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Le intelligenze secondo Gardner
Le intelligenze, secondo Gardner, sono un meccanismo neurale geneticamente programmato per essere attivato (l'intelligenza diventa potenzialità solo se qualcuno l'attiva). Gardner individua sei forme di intelligenza: linguistica, musicale, logico-matematica, spaziale, corporeo-cinestetica, personale (divisa in interpersonale e intrapersonale).
La teoria delle intelligenze multiple fonda una pedagogia democratica, perché vengono valorizzate più forme di intelligenza e ciò può contribuire a prevenire la dispersione scolastica: un'educazione costruita su una molteplicità di intelligenze sviluppa una vasta gamma di talenti e rende il curricolo accessibile a più studenti. Per questo Gardner suggerisce una scuola in cui si stabilisca il legame tra le discipline e le singole intelligenze.
Dalla teoria delle intelligenze multiple, secondo Gardner, ne consegue una riformulazione dei curricoli, i quali devono supportare le singole intelligenze.
Nel loro sviluppo. Lo sviluppo dell'intelligenza nel bambino è diviso in 2 periodi: il primo, nel quale il reale viene concettualizzato in teorie ingenue, e il secondo, nel quale il bambino è invitato dall'insegnante a verificare le teorie che egli stesso ha creato, al fine di modificarle e apprendere una conoscenza corretta. Il bambino, secondo Gardner, non può apprendere da solo. Egli necessita costantemente di una guida che lo libera dagli stereotipi e dai pregiudizi.
Lezione 059>07. Illustra la relazione tra lo sviluppo dell'intelligenza e l'ambiente secondo H. Gardner. Con la teoria delle intelligenze multiple, Gardner da una parte spiega la natura della mente e delle sue potenzialità, dall'altra parla di bisogni, perché ogni bambino ha una sua modalità di apprendimento che può privilegiare l'uso di una certa intelligenza piuttosto che di un'altra. Inoltre, parla di responsabilità educativa.
Il testo fornito può essere formattato utilizzando i seguenti tag HTML:perché le intelligenze per svilupparsi hanno bisogno di undeterminato ambiente e di determinati stimoli.
L’ambiente naturale risulta il più favorevole allo sviluppo di numerose intelligenze come l’intelligenza corporeo cinestetica e quella visivo/spaziale. Quando i bambini si trovano a giocare liberamente in un ambiente naturale, in tutte le stagioni, liberi di accoglierne le sfide e disperimentarne l’avventura, si troveranno a fare i conti con le proprie capacità e i propri limiti, con i propri stati d’animo, intenzioni, aspettative, desideri, senso di autostima; si troveranno alle prese con la necessità di sviluppare una certa autodisciplina e di incanalare le proprie emozioni in forme socialmente accettabili e quindi a sviluppare la loro intelligenza intrapersonale.
L’educatore secondo Gardner deve allestire ambienti in grado di stimolare il bambino a mettere in discussione le sue teorie.
Lezione 060>03. Spiega cosa intende
Gardner per "ecologia dell'istruzione" L'ecologia è lo studio della vita, con particolare attenzione alle relazioni tra organismi ed ambiente. Tale ambito di ricerca presta particolare attenzione a "tutte le relazioni o i modelli di relazione tra gli organismi ed il loro ambiente. Una riflessione pedagogica di Gardner riguarda "l'ecologia dell'istruzione", la creatività per svilupparsi pienamente necessita di un ambiente idoneo e di uno stile educativo che incoraggi nell'alunno la risposta divergente sul piano degli apprendimenti cognitivi e morale, conviviale e civile. Lezione 061>03. Illustra in breve cosa intende Gardner per "bambino multimediale" Per Bruner gli amplificatori sono in grado di amplificare le capacità motorie, logiche, sensoriali, raziocinanti e ludiche della persona. Tra i supporti materiali che hanno permesso all'uomo di adattarsi, oltre agli utensili fisici (ruota) e al linguaggio.verbale (la scrittura), ci sono le tecnologie dell'informazione e della multimedialità. Il bambino più è piccolo e più la sua mente è influenzata dalla multimedialità, la quale influenza sui processi cognitivi, che servono al bambino per relazionarsi con gli altri, e sul piano epistemologico permette di costruire delle conoscenze che si servono del contenuto di una pluralità di percorsi. Grazie al mondo dei multimedia, il messaggio educativo arriva in modo immediato, ma l'adulto (genitore/educatore) deve filtrare questo messaggio, poiché non sempre sono positivi. Oggi i bambini e i ragazzi sono individui multimediali che vivono in rapporto simbiotico con le macchine e con i loro messaggi. Nel bambino multimediale il pericolo della virtualità sta nel poter assumere un'identità passiva e programmabile. Per questo motivo, l'infanzia multimediale ha bisogno di spazi pedagogici che umanizzano la
relazione. La multimedialità permette di utilizzare più intelligenze e può aiutarci a pensare in modo reticolare. Il bambino multimediale, secondo Gardner, porta all'individualizzazione della didattica. La multimedialità, con il supporto delle tecnologie della comunicazione, sposta il processo di apprendimento dalla classe o dalla casa del bambino all'interno del mondo. I possibili rischi legati all'uso non corretto di internet nei processi d'apprendimento sono: il salto da un contenuto all'altro compiuto dal bambino in modo casuale: essere consapevoli della natura del link solo dopo averlo attivato; il salto può far dimenticare al bambino l'obiettivo iniziale.Esse si risvegliano nel corso dello sviluppo psichico, sono dinamiche e diverse (nebule del linguaggio, dell’attività motoria). Il pensiero montessoriano anticipa le questioni poste dalle neuroscienze dall’Institute of Education University of London.
