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IV.GLI ESORDI DEL NOVECENTO

(1901-1914).

Andrea Zanzotto, nel tracciare un quadro della produzione letteraria dell’inizio del

novecento, rileva tre tendenze. Una prima tendenza è relativa a scrittori che solo

occasionalmente producono per bambini. Una seconda tendenza è quella di scrittori

che scrivono per i bambini in quanto tali, in quanto mondo a sé, non come piccoli

adulti: Pascoli, i Crepuscolari (da Moretti a Gozzano, Valeri), Palazzeschi, Folgore,

Govoni. Una terza tendenza riguarda una produzione letteraria innovativa che si

discosta da quella didascalica ed edificante, di buon esempio che permea l’Ottocento.

L’innovazione riguarda sia i contenuti che i moduli metrici, più liberamente costruiti sia

nel ritmo che nel lessico (Tofano). Il “Corriere dei Piccoli” contribuisce a tutto ciò.

Ma l’attenzione all’infanzia è dovuta anche ad un’esigenza di mercato, che porta da

una produzione letteraria non sempre di buon livello.

L’influenza del liberty si avverte anche nell’editoria, gli illustratori sanno cogliere

l’aspetto anche commerciale, di un rinnovamento nel campo dell’illustrazione e

nell’impostazione grafica dei libri per l’infanzia. Anche nei contenuti, che trascurano in

parte l’aspetto moralistico per dare spazio a quello fiabesco, classico e

contemporaneo, più adatto allo stile floreale. 20

2.La lettura a scuola.

2.1.Lingua e dialetti.

In coincidenza con l’emanazione dei nuovi programmi per la scuola primaria del 1905,

l’ostilità verso il dialetto si amplifica. La guerra ai dialetti si gioca soprattutto nelle

scuole, infatti i muovi programmi impongono attenzione massima alle correzioni degli

errori dialettali.

2.2.I libri scolastici.

I libro di lettura della scuola elementare restano, nella sostanza, ancora vincolati ai

parametri ottocenteschi, cioè finalizzati ad ammaestramenti morali, e ispirati la

modello del Cuore deamicisiano. Un modello che risolve ogni problema educativo nel

suscitare affetto e sentimentalismo, nella retorica del patetico. Per esempio nel

sillabario Per la via del sapere di Chiossi, nel brano Il soldatino c’è la sintesi di una vita

esemplare fatta di miseria, riscattata da un provvidenziale e incredibile altruismo.

Nell’opuscolo Gli appunti di Giannettino di Bergamaschini, nemmeno l’aritmetica viene

risparmiata dalla filosofia dell’orfanezza.

I valori che in positivo i libri di lettura impongono, sono quelli della tradizione

ottocentesca e risorgimentale: Dio, Patria e Famiglia.

3.Gli autori e le opere.

3.1.L’avventura missionaria di Ugo Mioni.

Nella produzione salgariana l’avventura rappresenta la voglia di evasione dalla realtà

quotidiana, ma allo stesso tempo rispecchia in parte anche la realtà stessa. Ugo Mioni

(1879-1935) cerca di incanalare la voglia di avventura salgariana all’interno di un

cattolicesimo conservatore. Infatti i nemici dell’eroe sono ebrei, monaci scismatici,

maomettani, mormoni, socialisti. Vede con diffidenza le università, i giudici

anticlericali, le manifestazioni del mondo moderno. Anche l’emigrazione è vista con

diffidenza.

3.2.Luigi Motta:sui sentieri di altre avventure.

L’opera di Motta non è sbilanciata sul piano confessionale come quella di Mioni, ma

poco innovativa e molto ripetitiva.

3.3.Giuseppe Ernesto Nuccio: i conti con la realtà.

