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Mowgli, cresce e fa esperienze nella giungla, sotto lo sguardo attento della sua guida e amica
Bagheera, la pantera e di Baloo, l’orso. Antagonista di Mowgli è Shere Khan (re tigre) che simbolizza
l’ira e la vendetta. Nella giungla vigono regole che quasi tutti gli animali rispettano mostrando una
grande civiltà, molta più di quella che a volte ha l’uomo: le scimmie, il primato più simile all’uomo,
nella storia è simbolo di stupidità. Lo stesso villaggio degli uomini viene visto paradossalmente come
luogo di selvaggi e di dubbia moralità.
L’uomo, insieme alle scimmie e alla tigre Shere Khan, non rispetta le regole della giungla, che
consistono nell’equilibrio tra vivere e far viere.
«Questa è la legge della giungla, antica e vera come il cielo: e il lupo che l’osserva prospera, mentre il lupo
che l’infrange deve morire. Come la liana che avvolge il tronco dell’albero, la legge tutti ci cinge. Poiché la
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forza del branco è il lupo, e la forza del lupo è il branco».
Tutti i personaggi all’interno dei racconti costituiscono un elemento di crescita e di educazione per il
piccolo Mowgli. I suoi “genitori” – mamma e papà lupo – costituiscono un elemento di protezione,
tuttavia non si occupano direttamente dell’educazione del piccolo e del suo inserimento nella società.
Questo compito spetta proprio all’orso Baloo, austero e anche violento e alla pantera Bagheera.
«È arrivato nudo, di notte, solo e affamato, eppure non ha avuto paura. Guarda, ha già spinto da parte uno
dei miei piccoli. […] Se lo tengo? Certo che lo voglio tenere. Sta a cuccia, piccolo ranocchio, o Mowgli,
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poiché Mowgli, il Ranocchio, ti voglio chiamare».
Sebbene il rapporto tra Mowgli e il resto della giungla sia abbastanza pacifico, non tutti gli animali
hanno il coraggio di “guardarlo negli occhi” proprio perché è furbo, perché “è un uomo”. Gli altri
animali non “possono sostenere il suo sguardo”.
Il posto di Mowgli nel mondo non è del tutto chiaro: da una parte appartiene al mondo degli animali,
alla giungla. Dall’altra non può rinnegare la sua natura umana.
Kipling viene spesso associato al darwinismo e alla teoria dell’evoluzione in quanto nei racconti
esalta la lotta per l’esistenza. I valori che Kipling presenta sono “i valori dell’imperialismo britannico
nel bene e nel male. Lotta per l’esistenza, la difesa del progresso della civiltà contro la superstizione e
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l’uso della forza”. Tuttavia l’autore stesso non concorda con questa visione. In uno dei testi seguenti
de “Il libro della giungla”, Kipling racconta di una foca dal pelo bianco che cerca un posto che sia al
riparo dalla mano dell’uomo: in questa storia la foca sopravvive anche se è l’elemento debole della
storia.
Inoltre, anche se apparentemente non sembreresse, oltre la lotta per l’esistenza, Kipling esalta anche
sentimenti come l’amore, l’amicizia e il rispetto dell’altro che è tipico delle regole della giungla.
Il libro della giungla,
5 R. Kipling, Fanucci Editore, 2014
6 ibidem
7 http://www.scuolafilosofica.com/6007/il-libro-della-giungla-kipling
In tutte le storie, le femmine hanno un ruolo di protezione e difenderebbero la prole a tutti i costi;
tuttavia l’unico eroe presente nei racconti di Kipling è sempre un maschio che incarna valori
tipicamente maschili.
“Se la struttura dei racconti è piuttosto fiabesca, queste storie analizzano in realtà questioni complesse come
il rapporto tra uomo e natura, il conflitto tra il bene e il male, l’organizzazione della società, la questione del
colonialismo. Il libro della giungla è quindi una raccolta che diverte e rapisce il lettore grazie alle sue
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atmosfere lontane, ma soprattutto ancora oggi insegna e porta grandi e piccini a riflettere.”
Storicamente, le storie dei bambini selvaggi si stavano diffondendo. Come per esempio il ragazzo
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selvaggio di J. Itard , il quale provò ad educare un bambino che aveva trovato nella foresta, senza
tuttavia ottenere risultati molto positivi. Questo potrebbe trovare riscontro anche nell’idea di altri
studiosi secondo cui l’evoluzione ha delle “fasi”, oltre le quali per il bambino diventa difficile
apprendere: una volta passata una certa età sensitiva dello sviluppo infatti l’apprendimento non è più
lo stesso e non ha gli stessi esiti.
I racconti di Mowgli, vengono utilizzati nello scoutismo dai lupetti, gli scout più giovani, per volere
dello stesso Kipling: tutti i personaggi della storia incarnano una qualità o un difetto. Alcune frasi,
dette “parole maestre” vengono inoltre insegnate ai lupetti. Tra queste possiamo ricordare: «siamo
dello stesso sangue, fratellino, tu ed io» e «la legge della giungla è vecchia e vera come il cielo e chi
la rispetta vivrà lieto e prospero».
I libri della giunga sono “volumi pedagogici” in quanto invitano i giovani lettori ad accettare gli
obblighi che vengono imposti dalla società e i lati più spiacevoli dell’esistenza.