Lezione 064>03. Spiega il rapporto tra neuroscienze e pedagogia.
Gardner ritiene che i processi cognitivi possono essere identificati in specifiche strutture neurobiologiche, ovvero che le diverse intelligenze sono localizzate in specifiche parti del cervello. Tutto questo porta, secondo Bobbio, a superare l’antinomia corpo/mente e innato/appreso e alla nascita della Philosophy of mind, avente come oggetto la mente, le funzioni mentali e le relazioni tra corpo e mente.
L'educational neuroscience (MBE mente cervello educazione) studia il legame tra processi biologici ed educazione. Gli studi di neuroscienza utilizzano la risonanza magnetica per immagini per vedere la morfologia cerebrale e le funzioni.
Specifiche di ogni area. Con ciò si è passati dal determinismo psichico (la persona è l'esito inconsapevole dei condizionamenti sociali) al determinismo neurobiologico (la soggettività umana è dettata da un sostrato neurobiologico). Tale determinismo ha portato a credere che, essendo ogni area del cervello adibita ad una specifica funzione, dal punto di vista educativo non si può fare niente perché c'è un sostrato biologico che determina le nostre capacità. In realtà, come educatori dobbiamo pensare che possiamo stimolare. Le teorie deterministiche sono importanti perché ci dicono la condizione biologica del bambino: cosa manca è quella parte del cervello può essere potenziata.
Lezione 065>04. Illustra il rapporto tra pedagogia e diritti dell'infanzia. Secondo Bobbio, il compito della pedagogia è di creare le condizioni ambientali, storiche e sociali che garantiscono la tutela dei diritti.
Inoltre, la pedagogia deve risalire alle eziologie della violenza sull'infanzia, cioè deve lavorare sulle condizioni che impediscono l'attuazione e la tutela dei diritti dell'infanzia. Il luogo privilegiato della difesa dei diritti dei bambini sono la scuola dell'infanzia e l'asilo nido. I diritti dell'infanzia possono dare un contributo all'educazione se vengono considerati come indicatori, cioè come punti di riferimento per evitare la strumentalizzazione del bambino. I diritti dell'infanzia sono rivolti alle infanzie del mondo contemporaneo. Attualmente i diritti del bambino non si limitano ai bisogni fondamentali della persona. Per Maslow i bisogni fondamentali, e i diritti corrispondenti, sono il bisogno di sicurezza, di appartenenza e di integrità (affettiva, economica, fisica). Lezione 066>06. Declina i nuclei concettuali della Convenzione dei Diritti del fanciullo La Convenzione sui diritti del fanciullo sancisce iDiritti umani dei bambini e dei ragazzi di età inferiore ai 18 anni. La Convenzione è stata approvata dall'Assemblea generale dell'ONU il 20 novembre 1989. La Convenzione garantisce al bambino i seguenti diritti: il diritto all'ascolto e alla partecipazione; il diritto alla tutela del proprio benessere; il diritto all'identità; il diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo; il diritto alla protezione, in particolare dagli abusi e dallo sfruttamento; il divieto di discriminazione. Riconosce al bambino il diritto al tempo libero, al riposo e allo svago e a partecipare liberamente alla vita culturale e all'arte. Il primo diritto culturale del bambino è il diritto al gioco, che permette di aprirsi al nuovo, al diverso, all'altro: è il luogo in cui si ha la contaminazione positiva di più linguaggi (motorio, verbale, estetico). In ambito didattico, questo significa permettere al bambino di accedere all'arte.
Il bambino capace di arte ri-interpreta gli oggetti e la natura in modo puro, senza stereotipi.
Lezione 067>04.