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M
Maltrattamenti in famiglia: dettato della norma, elemento soggettivo, condotta, tipologia di pena, competenza, procedibilità :
Sono disciplinati dall’'art. 572 c.p. che afferma: Chiunque [...] maltratta una persona della famiglia o comunque convivente, o una persona
sottoposta alla sua autorità o a lui affidata per ragioni di educazione, istruzione, cura, vigilanza o custodia, o per l'esercizio di una
professione o di un'arte, è punito con la reclusione. Viene annoverato fra i delitti contro l'assistenza familiare e la materia è stata innovata
dalla legge 172/2012 che, eliminando il riferimento ai fanciulli e aggiungendo quello ai soggetti conviventi, ha voluto attribuire alla
condotta una portata più generale. Trattasi di un reato abituale proprio, originato da condotte lecite che diventano illecite a causa del loro
protrarsi. In ordine all’elemento soggettivo la norma richiede il dolo generico, che consiste nella coscienza e volontà di infliggere una
pluralità di afflizioni alla vittima. Le condotte possono essere sia commissive che omissive (nel caso sussistano in capo al soggetto agente
dei doveri di protezione). Per la tipologia di pena si procede d’ufficio e la competenza è il tribunale in composizione monocratica.
Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice : La fattispecie è regolata dall’art. 388 del c.p. È un delitto volto a tutelare
non solo le decisioni giudiziarie ma anche l’interesse del privato a favore del quale è stata emessa la sentenza del giudice. Il reato si
verifica quando un qualunque soggetto, dopo una sentenza, si rifi uti di eseguire l'ordine del giudice o compia un atto volto a renderne
impossibile l'applicazione. Le condotte sono due: l'atto fraudolento: si ha quando un qualunque soggetto commette con volontà e
coscienza delle azioni volte a rendere impossibile l'applicazione della sentenza del giudice (es. la distruzione dei propri beni sottoposti a
pignoramento); o l'elusione: consiste in un comportamento che mira ad eludere l'ordine del giudice, senza compiere atti fraudolenti veri e
propri. In sostanza si caratterizza per l'assenza di azione e nella disobbedienza a seguito di un ordine del giudice. In ordine all’elemento
soggettivo, la norma richiede il dolo specifico, con sistente nella volontà di compiere atti fraudolenti o simulati al fine di sottrarsi agli
obblighi civili per le ipotesi previste nel 1 comma; mentre richiede il dolo generico, consistente nella rappr esentazione e volontà di
eludere il provvedimento e gli obblighi ivi specificati per le ipotesi previste nel 2 comma. Il soggetto è punito sia con la reclusione fino a 3
anni o con la multa. La competenza è del tribunale monocratico e si procede d’ufficio.
Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del Giudice: dettato della norma, elemento soggettivo, condotta, tipologia di
pena, competenza, procedibilità: La fattispecie è regolata dall’art. 388 del c.p. È un delitto volto a tutelare non solo le decisioni
giudiziarie ma anche l’interesse del privato a favore del quale è stata emessa la sentenza del giudice. Il reato si verifica quando un
qualunque soggetto, dopo una sentenza, si rifiuti di eseguire l'ordine del giudice o compia un atto volto a renderne impossibile
l'applicazione. Si classifica come reato proprio in quanto può essere commesso solo dal destinatario del provvedimento o della sentenza
del giudice. Le condotte sono due: l'atto fraudolento: si ha quando un qualunque soggetto commette con volontà e coscienza delle azioni
volte a rendere impossibile l'applicazione della sentenza del giudice (es. la distruzione dei propri beni sottoposti a pignoramento); o
l'elusione: consiste in un comportamento che mira ad eludere l'ordine del giudice, senza compiere atti fraudolenti veri e propri. In ordine
all’elemento soggettivo, la norma richiede il dolo specifico, consistente nella volontà di compiere atti fraudolenti o simulati al fine di
sottrarsi agli obblighi civili per le ipotesi previste nel 1 comma; mentre richiede il dolo generico, consistente nella rappresentazione e
volontà di eludere il provvedimento e gli obblighi ivi specificati per le ipotesi previste nel 2 comma. Il soggetto è punito sia con la
reclusione fino a 3 anni o con la multa. E’ prevista la pena La competenza è del tribunale monocratico e si procede d’ufficio.
Millantato credito: dettato della norma, elemento soggettivo, condotta, tipologia di pena, competenza, procedibilità : L’art. 346 del
c.p. disciplina il reato di millantato redito. L’articolo prevede due fattispecie: la prima consiste nel millantare credito per farsi dare o farsi
promettere denaro o altre utilità come prezzo della propria mediazione, punita con la reclusione da uno a cinque anni e multa da 309 euro
a 2.065 euro; la seconda fattispecie consiste invece nel farsi dare o promettere denaro o altre utilità con il pretesto di dover comprare il
favore di un pubblico funzionario, descrivendo dunque una condotta fraudolenta, punita con la reclusione da due a sei anni e multa da 516
euro a 3.098 euro. E' un delitto contro la pubblica amministrazione, in quanto il prestigio dei pubblici uffici viene leso dalla condotta di
colui che vanta la capacità di influenzare le decisioni dell'ente pubblico, facendone apparire i funzionari come corrotti o corruttibili o
sensibili alle altrui raccomandazioni. In ordine all’elemento soggettivo la norma richiede il dolo generico. La competenza è del tribunale
monocratico e la procedibilità è d’ufficio.
