Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 241
Paniere nuovo completo di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa (2023) Pag. 1 Paniere nuovo completo di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa (2023) Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 241.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Paniere nuovo completo di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa (2023) Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 241.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Paniere nuovo completo di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa (2023) Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 241.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Paniere nuovo completo di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa (2023) Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 241.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Paniere nuovo completo di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa (2023) Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 241.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Paniere nuovo completo di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa (2023) Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 241.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Paniere nuovo completo di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa (2023) Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 241.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Paniere nuovo completo di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa (2023) Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 241.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Paniere nuovo completo di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa (2023) Pag. 41
1 su 241
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LINGUE DI MINORANZA

Le lingue di minoranza sono un codice linguistico impiegato da una comunità linguistica che possiede tale codice come lingua materna all'interno di un territorio nel quale la maggioranza della popolazione ha un'altra lingua materna. Possono essere di due tipi: di formazione storica o recente.

Le lingue di minoranza di formazione recente - rumeno, albanese, arabo e cinese - sono presenti in Italia da meno di tre generazioni e sono soggette ad assimilazione dalla lingua maggioritaria.

Le lingue di minoranza storiche sono quelle riconosciute e tutelate dalla legge italiana:

  • l'albanese (lingua indoeuropea isolata) è parlato in Calabria, Basilicata, Sicilia, Puglia, Molise, Abruzzo, Campania da circa 85.000 parlanti
  • il catalano (lingua indoeuropea) parlato ad Alghero da 20.000 parlanti
  • il tedesco (lingua indoeuropea, ramo germanico) presente in varie regioni con vari dialetti: dialetti tirolesi, Alto Adige
  1. 280.000 parlanti; dialetto walser (Valle d'Aosta e Piemonte);
  2. dialetto mocheno, bavarese arcaico (provincia di Trento);
  3. dialetto pustero-carinziano (Veneto);
  4. dialetto cimbrico, bavarese (Veneto);
  5. dialetto carinziano (Friuli, Udine), 10.000 parlanti.

● il greco, (lingua indoeuropea isolata) parlato in due varianti in Calabria (romaico) e Puglia (grico) da 35.000 parlanti,

● lo sloveno, (lingua indoeuropea, ramo slavo) parlato in Friuli Venezia Giulia da 120.000 parlanti,

● il croato, (lingua indoeuropea, ramo slavo) parlato in Molise da 2.500 parlanti,

● il francese, (lingua indoeuropea, ramo romanzo) presente in Piemonte e in Valle d'Aosta, dove è lingua co ufficiale per lo scritto dal 1945,

● il franco-provenzale, (lingua indoeuropea, ramo romanzo) parlato da 70.000 parlanti in Valle d'Aosta, Piemonte e Puglia,

● il friulano, (lingua indoeuropea, ramo romanzo) in Friuli Venezia Giulia da 700.000 parlanti,

● il ladino, (lingua indoeuropea, ramo romanzo), in

Trentino Alto Adige e in Veneto da 35.000 parlanti, ● l'occitano (lingua indoeuropea, ramo romanzo), in Piemonte e Calabria da 40.000 parlanti, ● il sardo (lingua indoeuropea, ramo romanzo), parlato da 1.000.000 di parlanti. LEGGE Le leggi che tutelano le lingue minoritarie in Italia sono l'articolo 6 della Costituzione e la legge 482 del '99 che salvaguarda le minoranze linguistiche attraverso misure appropriate. TUTELA DELLE LINGUE DI MINORANZA A SCUOLA: Le lingue di minoranza a scuola possono essere tutelate in diversi modi da parte del personale docente: introducendo nella didattica un questionario sociolinguistico, non ostacolando la comunicazione in lingua etnica o di minoranza con amici o familiari, promuovendo il lessico all'interno di percorsi interculturali, favorendo la fissazione della scrittura anche in L2, esplicitando il desiderio di tutela con le famiglie degli allievi, valorizzando le lingue minoritarie in classe stimolando la curiosità e la

Comparazione tra sistemi linguistici.

LINGUAGGIO ACCADEMICO

L'italiano accademico è una lingua che si utilizza in eventi comunicativi inseriti nel contesto accademico. Non è semplicemente la lingua dello studio, ma un linguaggio adottato dalla comunità accademica che si caratterizza per essere trasversale alle varie discipline, è ibrida perché presenta elementi delle microlingue scientifiche e del linguaggio formale-burocratico, è diversa dalla lingua quotidiana, è caratterizzata dalla formalità e da un rapporto asimmetrico tra i soggetti interessati allo scambio comunicativo.

DESCRITTORI E INDICATORI DELL'ITALIANO ACCADEMICO

I descrittori e gli indicatori per l'italiano accademico sono i principi costituenti di un testo, ossia: coerenza, coesione, informatività, interattività, accettabilità, intenzionalità e situazionalità, e sono anche i principi regolativi di efficacia, effettività.

La ricerca è partita dalla domanda "come si fa a redigere un testo accademico?". Si è creato un formato didattico proposto ad un campione che è stato didattizzato su indicatori e descrittori ed ha al termine elaborato dei testi oggetto di autovalutazione e valutazione da parte di un gruppo di controllo. Il gruppo sperimentale, composto da 75 studenti, di cui 23 stranieri, ha seguito un corso di 32 ore. Il gruppo di controllo, composto da 25 studenti, di cui 6 non nativi, è stato sottoposto ad un corso più generico. Una volta redatti 15 testi sono stati valutati i principali errori, le strategie di revisione e pianificazione. Il gruppo di controllo ha commesso più errori relativamente ai principi di coerenza, coesione e riguardo i salti logici. In conclusione, si può parlare di didattica del linguaggio accademico, senza necessariamente dover distinguere tra L1 e L2; gli errori dei nativi sono simili agli errori

dei non nativi con livello superiore al B2.

