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TRAINING),
dell’individuo: le capacità organico-condizionali e quelle coordinative:
Forza
· Velocità
· Resistenza Muscolare
· Endurance (resistenza cardiorespiratoria)
· Coordinazione in tutte le sue forme
· Mobilità articolare
· Flessibilità muscolare
· Equilibrio
·
Tutti gli aspetti elencati hanno uguale importanza e sono da mixare e ricercare con costanza, per stare
bene e non massimizzando in modo smodato specificatamente degli aspetti trascurandone altri (rischio
frequente al giorno d’oggi quando si confonde la “performance estetica” con la buona forma fisica o,
appunto, con l’essere fitness). Praticando la giusta dose di attività fisica con le giuste prerogative le
prospettive di vita e, soprattutto, di “vita qualitativa” aumentano.
27. Come si calcolca l'IMC (BMI)? Quali sono i rischi associati ad ogni fascia di BMI?
Il calcolo del BMI consiste nella divisione del peso di un soggetto, espresso in kg, per il
quadrato della sua statura espressa in metri. In un individuo alto 175 cm e pesante 70
kg, il calcolo del BMI si basa dunque sulla seguente equazione:
BMI = 70 / (1,75) = 22,9 kg/m
2 2
Classificazione BMI Rischio di malattie associate
Sottopeso < 18,50 Basso (ma aumentato rischio di altre patologie)
Intervallo normale 18,50 - 24,99 Medio
Sovrappeso: >= 25,00
Preobeso 25,00 - 29,99 Aumentato
Obeso classe I 30,00 - 34,99 Moderato
Obeso classe II 35,00 - 39,99 Grave
Obeso classe III >= 40,00 Molto grave
Quindi quando ci troviamo di fronte un soggetto sovappeso cioè con un BMI alto ci sarà una
predisposizione a patologie cardiovascolari metaboliche.
Quando invece ci troviamo davanti un soggetto sottopeso (sedentarie o che mangiano poco da tanto
tempo) ci sarà il rischio di malattie degenerative polmonari
28. Elenca e tratta le misurazioni semplificate di composizione corporea
Le misurazioni semplificate di composizione corporea sono:
-La O girovita, da una stima indiretta del grasso viscerale , quindi accumulo
circonferenza addominale:
di grasso nel tronco, predispone a malattie cardiometabiliche. Anche persone a prima vista normo o
sottopeso potrebbero avere grasso viscerale importante
Per l’uomo una circonferenza di 90-100cm ha bisogno di attenzione
Per la donna una circonferenza tra 80 e i 90 cm è da valutare come obesità rischiosa a livello
cardiovascolare
-Rapporto la circonferenza addominale in cm non deve superare la metà dell’altezza 180cm
vita altezza:
deve avere una max di 90 cm di circonferenza addominale.
tipo di ingrassamento e dimagrimento
-Rapporto vita fianchi:
Punto vita uomo: sopra l’ombelico – Punto vita donna: punto più stretto della vita
Punto fianchi: punto più largo: circonferenza sui grandi trocanteri
Dividendo i valori di vita in cm e fianchi in cm ottengo un numero che se è vicino a 1 rappresenta un
ingrassamento androide se è lontano da 1(0,6-0,7) ingrassamento ginoide. Ci sarà poi da differenziare
Uomo o donna
Generalmente grasso centrale a mela per l’uomo, grasso centrale a pera per la donna.
02. Quali sono le fasi del riscaldamento?
(pre-fase iniziale, con blandi esercizi preparatori e preventivi)
Pre-attivazione
· Riscaldamento GENERALE
· (mobilità attiva/stretching in varie forme)
Fase di mobilizzazione
· (gestualità sport-specifica)
Riscaldamento SPECIFICO
· Allenamento o Competizione
·
03. Descrivere la pre-attivazione
PRE-RISCALDAMENTO (Pre-attivazione): esercizi di mobilità articolare svolti a bassa
velocità; esercizi per la stabilizzazione del “core” e di propriocezione sempre a velocità
controllata. Evetualmente, secondo il singolo atleta e le sue problematiche posturali,
esercizi di “rilasciamento mio-fasciale” (auto-release miofasciale con foam roller o con
semplici palline di varia durezza) ed esercizi strettamente individuali di riscaldamento
articolare specifico soprattutto con atleti non più giovani con problematiche articolari.
INDIVIDUALITA’ operativa è la parola chiave e l’intento peculiare di questa prima fase
del riscaldamento (personal training atletico per la miglior performance).
02. A cosa serve il riscaldamento pre-allenamento?
È la parte preparatoria di una seduta di allenamento(warm-up o avviamento motorio).
Se ben condotto, come prima cosa, fa aumentare la temperatura muscolare innalzando
quella interna del corpo: è una reazione aspecifica ovvero un adattamento comune a
tutti gli stimoli, indipendente dagli esercizi di vario tipo che possono essere utilizzati in
questa fase e che analizzeremo in seguito. A cascata una serie di fenomeni complessi
porteranno alla realizzazione di una contrazione muscolare più efficace, un
miglioramento dello sviluppo della forza, una diminuzione dei tempi di reazione, un
aumento della flessibilità muscolare, un aumentato apporto di sangue (quindi di
ossigeno) ai muscoli. Teoricamente vengono ricercate e create con il RISCALDAMENTO le
condizioni “ideali” per la performance dell’atleta. L’aspettativa principale è quella di
ridurre/eliminare gli infortuni di carattere muscolare propri dell’attività sportiva di
livello, in particolare quella che prevede contrazioni muscolari veloci, esplosive,
potenti: se logico e ben strutturato sembra assolva a questo compito anche se sono
necessari ulteriori approfondimenti scientifici.
