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VIETNAM
ANTI-ICONE AMERICANE
Scoppio della guerra e primi movimenti pacifisti
1964
Nel le forze nordvietnamite sferrarono un attacco a due navi
I primi interventi da parte degli Stati Uniti in Vietnam risalgono al
1946, quando iniziarono a sostenere, con aiuti economici, la della marina americana. Questo episodio diede inizio alle prime
operazioni di bombardamento sul Vietnam del Nord e in seguito
Francia impegnata a combattere i ribelli comunisti del Fronte su tutto il paese.
Nazionalista Vietnamita, che combattevano per ottenere In coincidenza ebbero luogo negli Stati Uniti le prime grandi
l’indipendenza del Vietnam, colonia francese da quasi un secolo. manifestazioni contro la guerra. Uno dei fattori che incrementò e
La guerra, che avrebbe dovuto giungere a una conclusione nel amplificò la critica anche in patria fu la costante copertura
1954 con l’accordo di Ginevra, che prevedeva la divisione del mediatica sia sulla stampa che televisiva, grazie alle quali la
paese in due: la Repubblica Democratica del Vietnam a Nord e lo popolazione ha potuto venire a conoscenza delle atrocità
Stato Democratico del Vietnam a Sud, che sarebbe rimasto sotto commesse nel sud-est asiatico e quindi poter esprimere la propria
il controllo francese. Gli sconti tuttavia non si arrestarono mai del indignazione.
tutto dal momento che nessuno dei due rispettò completamente il
trattato.
Il governo americano, ancora sotto Kennedy, sosteneva la lotta al
comunismo incrementando i rifornimenti di armamenti al Sud, il
tutto all’insaputa dell’opinione pubblica.
Antiwar Art
Durante tutto il corso della guerra del Vietnam un consistente
numero di artisti americani, ma non solo, hanno contribuito alla
creazione di un gran numero di opere che possono essere
identificate o interpretate come antimilitariste. Il lavoro degli artisti
coinvolti in questi movimenti di carattere pacifista, oltre ad aver
svolto un ruolo significativo nella società americana durante la
guerra, sarà in seguito un importante punto di riferimento e
ispirazione formale e concettuale per tutta la produzione artistica
americana (ma non solo) socialmente e politicamente impegnata.
Mark Morrel e la bandiera americana
1966,
Uno dei più significativi esempi, del fu l’esposizione dell’ex marine, da poco
Mark Morrel
rientrato dal Vietnam, alla Stephen Radich Galley in New York costituita
la tredici opere rappresentanti la bandiera americana.
Tra queste spiccavano una bandiera drappeggiata di catene, una la cui forma
rappresentava un fallo su di una croce e un’altra che suggeriva una figura simbolica
appesa ad un cappio giallo. Durante tutta l’esposizione suonavano, come sottofondo,
canzoni pacifiste.
L’opera di Morrel divenne nota, più che per il suo valore intrinseco, per il fatto che
Radich venne arrestato in quanto una legge all’epoca ancora in vigore affermava:
“Nessuno può mutilare pubblicamente, deturpare, contaminare o sfidare
calpestare o gettare disprezzo sulla bandiera americana”. Inutile dire quanto il
fatto creò scalpore nell’opinione pubblica, suscitando anche la difesa dell’ American
Civil Liberties Union portando molta pubblicità all’esposizione. “È un simbolo che raggiunge le persone molto più di
Quando gli fu chiesto di commentare le proprie opere, Morrel disse riguardo alla bandiera:
una bambola bruciata o insanguinata o di una lista di leva”.
Tomi Ungerer antiwar poster
1967,
Nel la Columbia University commissionò al cartoonist francese Tomi Ungerer
una serie di poster contro il conflitto in Vietnam. Ma i poster vennero rifiutati, perché
“Troppo oltraggiosi, troppo difficili e duri per poter essere usati”.
considerati
Le immagini erano forti: uno dei più famosi esempi mostra la statua della libertà che
viene spinta in gola a un Vietnamita. "Eat" (1967)
“Kiss For Peace" (1967) Untitled (1967)
Jasper Johns e Moratorium
Moratorium fu la più grande marcia anti-guerra, che coinvolse milioni di americani
in migliaia di città e che ispirò numerose altre manifestazioni nei mesi successivi.
Jasper Johns
L’opera di rappresenta una rivisitazione della bandiera, invertendo i
colori originali fino ad ottenere una bandiera nera, verde e arancione, al centro della
quale un foro come di proiettile.
Il poster divenne una delle icone del movimento, andando a minare la sacralità
della bandiera. “Flag (Moratorium)“ (1969)
It’s also an optical illusion. If you stare at the white dot
for 30 seconds or so, then move your eyes to look at a
blank white wall you will see the red, white and blue
afterimage of the flag.
George Maciuna’s U.S.A. Surpasses All the Genocide Records
George Maciuna, U.S.A.
Un altro lavoro iconico sulla bandiera fu quello di del 1966,
Surpasses All the Genocide Records. Come Johns, prende la bandiera e ne
stravolge il significato: cinquanta teschi sostituiscono le cinquanta stelle, e le strisce
diventano un inventario dei genocidi storici.