Anche il protagonista di “Kim” è un giovane ragazzo orfano e povero. Kim è un tipico romanzo
picaresco (dallo spagnolo picaro, furfante, briccone) ed è ambientato durante una grande guerra tra
Russia e Regno Unito, nel centro del continente Asiatico. Il lettore si ritrova immerso negli ambienti
dell’India, nelle sue strade, nelle sue case, seguendo il protagonista Kim. Il giovane diventa sempre
più consapevole del proprio ruolo all’interno del “grande gioco” e si ritroverà catapultato molto
velocemente nel mondo adulto, addirittura arrivando a fare l’agente segreto per i britannici.
Kim si trova diviso: il suo cuore appartiene ancora al mondo antico dell’India, tuttavia si trova ormai
bene nel proprio ruolo di suddito britannico.
Nell’opera Kipling è in grado di rappresentare la verità e le condizioni dell’India dell’epoca.
Kipling ha il merito di aver “aperto gli occhi agli inglesi sulla complicata realtà delle colonie,
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soprattutto dell’India, riportando le impressioni sulla vita dei coloni e specialmente dei nativi.”
Tuttavia il componimento “Il fardello dell'uomo bianco” espone l’idea secondo cui l’uomo bianco, in
particolare quello anglosassone che è eletta e superiore, avrebbe appunto il “fardello” di portare la
civilizzazione alle civiltà sottosviluppate. Kipling esalta il dovere e la responsabilità dell’uomo
bianco. La poesia è un vero e proprio incitamento per l’uomo bianco a sacrificare la propria vita al
fine di civilizzare il mondo “barbaro” ed è stata criticata perché ritenuta il simbolo dell’ipocrisia su
cui si basava il colonialismo. Figlio del proprio tempo, Kipling, nato in India, non voleva certo
risultare un ipocrita, anzi. Tutto quello che scrive, è basato su un sincero interesse per il progresso e
la civilizzazione, che oltretutto sa non essere raggiungibile pacificamente.
“Caricatevi del fardello dell'uomo bianco –
Delle atroci guerre del tempo di pace –
Colmate la bocca della Grande Fame,
8 http://fascinointellettuali.larionews.com/libro-della-giungla-viaggio-nellindia-rudyard-kipling/
9 Il ragazzo selvaggio dell'Aveyron, dei primi anni dell’800
Letteratura inglese, Volume 2,
10 L.M. Giusti, 2017
e arrestate i mortiferi morbi.
E quanto la meta più è vicina,
e quel fine benefico è quasi raggiunto,
guardate come Ignavia e pagana Follia
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Annullano ogni vostra speranza.”
Per quanto riguarda le critiche mosse nei suoi confronti risulterebbe ingiusto accusare Kipling di
darwinismo sociale in quanto gli eroi presenti nelle sue storie non mirano a celebrare l’Io individuale,
se stessi, ma mirano ad un fine superiore, mirano ad un bene collettivo: in questo si può rivedere la
sua idea della missione dell’uomo inglese che porta ai “barbari” la civiltà.
Nella raccolta poetica “Se” Kipling espone i comportamenti che l’essere umano dovrebbe assumere
per poter essere chiamato Uomo. La poesia ha una vera e propria natura pedagogica. Secondo
Kipling si diventa veramente Uomini quando si ha piena coscienza di sé e quando si è in grado di
stare a contatto con gli altri, mantenendo il contatto con se stessi e con i propri valori.
Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te la perdono, e te ne fanno colpa […]
Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone; […]
Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune - E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio - senza mai far parola della tua perdita. […]
Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù, […] 12
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa, - E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!
Nelle sue opere Kipling esalta gli eroi, le avventure eroiche, esalta il coraggio, la forza e simpatizza
con chi ce la mette tutta, con chi ha dei valori e li porta avanti fino alla fine.
I personaggi descritti da Kipling sanno perfettamente cosa vogliono: hanno in mente un obiettivo e
faranno di tutto per portarlo avanti, combatteranno fino alla fine per quello in cui credono e nessuno
potrà fermarli.
Poesie - Il fardello dell’uomo bianco,
11 R. Kipling, Newton Compton Editori, 2012
Se,
12 R. Kipling, 1910
Jules Verne
Jules Verne (8 febbraio 1828 – 24 marzo 1905), è stato uno scrittore francese. È considerato tra gli
autori più influenti di storie per ragazzi, e con i suoi romanzi scientifici è considerato uno dei padri
della moderna fantascienza: spinse il suo sguardo sempre più avanti unendo temi attuali dell’epoca a
tecnologie ancora inesplorate ed innovative.
Sebbene inizialmente i libri fossero considerati per ragazzi, nel tempo ottennero una posizione di
rilievo anche fra la popolazione adulta, attratta soprattutto dalle innovazioni scientifiche presentate e
per i ragionamenti futuristici.
È l’800, il secolo in cui si diffonde il mito delle innovazioni e delle scoperte e Verne è affascinato da
tutti questi cambiamenti.
L’autore guarda il mondo con gli occhi di un bambino, carichi di curiosità, e la mente di un uomo ben
istruito. È l’unione di queste due caratteristiche che lo spinge a scrivere storie che parlano di viaggi
sulla luna, di immersioni nel profondo dell’oceano o di discese all&r