Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 349
Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici   Pag. 1 Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici   Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 349.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici   Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 349.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici   Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 349.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici   Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 349.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici   Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 349.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici   Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 349.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici   Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 349.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici   Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 349.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici   Pag. 41
1 su 349
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

IN MERITO ALLO STOCCAGGIO/MOVIMENTAZIONE DI PRODOTTI E

1 MATERIALI DI PICCOLE DIMENSIONI MA VARIEGATI, UNA BUONA LINEA

2 GUIDA PER LA SCELTA DEL CONTENITORE È:

utilizzare contenitori con le stesse dimensioni in pianta ma con una gamma di altezze diverse

1 al fine di adattarsi ai prodotti che si prevede di movimentare

utilizzare contenitori con la medesima altezza ma dimensioni in pianta differente al fine di

2 adattarsi ai prodotti che si prevede di movimentare

utilizzare contenitori con la stessa forma ma il più possibile diversi sia in altezza sia per le

3 dimensioni in pianta al fine di adattarsi ai prodotti che si prevede di movimentare

utilizzare contenitori il più possibile differenti tra loro sia per forma sia per dimensioni al fine

4 di adattarsi ai prodotti che si prevede di movimentare

NELLA POLITICA DI ALLOCAZIONE DEI CODICI A MAGAZZINO

1 "DEDICATED STORAGE", LA SCELTA DI QUALI VANI DEDICARE A CIASCUN

3 CODICE PUÒ ESSERE EFFETTUATA IN BASE A:

1 indice di movimentazione

2 indice di rotazione

3 coefficiente di utilizzazione

SI CONSIDERI L'ALLOCAZIONE DEI CODICI A MAGAZZINO, LA POLITICA

1 CHE COMPORTA DI STOCCARE UN'UNITÀ DI CARICO DEPOSITANDOLA

4 NEL PRIMO VANO DISPONIBILE SI DICE:

1 dedicated storage

2 class-based storage

3 shared storage

4 ABC storage

PER DETERMINARE L'ALTEZZA UTILE DELLO STABILIMENTO DA

1 DEDICARE A UN MAGAZZINO INTENSIVO SERVITO DA CARRELLI

MANUALI, IN GENERE OCCORRE SOTTRARRE ALL'ALTEZZA SOTTOTRAVE

5 DELL'EDIFICIO LO SPAZIO RELATIVO A:

1 altezza del vano della scaffalatura

2 franco di manovra per facilitare la movimentazione dell'UdC

3 spazio dedicato agli impianti sottotrave

4 altezza massima dell'UdC

SI CONSIDERI IL DIMENSIONAMENTO DI UN MAGAZZINO AUTOMATICO

CON TRASLOELEVATORI. L'ALTEZZA H DELLA SCAFFALATURA È 30 M; LA

LUNGHEZZA L DELLA SCAFFALATURA È 80 M. LE VELOCITÀ DEL

1 TRASLOELEVATORE SONO: VELOCITÀ DI TRASLAZIONE IN VERTICALE DI

6 0,7 M/S; VELOCITÀ DI TRASLAZIONE IN ORIZZONTALE DI 2 M/S. IL

RAPPORTO DI FORMA H DEL MAGAZZINO È:

