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LRATC e Costi Totali
LRATC = LRTC/Q indica che il costo totale di lungo periodo deve essere minore o uguale al costo totale di breve periodo per realizzare un certo livello di produzione. Si ha quindi LRTC <= TC sempre. Questo perché nel lungo periodo è possibile scegliere combinazioni più efficienti, data la libertà sugli input.
La stessa regola vale per i costi medi. Infatti, per realizzare un definito livello di produzione, il costo medio di lungo periodo può essere inferiore o uguale al costo totale medio di lungo periodo, cioè LRTC <= ATC sempre.
Per tracciare la curva LRATC possiamo unire le parti più basse di tutte le curve ATC tra cui l'impresa può scegliere, ottenendo una curva.
LEZIONE 26 DOMANDA 14. Definire il concetto di costo totale, costo marginale, costo medio, costo fisso e costo variabile e rappresentarli graficamente.
Il costo totale sostenuto da un'impresa corrisponde al costo opportunità sostenuto da coloro che apportano
capitale di rischio. Il costo marginale è il costo addizionale che si deve sostenere per produrre un'ulteriore unità di prodotto. L'impresa può controllare tali costi in modo diretto e immediato.
Il costo medio può essere fisso o variabile. Il costo medio fisso riguarda il costo per unità di prodotto e si ottiene dividendo il costo fisso per la produzione realizzata. La formula è AFC=TFC/Q. AFC, ossia costo fisso medio, diminuirà al crescere della produzione.
Il costo medio variabile si ottiene dividendo il costo variabile totale per la produzione complessiva. La formula è AVC=TVC/Q.
I costi fissi sono quei costi che non variano al variare della produzione e sono ad esempio i costi degli impianti o gli interessi su debiti contratti.
I costi variabili sono costi che variano al variare del livello di prodotto come ad esempio i costi delle materie prime.
LEZIONE 27 DOMANDA 5. Definire il concetto di MES e rappresentare graficamente
un settore con MES ridotta. L'economia di scala (MES) è il fenomeno di riduzione del costo medio che si verifica al crescere della quantità della produzione e della dimensione di un'impresa quanto più è alta la capacità di produzione di un impianto, tanto minore è il costo unitario per ciascuna unità di prodotto, in quanto in un medesimo periodo di tempo l'impianto può produrre una maggiore quantità di prodotti.
Un settore con MES ridotta si presenta con bassi livelli produttivi di economie di scale e la dimensione minima efficiente si presenta a bassi livelli di unità produttive.
LEZIONE 29 DOMANDA 2. Individuare graficamente l'area di profitto utilizzando l'approccio del ricavo e costo totale. Individuare, inoltre, la quantità di prodotto necessaria alla massimizzazione del profitto.
Nell'approccio del ricavo totale e del costo totale l'impresa calcola il profitto come differenza.
tra ricavototale e costo totale per ogni livello di produzione e sceglie di posizionarsi al livello in cui il profitto è maggiore. TR = ricavi totale TC = costo totale Dal grafico appare chiare come l'impresa realizzi un profitto fino a quanto TR > TC, cioè quando la curva TR si trova sopra la curva TC. La quantità di profitto che si realizza per ogni livello è definita dalla distanza verticale tra le curve TR e TC. In altri termini, per massimizzare il suo profitto, l'impresa dovrebbe realizzare la quantità di prodotto in corrispondenza della quale la distanza verticale tra curva TC e curva TR è massima. LEZIONE 29 DOMANDA 3. Illustrare l'approccio del ricavo e costo totale fornendone la rappresentazione grafica. Graficamente, sull'asse delle ascisse si riportano le unità di prodotto e sull'asse delle ordinate si riportano in Euro. Nell'approccio del ricavo totale e del costo totale, l'impresa calcolail'impresa deve produrre la quantità di beni che corrisponde al punto in cui la curva del ricavo totale (TR) interseca la curva del costo totale (TC) e in cui la distanza verticale tra le due curve è massima.L'impresa dovrebbe realizzare la quantità di prodotto incorrispondenza della quale la distanza verticale tra curva TC e curva TR è massima.
LEZIONE 30 DOMANDA 3. Illustrare l'approccio del ricavo e costo marginale, fornendone la rappresentazione grafica e illustrando cosa accade nel caso di MR maggiore o minore di zero.
L'approccio del ricavo e del costo marginale viene rappresentato graficamente inserendo sull'asse delle ascisse le unità di prodotto e sull'asse delle ordinate in Euro. Tale approccio permette di capire in modo migliore l'iter decisionale dell'impresa.
MR, ossia Ricavo Marginale, è la variazione che subisce il ricavo totale per effetto di una unità aggiuntiva di produzione.
Se MR>0 si ha un aumento della produzione che fa crescere il ricavo totale.
Se MR<0 si ha un incremento della produzione che fa diminuire il ricavo totale.
Un incremento della quantità prodotta fa crescere il profitto.
soltanto qualora MR>MC. L'impresa per massimizzare il suo profitto dovrà porsi al livello di produzione in cui si intersecano MR e MC. LEZIONE 31 DOMANDA 7. Rappresentare graficamente la minima perdita realizzata, indicando inoltre le regole di cessazione dell'attività. L'impresa anche se TC>TR può porsi come obiettivo quello della minimizzazione della perdita piuttosto che quello della massimizzazione del profitto. Q* è il punto di minima perdita perché la distanza tra TR e TC è minima. Si dovrà continuare a produrre in perdita, se comunque la perdita è inferiore a quella che si subirebbe cessando l'attività. In ogni caso le regole di cessazione dell'attività se in Q* MR=MC sono: - TR>TVC per q* l'impresa dovrebbe continuare a produrre; - TR<TC per q* l'impresa dovrebbe cessare l'attività; - TR=TC per q* per l'impresa è indifferente continuare a.produrre o cessare l'attività. Queste regole valgono per il breve periodo. Nel lungo periodo le considerazioni cambiano, anche perché è questo un arco temporale in cui tutti gli input diventano variabili. La decisione di cessazione dell'attività nel lungo periodo è una decisione presa senza dover considerare la fissità dei costi: se l'impresa decide di uscire avrà costi uguali a zero. In altre parole, nel lungo periodo davanti ad un profitto negativo l'impresa deve uscire dall'industria.
