Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 9
Tesina su killer seriale Pag. 1 Tesina su killer seriale Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 9.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Tesina su killer seriale Pag. 6
1 su 9
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Questi studi servono per capire come prevenire il crimine e definire la pericolosità dell’aggressore,

e spesso determinano il rapporto tra la vittima e l’aggressore, che in alcuni casi si confonde con la

vittima, ad esempio nei cosiddetti omicidi-suicidi.

Ma analizziamo ora la figura del serial killer.

Il killer è colui che, spesso, lavora come sicario, un professionista della morte, ma qui parleremo

principalmente della serialità negli omicidi, ma non semplicemente l’uccisione di più persone in

sequenza da parte dello stesso individuo, ma il continuo ripetersi di una relazione sadica tra sesso e

morte, per scatenare fantasie proibite. Naturalmente l’uccisione per sesso è solo una delle

motivazioni nel comportamento di tipo seriale.

I serial killer sono sempre esistiti, semplicemente non veniva riconosciuto il suo lato seriale.

Il caso eclatante che ha definito, in epoca moderna, la serialità dell’omicidio a sfondo sessuale e

delirante, e non legato al potere, è quello che si è consumato tra il 1432 e il 1440, quando un

maresciallo francese, Gilles de Rais, uccise 800 bambini, dopo torture di ogni genere e

decapitazioni, donandole come vittime sacrificali a causa dell’interesse per la magia nera.

questo è solo uno dei casi eclatanti che possiamo ritrovare nel corso della storia.

Il termine serial killer è stato coniato negli Stati Uniti dall’ FBI, ma questa definizione è piuttosto

minimal, perchè “definisce semplicemente colui che uccide più persone in luoghi e tempi diversi,

senza un motivo immediatamente chiaro, ma solitamente a sfondo sessuale”.

Questo, per ovvi motivi, porta a vedere, nell’immaginario comune, il serial killer come colui che

opera per motivi prettamente sessuali, in modo sadico, con episodi di necrofilia, vampirismo e

cannibalismo, questo però è solo una parte delle motivazioni che spingono un individuo

all’omicidio seriale. 3

1.2 Definizione del Serial Killer

Sono in moltissimi coloro che sin dagli anni ‘80 hanno dato una definizione più o meno veritiera

dell’omicidio multiplo, e tra esse abbiamo quella dell’FBI, e che definisce tre categorie principali:

- assassino di massa, ossia colui che uccide quattro o più vittime in uno stesso luogo e nello

stesso evento senza conoscere le vittime e con scelta pressoché casuale;

- assassino compulsivo, colui che uccide due o più vittime in diversi luoghi e in un tempo

relativamente breve, e spesso la causa scatenante è unica e lega tra loro le vittime che però

non sono conoscenze dell’aggressore;

- omicida seriale, che uccide tre o più vittime, in luoghi differenti e con un intervallo di tempo

definito “emotivo” tra un omicidio e l’altro. Spesso scegli la vittima, e si considera

3 M.CENTINI, I Serial Killer, Xenia, Milano 2001.

invincibile.

4

De Luca ha proposto una definizione più adatta al fenomeno dell’omicidio seriale:

“L'assassino seriale è un soggetto che mette in atto personalmente due o più azioni omicidiarie

separate tra loro oppure esercita un qualche tipo di influenza psicologica affinché altre persone

commettano azioni omicidiarie al suo posto. Per parlare di assassino seriale, è necessario che il

soggetto mostri una chiara volontà di uccidere, anche se poi gli omicidi non si compiono e le

vittime sopravvivono: l'elemento centrale è la "ripetitività dell'azione omicidiaria". L'intervallo che

separa le azioni omicidiarie può andare da qualche ora a interi anni e le vittime coinvolte in ogni

singolo episodio possono essere più di una. L'assassino seriale agisce preferibilmente da solo, ma

può agire anche in coppia o come membro di un gruppo. Le motivazioni sono varie, ma c'è sempre

una componente psicologica interna al soggetto che lo spinge al comportamento omicidiario

ripetitivo. In alcuni casi, vanno considerati assassini seriali anche i soggetti che uccidono

nell'ambito della criminalità organizzata, i terroristi, i soldati”.

La novità più importante di questa definizione è l'introduzione di un nuovo tipo di assassino seriale:

il serial killer "per induzione". capita, a volte, che l’influenza di una persona su un’altra sia

talmente forte da indurre la seconda a commettere omicidi per essa.

5

Altri autori, come Holmes e De Burger , hanno definito quelli che, secondo loro, sono gli elementi

caratteristici dell'omicidio seriale: (12)

1. l'elemento fondamentale è la ripetizione dell'omicidio; l'assassino seriale continua ad

uccidere finché non viene fermato; il periodo in cui avvengono gli omicidi può estendersi

per molti mesi o anni;

2. l'omicidio seriale solitamente avviene "uno contro uno", tranne alcune eccezioni;

3. solitamente, fra l'assassino e la sua vittima non c'è nessuna relazione, ma se c'è, è

superficiale;

4. l'assassino seriale prova "l'impulso ad uccidere"; gli omicidi seriali non sono crimini di

passione né originati da una provocazione della vittima;

5. negli omicidi seriali, mancano, tipicamente, motivi evidenti.

