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11 ORENZO DE EDICI UBINI
e 115.
Cfr. R. F , Federico da Montefeltro e la Congiura dei Pazzi, cit., p.386; in questa
12 UBINI
spedizione fu determinante l’intervento del Duca urbinate, che «come capitano delle milizie
fiorentine condusse l’assedio, avendo quindi in premio il dono di un palazzo e della cittadinanza». 4
si rifiutò. Sempre nello stesso anno Lorenzo osteggiò l’impresa papale contro
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Niccolò Vitelli, che aveva eretto una «Signoria de facto» nella Città di Castello,
all’interno dello Stato Pontificio. Dopo questi due affronti consecutivi il papa
rinfacciò al Magnifico i privilegi e i favori da lui concessi, e lo privò della
Depositeria della Camera Apostolica, mentre i Pazzi divennero i maggiori tesorieri
delle Curia romana.
Possiamo includere tra le cause del complotto un terzo elemento, che riguarda la
nomina cardinalizia di Francesco Salviati a Firenze, dopo che nel 1474 era morto
Pietro Riario, che aveva ottenuto solo l’anno precedente la stessa carica
ecclesiastica. Anche i Medici, però, avevano puntato il cardinalato fiorentino,
poiché cercavano di imporre la propria egemonia anche attraverso il controllo delle
sedi arcivescovili di Pisa e, in primis, di Firenze. Pisa era molto importante perché
rappresentava l’anticamera per la scalata a Firenze, ma ciò «che più disturbava
[Lorenzo…] era che tutta Firenze sapeva che Francesco Salviati era imparentato con
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i Pazzi, […] in particolare la madre di messer Jacopo era una delle zie di Salviati» .
Dunque anche in questa contesa per le cariche ecclesiastiche entrò in mezzo la
famiglia dei Pazzi che, per opporsi ai Medici, finanziò la candidatura di Francesco
Salviati, la cui elezione per Lorenzo «costituiva una duplice sfida al suo potere: da
una parte andava a rafforzare l’opposizione interna, aumentando il prestigio dei
Pazzi, dall’altra ostacolava l’ambizioso progetto di un cardinale fiorentino
15
appartenente alla famiglia Medici» .
Nel 1474 si delineò un nuovo elemento di frattura tra i già precari rapporti intercorsi
fra Sisto IV e Lorenzo, infatti, in quell’anno morì Filippo dei Medici, l’arcivescovo
di Pisa. Questa morte improvvisa creò un nuovo momento di crisi, poiché Lorenzo
in un primo momento impedì al Salviati di concorrere all’arcivescovato. In questo
caso intervenne nuovamente Sisto IV che, per ottenere la nomina di Salviati, nel
1475 siglò un accordo segreto con il Magnifico, in cui si confermò la promessa
della nomina di un cardinale della famiglia Medici a Firenze.
T. D , La congiura dei Pazzi: i documenti del conflitto fra Lorenzo de' Medi ci e Sisto IV,
13 ANIELS
cit., p. 15.
L. M , La congiura dei pazzi, cit., p. 105.
14 ARTINES
T. DANIELS, La congiura dei Pazzi: i documenti del conflitto fra Lorenzo de' Medi ci e Sisto
15
IV, cit., p. 18. 5
Questi sono gli antefatti principali che hanno preceduto la congiura dei Pazzi, i
quali strinsero patti cospirativi con il Salviati, il Papa e «Federico da Montefeltro,
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che si era visto rifiutare il rinnovo della condotta di Firenze» . Uno spazio
importante all’interno della congiura lo ebbe proprio il Duca di Urbino, che fu
sempre molto vicino al papa e la dinastia aragonese di Napoli. Tale inclusione nei
piani complottistici ostili ai Medici è stata, però, sempre censurata, a causa di un
cambiamento di alleanze che avvenne intorno al 1487:
Alludiamo alla successiva pacificazione e stretta alleanza della casa dei
Montefeltro con quella dei Medici, nella comune attinenza con la dinastia
aragonese di Napoli, la cui crisi e caduta fu poi […] motivo di caduta e crisi
anche delle prime due. Occorreva per questo cancellare […] dalla memoria
storica la parte avuta da Federico nell’attacco portato congiuntamente da Sisto
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IV e re Ferrante contro il Regime mediceo di Firenze.