1 h = 1,07

2 h = 0,06

3 h = 1,6

4 h = 2,76

LA MODALITÀ DI PICKING IN CUI L'OPERATORE PRELEVA GLI ARTICOLI

RICHIESTI DA UNA SCAFFALATURA E LI DEPOSITA IN UN CONTENITORE

1 SU UNA RULLIERA CHE, SCORRENDO, LO TRASPORTA ALLA ZONA

7 SUCCESSIVA SI DICE:

1 Operatore verso materiali

2 Pick-to-box

3 Pick-and-sort

4 Dispenser con sezione ad A

1 QUANDO I LIVELLI DELLA SUPPLY CHAIN SONO, A LORO VOLTA,

8 COSTITUITI DA UNA PLURALITÀ DI ATTORI SI PARLA DI:

1 supply network

2 supply stage

3 supply echelon

4 supply facility

1 LA "VISTA PER CICLI" DI UNA SUPPLY CHAIN È UTILE PER DEFINIRE:

9

1 il controllo dei flussi

2 le tempistiche di attivazione delle attività

1 LA "VISTA PER CICLI" DI UNA SUPPLY CHAIN È UTILE PER DEFINIRE:

9

3 la domanda di mercato

4 i ruoli e le responsabilità di ogni attore

TRATTANDO DEI MACRO-PROCESSI DEL SINGOLO ATTORE IN UNA SUPPLY

2 CHAIN, TRA LE SEGUENTI ATTIVITÀ QUELLA CHE RIENTRA NEL MACRO-

0 PROCESSO DI INTERNAL SUPPLY CHAIN MANAGEMENT (ISCM) È:

1 emissione e gestione degli ordini di acquisto

2 marketing

3 controllo della produzione e dell'avanzamento degli ordini

4 valutazione e la selezione dei fornitori

2 SI CONSIDERI L'IMPATTO DELL'INCERTEZZA SULLA SUPPLY CHAIN.

1 ALL'AUMENTARE DELLA VARIETÀ DI PRODOTTI PROPOSTI AL MERCATO:

1 la "implied demand uncertainty" rimane costante

2 la "implied demand uncertainty" si riduce

3 la "implied demand uncertainty" aumenta

4 la "implied demand uncertainty" tende a zero

2 I PRINCIPALI FATTORI CHE INCIDONO SUL COSTO DEL NETWORK

2 DISTRIBUTIVO SONO:

1. numero e tipologia di prodotti offerti; 2. numero e tipologia di clienti; 3. scorte medie nel

1 network distributivo

1. numero e tipologia di facilities dispiegate; 2. modalità di trasporto; 3. scorte medie nel

2 network distributivo

3 1. numero e tipologia di produttori; 2. numero e tipologia di clienti; 3. modalità di trasporto

4 1. sistema informativo; 2. numero e tipologia di clienti; 3. modalità di trasporto

2 UNO DEI VANTAGGI DEL TRASPORTO INTERMODALE ACCOMPAGNATO È:

3

1 possibilità di affidare al conducente altri compiti durante le operazioni di trasbordo

rispetto dei tempi obbligatori di riposo del conducente senza la necessità di interrompere il

2 trasporto

3 convenienza economica per percorrenze molto lunghe

4 annullamento dei tempi di attesa per eseguire le operazioni di trasbordo

2 NELL'AMBITO DELLA LOGISTICA DI RITORNO, UN ESEMPIO DI "RESO DI

4 PRODUZIONE" È:

1 resi commerciali B2B

2 semilavorati che non hanno superato i controlli di qualità

3 resi funzionali

4 resi in garanzia

2 IL PRIORITY RISK NUMBER (PRN) SI CALCOLA

5 COME:

1 rapporto tra l'occurrence e la somma di severity e detectability

2 rapporto tra la severity e la somma di occurrence e detectability

2 IL PRIORITY RISK NUMBER (PRN) SI CALCOLA

5 COME:

3 prodotto di occurrence, severity e detectability

4 somma di occurrence, severity e detectability

2 PER "DETECTABILITY" DI UN GUASTO (SI PENSI AL CALCOLO DEL

6 PRIORITY RISK NUMBER) SI INTENDE:

1 probabilità di accadimento stimata per il guasto

2 gravità degli effetti del guasto

3 facilità con cui il guasto può essere rilevato

4 rapidità di riparazione

2 LA FAULT TREE ANALYSIS (FTA) SI BASA SU:

7

1 legami logici fra tutti gli eventi che possono portare al guasto

2 scomposizione gerarchica di un'entità

3 un piano di manutenzione predefinito

4 assenza di criticità

2 LA TIPOLOGIA DI CONTROLLO NEL MODELLO DI GESTIONE A SCORTA A

8 INTERVALLO FISSO DI RIORDINO È:

1 continuo

2 discreto

3 variabile

4 misto

SI CONSIDERI UN PRODOTTO GESTITO A SCORTA SECONDO IL MODELLO A

INTERVALLO FISSO DI RIORDINO. LA DOMANDA DEL PRODOTTO È

2 DISTRIBUITA SECONDO UNA LEGGE NORMALE, L'INTERVALLO DI

9 EMISSIONE DELL'ORDINE È IE E IL LEAD TIME DI

APPROVVIGIONAMENTO È TR. LA SCORTA DI SICUREZZA È:

prodotto tra un parametro k (livello di servizio) e la deviazione standard della domanda

1 nell'intervallo IE

2 prodotto tra un parametro k (livello di servizio) e la varianza della domanda nell'intervallo IE

prodotto tra un parametro k (livello di servizio) e la deviazione standard della domanda

3 nell'intervallo IE+TR

prodotto tra un parametro k (livello di servizio) e la varianza della domanda nell'intervallo

