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Lezione 1 - Domanda 6

Possiamo annoverare tra le fonti del diritto del lavoro anche i contratti collettivi?

Si, rientrano tra le cosiddette fonti contrattuali di derivazione sindacale, che quindi si affiancano, nel diritto del lavoro, alle fonti statuali (Costituzione, regolamenti, usi) ed alle fonti ultrastatuali (regolamenti UE, direttive UE direttamente applicabili). I contratti collettivi contengono norme giuridiche (vengono fatti rientrare generalmente tra i "contratti normativi") per questo possono essere fonti del diritto. La contrattazione collettiva, nella quale i lavoratori ed i datori di lavoro sono rappresentati dalle rispettive categorie, rappresenta la maggiore espressione dell'autonomia collettiva e della libertà sindacale, rientrando fra le fonti autonome, e quindi extralegislative, del diritto del lavoro.

Lezione 1 - Domanda 7

Come interagisce la normativa europea con le fonti del diritto italiano?

La giurisprudenza della Corte di

Giustizia dell'UE e la giurisprudenza della nostra Corte Costituzionale dopo aver a lungo dibattuto e dopo numerose pronunce, ha affermato la "supremazia del diritto comunitario", in virtù della "distinzione e nello stesso tempo del coordinamento" tra i due ordinamenti. Tale "supremazia" comporta da un lato la diretta applicazione delle norme comunitarie, dall'altro la "non applicazione" da parte del giudice nazionale e degli organismi amministrativi delle norme interne contrastanti con l'ordinamento comunitario. I regolamenti UE sono immediatamente applicabili nel nostro ordinamento; le direttive UE invece richiedono solitamente dei risultati da raggiungere, e lo Stato nazionale dovrà poi emanare una legislazione interna idonea al raggiungimento di quegli obiettivi. Tuttavia alcune direttive, ma solo se particolareggiate (self-executing), potranno applicarsi direttamente come i regolamenti.

LEZIONE 1

Collaborazione, intesa come partecipazione del lavoratore all'attività del datore di lavoro. Continuità ideale della disponibilità delle energie lavorative in favore del datore di lavoro. Inserimento del lavoratore nella organizzazione dell'imprenditore. Subordinazione intesa come sottoposizione del lavoratore al potere direttivo, di controllo e disciplinare del datore di lavoro.

DOMANDA 8. Quali sono le caratteristiche del rapporto di lavoro subordinato?

Collaborazione, intesa come partecipazione del lavoratore all'attività del datore di lavoro. Continuità ideale della disponibilità delle energie lavorative in favore del datore di lavoro. Inserimento del lavoratore nella organizzazione dell'imprenditore. Subordinazione intesa come sottoposizione del lavoratore al potere direttivo, di controllo e disciplinare del datore di lavoro.

LEZIONE 1 DOMANDA 9. Quali sono le fonti del diritto del lavoro?

Costituzione, leggi ed atti aventi forza di legge, usi e consuetudini, regolamenti UE e direttive UE solo se direttamente applicabili, contratti collettivi di lavoro.

LEZIONE 2 DOMANDA 2. Cosa si intende per rapporto di collaborazione coordinato e personale? Quali sono, se ci sono differenze con il contratto di lavoro a progetto?

Si intendono le caratteristiche principali del lavoro parasubordinato, cui aggiungere il carattere continuativo del rapporto.