O
Oltraggio a P.U.: dettato della norma, elemento soggettivo, condotta, tipologia di pena, competenza, procedibilità : Esso è
attualmente previsto dall’art. 341 bis c. p. introdotto dalla l. n. 94/2009 (c.d. “pacchetto sicurezza”), tutela l'onore ed il decoro del
pubblico ufficiale. Si tratta di un reato comune perché commesso da chiunque ed è un reato a forma libera perché la condotta per rivelarsi
lesiva /offensiva debba essere congiunta e cumulativa sia dell’onore che del prestigio del pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue
funzioni e può essere arrecata con qualsiasi mezzo e in qualunque modo idoneo. In ordine all’elemento soggettivo la norma richiede il
dolo generico, che esige la coscienza e volontà di aggredire all’onore e al prestigio del pubblico ufficiale. Il reato è punito con la
reclusione fino a tre anni e la pena è aumentata se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato. Si procede d’ufficio mentre la
competenza è del tribunale in composizione monocratica.
Omissione di soccorso: dettato della norma, elemento soggettivo, condotta, tipologia di pena, competenza, procedibilità : La
disciplina di tale reato è contenuta nell’art. 'art. 593 del c.p. “Delitti contro la persona”. L’obbligo riguarda “chiunque” si trovi di fronte a
persona “ferita” o “altrimenti in pericolo”. L’obbligo di soccorrere sussiste quando si “trovi” un corpo che sia inanimato o un corpo che
sembri inanimato, o una persona ferita o una persona altrimenti in pericolo. Le pene sono diverse: in caso di mancato avviso all’autorità il
soggetto o di omissione nell’ assistenza il soggetto è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a € 2.500. Se dalla
condotta deriva una lesione personale, la pena è aumentata; se ne deriva la morte, la pena è raddoppiata”. In ordine all’elemento
soggettivo la norma richiede il dolo generico, ossia la coscienza e la volontà di tutti gli elementi previsti dalla sopraccitata fattispecie
incriminatrice, inclusa la possibilità di attivarsi. Pertanto, si tratta di un reato di competenza del Tribunale in composizione monocratica
che è procedibile d’ufficio.
P
Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili: dettato della norma, elemento soggettivo, condotta, tipologia di pena,
competenza e procedibilità : La fattispecie è regolata dagli artt. 583 bis e ter del Codice penale introdotti dalla L. 7/2006. Il bene
giuridico tutelato è la salute ed integrità fisica delle donne, sia maggiori che minori d'età. Le condotte incriminate sono due, ovvero la
mutilazione che viene punita di per sé, e la lesione di organi genitali femminili è punita qualora determini una malattia nel corpo o nella
mente. In ordine all’elemento soggettivo la norma richiede, per la mutilazione, il dolo generico, mentre la condotta di lesioni è punita a tit
olo di dolo specifico, dovendo essa essere diretta a cagionare una menomazione delle funzioni sessuali. L'autorità giudiziaria competente
è il Tribunale collegiale nei casi di cui al 1° comma, mentre il Tribunale Monocratico per i casi di cui al 2° comma. La procedibilità è
d'ufficio. È prevista la reclusione da 4 a 12 anni.", per le ipotesi previste nel primo comma; per le ipotesi del 2 comma è prevista la
reclusione da 3 a 7 anni, e la pena viene diminuita fino a due terzi se la lesione è di lieve entità.
R
Rapina impropria: dettato della norma, elemento soggettivo, condotta, tipologia di pena, competenza, procedibilità: Il reato di
rapina è previsto dall’art. 628 del c.p; esso è commesso da “chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza
alla persona o minaccia, s’impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene” (comma 1) o da chi “adopera violenza o
minaccia immediatamente dopo la sottrazione, per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta, o per procurare a sé o ad altri
l’impunità”. Ed è proprio nel comma 2 che si configura il reato di rapina impropria. In ordine all’elemento soggettivo, nella rapina
impropria la norma richiede che il dolo sia doppiamente specifico, in quanto la volontà è diretta sia a procurarsi l'ingiusto profitto, sia ad
usare la violenza o la minaccia al fine di assicurare a sé o al altri il possesso della cosa, o per procurare a sé o ad altri l'impunità. Per
quanto concerne la condotta, la rapina impropria è consumata nel momento e nel luogo in cui, conclusa la sottrazione, che elimina il
possesso altrui, il soggetto agente impiega la violenza o la minaccia al fine di mantenere, per sé o per altri, l’autonomo potere di fatto sulla
res, o assicurare a sé o ad altri l’impunità. È procedibile d’ufficio ed è consentita l'applicazione delle misure cautelari personali; il fermo è
facoltativo mentre l’arresto è obbligatorio. La competenza è del tribunale monocratico per le ipotesi nel primo e secondo comma; in
presenza delle circostanze ag