4 IE+TR

3 IN GENERE, IN CASO DI FABBISOGNI IMPULSIVI VERSO I REPARTI A

0 MONTE, LA POLITICA DI GESTIONE DEI MATERIALI PIÙ OPPORTUNA È:

1 gestione a scorta

2 gestione a fabbisogno

3 riordino mediante lotto economico

4 mantenimento di elevate scorte di sicurezza

SI PUÒ AFFERMARE CHE L'OBIETTIVO ULTIMO

DELLA LOGISTICA È: massimizzare il livello di servizio al

1 cliente

ridurre il numero di varianti di

2 prodotto realizzate

3 incrementare il numero di fornitori

incrementare il numero di

4 componenti critici

CON IL TERMINE WIP (WORK IN PROGRESS/PROCESS) SI INTENDE:

2

1 lo stock di prodotto "in attesa" di lavorazione tra operazioni successive

2 il livello medio dello stock di prodotto finito

la quantità finita di parti, richiedenti tutte la stessa lavorazione, che viene messa in produzione

3 su una macchina

4 il tempo medio richiesto per il cambio di produzione tra un lotto ed il successivo

LA "PRODUZIONE DI PROCESSO" (CLASSIFICAZIONE A TRE ASSI

3 CARTESIANI) SI FOCALIZZA SU:

1 fase di fabbricazione

2 fase di assemblaggio

3 fase di distribuzione

4 fase di vendita

IL CONSUMATORE/ACQUIRENTE TIPICO HA UNA PROFONDA CONOSCENZA

DEL PRODOTTO E TENDE AD ESSERE MOLTO ESIGENTE NELLA SEGUENTE

4 FASE DEL CICLO DI VITA DEL PRODOTTO:

1 introduzione

2 crescita

3 maturità

4 rivitalizzazione

IL PALLET FA IN GENERE RIFERIMENTO A:

5

1 Imballaggio primario

2 Imballaggio secondario

3 Imballaggio terziario

4 Imballaggio quaternario

IL MATERIALE DI COSTRUZIONE PIÙ DIFFUSO PER IL PALLET È:

6

1 acciaio

2 plastica

3 legno

SI CONSIDERINO LE SEGUENTI AFFERMAZIONI CIRCA L'IMPIEGO DI

"ATTREZZI PORTANTI" NELLE LINEE DI ASSEMBLAGGIO AUTOMATICO.

7 L'AFFERMAZIONE FALSA È:

1 l'attrezzo portante può contenere, oltre al pezzo collettore, anche altre parti del prodotto finito

2 l'attrezzo portante può contenere un solo pezzo collettore oppure più pezzi collettore

3 l'attrezzo portante può essere circolare con possibilità di movimento di rotazione

4 l'attrezzo portante può essere dimensionato in modo da creare un polmone di componenti

NELLA PROGETTAZIONE DI UNA LINEA FLESSIBILE DI ASSEMBLAGGIO

8 AUTOMATICO, PER "PRODOTTO CARATTERISTICO" SI INTENDE:

un prodotto (reale o fittizio) che presenta tutte le lavorazioni di tutti i prodotti appartenenti a

1 tutte le famiglia realizzate nello stabilimento (anche su più linee)

un prodotto (reale o fittizio) che presenta solo le lavorazioni comuni a tutti i prodotti della

2 famiglia a cui è dedicata la linea di assemblaggio

un prodotto (reale o fittizio) che presenta tutte le lavorazioni di tutti i prodotti della famiglia a

3 cui è dedicata la linea di assemblaggio

il prodotto, all'interno di quelli della famiglia a cui è dedicata la linea di assemblaggio, con il

4 maggior volume produttivo

I DUE ELEMENTI BASILARI CHE OGNI PROBLEMA DI LAYOUT DEVE

9 CONSIDERARE SONO:

1 prodotto e quantità

2 prodotto e qualità

3 quantità e qualità

4 qualità e flessibilità

1 I "DEPOSITI DI FABBRICA" SI DISTINGUONO IN:

0

1 magazzino materie prime; magazzino semilavorati; magazzino prodotto finiti

2 magazzino centrale; magazzino periferico; transit point

3 magazzino materie prime; magazzino semilavorati; magazzino periferico; transit point

4 magazzino centrale; magazzino prodotto finiti; transit point

1 L'INDICE DI ROTAZIONE DEL PRODOTTO I-ESIMO IN UN SISTEMA DI

1 STOCCAGGIO È CALCOLATO COME:

rapporto tra il flusso medio di UdC del prodotto i in uscita dal magazzino nel periodo di

1 riferimento e giacenza med

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
349 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/35 Ingegneria economico-gestionale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FedericoS96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Organizzazione della produzione e dei sistemi logistici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universitas Mercatorum di Roma o del prof Gebennini Elisa.