prevalentemente personale della prestazione. Il lavoro a progetto costituiva (prima del Jobs Act che ne ha previsto il superamento) una specie di lavoro parasubordinato caratterizzato dalla presenza di uno o più specifici progetti da realizzare per uno o più committenti. La gestione dell'attività lavorativa era lasciata all'autonomia del lavoratore per il raggiungimento dei fini di cui al progetto. Oggi perché un'attività di collaborazione continuativa possa rientrare nel lavoro subordinato diventa fondamentale, oltre alla prestazione esclusivamente personale del lavoratore, anche l'eterorganizzazione, ossia che sia il committente ad organizzare anche in quanto al luogo di lavoro, la prestazione del lavoratore. LEZIONE 2 DOMANDA 3. Quali sono le differenze tra rapporto di lavoro subordinato, autonomo e parasubordinato? Nel lavoro subordinato gli elementi di base sono: subordinazione, collaborazione coordinata e prevalentemente personale della prestazione. Nel lavoro autonomo, invece, il lavoratore svolge la propria attività in modo indipendente, senza essere sottoposto a un controllo diretto da parte del committente. Nel lavoro parasubordinato, invece, si ha una situazione intermedia tra lavoro subordinato e autonomo, in cui il lavoratore è legato al committente da un rapporto di collaborazione coordinata, ma senza subordinazione gerarchica.continuativo e coordinato, tipico del lavoro parasubordinato.modo il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto di lavoro e al pagamento di un'indennità di disoccupazione; la seconda per fatto colposo del datore di lavoro, in questo caso il lavoratore ha diritto al pagamento di un'indennità di mancato preavviso e può anche richiedere il risarcimento del danno subito. LEZIONE 3 DOMANDA 13. Quali sono le principali differenze tra il lavoro subordinato e il lavoro autonomo? Il lavoro subordinato è caratterizzato da un rapporto di dipendenza tra il lavoratore e il datore di lavoro, in cui il lavoratore è sottoposto a un vincolo di subordinazione e deve svolgere le mansioni e gli orari stabiliti dal datore di lavoro. Il lavoratore subordinato ha diritto a tutele e benefici previsti dalla legge, come il pagamento di un salario fisso, ferie retribuite, contributi previdenziali e assistenziali. Il lavoro autonomo, invece, è caratterizzato da un rapporto di collaborazione tra il lavoratore autonomo e il committente. Il lavoratore autonomo è libero nella gestione del proprio lavoro e può decidere quando e come svolgere le proprie attività. Non è sottoposto a un vincolo di subordinazione e può anche avvalersi di terzi per svolgere il lavoro. Il lavoratore autonomo assume il rischio dell'attività e può essere retribuito in base al risultato finale ottenuto. LEZIONE 3 DOMANDA 14. Quali sono le principali tutele per il lavoratore subordinato? Il lavoratore subordinato ha diritto a diverse tutele previste dalla legge, tra cui: - Il pagamento di un salario fisso, stabilito in base al contratto di lavoro o al contratto collettivo di categoria. - Il diritto alle ferie retribuite, che devono essere garantite dal datore di lavoro. - La tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, con l'obbligo per il datore di lavoro di adottare misure di prevenzione e protezione. - La tutela contro il licenziamento ingiustificato, con la possibilità di ricorrere al giudice del lavoro per ottenere il reintegro nel posto di lavoro o il pagamento di un'indennità. - La tutela previdenziale e assistenziale, con l'obbligo per il datore di lavoro di versare i contributi previdenziali e assistenziali. LEZIONE 3 DOMANDA 15. Quali sono le principali tutele per il lavoratore autonomo? Il lavoratore autonomo non ha le stesse tutele del lavoratore subordinato, ma può comunque beneficiare di alcune forme di tutela, come: - La possibilità di stipulare contratti di collaborazione coordinata e continuativa, che prevedono il pagamento di un compenso fisso e la possibilità di richiedere il risarcimento del danno in caso di inadempimento del committente. - La possibilità di iscriversi alla gestione separata dell'INPS, che consente di accedere a prestazioni previdenziali e assistenziali. - La possibilità di stipulare polizze assicurative per la tutela della propria attività e responsabilità civile. Tuttavia, è importante sottolineare che il lavoratore autonomo assume il rischio dell'attività e non ha le stesse tutele e protezioni del lavoratore subordinato.caso sono previsti gli istituti della Cassa Integrazione guadagni ordinaria e della Cassa Integrazione guadagni straordinaria, in cui la retribuzione viene pagata dall'Inps invece che dal datore di lavoro. La seconda ipotesi riguarda il fatto incolpevole del lavoratore (malattia, infortunio, gravidanza), nel qual caso intervengono l'Inps per malattia e gravidanza e l'Inail per infortunio sul lavoro, a coprire parte della retribuzione.

LEZIONE 3 DOMANDA 13. Quali sono le tutele per il lavoratore in caso di sospensione del rapporto di lavoro per motivi soggettivi?

In questo caso si parla di sospensione per fatto colpevole del datore di lavoro che è dunque inadempiente contrattualmente. Il lavoratore potrà adire al Giudice del lavoro per ottenere il pagamento di quanto dovuto.

LEZIONE 4 DOMANDA 1. Cosa si intende per lavoro occasionale?