LEZIONE 31 DOMANDA 8. Illustrare, anche attraverso la rappresentazione grafica, le regole di cessazione dell'attività d'impresa rispetto ai valori di TR e TVC, distinguendo breve e lungo periodo.
L'impresa anche se TC>TR può porsi come obiettivo quello della minimizzazione della perdita piuttosto che quello della massimizzazione del profitto. Q* è il punto di minima perdita perché la
La distanza tra TR e TC è minima. Si dovrà continuare a produrre in perdita, se comunque la perdita è inferiore a quella che si subirebbe cessando l'attività. In ogni caso le regole di cessazione dell'attività se in Q* MR=MC sono:
- TR>TVC per q* l'impresa dovrebbe continuare a produrre;
- TR<TC per q* l'impresa dovrebbe cessare l'attività;
- TR=TC per q* per l'impresa è indifferente continuare a produrre o cessare l'attività.
Queste regole valgono per il breve periodo. Nel lungo periodo le considerazioni cambiano, anche perché è questo un arco temporale in cui tutti gli input diventano variabili. La decisione di cessazione dell'attività nel lungo periodo è una decisione presa senza dover considerare la fissità dei costi: se l'impresa decide di uscire avrà costi uguali a zero.
In altre parole, nel lungo periodo davanti ad un profitto negativo
l'impresa che opera in concorrenza perfetta ha una curva di offerta che indica la quantità di prodotto che l'impresa è disposta a offrire a diversi livelli di prezzo. Nel lungo periodo, la curva di offerta dell'impresa può avere diversi andamenti a seconda dei costi di produzione. Se i costi di produzione sono crescenti, la curva di offerta sarà inclinata verso l'alto, indicando che l'impresa è disposta a offrire una maggiore quantità di prodotto a prezzi più alti. Se i costi di produzione sono decrescenti, la curva di offerta sarà inclinata verso il basso, indicando che l'impresa è disposta a offrire una maggiore quantità di prodotto a prezzi più bassi. Se i costi di produzione sono costanti, la curva di offerta sarà orizzontale, indicando che l'impresa è disposta a offrire la stessa quantità di prodotto a qualsiasi prezzo. In concorrenza perfetta, l'innovazione tecnologica può spostare la curva di offerta di mercato verso destra, aumentando la quantità di prodotto offerta a ogni livello di prezzo. Questo comporta una riduzione del prezzo di mercato. Nel breve periodo, le imprese che adottano per prime l'innovazione tecnologica possono godere di un profitto economico, ma nel lungo periodo il profitto economico si ridurrà a zero o sarà normale. Le imprese che rifiutano di adattarsi all'innovazione tecnologica non sopravviveranno nel lungo periodo. Graficamente, la curva di offerta dell'impresa in concorrenza perfetta sarà rappresentata su un grafico con il prezzo sull'asse verticale e la quantità di prodotto sull'asse orizzontale. La curva di offerta sarà inclinata verso l'alto, verso il basso o orizzontale a seconda dei costi di produzione. L'innovazione tecnologica sposterà la curva di offerta verso destra, aumentando la quantità di prodotto offerta a ogni livello di prezzo.nel breve periodo, si indica il livello di produzione totale delle imprese già presenti nell'industria e muovendosi lungo la curva si manterranno costanti gli input fissi e il numero di imprese presenti nel mercato. La curva di offerta di lungo periodo indica la quantità di prodotto che i venditori offriranno in concorrenza ad ogni dato prezzo. Quando si ristabilisce l'equilibrio di lungo periodo, nonostante l'aumento del prezzo, l'impresa realizza un profitto economico nullo e la curva di mercato è inclinata verso l'alto unendo i punti A e B. LEZIONE 33 DOMANDA 18. Rappresentare graficamente la curva di domanda di mercato e della singola impresa in concorrenza perfetta. Illustrare i caratteri essenziali del mercato di concorrenza perfetta. Per rappresentare la curva di domanda di mercato e della singola impresa in concorrenza perfetta, graficamente sull'asse delle ascisse si indicheranno le quantità e sull'asse delle ordinatee offerta si determina il prezzo di equilibrio. Questo prezzo rappresenta il valore al quale acquirenti e venditori sono disposti a scambiare un bene o un servizio. Il prezzo di equilibrio è determinato dal punto in cui la quantità domandata è uguale alla quantità offerta. In questo punto, non ci sono né eccedenze di domanda né eccedenze di offerta. Il prezzo di equilibrio è un importante indicatore dell'efficienza del mercato. Se il prezzo di equilibrio è troppo alto, potrebbe esserci una domanda insufficiente e un'eccessiva offerta. Al contrario, se il prezzo di equilibrio è troppo basso, potrebbe esserci un'eccessiva domanda e una scarsa offerta. Inoltre, il prezzo di equilibrio può essere influenzato da vari fattori, come la disponibilità delle risorse, i costi di produzione, la concorrenza e la domanda dei consumatori. Questi fattori possono spostare l'equilibrio del prezzo verso l'alto o verso il basso. In conclusione, il prezzo di equilibrio è il punto in cui la domanda e l'offerta si incontrano e rappresenta il valore al quale acquirenti e venditori sono disposti a scambiare un bene o un servizio.