unadirezione competente e che i bambini dovesseropoter rimanere in queste istituzioni fino allacompleta formazione, senza essere abbandonatiquando raggiungevano una certa età. In questomodo, secondo Cuoco, si avrebbe garantito uneducazione completa e un futuro migliore per igiovani orfani.degli individui. Perché Cuoco può essere considerato il primo educatore del nostro Risorgimento? Vincenzo Cuoco occupa una posizione di rilievo nel panorama risorgimentale, mettendo a fuoco tutte le questioni che saranno affrontate dalla successiva saggistica storica, politica e pedagogica. Il merito è quello di aver coniugato istruzione e educazione, e di aver tenuto costantemente presenti le esigenze di emancipazione dei singoli e l'istanza di una coscienza morale pubblica che egli considera.
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Publisher
A.A. 2022-2023
315 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mapia.03 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della pedagogia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Vigutto Lucia.