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DAL BAMBINO COGNITIVO AL BAMBINO MULTIMEDIALE
sviluppo dell’intelligenza
Lo è da intendersi come un processo di
smaterializzazione crescente. Ha origine dalle primitive forme di pensiero
operativo fino ad arrivare al pensiero simbolico.
L’intelligenza pertanto è un prodotto della mente, frutto del progressivo
adattamento dell’uomo all’ambiente attraverso un processo di ideazione
tecnologica. 110
rivestono un’importanza
Proprio le tecnologie
nell’educazione del fanciullo poiché forniscono
un’esplorazione
strumenti adeguati per intellettuale
oltre a stimolare tutti i processi cognitivi..
La multimedialità è costituita da una complessità
sostanziale che via via va più assottigliandosi nel
momento in cui naturale e artificiale s’incontrano.
L’interattività tra intelligenza umana e forme
digitali porta alla nascita di una nuova dimensione
del reale, una dimensione digitale grazie alla quale
un’infinita
gli input prodotti possono generare varietà
di significati da interpretare. se si pensa che quest’ultimo viene
Reale e astratto possono dunque coesistere
generato dalla mente umana in maniera creativa costituendo quale fattore di
effettiva valenza pedagogica e più il fanciullo è piccolo più la sua mente è in
grado di assorbire e recepire le influenze cognitive che il contatto col multimediale
può generare. «lo step successivo» nell’infanzia, uno
Dunque la multimedialità rappresenta
step tutto da valutare, per non cadere nel rischio di equivocare la novità con la
diseducatività.
Sulla base di queste considerazioni, è dunque da verificare il potenziale rischio
dello stato di «bambino multimediale».
l’artificiosità
Da sottolineare come sia in particolare degli elementi multimediali e
digitali e destare preoccupazione nell’educatore, più che la mera virtualità; di
conseguenza, il bambino potrebbe considerare la sua vera natura insita in un
aspetto tecnologico più che sociale, regredendo in una sorta di passiva staticità
ed andando in contraddizione con la sua natura di essere corporeo e
psicomotorio.
Un’identità, dunque, che assume sembianze sempre più povere per cui
bisognerebbe costruire degli spazi pedagogici che possano rendere il fanciullo un
«bambino d’esperienze» e dunque fargli assume un ruolo attivo, centrale,
spontaneo, senza alcun artificio, arricchendo le sue potenzialità espressive e
creative.
Il bambino inteso come «essere multimediale» deve essere considerato piuttosto
come una sinergia di tutte le intelligenze attraverso una molteplicità di canali, di
logiche. 111
dell’educazione musicale
In particolare, Gardner guarda alla valorizzazione
all’apprendimento
come peculiare stimolazione favorendo così prestazioni più
elevate non solo a livello musicale ma anche estendendole ad altri ambiti.
In conclusione, secondo Gardner il bambino multimediale potrebbe essere in
grado di differenziare il proprio apprendimento, ricevendo un curriculum
personalizzato ed ampliando le reti di comunicazione attraverso le quali la
multimedialità possa diventare un mezzo per stimolare la creatività,
l’uso dev’essere
considerando tuttavia che del computer prudente poiché ancora
non si conoscono ancora gli effetti che l’utilizzo di questi strumenti possano
produrre dal punto di vista cognitivo.
Da un punto di vista educativo ed anche del potenziamento dello sviluppo
cognitivo, Gardner punta a facilitare in fase iniziale lo sviluppo di certe
intelligenze, nel rispetto della persona e della personalità per uno sviluppo
armonico.
la validazione scientifica della teoria delle intelligenze multiple è soggetta a
ricerche di carattere neuropsicologico compiute su pazienti affetti da lesioni
localizzate e proprio dagli studi neurofisiologico, Gardner ricava una teoria della
mente dove ad ogni tipo di intelligenza corrisponde un nucleo computazionale
autonomo determinato geneticamente.
l’intelligenza
Gardner sosteneva che per sviluppare serve una mente sintetica,
che osserva la realtà nella sua vastità e ne considera le tante categorie.
In un momento successivo, subentra la sintesi: tutto ciò che è stato recepito,
appreso, deve creare un significato di senso compiuto non solo per sé ma
anche per gli altri ed è proprio questo l’aspetto che Gardner riteneva il più
sull’intelligenza interpersonale che egli pose l’accento,
educativo. In effetti, è
sostenendo come collaborare con gli altri sia preferibile alla mera dimostrazione
della scoperta di se stessi. 112
Lezione 62
Intelligenze multiple e nuove tecnologie
Estrattσ di intervista ad Howard Gardner
Qual è il ruolo delle nuove tecnologie nella teoria delle intelligenze
multiple?
«Ogni intelligenza è utilizzata da diverse tecnologie.
Un'intelligenza linguistica dalla semplice tecnica della penna, del libro, del
microfono;
l'intelligenza logica e matematica dalla tecnologia del pallottoliere, della
calcolatrice oppure dal computer;
l'intelligenza musicale con gli strumenti, i sintetizzatori e così via.
Avendo degli esseri umani ed una intelligenza, si sviluppa una tecnologia da
dirigere con quella intelligenza.
