Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
DOMANDE APERTE
• Si tracci un sintetico schema delle principali popolazioni pre-colombiane e se ne descriva
la conquista da parte degli spagnoli.
Tutti i contesti scoperti dagli europei tra XV e XVI secolo erano abitati da popolazioni,
caratterizzate da un grado variabile di civiltà. Le popolazioni più avanzate erano indubbiamente
quelle dell’America meridionale che, benché dotate di una tecnologia rudimentale,
presentavano una vita politica – economica evoluta e una cultura raffinata. Possono essere
menzionate soprattutto tre popolazioni: gli Atzechi, abitanti del Messico, dove avevano fondato
un forte impero centralizzato; i Maya, diffusi su un ampio territorio corrispondente alla penisola
dello Yucatan e raccolti attorno a una miriade di centri culturali; e gli Incas, abitanti del Perù,
reggitori di un impero molto vasto, con un forte esercito e una efficiente struttura
amministrativa. Se il contatto con le popolazioni tribali meno organizzate non poso agli
spagnoli e portoghesi particolari problematiche, più difficili furono invece i rapporti con gli
Atzechi, gli Incas e i Maya. Nel 1519 giunse in Messico una spedizione militare spagnola
guidata da Ferdinando Cortes che conquistò la capitale atzeca tenochtitlan e catturò
l’imperatore Montezuma, poi giustiziato. Per i suoi servizi alla corona spagnola, Cortes fu
nominato dall’imperatore Carlo V governatore della Nuova Spagna, ovvero del Messico.
Sempre nel 1522, altri due avventurieri ottennero dalla corona spagnola l’autorizzazione ad
attaccare l’impero Incas. Dopo innumerevoli stragi, la loro spedizione catturò l’imperatore
Atahualpa, che in seguito venne giustiziato nonostante la completa sottomissione del suo
popolo agli spagnoli, conclusasi con la conquista di Cuzco nel 1533. La facilità della conquista
dei nuovi territori fu dovuta al superiore armamento, alla capacità di fomentare rivolte tra le
popolazioni indigene sottomesse ai grandi imperi locali e allo shock microbico legato alle
malattie portate dagli spagnoli nei nuovi territori. L’occidente vedeva le popolazioni
precolombiane come inferiori e le dipingeva come selvagge e cannibali, con l’avvallo della
Chiesa. Non mancarono tuttavia voci discorde, come quella del missionario spagnolo
Bartolomeo de Las Casas che condannò le atrocità spagnole. La chiesa affrontò
l’evangelizzazione dei nuovi popoli con l’invio di missionari: dapprima francescani e
domenicani (che ottennero buoni risultati), in seguito del clero secolare (che si comportò con
grande crudeltà e ottenne solo una cristianizzazione superficiale dei popoli locali, a volte
propensi ad integrare in modo sincretico la nuova religione con i culti tradizionali).
• Si risponda alla seguente domanda: quali furono le conseguenze politiche e
antropologiche della caduta di Costantinopoli?
La caduta dell’impero bizantino, che si verificò nel 1453, quando i Turchi ottomani portarono
a compimento l’assedio di Costantinopoli, fu l’atto finale di un processo di progressiva erosione
dei territori imperiali attuato prima dagli arabi e poi dai turchi ottomani; un processo che ebbe
il proprio momento di apice tra il XIV e il XVI secolo. La conquista di Costantinopoli e la
caduta dell’impero bizantino fecero tramontare l’ideale politico e morale della monarchia
universalistica di stampo imperiale, che era stato di Roma antica e che ritornò sulla scena solo
1
con la figura di Carlo V. La fine dell’impero bizantino produsse uno shock nell’Europa del tardo
Medioevo perché ormai nel panorama politico non restava più alcuna realtà politica che si
ricollegasse alla romanità e ciò apparve come un segno di passaggio tra l’età medievale e un’età
nuova, quella moderna. Si consolida l’impero ottomano, che esisterà fino al XX secolo. Un
altro punto di svolta tra l’età medievale e quella moderna è identificato dagli storici nella
stagione delle grandi scoperte geografiche tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. I viaggi
di Colombo e di altri navigatori italiani, spagnoli, portoghesi e inglesi portarono infatti alla
scoperta di nuovi territori oltre Atlantico e nell’oceano Pacifico, abitati da popolazioni civili la
cui presenza mise in crisi la visione medievale del mondo fondata sugli insegnamenti delle
Sacre Scritture, obbligando gli uomini del Medioevo ad ampliare repentinamente la loro visione
dell’umanità e del creato.
• Si descriva la politica interna della monarchia francese sotto Carlo VIII.
Carlo VIII divenne re di Francia a soli tredici anni nel 1483, inizialmente fu la sorella Anna a
dominare la scena politica francese, fino al 1490. Il governo di Carlo iniziò poco dopo il
matrimonio con la duchessa di Bretagna, e fin da subito si dimostrò un sovrano ambizioso e
dalla politica spregiudicata. Infatti, appena salito al trono, approfittò della morte del duca di
Borgogna per impadronirsi di una parte dei suoi territori. Il ducato di Borgogna era uno stato
indipendente dalla corona francese e durante la Guerra dei cent’anni si era rivelato nemico della
Francia. L’integrazione della Borgogna serviva alla Francia per completare il proprio progetto
territoriale iniziato con la Guerra dei cent’anni. A questo progetto si opponeva Massimiliano
d’Asburgo, imperatore del sacro romano impero e marito di una figlia del duca di Borgogna, il
quale rivendicava l’eredità dinastica del suocero. Questo portò ad una guerra tra la Francia e
l’impero che si concluse nel 1493 con la pace di Senlis, dove Carlo VIII ottenne la Borgogna,
ma dovette cedere dei territori al confine tra la Francia e la Germania. L’annessione della
Borgogna, insieme a quella di altri ducati autonomi, come l’Angiò e la Bretagna, completò
l’assetto territoriale francese e consentì a Carlo VIII di intraprendere la discesa in Italia in
quanto aveva creato un regno unito sia dal punto di vista politico che economico.