4 R. DE LUCA, Anatomia del Serial Killer 2000, Giuffrè, Milano 2001.

5 R. HOLMES,J. DE BURGER, Serial Murder, Sage, Newbury Park 1988.

Queste definizioni di omicidio seriale non sono molto eterogenee tra loro e, soprattutto, non è

indicato il campione di riferimento grazie al quale fare confronti adeguati. Di contro, c'è accordo tra

quasi tutti gli autori indicati nell'escludere dalla definizione di omicidio seriale, gli omicidi di

matrice terroristica, quelli politici e quelli compiuti nel corso di guerre ( De Luca ammette

l'esistenza di queste forme atipiche di omicidio seriale). Oltre a ciò, alcuni autori ( Holmes e De

Burger) tendono erroneamente ad enfatizzare l'assenza di relazioni con le vittime ed il fatto che

l'omicidio seriale sia una situazione di "uno contro uno"; in questo modo essi si nega l'esistenza

dell'omicidio seriale compiuto da donne (ritenuto, invece, un dato certo da parte di tutti i restanti

studiosi del fenomeno), dato che quasi tutte uccidono persone con le quali ha una relazione molto

stretta. inoltre essi non considerano il fatto che non è raro imbattersi in coppie o gruppi che

compiono omicidi seriali e che, in alcuni paesi (Ungheria e Messico), questa è la modalità operativa

principale.

1.3 Classificazione dei Serial Killer.

Nel 1990 Newton Fernandes, uno dei più grandi esperti americani di omicidio seriale, definisce i

serial killer in base al loro raggio d’azione e alla loro mobilità, definendo tre tipologie:

assassino seriale territoriale, colui che sceglie come proprio “terreno di caccia” un’area ben

determinata e che, difficilmente, sconfina dalla zona che conosce bene. Alcuni di questi assassini

scelgono un territorio estremamente specifico, creando un panico diffuso nella comunità, alterando i

rapporti sociali e le modalità comportamentali in un quartiere. Questo tipo di assassino non

commette mai omicidi in altre località.

assassino seriale nomadico, colui che si sposta continuamente da un luogo all’altro in cerca della

vittima ideale. Alcuni di essi sono vagabondi abitudinari, alla ricerca di una facile vittima da

uccidere.

assassino seriale stazionario, colui che commette gli omicidi prevalentemente a casa propria o sul

posto di lavoro. Essi indossano una “maschera di normalità”, sono capaci di uccidere per molti anni

senza detestare il minimo sospetto nella comunità in cui sono ben inseriti e stimati. Di solito,

pianificano con cura gli omicidi. La maggior parte delle donne serial killer fanno parte di questa

categoria.

In seguito all'arresto di un serial killer, la domanda è sempre la stessa: In che modo questa persona è

diventata un assassino seriale? La risposta da ricercare nel percorso dell'individuo dalla nascita

all'età adulta. dobbiamo porre l’accento sulle influenze che il comportamento di una persona ha da

parte delle esperienze che vive, dagli stimoli e dagli impulsi esterni, e da fattori biologici.

Gli assassini seriali non sono altro che le scelte, giuste o sbagliate che siano, che hanno fatto

durante il periodo di sviluppo e il legame con l’eredità e l’educazione,

Secondo gli psicologi lo sviluppo di un neo serial killer dipende dalla “casualità”, perché non

essendo possibile definire tutti i fattori che influenzano il normale comportamento umano, allo

stesso modo non è possibile definire quelli che portano un individuo a diventare un assassino

seriale.

Lo sviluppo di alcuni meccanismi di inserimento sociale inizia sin dalla nascita e si prolunga fino a

quando il bambino non è in grado, da solo, di interagire con il mondo che lo circonda.Quando

questi meccanismi non si sviluppano in modo corretto, sfociano in comportamenti violenti.

Lo sviluppo di una corretta sessualità nel bambino piccolo porta l’individuo a non abusarne; nel

Serial Killer invece, la sessualità non si è sviluppata completamente, oppure si è sviluppata solo in

modo parziale o unilaterale, mantenendo così l’energia in gran parte “legata” a una fase particolare

dello sviluppo.

Molto spesso l’abbandono e gli abusi durante l'infanzia sono le prime cause di future violenze

nell’età adulta.

Di conseguenza molto spesso il soggetto fa abuso di alcool e droghe, che portano ad una vera e

propria in dipendenza. Tutto ciò porta l’individuo ad avere un comportamento spesso violento nei

confronti degli altri individui.

1.4 Le personalità di un assassino seriale.

Secondo alcuni studiosi è possibile definire caratteristiche comuni tra i serial killer:

Lo studioso Wertham ha definito “crisi catatonica” il processo per cui l’assassino decide di passare

dal pensiero all’atto, e questo passaggio sembra essere collegato ad alcuni fattori:

- veloce passaggio da una posizione depressiva ad una schizoparanoide;

- soppressione temporanea della capacità di simbolizzazione;

- elevata frequenza di fantasie omicide;

- arroganza dell’omicida e svalutazione della vittima;

- spinte maniacali che cancellano il suo senso di colpa;

- fattori correlati all’ambiente sociale: grado di tolleranza dell’omicidio nel suo ambiente,

possesso di un’arma che faciliti l’omicidio.

Secondo Pinatel invece, il nucleo centrale della personalità criminale è costituito da alcuni fattori

fondamentali:

- Egocentrismo generale: ossia il soggetto è talmente concentrato su se stesso da permettersi

una specie di l

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
9 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/01 Diritto privato

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher veroavalon84 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Criminologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Cornelli Roberto.