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Sul piano metodologico, lo storico economico come si differenzia dall'economista: L'economista
tende a ridurre le variabili da analizzare, lo storico tende a considerarle tutte
Un'analisi storica di medio-lungo periodo sulle performance tecnologiche può utilizzare: Solo
indicatori di output
Vilfredo Pareto (1848-1923): Fa parte della scuola di Losanna, studia analiticamente il sistema
economico senza dare spazio a elementi soggettivi
Walras e Pareto: Hanno fondato la Scuola di Losanna con l'intento di formulare una teoria
dell'equilibrio economico generale
A proposito del settore manifatturiero italiano, chiarire localizzazione e specializzazione: Il settore
manifatturiero italiano che rappresenti i tre quarti del totale del settore secondario è stato
preponderante nel triangolo industriale (nord-ovest) e il motore del processo di industrializzazione a
cavallo del 900. La regione con la percentuale più alta di occupati nella manifattura è stata in quel
periodo la Lombardia seguita al secondo posto dal Piemonte. Dal 1981 in poi l'area NordOvest perde
il suo primato a vantaggio dell'area nord-est centro in particolare aumentano l'occupazione
manifatturiera regioni quali il Veneto è l'Emilia-Romagna. L'aria nec nel 2000 arriva ad avere una
percentuale di occupati pari al 46% circa del totale. La specializzazione settoriale dell'industria
manifatturiera italiana è stata caratterizzata da un notevole cambiamento strutturale. Nel 1911 fino
a prima del 1961 ha prevalso l'occupazione nell'industria leggera, nel 1961 invece avviene sorpasso
dell'occupazione nell'industria pesante la crescita essenzialmente concentrata nei settori della
meccanica intesi in senso ampio (siamo nel periodo della golden age in cui lo sviluppo industriale
converge verso la sua piena maturità.
A quali esigenze risponde la moderna contabilità e come si è evoluta negli Stati Uniti: Nasce sul
finire del 19º secolo per dare risposta alle nuove esigenze della big business che si andavano
affermando soprattutto in America. Si tratta di facilitare il controllo di gestione sia scopi interni che
a scopi esterni, il management aveva bisogno di maggiori informazioni per controllare l'evoluzione
dell'azienda. Si trattava di un'analisi scientifica basata sullo studio di alcuni quozienti di sintesi
elaborati a partire dalla fine del 1800 (i cosiddetti ratio analisi). Per quanto riguarda gli scopi esterni
il riferimento è al crescente ricorso al mercato finanziario per il reperimento dei fondi necessari
all'espansione dell'impresa. C'è una tendenza a sistematizzare il controllo aziendale e la sua capacità
reddituale. Nasce in quegli anni la programmazione e controllo e quindi l'analisi dei costi economici
e finanziari, l'analisi per flussi, il budgetting. Nel 1913 nacque il Federal Reserve system secondo cui
le banche che affidavano le aziende dovevano fornire alle loro società clienti modelli di bilancio
secondo i nuovi standard. Nel 1920-30 si sviluppano maggiormente l'analisi reddituale con la nascita
del roi che fornivano alla diligenza informazioni di primaria importanza. Nel 1930 si arrivò anche
all'analisi finanziaria più dinamica e quindi al prospetto del rendiconto finanziario, che misurava le
variazioni intervenute nel corso dell'anno del capitale circolante e dei flussi di cassa.
Caratteristiche, pregi e difetti delle strutture monofunzionali, U-form e M-form: La struttura mono
funzionale : è quella tipica dell'industria americana ed europea fino alla nascita delle ferrovie e delle
prime big business. Ha una struttura molto semplice, in cui il proprietario gestisce direttamente
l'impresa, affiancato dal collaboratore tecnico o contabile. La nascita della big business comporta
importanti innovazioni organizzative gestionali a causa dell'accresciuta complessità. Nasce la
struttura plurifunzionale accentrata (la U form) caratterizzata da linee di comunicazione e autorità
rigorosamente gerarchica. si avevano una serie di dipartimenti funzionali (marketing, produzione
eccetera) dotati di responsabilità operativa. I direttori di ciascun dipartimento funzionale facevano
parte del comitato esecutivo e con il consiglio direttivo pianificava la strategia, quindi non c'era
separazione tra organi che si occupavano di decisione strategica e decisione operativa. Si rivelò
efficiente per le aziende mono prodotto. Nei primi decenni del novecento questa forma a causa della
nascita delle aziende multi prodotto si rivelò inefficiente e fu soppiantata dalla mform, struttura
organizzativa molti divisionale; dove ogni divisione rappresentava dei centri di profitto autonomi che
avevano piena responsabilità operativa (possiamo pensare alla singola divisione come ad una "quasi
impresa") si realizzò così la separazione tra le decisioni strategiche e le decisione operativa.
Come possiamo definire i distretti industriali: Becattini definisce il distretto industriale come
un'entità socio territoriale caratterizzata dalla compresenza attiva in un'aria circoscritta di una
comunità di persone e di una popolazione di imprese industriali che tendono a compenetrarsi. Si
aggiunge una rete stabile di collegamenti con i suoi fornitori e i suoi clienti al di fuori del distretto.
