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Teoria della giustizia nella prospettiva del libertarismo
La premessa di fondo per capire secondo la logica libertaria quale giustizia sia ammissibile, è che gli individui hanno diritti che sono così di vasta portata da sollevare il problema di cosa lo Stato e i suoi funzionari possano fare. Analogamente a Locke, Nozick ritiene che l'individuo abbia il diritto di perseguire, libero da costrizioni esterne, i propri piani di vita. Nozick si riallaccia alla tradizione liberale classica per sostenere l'assoluta priorità degli individui sulla società. L'assunto di fondo della sua filosofia è che ci sono soltanto individui, con le loro vite personali e i loro diritti. Con l'espressione "diritti" Nozick intende i diversi confini che limitano le legittime sfere di azione dei singoli: queste sfere sono "inviolabili" e non possono essere
varcate senza il consenso dell'individuo. Nozick mettein luce come possa costituirsi uno stato senza che i diritti di alcun soggetto siano violati ma a condizioneche questo Stato sia uno stato minimo. Ogni Stato più esteso dello Stato minimo è destinato a violare idiritti degli uomini che sono alla base della prospettiva libertaria. Lo Stato deve interferire il meno possibilenella vita individuale: lo Stato deve essere minimo e non intrusivo. I suoi compiti sono quelli del "guardianonotturno" della concezione liberale classica, cioè di garantire, nell'ambito del proprio territorio, il rispettodella legge, attraverso la punizione (con l'uso della forza) per chi trasgredisce. Al di fuori di questi compitiminimi lo Stato non può e non deve andare, altrimenti lede i diritti degli individui. In definitiva, Nozick èsacrificio da parte di un individuo per solidarietà con gli altri, pensaconvinto che non sia giustificato
alcunche si debba abbandonare l'utopia di una società perfetta, valida per tutti, e che, si debba prendere in considerazione l'utopia di un luogo in cui la gente sia libera di associarsi volontariamente per tentare di attuare la propria individuale visione della vita, senza imporla agli altri. Utilitarismo, contrattualismo e libertarismo sono approcci che si basano seppur in modo diverso su un'assunzione di eguaglianza morale e implicano che la virtù pubblica della giustizia sia veramente interpretabile grazie a ragioni imparziali o impersonali e, in ogni caso, neutrali rispetto alle particolari persone o all'identità collettiva. LEZIONE 23 DOMANDA 4. Si descriva la teoria della giustizia nella prospettiva pluralistica e comunitarista. Una prospettiva a metà strada tra liberalismo e comunitarismo è quella della teoria pluralistica della giustizia esposta dal filosofo statunitense Michael Walzer. I principi di giustizia non possonovalere indipendentemente da contesti dati e devono essere rispondenti alla varietà dei beni sociali che caratterizza una qualsiasi comunità politica data. Walzer propone un modello pluralista in cui sussistono diversi principi distributivi per diversi beni distribuiti e non un solo principio per tutti i beni (come sosteneva Rawls con il principio di differenza). La società è sviluppata secondo sfere sociali diverse e ciascuna di queste sfere è specifica di un bene. Il comunitarismo critica le teorie distributive di stampo rawlsiano, affermando che non è possibile prendere scelte fondamentali come, ad esempio, la scelta dei principi di giustizia in una posizione di scelta così astratta da non sapere chi siamo. Gli argomenti ricorrenti nel comunitarismo sono tre. Il primo argomento riguarda il concetto di persona che sotteso alle teorie liberali e implica la critica all'individualismo cui esse ricorrono. Il secondo argomento vertesull'impegno deontologico delle teorie liberali e sulla tesi a proposito della neutralità della giustizia. Il terzo argomento mette a fuoco il ricorso della filosofia politica liberale a una qualche teoria dei diritti e ne critica l'inadeguatezza normativa. Affermare che la giustizia è la prima virtù delle istituzioni, significa accettare l'idea di società e di individuo che assume il liberalismo. Mentre il liberalismo non rende conto del valore del vincolo sociale e del riconoscersi mutuamente degli individui in comunità caratterizzate da forme di vita e tradizioni in comune, il comunitarismo è centrato sull'idea che la distinzione tra vita giusta e vita buona e l'idea di neutralità dei principi di giustizia siano pretese vuote. In altri termini, la nozione di comunità è ineludibile se si vuole rendere conto dei criteri plausibili del giudizio politico riflessivo. Nella prospettiva comunitarista, gliindividuisi impegnano nel giudizio delle istituzioni delle pratiche sociali.
LEZIONE 24 DOMANDA 6. Cosa intende Popper quando parla di verità per approssimazione? Quando si dichiara la verità di una proposizione bisogna sempre tener presente che si tratta di una verità plausibilmente vera. Per esprimere questa "relatività" della verità, Popper parla di "approssimazione", intesa come modello cui aspirare e a cui è possibile avvicinarsi. Ciò che ci consente di asserire che una tesi è plausibile, dunque approssimativamente vera, è il suo "potere di spiegazione".