La narrativa di tipo realistico (1874-1933) di Nuccio è attento all’evoluzione dei tempi;

ai cambiamenti di regime, alle esigenze degli adulti educatori: i riferimenti a Capuana,

a Verga e al naturalismo sono circoscritti a una parte ristretta della sua produzione; in

altre innumerevoli produzioni cade nella didascalia consueta dell’educatore:

didattismo, moralismo, asservimento del racconto alle ragioni della Realpolitik. Ma

proprio il verismo e l’impegno a non edulcorare la realtà portano Nuccio sulla strada di

un consenso acritico alle istituzioni e alle “autorità costituite”, da Crispi a Mussolini. Un

21

atteggiamento, questo, comune a molti scrittori dell’infanzia anche, spesso, per la loro

professione di insegnanti elementari e scrittori per bambini.

I notissimi “Racconti della Conca d’Oro”, pubblicati per la prima volta sul “Giornalino

della Domenica” di Vamba, il realismo non è mai esasperato, ma crudo. La gioventù

sbandata rinuncia all’istruzione per lasciarsi catturare dall’ideologia mafiosa. Pertanto

il verismo di Nuccio trovano una collocazione nell’ideologia fascista. Come fa ne “Il

richiamo dei fratelli” che apre con una dedica ad Edda Mussolini. La sfortunate vicende

dei suoi personaggi trovano compenso in tutte quelle misure di inquadramento

dell’infanzia che il regime fascista pone in essere. E anche il nazionalismo di Nuccio

prima maniera trova sbocco nella retorica fascista.

3.4.Enrico Novelli (Yambo): la coazione al racconto.

Enrico Novelli (1876-1943),con lo pseudonimo di Yambo, inizia la sua formazione

nell’ambiente teatrale. E una componente teatrale resta in tutto ciò che fa. Una

teatralità fantasiosa, vitale, allegra, a volte irriverente, ma anche facilona e spavalda.

La sua carriera di scrittore, disegnatore, giornalista, drammaturgo è fortemente

influenzata dalla sua professione. A quindici anni pubblica il primo romanzo di matrice

verniana, “Dalla Terra alle Stelle”, subito dopo scrive e illustra “Il Cavaliere nero” e

fonda e dirige “Il Marciapiede”, una rivista settimanale illustrata. Da quegli anni

pubblica un centinaio di libri tra cui “Le avventure di Ciuffettino” (1902), un numero

sconfinato di racconti e novelle, collabora a giornali e riviste “Fanfulla”, “Capitan

Fracassa”, “Il Mattino”, dirige il quotidiano di Firenze “La Nazione”, e dal 1927 al 1942

“Il Nuovo Giornale”, fonda un “Teatro dei Fantocci” che riscuote successi sia in Italia

che all’estero. Novelli ha scritto romanzi di avventure, storici, scritti umoristici, libretti

di divulgazione scientifica, racconti di fantascienza, scritti teatrali. La sua scrittura ha

sempre i caratteri dell’irruenza fantasiosa e, a volte, frettolosa, vitale, spavalda e , a

tratti, superficiale. Prende spunti da materiali di vari autori, Salgari, Poe, Verne. Sfocia

nel Futurismo. Mantiene un ritmo narrativo sostenuto ed enfatico (Capitan Fanfara); il

tono umoristico e scanzonato, anche goliardico rinuncia a qualsiasi morale o

ammaestramento conclusivi. Yambo scrive per il diletto del lettore.

3.5.I volteggi di Antonio Rubino.