Altri due episodi più marginali finirono per incrinare definitivamente i rapporti tra i
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Pazzi e i Medici : nel giugno del 1476 l’esclusiva della banca medicea sul
monopolio papale dell’allume venne trasferito alla compagnia romana di Guglielmo
e Giovanni dei Pazzi. Nove mesi dopo, nel marzo 1477, Lorenzo vendicò l’oltraggio
subìto: fece passare una Legge che privava le figlie del diritto di ereditare grandi
patrimoni se non avevano fratelli. Questa norma venne fatta passare per sabotare
proprio gli acerrimi nemici: infatti privava dei diritti ereditari la moglie di Giovanni
dei Pazzi, Beatrice Borromeo.
Personaggio fondamentale per la riuscita del complotto fu il giovanissimo Raffaele
19
Sansoni Riario, nipote di Girolamo Riario , che al tempo dei fatti era studente di
diritto canonico presso l’Ateneo pisano. Nell’impossibilità di eleggere Francesco
Salviati cardinale di Firenze, Sisto IV optò per il diciassettenne Raffaele, che
conseguì, nel 1478, anche la nomina di Legato pontificio in Umbria. Proprio
durante la visita ufficiale del Riario a Firenze «i congiurati riuscirono ad entrare in
Ivi, p. 19.
16 R. F , Federico da Montefeltro e la Congiura dei Pazzi, cit., p.369.
17 UBINI
L. M , La congiura dei pazzi, cit., p. 111.
18 ARTINES
Girolamo Riario, capo secolare dello Stato della Chiesa, e il Salviati si allearono contro il
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Magnifico. Girolamo aveva varie ragioni per opporsi ai Medici: nel 1477 era entrato in conflitto
con la famiglia fiorentina a causa della ribellione con Perugia e, successivamente, delle mire
espansionistiche da lui nutrite su Faenza; (T. D , La congiura dei pazzi, cit., p. 19). Cfr. L.
ANIELS
M , La congiura dei Pazzi, cit., p.10.
ARTINES 6
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città, non potendo venir loro negato l’accesso» . Nel 1478 ci furono ben due tentati
omicidi nei confronti del Magnifico; il 30 Marzo Raffaele Sansoni, all’oscuro di
tutto, venne invitato dai Medici nella loro villa a Fiesole, dove l’assassinio fu
progettato ma non eseguito a causa dell’assenza di Giuliano.
Il 26 Aprile, data storica della congiura, un gruppo di uomini armati intendeva
rovesciare Lorenzo dei Medici, grande magnate che si trovava ufficiosamente al
comando del governo repubblicano fiorentino, che molti ritenevano vicino a
diventare una moderna tirannia. Il luogo designato per il brutale complotto
inizialmente non fu la cattedrale di Santa Maria del Fiore, infatti i congiurati
avrebbero commesso il duplice assassinio durante il pranzo che si sarebbe tenuto
subito dopo la messa, presso Palazzo Medici, dove sicuramente Giuliano non
sarebbe mancato. Ma quando tutto fu pronto, poco prima che si celebrasse la santa
messa, i congiurati vennero a sapere che Giuliano non avrebbe pranzato insieme a
loro. Questa notizia comportò un cambiamento di programma repentino: il duplice
assassinio sarebbe stato compiuto all’interno della cattedrale, nel momento
dell’eucarestia. Questo inconveniente implicò un mutamento di non poco conto che
spinse Montesecco, il sicario prescelto dai congiurati, a tirarsi indietro, rifiutandosi
di spargere sangue su suolo consacrato. Al suo posto furono ingaggiati due preti:
Quando finalmente entrarono in chiesa, le autorità e gli ospiti si separarono in
vari gruppi. Finalmente iniziò la messa e a quel punto […] Francesco dei Pazzi
e Bernardo Baroncelli, visto che Giuliano, indisposto, non era in chiesa,
tornarono a Palazzo Medici e riuscirono a convincerlo a seguirli alla messa.