Prima ancora Marshall parla di atmosfera industriale per esprimere il concetto di indivisibilità tra
imprese e comunità e il tessuto di valori condivisi. Riassumendo i caratteri che la compongono sono
a la comunità locale che condivide gli stessi valori; la comunità di imprese che adottano la
specializzazione flessibile; le risorse umane, le posizioni lavorative variegate sempre aggiornate; il
mercato di riferimento flessibile specializzato vasto ed omogeneo.
Come si è evoluta la disciplina giuridica in materia di bilancio: Il bilancio e le sue regolamentazioni
divennero sempre più complesse con la nascita delle società di capitali. In particolare all'inizio del
800 vi fu la tendenza a sostituire il controllo governativo Con quelle dell' Autotutela esercitata dai
soci, in particolare - protezione dei creditori sociali (si normano la pubblicità degli atti sociali, la
responsabilità degli amministratori, l'integrità del capitale) - la tutela degli azionisti, si introduce la
disciplina dell'impugnazione delle deliberazioni assembleari. L'Italia in merito arrivo tardi, infatti
bisogna attendere il Codice mancini 1882 per avere un accoglimento formale della nuova disciplina
è. con il codice civile. Del 1942 che diventerò sostanziale, regole dettagliate per la redazione del
bilancio e principi contabili.
Come si è sviluppata la moderna contabilità in Europa e in Italia: In Europa e in Ita le tecniche di
analisi di valutazione del bilancio Si diffusero con una certa lentezza, in austrialia e in Gran Bretagna
intorno ai primi anni 40 del 20º secolo. In Italia l'analisi di bilancio e l'utilizzo della ratio anlalisys
incontra la resistenza della scuola zappiana. Per zappa a differenza del modello americano c'era una
visione d'insieme tra scienza dell'organizzazione aziendale e scienza della contabilità e nei paesi
anglosassoni si stava invece tracciando con chiarezza, come tra la fine dell'ottocento e l’inizio del
novecento in Usa. A questo approccio specialistico (cioè che prevedeva la netta separazione tra
accounting e management) apparve meno insensibile la scuola milanese della business comunity .
Bisogna aspettare però gli anni 30 con Vincenzo Masi affinché laratio anlisys inizia a fare capolino
nell'aziendalismo italiano. In generale questo processo in Europa avviene gradualmente con
l'americanizzazione contabile dopo la seconda guerra mondiale.
Come si può descrivere la strategia competitiva teorizzata da Porter: La strategia serve per
affrontare la concorrenza e quindi raggiungere una posizione competitiva favorevole all'interno del
settore. Per far questo serve prima di tutto una conoscenza approfondita delle regole della
concorrenza che determinano l’attrattività di un settore industriale. Lo scopo finale della strategia
competitiva è quello di essere in sintonia con tali regole e, idealmente, arrivare a cambiarle in favore
dell’impresa. In qualunque settore industriale, le regole della concorrenza si riassumono in 5 forze
competitive: l’entrata di nuovi concorrenti, la minaccia di sostituti, il potere contrattuale dei clienti,
il potere contrattuale dei fornitori e la rivalità con i concorrenti presenti.
Concorrenza, regolazione politiche industriali italiane del 21º secolo: L'eccessiva esposizione dello
Stato nei confronti delle imprese emerse come un grave problema negli anni ’90.La privatizzazione
iniziò in questi anni, ma non per effetto di una scelta di politica economica predeterminata, quanto
per alcune congiunture sfavorevoli. Innanzitutto alla base vi era un problema di natura monetaria.
L'Unione europea, infatti, aveva stabilito una rigida disciplina per i cambi dei paesi aderenti e un
regime di cambi flessibili. Questo impedì all'Italia di utilizzare la svalutazione come strumento di
politica economica e di conseguenza le industrie ne furono sfavorite. Un secondo motivo che portò
alle privatizzazioni fu l'eccessivo indebitamento. In base alla legge, il processo di privatizzazione
doveva essere preceduto dalla liberalizzazione dei mercati, così come era previsto dagli accordi
europei. In particolare per i servizi pubblici era però previsto che contestualmente si istituissero delle
autorità di controllo, quanto meno nel campo dell'energia delle telecomunicazioni. Con la fine del
20º e l'inizio del 21º secolo, le politiche industriali mutano radicalmente. Come abbiamo visto in
precedenza, lo Stato aveva mantenuto una politica interventista sin dalla fine dell'Ottocento,
ottenendo risultati variabili .Con l'istituzione dell'Unione europea è stato regolato il funzionamento
del Mercato unico, che ha imposto di sostituire alla visione interventista una visione che inquadrasse
le politiche industriali all'interno della tutela della concorrenza ingenerale e della regolazione per i
settori in rete come quelli delle imprese di pubblica utilità. Le direttive comunitarie hanno di fatto
comportato una riduzione degli aiuti erogati dallo Stato al sistema economico; inoltre gli interventi
non sono stati più verticali, cioè a favore di uno specifico settore o tipologia di impresa, ma
orizzontali, cioè trasversali rispetto al settore e alle imprese .L'Unione Europea definisce le seguenti
tipologie di intervento:1. Aiuti per la tutela dell'ambiente2. Aiuti a ricerca, sviluppo innovazione3.
Aiuti per il salvataggio la ristrutturazione di imprese in difficoltà4. Aiuti alle p