Ma penso che ciò che la gente vuole sapere è la relazione fra l'intelligenza e le
nuove tecnologie.
E' molto importante capire che la tecnologia è solo uno strumento.
Ho una penna qui. Essa è uno strumento. Posso usare la penna per scrivere un
sonetto, come Shakespare o Dante. Posso anche usare la penna per cavare un
occhio a qualcuno. E' solo uno strumento.
E i computer possono essere usati per manipolare le persone o per liberarle, i
computer possono essere usati per insegnare alla gente nello stesso noioso
modo rigoroso in cui si è insegnato per moltissimi anni, o possono essere usati
per insegnare in modi molto nuovi.
Ovviamente, mi piacerebbe che le tecnologie venissero usate nei modi che
liberano gli individui, che consentissero loro un maggiore accesso alle cose
rispetto al passato.
Lasci che usi me stesso come esempio. Io possiedo una intelligenza musicale
piuttosto forte, ma non una particolare intelligenza spaziale. Quando ero a scuola
mi venne chiesto di cercare di immaginare una figura in tre dimensioni e come
essa veniva trasformata. Era un'operazione molto difficile da fare nella mia testa.
Ora io posso creare una immagine sullo schermo del computer e girarla tutto
intorno, realizzando davanti a me, quello che dovevo fare nella mia testa. 113
Poiché sono migliore nell'intelligenza musicale, se ascolto una fuga, per esempio,
con un tema, posso sentire nel modo in cui il tema viene trasformato o preso da
un'altra voce. Posso farlo con le mie orecchie. Ma se non fossi stato in grado di
farlo con le mie orecchie, avrei potuto prendere un registratore, registrare la fuga,
separare le voci, seguirne una da una parte all'altra del pezzo; e di nuovo la
tecnologia mi avrebbe aiutato a fare quello che non sono in grado di fare nella
mia testa.
Dalla mia prospettiva, la più grande promessa della tecnologia è quella di
individualizzare l'educazione.
Se un insegnante ha 30 o 40 studenti e non ha a disposizione alcuna tecnologia,
non ha molta scelta: lui o lei deve leggere o dare a tutti lo stesso compito. Ma se,
per esempio, un insegnante ha 30 o 40 studenti, ma ciascuno studente possiede
il proprio computer con il CD ROM o il video disk player, allora, l'insegnante può
insegnare le frazioni in un modo ad uno studente e in un altro modo ad un altro
studente, e può altresì offrire allo studente vari modi di mostrare ciò che capisce.
Così la tecnologia mantiene la promessa di personalizzare ed individualizzare
l'educazione molto più che nel passato. Perché questo è importante?
Tradizionalmente, l'educazione è stata un segno di selezione.
Noi daremo un riconoscimento, e tutti gli altri saranno messi da parte perché non
sono in grado di fare le cose in quel modo.
Se noi individualizziamo o personalizziamo l'educazione, invece di avere un test
che ciascuno deve superare, possiamo avere dei test appropriati per ciascuno in
considerazione della sua intelligenza.
Questo significa che ognuno può essere avvantaggiato in base alle proprie
potenzialità» 114
Come possono, le tecnologie, essere importanti per lo sviluppo
della intelligenza?
«Attualmente ogni bambino dovrebbe essere avviato alla conoscenza dei
computer con la maggiore naturalezza possibile.
Se i genitori e gli insegnanti usano i computer quasi ogni bambino li userà
naturalmente.
Infatti sono i bambini che insegnano il computer ai genitori e non viceversa.
Dunque, i computer non sono un problema per i bambini.
E' importante che il computer sia introdotto in modo naturale. Ciò che noi non
vogliamo sono i computer che sostituiscono gli esseri umani. Quello che un
computer dovrebbe fare è consentire agli esseri umani di fare il tipo di cose
che un computer non può fare: un computer non può abbracciare, bisogna
sempre essere in grado di abbracciare il proprio figlio.
Questo è un ruolo molto importante per l'essere umano.
Immaginiamo di avere un figlio che non sia interessato ai computer. Non mi
preoccuperei della cosa, a meno che il bambino non sia interessato neanche ad
altre cose. Se il bambino non dovesse trovare interesse in nessuna cosa,
penserei all'esistenza di un problema. Ma se un bambino si interessa di qualche
cosa, ai giorni nostri, prima o poi si interesserà ai computer, perché ogni cosa
della nostra vita è contagiata dai computer. Se un bambino si interessa agli
strumenti musicali e non ad un computer, un giorno vorrà comporre al computer o
comporre musica elettronica o ascoltare la musica su un CD ROM; solo allora si
interesserà alla tecnologia»
Qual è la sua opinione in merito alla tele-educazione? Crede che
essa sostituirà l'insegnante classico oppure si tratta solo di un
altro modo di insegnare?
Si possono usare tecnologie remote per aiutare ad insegnare, certamente lo si
deve fare. Non c'è ragione per cui dovrei ripetere la stessa lettura venti volte se si
può fare con una video-conferenza o se può essere inserita in un CD ROM.
Comunque ci sono diverse funzioni che i computer non possono svolgere bene
con gli studenti. I computer non possono introdurre gli studenti nel mondo del
lavoro, non possono fornire val