SESSISMO LINGUISTICO

Con l'espressione "sessismo linguistico" si fa riferimento alla nozione linguistic sexism elaborata negli anni '60-'70 negli Stati Uniti nell'ambito degli studi sulla manifestazione della differenza sessuale nel linguaggio. Era emersa infatti una profonda discriminazione nel modo di rappresentare la donna rispetto all'uomo attraverso l'uso della lingua.

In Italia Alma Sabatini (in Italia) alla fine degli anni Ottanta, argomenta sul carattere sessista della nostra lingua, discriminatoria a suo avviso nei confronti delle donne, sia quando si parla di esse, sia per come ci si aspetta che esse parlino, e ha proposto un uso non sessista della lingua.

RICERCA: Un questionario per valutare la percezione dell'uso sessista e l'accettazione di neologismi, sia lessicali e sia innovazioni sul piano della morfosintassi.

Alcuni quesiti: evitare di dare precedenza al maschile nelle coppie oppositive,

Invertendo "fratelli e sorelle" in "sorelle e fratelli", "bambini e bambine" in "bambine e bambini". Evitando di accordare il participio passato al maschile quando i nomi sono in prevalenza femminili, sostituendo "Carlo, Maria e Marta sono venuti" con "Carlo, Maria e Marta sono venute". Evitando di usare il maschile per i nomi di professione per segnalare il prestigio, sostituendo "Maria Rossi, Ministro dell'economia" con "Maria Rossi, Ministra dell'economia".

In conclusione: L'attenzione al sessismo nella lingua è molto scarsa. Gli studenti più giovani tendono a dimostrare un grado maggiore di accettazione del neologismo e ad approvare il cambiamento linguistico. Gli studenti delle scuole superiori e dell'università riconoscono più facilmente un uso sessista, sebbene si dimostrino meno favorevoli al cambiamento. Nei

contesti territoriali amministrati dalle donne, il neologismo è assorbito da parte di tuttele fasce d’età. Si tratta, quindi, di familiarità e di uso piuttosto che di buone o cattive formazioni.

SCUOLE SERALI TORINESIl’Alfabetizzazione degli Adulti Non Nativi rappresenta un settore di studio superficiale di cui non vi è una lettura scientifica, si è deciso di indagare l’assetto metodologico, gli approcci e le attivitàdecennio tra gli anni ’70 e ’80 relativamente all’istituzione delleglottodidattiche prevalenti nelNUOVE SCUOLE SERALI di TORINO. È stato strutturato un questionario di carattere esplorativo da proporre ad un campione costituito da25 Informanti Non Nativi che hanno frequentato le Scuole Serali a Torino, conseguendo la LicenzaMedia dopo le 150 ore di attività come previsto dalla Legge 300 del 10/05/1970.Come si è visto dall’analisi dei dati emerge

Un'organizzazione dei corsi del tutto riconducibile alla quella relativa ai Bambini Non Nativi sia per quanto concerne il corpo docente (effettivamente in servizio nelle scuole primarie) sia in merito alle pratiche glottodidattiche. La Metodologia adottata l'adozione dinei confronti della Didattica della Letto-Scrittura riguarda essenzialmente METODIFONETICI e le attività maggiormente descritte del campione riguardano essenzialmente esercizi di COPIATURA, di GRAMMATICA e MANIPOLAZIONE e PRODUZIONE di FRASI BREVI. I Corsi di Alfabetizzazione trascuravano il piano dell'Oralità a favore della Scrittura e risultavano complessi rispetto a un'utenza costituita da apprendenti bassamente scolarizzati, adulti e stranieri.

LE STRATEGIE DI APPRENDIMENTO

Una strategia di apprendimento è una procedura per formulare delle ipotesi sulla struttura della L2/LS e per stabilire regole

dell'interlingua sulla base di queste ipotesi. Le principali strategie riguardano: a) ricorso alla L1 (transfer); b) strategia della parola-chiave che riguarda elementi lessicali molto basici che attivano la comprensione (routine); c) strategie lessicali: sostituzione di morfemi legati con morfemi liberi; d) strategie isolanti: i morfemi vengono trattati come se fossero invariabili (come nel cinese non vengono flessi); e) Strategie agglutinanti (post-basiche): le marche morfologiche sono aggiunte alla base, per consentire una chiara riconoscibilità (come nel turco); f) Strategie analitiche: si usano perifrasi legando elementi conosciuti, per formare strutture sconosciute; g) Strategie flessive (post-basiche) per cui si applicano i morfemi flessibili alle basi variabili di L2; h) Strategie analogiche (sovraestensione analogica, una volta appresa una regola viene estesa ad altre parole); i) Strategie di semplificazione omettere o semplificare le forme marcate di L2; l) Strategie dio alle abilità integrate, le tecniche utilizzate sono:● simulazioni,● progetti,● giochi di ruolo,● attività collaborative,● presentazioni,● debate,● storytelling,● video e audio.La scelta delle tecniche glottodidattiche da utilizzare dipende dal contesto di apprendimento, dagli obiettivi didattici e dalle caratteristiche degli studenti. È importante selezionare le tecniche più adatte per favorire l'apprendimento efficace e coinvolgente.
Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
241 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gherezzino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Glottodidattica, microlingue e linguistica educativa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Nitti Paolo.