• Si risponda alla seguente domanda: quali erano i principali attori istituzionali (ovvero gli
Stati) identificabili nella situazione politica italiana degli inizi del XV secolo?
La situazione politica italiana agli inizi del XV secolo era caratterizzata da una grande
instabilità; i principali attori istituzionali erano: il Ducato di Milano, la Signoria Fiorentina, la
Repubblica di Venezia, lo Stato della Chiesa e il Regno di Napoli. Il Ducato di Milano era lo
stato più fragile in quanto a metà del Quattrocento visse il cambio dinastico dai Visconti agli
Sforza. Con la pace di Lodi del 1454 i grandi stati italiani si impegnarono a mantenere un certo
equilibrio all’interno della penisola e soprattutto a respingere eventuali invasioni straniere. Ma
le mire egemoniche di Lorenzo il Magnifico, signore di Firenze dal 1469, fecero saltare
velocemente l’apparente pace. Inoltre, negli anni Ottanta del XV secolo anche il Regno di
Napoli attraversò un periodo di precarietà a causa della rivolta contro la monarchia da parte di
alcuni aristocratici, la congiura dei baroni. Tale clima di confusione e di instabilità favorì la
discesa in Italia del re francese Carlo VIII, il cui obiettivo era invadere la penisola e
impadronirsi del Regno di Napoli. 2
• Si descriva brevemente l’esperienza di governo di Gerolamo Savonarola a Firenze.
Gerolamo Savonarola era un predicatore domenicano, il quale denunciava i vizi del suo tempo
e gli abusi di un governo ritenuto tirannico. Dopo la caduta di De’ Medici, Savonarola aveva
fondato un movimento popolare dal forte rigore morale, egli inoltre si dichiarava contrario ad
ingerenze straniere nelle attività fiorentine, anche da parte papale. Savonarola accusava il
Pontefice Alessandro VI di immoralità, e desiderava costruire a Firenze una repubblica fondata
sui principi del cristianesimo. Quando l’ardore dei suoi seguaci, i Piagnoni, diede vita ai
bruciamenti di vanità, distruggendo tutto ciò che fosse espressione di ricchezza e mondanità;
ecco che la visione di Savonarola iniziò a vacillare tra il popolo e parte dell’aristocrazia, i
cosiddetti “arrabbiati”. Questi ultimi, infatti, si coalizzarono con i sostenitori di de’ Medici e
chiesero al papa di prendere provvedimenti contro Savonarola. Nel 1498 Savonarola fu
condannato come eretico e bruciato sul rogo.
Nel tempo la sua figura è stata molto discussa, è stato definito eretico, santo, Macchiavelli lo
definì un profeta disarmato; insomma, Savonarola si rese conto della necessità di una riforma
di costumi, a partire dal clero, in nome di una religiosità più semplice. Dal punto di vista politico
la sua modernità sta nell’aver cercato di dare fiducia al popolo, che credeva fosse la parte più
sana della società.
• Si tracci uno schema che ricostruisca le varie fasi della discesa di Carlo VIII in Italia.
Carlo VIII con la sua politica ambiziosa e spregiudicata era riuscito a rendere la monarchia
francese particolarmente florida sia dal punto di vista economico che politico, aveva quindi
tutte le condizioni necessarie per espandere il proprio regno oltre le Alpi. Approfittando
dell’instabilità politica italiana, nel 1494, dopo l’appello di Ludovico il Moro e di parte
dell’aristocrazia napoletana, Carlo VIII cominciò la sua discesa in Italia: venne accolto con
favore dai duchi di Savoia, di Milano (dove ad attenderlo c’era Ludovico il Moro), di Firenze
(ma l’eccessivo servilismo del duca Piero de’ Medici, causò il disgusto dell’aristocrazia
fiorentina tanto da spingere il popolo a far cadere la signoria medicea). Nel 1495 il re di Francia
occupò senza difficoltà il regno di Napoli. La facilità con cui Carlo VIII aveva preso il controllo
di uno degli stati più importanti d’Italia e la sua intenzione di creare nel meridione un territorio
vassallo della monarchia francese, preoccupò gli altri stati italiani che si allearono con altre
potenze europee e formarono una Lega. Nel 1495 nella battaglia di Fornovo l’esercito francese
fu sconfitto dalla Lega, ma questa non riuscì a impedire il rientro del nemico verso la Francia.
Sta di fatto che il ritorno di Carlo VIII in patria apriva un altro periodo di instabilità.
• Si risponda alla seguente domanda: quali sono i principali elementi attorno a cui si
costituì, all’inizio della prima età moderna, la coscienza nazionale italiana?
Tra il XV e il XVI secolo gli stati italiani vissero un’acuta fase di instabilità interna: il ducato
di Milano risentiva del passaggio dalla dinastia dei Visconti a quella degli Sforza; la monarchia
ragonese di Napoli era minacciata dall’esterno e dalla stessa nobiltà par