03. Come viene definita la mobilità articolare?
MOBILIZZAZIONE ARTICOLARE e FLESSIBILITA’ MUSCOLO-TENDINEA (allungamento muscolare o stretching).
Esercizi in forma dinamica senza sovraccarico ceh ripropongono il fisiologico movimento articolare fino al
massimo ROM (Range of Motion) individuale consentito a velocità controllata. Tranne che per scelta
tecnica precisa (specifica utilità nelle fasi successive) vengono evitati esercizi “rimbalzati” (balistici) per
sconguirare il “riflesso di stiramento” ad opera dei fusi neuromuscolari che porterebbero ad una riduzione
dell’escursione articolare per via automatica riflessa. Esercizi di stretching statico o dinamico per
aumentare ulteriormente la componente “muscolare” del ROM (flessibilità dei distretti muscolari che
“servono” l’articolazione) per circa 10’ complessivamente.
La MOBILITA’ ARTICOLARE è una qualità composita che si pone a livello intermedio tra le capacità
organico-condizionali e le capacità coordinative, una sorta di capacità “strutturale” che dipende da
fattori intrinseci ed estrinseci dell’organismo. Definita anche ARTICOLARITA’ o flessibilità articolare o
estensibilità articolare si riferisce al grado di ampiezza del movimento che può effettuarsi a livello di una
articolazione.
LA MOBILITA’ ARTICOLARE o FLESSIBILITA’ MUSCOLO-ARTICOLARE il cui aumento/miglioramento si persegue
sempre nelle fasi di riscaldamento pre-allenamento e pre-gara, viene classificata dagli Autori che
propongono la divisione delle QUALITA’ in condizionali e coordinative, come QUALITA’ INTERMEDIA
La mobilità si colloca a metà strada tra le capacità condizionali e quelle coordinative, e dipende da vari
fattori, interni ed esterni all’organismo.
La mobilità articolare viene definita anche con i termini flessibilità, articolarità o estensibilità usati come
sinonimi; spesso viene fatto riferimento al grado di ampiezza del movimento che avviene a livello
dell’articolazione definendolo come range di movimento (ROM).
La mobilità viene suddivisa in: non richiede l’intervento muscolare volontario
mobilità passiva mobilità
azioni muscolari volontarie
attiva
04. Quali sono le tecniche di stretching più utilizzate?
Per quanto riguarda lo STRETCHING le tecniche più diffuse ed utilizzate sul campo sono:
- Si ricerca lentamente un allungamento del muscolo interessato, raggiungendo la
Stretching statico:
massima escursione possibile, senza raggiungere la soglia del dolore. La posizione va mantenuta per circa
20-30”, ripetendo il tutto per 2/3 volte. La sua collocazione ideale è nella fase di defaticamento.
- Lo stretching dinamico (dynamic stretching) deve essere visto come una modalità
Stretching dinamico:
di mobilità attiva, che utilizza movimenti tipici dello sport che si pratica. Questo tipo di stretching è
consigliato negli sport dove sono presenti movimenti ad alta velocità esecutiva.
- (PNF): La base fisiologica su cui si basa la
Stretching con facilitazione propriocettiva neuromuscolare
tecnica PNF fa riferimento al fatto che in seguito ad una contrazione isometrica, il muscolo interessato sia
in grado di promuovere, grazie all’inibizione degli organi muscolo tendinei del Golgi, una successiva fase
di rilassamento che permetterà di aumentare il ROM articolare. Vengono associate fasi passive a fasi di
contrazione isometrica.
- chiamato a volte stretching in catena muscolare o “posturale”: Lo
Stretching globale attivo (SGA)
stretching globale attivo (SGA) è una metodica che prevede la tenuta per un tempo prolungato di posizioni
di allungamento, chiamando in causa molteplici muscoli e articolazioni (catene). È importante agire in
maniera progressiva, inizialmente tenendo le posture per pochi minuti (1-2’); è consigliato poi arrestare
l’esercizio in caso di dolore, parestesie o formicolio.
05. Come può essere suddivisa la mobilità articolare?
La MOBILITA’ ARTICOLARE può essere passiva, attiva, anatomica. Può anche essere statica o
dinamica. Il ROM di mobilità passiva è superiore di circa il 10-15% rispetto a quello in mobilità attiva. La
differenza tra mobilità ATTIVA e mobilità PASSIVA è chiamata “riserva di movimento”. MOBILITA’
ARTICOLARE (mobilizzazione attiva a bassa velocità prima, ad “alta velocità” poi; prima generale poi
specifica).
11. La differenza tra resistenza generale e specifica
Per quanto riguarda la resistenza generale o aerobica o cardiorespiratoria la possiamo definire come la
capacità di resistere alla fatica in lavori di lunga durata (di base si allena con l’endurance training).