Durante il tragitto della cattedrale, allo scopo di accertarsi se indossava qualche
corazza nascosta, lo toccarono scherzosamente e uno di loro addirittura lo
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abbracciò con fare giocoso.
Il primo colpo fu sferrato proprio su Giuliano dei Medici da Bernardo Bandini
Baroncelli; subito dopo di lui si accanì sul corpo già ferito Francesco dei Pazzi, che
nella mischia ricevette anch’egli una ferità alla gamba. Mentre il corpo di Giuliano
giaceva sul pavimento della cattedrale, i due preti Antionio Maffei da Volterra e
Stefano da Bagnone cercarono di aggredire Lorenzo, che diversamente dal fratello
riuscì a scappare dalle grinfie degli assassini, ricevendo solo una lieve ferita al
collo. La confusione che si venne a creare dentro la chiesa favorì la fuga dei
Ivi, p. 20.
20 L. M , La congiura dei Pazzi, cit., p. 119.
21 ARTINES 7
congiurati, che riuscirono a scappare e tentarono di insorgere e prendere il comando
della città. Le ore che seguirono l’attentato ai Medici destabilizzarono tutti gli
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assetti cittadini: ebbe inizio «la parte pubblica del piano» .
Jacopo dei Pazzi, il capo famiglia, guidò cinquanta dei suoi uomini nella piazza
della Signoria, con l’intento di occupare il Palazzo e di incitare i cittadini alla rivolta
contro i Medici. Ma quando arrivò alle sue porte non riuscì né ad occuparlo né a
liberare l’arcivescovo Salviati e gli altri congiurati che erano stati catturati; piano
piano i difensori dei Medici cominciarono a cercare vendetta e vennero chiamati gli
«Otto», i funzionari preposti alla lotta contro i crimini politici. Quest’ultimi
iniziarono a “interrogare” coloro che erano stati imprigionati dentro il Palazzo, in
primis Francesco Salviati, Jacopo Bracciolini e il ferito Francesco de’ Pazzi. Tutti e
tre quella stessa notte furono brutalmente uccisi e i loro cadaveri vennero esposti in
pubblico: la Signoria e gli Otto avevano stabilito di mostrare al pubblico i cadaveri
dei congiurati in una postura umiliante, per offrire un’immediata dimostrazione di
giustizia. Nella notte del 26 Aprile a Firenze fu eseguita una vera e propria
mattanza, furono uccisi tutti quelli che vennero sospettati anche solo di essere stati a
conoscenza del complotto, e i loro corpi esposti in piazza furono oltraggiati
selvaggiamente: le membra dei cadaveri furono spezzate e portate in giro per tutta la
città.
2. Stampa e propaganda politica nell’Italia del Quattrocento
Nel periodo in cui fu allestito e compiuto il complotto contro i Medici, che vide
coinvolti i personaggi politici e ecclesiastici più importanti di tutta Italia, uno
strumento innovativo, ovvero la stampa a carattere mobili, fu utilizzato come mezzo
di propaganda e difesa, sia dalla parte degli accusatori che da quella degli accusati.
Prima di elencare i maggiori incunaboli che contribuirono alla Damnatio memoriae
dei Pazzi e alla difesa contro la bolla di scomunica indetta da Sisto IV, bisogna
Ivi, p. 124.
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comprendere come si è evoluto il mezzo propagandistico del libro stampato,
soprattutto nella penisola italiana dove l’innovazione tedesca non subito fu
apprezzata da tutti gli Stati.
La Chiesa, ad esempio, la demonizz