LEZIONE 25 DOMANDA 5. Si descriva in che senso può affermarsi che l'ispirazione della Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del Cittadino del 1789 fosse fortemente individualistica. Questo atto rappresenta simbolicamente uno dei momenti decisivi che segnano la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra epoca.
e indicano una svolta nella storia del genere umano: proclamando le libertà, l'uguaglianza e la sovranità popolare si affermò il decesso dell'antico regime. Tale documento ha ispirato numerose cartecostituzionali. Essa ha un preambolo e 17 articoli che riguardano sia l'individuo che la Nazione. Definisce diritti "naturali ed imprescrittibili" come la libertà, la proprietà, la sicurezza, la resistenza all'oppressione ("imprescrittibili" perché, a differenza dei diritti sorti storicamente, e definiti dalle leggi, quelli naturali sono diritti che non vengono perduti dai popoli che non li abbiano esercitati per un lungo periodo di tempo). Il nucleo dottrinale della dichiarazione è contenuto nei primi tre articoli. Il primo riguarda la condizione naturale degli individui che precede la formazione della società civile; il secondo è il fine della società politica che vieneAstrologicamente dopo lo stato di natura; il terzo il principio di legittimità del potere che spetta alla nazione. Non ricorre l'espressione contratto sociale, ma all'articolo 2 compare la parola "associazione" (ossia una società di contratto). L'articolo 2 individua quattro diritti fondamentali: la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all'oppressione. Si può notare che l'ispirazione della Dichiarazione è fortemente individualistica. Individualistica: la società per l'individuo e non l'individuo per la società. Da questa concezione nasce la democrazia moderna che deve essere definita non come "potere del popolo", ma come il potere degli individui presi uno per uno, di tutti gli individui che compongono una società retta da alcune regole essenziali, tra cui quella che attribuisce a ciascuno il diritto a partecipare alla presa delle decisioni collettive.
In effetti, se così non fosse non avrebbe senso la regola del principio di maggioranza. La maggioranza è il risultato di una somma aritmetica dove ciò che si somma sono i voti di individui singoli, proprio di quegli individui che la finzione di uno stato naturale prepolitico ha permesso di concepire come dotati di diritti originari, tra i quali quello di determinare con la propria libera volontà le leggi che lo riguardano. La Dichiarazione venne poi modificata e ampliata; l'ultima versione conta 35 articoli. Gran parte del contenuto della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino è confluito a sua volta nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo adottata dalle Nazioni Unite nel 1948. LEZIONE 26 DOMANDA 6. Quali sono i testi normativi sopranazionali che hanno codificato i diritti umani? Numerosi testi normativi sopranazionali hanno codificato i diritti umani, qui si elencheranno in ordine cronologico. La Carta delle NazioniUnite;
La Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo;
La Convenzione europea sui diritti dell'Uomo e delle libertà fondamentali;
Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali;
La Convenzione di Oviedo sui diritti dell'uomo e la biomedicina;
La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (Carta di Nizza);
Altri Trattati a tutela di diritti specifici o di determinate categorie.
LEZIONE 27 DOMANDA 5. La contingenza dei diritti umani.
I diritti umani sono il prodotto della civiltà umana più che della natura in quanto sono diritti storici (o che diventeranno storici) e quindi mutevoli. Nuove esigenze e la conquista di nuovi valori fanno sorgere nuovi diritti fondamentali: si pensi al diritto, alla trasparenza e veridicità delle informazioni, pensabile solo in una società dell'informazione. I diritti umani hanno un'evoluzione legata
formazione del concetto dei diritti umani si è articolato in diversi periodi storici. Inizialmente, durante l'antichità, i diritti umani erano legati alla cittadinanza e alla partecipazione politica. Solo i proprietari terrieri avevano diritti e privilegi, mentre gli schiavi e le classi più basse erano privi di qualsiasi diritto. Successivamente, durante le rivoluzioni industriali, emersero i movimenti operai che rivendicarono il diritto al lavoro come diritto fondamentale. Questo periodo segnò una svolta importante nella concezione dei diritti umani, che iniziarono ad essere considerati non solo come diritti politici, ma anche come diritti socioeconomici. Nel corso del tempo, con l'aumento della popolazione anziana, si sviluppò un interesse speciale per la protezione di questa categoria. Ciò portò all'espansione dei diritti umani, che includevano non solo i diritti individuali, ma anche i diritti collettivi e i diritti socioeconomici. Oggi, i diritti umani continuano a evolversi e ad ampliarsi. Si sono aggiunti nuovi diritti, come ad esempio i diritti delle minoranze, i diritti delle donne e i diritti LGBTQ+. Questo processo di espansione dei diritti umani riflette la consapevolezza sempre maggiore della necessità di garantire la dignità e l'uguaglianza di tutti gli individui.La formazione del concetto dei diritti umani è di natura crossculturale e si è articolato in tre periodi storici principali: 1. L'epoca dei diritti umani naturali e universali originati dal pensiero giusnaturalista, al quale è dovuta anche la nascita degli Stati costituzionali dal Settecento, pensiero che ha sostenuto l'esistenza di diritti intrinseci all'essere umano, indipendenti dalle leggi degli Stati. 2. Il periodo dei diritti umani positivi, che si sviluppa a partire dalla Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino del 1789, emanata durante la Rivoluzione Francese. Questo periodo è caratterizzato dalla codificazione dei diritti umani all'interno delle costituzioni e delle leggi nazionali. 3. L'era dei diritti umani globali, che si manifesta a partire dalla seconda metà del XX secolo. In questo periodo, l'attenzione si sposta dai diritti umani a livello nazionale a quelli a livello internazionale. Vengono adottate convenzioni e trattati internazionali per la protezione dei diritti umani, come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. Questi tre periodi storici hanno contribuito alla formazione e all'evoluzione del concetto dei diritti umani, che oggi rappresentano un principio fondamentale nel diritto internazionale e nella tutela della dignità e libertà di ogni individuo.