Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Storia delle relazioni internazionali – Guerra del Vietnam Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il coinvolgimento degli Stati Uniti

A differenza delle guerre convenzionali, in Vietnam non esistevano fronti definiti. Dai primi anni Sessanta, anche truppe regolari nordvietnamite cominciarono a infiltrarsi in territorio sudvietnamita a sostegno dei guerriglieri vietcong, mentre URSS e Cina inviavano rifornimenti ad Hanoi attraverso il cosiddetto "sentiero di Ho Chi Minh", che toccava anche i vicini stati del Laos e della Cambogia.

L'escalation militare prese il via nella prima settimana di agosto del 1964, quando, a un attacco nordvietnamita ad alcune unità navali americane ancorate nel golfo del Tonchino, il presidente Lyndon Johnson rispose ordinando il bombardamento di obiettivi militari nel Vietnam del Nord. La pratica dei bombardamenti a tappeto divenne sistematica a partire dal febbraio del 1965;

www.politologi.com Community Sc.Politche Federico II - Napoli contemporaneamente continuava a incrementarsi il contingente americano nel Vietnam.

del Sud, che alla fine dell'anno contava oltre 200.000 uomini. Nel dicembre del 1965 Johnson sospese i bombardamenti, nel tentativo di avviare trattative di pace; rimasto senza esito, ordinò quindi la ripresa delle incursioni, che giunsero a interessare la stessa Hanoi e il vicino porto di Haiphong. Ugualmente senza esito fu l'avvio delle trattative, nel giugno del 1967, con il premier sovietico Aleksej Kosygin perché si facesse promotore di una tregua tra le parti. Dopo l'annuncio di un ulteriore rafforzamento della presenza militare statunitense in Vietnam (che nel 1968 contava oltre 525.000 soldati), nel novembre del 1967 il Pentagono comunicò per la prima volta il numero dei caduti dall'inizio del conflitto: 15.000 morti. Il dato scosse fortemente l'opinione pubblica americana e generò una crescente richiesta di porre fine al conflitto. L'OFFENSIVA DEL TET

Invernale del 1967-68 lo stratega nordvietnamita, generale Võ Nguyen Giap, lanciò una vasta azione offensiva (conosciuta come "offensiva del Tet", dal nome del Capodanno secondo il calendario vietnamita), costituita da una serie di attacchi coordinati su più di cento obiettivi civili. Militarmente la campagna si risolse in un insuccesso, ma ebbe devastanti effetti psicologici sul morale delle truppe statunitensi e, soprattutto, sull'opinione pubblica occidentale: gran parte dei cittadini americani era ormai giunta a convincersi che non fosse possibile vincere la guerra. Il 31 marzo 1968 il presidente Johnson annunciò la sospensione dei bombardamenti. In maggio, presto estesi anche ai rappresentanti del governo di Saigon e dei Vietcong, si aprirono a Parigi i colloqui tra Stati Uniti e Vietnam del Nord, che tuttavia si arenarono alcuni mesi dopo.

LA "VIETNAMIZZAZIONE" DEL CONFLITTO

Nel 1969 il successore di Johnson,

Richard Nixon, annunciò un programma di progressivo disimpegno militare degli USA in funzione di una vietnamizzazione del conflitto. Né l'effettivo avvio del programma né la morte nel presidente nordvietnamita Ho Chi Minh (3 settembre 1969) contribuirono a sbloccare la situazione di stallo in cui versavano i colloqui di Parigi, dove i delegati nordvietnamiti ponevano come condizione indispensabile al raggiungimento della pace il ritiro totale delle forze statunitensi.

Nel frattempo, in tutti gli Stati Uniti il movimento di protesta e di opposizione alla guerra cresceva costantemente, alimentato dalle notizie di atrocità commesse dai militari americani in Vietnam, nonché dalla pubblicazione dei cosiddetti Pentagon Papers ("Carte del Pentagono"), documenti riservati riguardanti la gestione della campagna vietnamita e dei negoziati di pace, che produssero grande scalpore.

Il 25 gennaio del 1972 il presidente Nixon mise a punto un nuovo piano di pace,

che prevedeva anche elezioni presidenziali nel Vietnam del Sud. In risposta, Hanoi richiese le immediate dimissioni del presidente Van Thieu, e promise il rilascio dei prigionieri statunitensi se gli USA avessero ritirato il proprio appoggio al regime sudvietnamita. Nel marzo del 1972 i negoziati di pace furono interrotti. Seguì una pesante offensiva nordvietnamita, alla quale gli Stati Uniti reagirono con la ripresa dei bombardamenti sul territorio nemico (i primi a partire dal 1967) e minando i principali porti del Vietnam del Nord. LA RIPRESA DELLE TRATTATIVE Nella seconda metà del 1972 a Parigi furono avviate nuove trattative fra il segretario di Stato americano Henry Kissinger e il delegato nordvietnamita Le Duc Tho. Per la prima volta si intravide uno spiraglio quando i comunisti manifestarono l'intenzione di accettare un piano di pace che separasse gli accordi militari da quelli politici.

Abbandonando la richiesta di un governo di coalizione nel Vietnam del Sud e concordando con la richiesta americana di discutere anche la situazione del Laos e della Cambogia.

Il piano messo a punto da Kissinger era tuttavia osteggiato da Van Thieu: alla vigilia della firma dell'accordo, da molte parti ritenuta ormai certa, i colloqui furono improvvisamente interrotti il 16 dicembre. Il giorno seguente Nixon ordinò il bombardamento di Hanoi e Haiphong, la più devastante azione bellica aerea della storia, destinata a provocare un fortissimo sconcerto nell'opinione pubblica americana e internazionale.

Malgrado i bombardamenti, i governi di Washington e Hanoi sembravano entrambi intenzionati a salvaguardare i progressi ottenuti nell'ambito dei negoziati. Con l'inizio del nuovo anno ripresero i colloqui a Parigi e, considerati gli esiti positivi dei primi incontri, Nixon dispose la sospensione di tutte le operazioni belliche nel Vietnam del Nord.

La sera del 23...

gennaio 1973 il presidente americano annunciò che era stato finalmente raggiunto l'accordo per il cessate il fuoco, che prevedeva anche il ritiro di tutte le forze statunitensi e alleate entro sessanta giorni dalla firma, e il riconoscimento della zona di demarcazione lungo il 17° parallelo soltanto come "frontiera provvisoria e non politica o territoriale".

LE CONSEGUENZE DEL CESSATE IL FUOCO

Alla fine di marzo il ritiro del contingente americano (eccetto quello che presidiava la capitale Saigon) era pressoché completato. Nonostante Nixon assicurasse al presidente sudvietnamita Van Thieu un nuovo intervento in caso di violazione del trattato, il proseguimento della guerra in Vietnam non era più politicamente sostenibile, anche considerando la precaria situazione personale del presidente, coinvolto nello scandalo Watergate.

Nel 1974 vi fu un'escalation dei combattimenti tra i due antagonisti vietnamiti. In dicembre

In ordine, i vietnamiti lanciarono l'offensiva finale, conquistando numerose città importanti: Saigon cadde il 30 aprile 1975 e la Repubblica del Vietnam del Sud si arrese incondizionatamente al governo provvisorio rivoluzionario. Il 2 luglio 1976 venne proclamata la riunificazione dei due paesi sotto il nome di Repubblica socialista del Vietnam.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
5 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/06 Storia delle relazioni internazionali

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle relazioni internazionali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Pizzagallo Matteo.