In origine, ai sensi del D.Legs 276/2003, il lavoro occasionale era una caratteristica del lavoro accessorio, e veniva definito tale

se non superava le 30 ore annue per lo stesso committente. Con le riforme succedutesi, ultima il Jobs Act, l'occasionalità quale caratteristica del lavoro accessorio è venuta meno, ed oggi si parla esclusivamente di soglie economiche da non oltrepassare (7.000 euro annue anche per più committenti).

LEZIONE 4 DOMANDA 2. Cosa si intende per lavoro accessorio? Consiste in particolari modalità di prestazione lavorativa, in origine svolta in modo saltuario e occasionale, oggi è importante non superare certe soglie economiche, ed il pagamento avviene attraverso dei buoni-lavoro detti "voucher", con i quali il datore di lavoro versa anche all'Inps i contributi previdenziali ed assistenziali.

LEZIONE 5 DOMANDA 2. Quale è la nuova disciplina del contratto di lavoro a tempo determinato? Il contratto a tempo determinato, come riformato dal Jobs Act, prevede che al contratto possa essere apposta una clausola di durata non superiore a 36 mesi.

con possibilità di massimo 5 proroghe ed un periodo di tolleranza al termine di ogni periodo nel quale il contratto prosegue senza trasformazioni a tempo indeterminato. In caso di violazione delle disposizioni su durata massima, proroghe, rinnovi, tempo necessario che deve trascorrere tra un contratto e l'altro, la sanzione è la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. La clausola del termine deve rivestire la forma scritta ad substantiam.

LEZIONE 5 DOMANDA 3. È possibile sottoscrivere un contratto a tempo determinato acausale? In quale/i ipotesi?

Si. La legge n. 92/2012 ha introdotto il contratto a termine acasuale, vale a dire che il contratto a termine può essere stipulato anche in assenza di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo, per una sola volta e per un massimo di 12 mesi (oggi, con il Jobs Act, elevato a 36 mesi prorogabili).

LEZIONE 6 DOMANDA 1. Cosa si intende per clausole di elasticità e di

flessibilità nel contratto part time? Quali sono i requisiti? Le clausole di elasticità consentono al datore di lavoro il potere di aumentare il numero delle ore di lavoro originariamente pattuite nel contratto di lavoro. Tali clausole contrattuali, ammesse anche nei rapporti di lavoro a tempo determinato, si applicano esclusivamente al part time di tipo verticale o misto. Le clausole flessibili consentono al datore di lavoro il potere di modificare la collocazione temporale della prestazione lavorativa, ossia di spostare la prestazione di lavoro del proprio dipendente in giorni ed orari diversi da quelli pattuiti originariamente, sono ammesse anche nei contratti a tempo determinato. La legge in vigore assegna alla contrattazione collettiva (nazionale, territoriale, aziendale) il compito di fissare le condizioni e le modalità in base a cui il datore di lavoro può chiedere l'aumento della durata della prestazione lavorativa, i limiti massimi di.vari modi, ma è importante che tutte le clausole siano apportate per iscritto. La disciplina del rapporto di lavoro part time prevede che il contratto di lavoro sia stipulato con un orario ridotto rispetto a quello normale di 40 ore settimanali stabilite dalla legge. Esistono tre tipologie di rapporto di lavoro part time: orizzontale, verticale e misto. Nel caso del part time orizzontale, la riduzione di orario è riferita all'orario normale giornaliero, ad esempio lavorare 5 ore invece di 7 ore e 30 minuti. Nel caso del part time verticale, l'attività lavorativa si svolge a tempo pieno solo in alcuni periodi nel corso della settimana, del mese o dell'anno, ad esempio lavorare solo alcuni mesi dell'anno o 3 giorni alla settimana. Nel caso del part time misto, si combinano il part time orizzontale e quello verticale, ad esempio lavorare alcune giornate ad orario ridotto e alcuni periodi ad orario normale. È importante sottolineare che tutte le clausole del contratto di lavoro part time devono essere apportate per iscritto, come previsto dalla legge.

Tutti i settori e con tutte le professionalità. È richiesta la forma scritta ai fini della prova.

LEZIONE 7 DOMANDA 8. Quale è la disciplina del contratto di apprendistato? Rapporto di apprendistato.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
11 pagine
2 download
SSD Scienze giuridiche IUS/07 Diritto del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Flower25 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Cassandro Antonella.