Antonio Rubino (1880-1964), poeta, scrittore, illustratore del “Corriere dei Piccoli”, il

suo esordio avviene nel 1911 con Versi e Disegni. Il suo linguaggio è spesso ironico

anche se sensibile al crepuscolarismo. La linea è liberty, l’aspetto floreale, il futurismo,

il cubismo emergono dai suoi scritti, tutto ciò viene filtrato ai bambini. Ai bambini si

possono proporre prodotti di qualità artistica, opere d’arte, il segno e la scrittura

collaborano. La dignità del bambino lettore è un elemento centrale. Rubino cerca il

dialogo con il lettore, si avvicina al mondo del cinema, del teatro, che spesso

rappresenta il luogo in cui vengono oggettivati gli esiti della propria ricerca. Teatro 22

come suggestione globale, aspetto comune a tutti gli autori del tempo. L’aspetto

centrale è il ruolo dell’immagine. Il linguaggio di Rubino tende al grottesco,

all’imprevedibile, al bizzarro, al beffardo, contro ogni sistema, perché l’unico sistema

accettabile è quello di non seguirne sistematicamente nessuno.

Rubino proprio perché coinvolge il lettore, nelle sue fitte trame di immagini e parole,

condanna con ‘ironia e il grottesco ogni pretesa di morale assoluta. Nel corso della sua

carriera ha creato una cinquantina di personaggi, presentati nella tipica forma di sei

otto-tavole, concepiti e disegnati come fantocci, in sostituzione degli americani

balloons. È stato uno dei precursori nell'attività di disegnatore di storie per vignette in

Italia. Nel 1910, fa la sua prima apparizione il personaggio di Quadratino, tra i suoi

personaggi più celebri, l’ironia pungente di Rubino non risparmia nemmeno la scuola.

Nel primo dopoguerra Rubino pubblica Viperetta e Tic Tac, che diventano il compendio

di tutti i temi rubiniani Viperetta è una bambina capricciosa e viziata, degli omini la

prendono per i ricci e la portano sulla luna, qui avviene un percorso di formazione,

decide di tornare sulla Terra e impara la bellezza della natura, del creato, impara la

calma, poi cambia il suo nome in Violetta. La trovata è l’ambientazione fantastica, c’è

un clima surreale, i personaggi sembrano surreali,non personaggi e ambienti

pedagogicamente esemplari. In Viperetta si concentra quell’immaginario liberty che

ha costituito la primitiva fonte di Rubino.

In Tic Tac, il mondo rovesciato dei giocattoli che si rivoltano contro i maltrattamenti

subiti dai bambini, è ideale per le invenzioni di Rubino, giochi linguistici, parodie,

illustrazioni caricaturali e grottesche. La vocazione antiretorica di Rubino gli evita

anche nel periodo fascista eccessivi asservimenti. Negli utlimi anni del secondo

dopoguerra i personaggi di Rubino si muovono in un’ambientazione un po’ più

ottimistica, rispetto a quella degli inizi della carriera.

3.3.I crepuscolari dell’infanzia.

L’infanzia nei crepuscolare è presente in due forme: da una parte rappresenta la

dolceamara età trascorsa, la nostalgia per l’ingenuità e la spontaneità smarrite, di un

modo di vivere slegato dalla banale realtà adulta; da un’altra parte il bambino viene

preso come interlocutore riguardante una determinata realtà di fatto e destinatario di

letteratura, in prosa o in versi, specialistica.

Ricordo e ritorno all’infanzia attraverso la memoria della propria esperienza,

acquistano toni a volte patetici e nostalgici, per una fanciullezza dolorosamente

vissuta (Pascoli-Il Fanciullino); altre volte i toni sono malinconici ed esausti per una

serenità perduta e non più riconquistabile.

Sono sempre comunque il risvolto personale ed autobiografico di un disagio generale

legato alla crisi della cultura e dell’ideologia borghese avvertita agli inizi del secolo. 23

Importante è la rivoluzione del linguaggio poetico tradizionale effettuata dai

Crepuscolari nel primo decennio del secolo. Ai modi solenni e ricercati dell’Ottocento e

alla pomposa retorica dannunziana essi sostituiscono una linguaggio, spesso ironico e

nostalgico, teso a rappresentare la quotidianità delle piccole cose, lo spazio dell&r

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
59 pagine
38 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/02 Storia della pedagogia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lola878 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura per l'infanzia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Udine o del prof Boero Pino.