vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Pistoletto, la Cittadellarte , è l'unico caso noto in cui la trasmissione del savoir faire del maestro
trova, nell'istituto giuridico della fondazione e nei programmi, l'espressione di un gesto artistico.
La qualità della formazione sia pubblica, ma in particolar modo privata, delle scuole di design e
moda è molto apprezzata nel settore di riferimento; il più delle volte la preparazione viene
completata dal lavoro effettuato presso gli atelier. Invece, la formazione all'arte avviene in scuole o
Accademie delle Belle Arti che non creano una reputazione particolare, né prevedono esperienze
2 Filippo Fabbrica, Cittadellarte-Fondazione Pistoletto, TafterJournal, 31 gennaio 2011,
http://www.tafterjournal.it/2011/01/04/cittadellarte-fondazione-pistoletto/ 3
presso gli studi di artisti affermati. In particolar modo in Italia, lo studente si ritrova abbandonato
dal sistema pubblico scolastico, che la maggior parte delle volte non è in grado di ricreare
l'ambiente adatto alla produzione di creatività.
A differenza di quanto accade nel mondo dell'arte, dove una volta scomparso l'artista, egli può
continuare ad occupare quote di mercato importanti, nel caso del fashion design il bisogno di
rinnovare il marchio è fondamentale. Il ritmo delle stagioni di moda obbliga incessantemente la
produzione e genera un flusso di creatività contino.
Infine, mentre nel campo della moda la nuova generazione sfrutta la reputazione e le strutture
organizzative precedenti, nel campo dell'arte ogni generazione ricomincia da zero. Non solo, molto
spesso i talenti emergenti trovano forti barriere all'entrata, e all'interno del settore prevale la logica
della non cumulatività e i costi relazionali e di transizione sono crescenti.
Un connubio annunciato: l’arte nella moda
Dopo aver spiegato le differenze tra i due sistemi di successione generazionale e di creazione di
nuovi talenti, risulta opportuno introdurre le ragioni per cui questi due settori abbiano creato, in
questi ultimi anni, un connubio così pregnante.
In un primo momento il mondo della moda si è avvicinato a quello dell'arte contemporanea per
trovare nuove ispirazioni. Si pensi alla collezione del 1965 realizzata da Yves Saint Laurent che si
3
ispirava alle opere di Piet Mondrian , la stessa casa di moda si è ispirata anche ai dipinti di Picasso e
4
di Van Gogh, oppure all'ispirazione trovata da Raf Simons nei primi disegni di Andy Warhol ,
raffiguranti schizzi di scarpe, che stampati sopra gli accessori o agli abiti di Christian Dior hanno
dato vita alla collezione Autunno-Inverno 2014. Ci sono altri casi in cui le maison hanno
incorporato l'arte sui capi di abbigliamento, coinvolgendo direttamente gli artisti nella creazione di
particolari collezioni, si pensi alla collaborazione tra la stilista Elsa Schiapparelli con l'artista
surrealista Salvador Dalì che tanto fece infuriare Coco Chanel da farle dire “La moda non è arte,
5
deve morire e morire presto perché viva il commercio” , oppure alla cooperazione pluriennale tra
Marc Jacobs, direttore artistico di Louis Vuitton, e il celeberrimo artista contemporaneo Takashi
3 Antonella Matragna, Yves Saint Laurent, il genio non raccontato, Com.Unita, 28 marzo 2014,
http://canisciolti.com.unita.it/cinema/2014/03/28/yves-saint-laurent-il-genio-non-raccontato/
4 Alessia Peraldo Eusebias, Dior, accessori d’artista tra moda e Pop Art, Kalapanta, 13 ottobre 2013,
http://www.kalapanta.it/2013/10/13/dior-accessori-dartista-tra-moda-e-pop-art/
5 Daniela Fedi, Non solo abiti: l’arte nella moda è diventata un vero affare, Il Giornale, 19 febbraio 2014,
http://www.ilgiornale.it/news/non-solo-abiti-larte-nella-moda-diventata-vero-affare-993667.html
6
Murakami . Mentre l’artista londinese, appartenente al gruppo degli Young British Artists che
espose la sua più famosa opera Everyone I Have Ever Slept With 1963-1995 alla mostra Sensation
nel 1997, Tracey Emin è stata coinvolta nella progettazione di una borsa per Longchamp nel 2004.
In molti casi, le maison hanno instaurato un rapporto filantropico con l'arte, creando fondazioni,
premi e relazioni durature. Nel panorama italiano molte storiche aziende di moda hanno dato vita ad
iniziative volte a valorizzare le nuove realtà artistiche contemporanee, attraverso mostre, collezioni,
allestimenti di spazi espositivi permanenti e temporanei, sponsorizzazioni e attività di ricerca.
Esplorando le diverse possibilità creative dell'incontro tra arte e moda sono nate solide e
continuative collaborazioni, che non hanno coinvolto unicamente gli artisti già affermati ma spesso
anche i talenti emergenti.
Grazie alla lungimirante visione della maggior parte della aziende italiane, sono nate numerose
fondazioni dedicate al sostegno e alla diffusione dell'arte contemporanea. Inoltre, molte maison
hanno cominciato negli anni a valorizzare il proprio lavoro e la propria storia, allestendo veri e
propri musei, si pensi al museo pioniere di Ferragamo, inaugurato nel 1995, o alla Fondazione
Benetton, che dal 1987, accanto a mostre ed eventi, avvalendosi di comitati scientifici composti da
esperti e studiosi di fama internazionale, porta avanti l'attività di ricerca e studio, ormai consolidata.
Si sono poi verificati casi estremi, non si può dimenticare la minore delle sorelle Fendi, che nel
2001 vende il marchio, per inseguire la sua grande passione: l'arte. Si dedica alla Fondazione Alda
Fendi Esperimenti che senza fini di lucro ha una missione assoluta: rendere la fruizione dell'arte
7
libera e aperta a tutti .
Quindi, mentre in un primo momento la commistione tra arte e moda era guardata con sospetto
anche da chi non aveva problemi di rivalità professionale, anche perché non produceva un grande
business, oggi si verifica la situazione opposta. Ogni tipo di investimento in campo artistico diventa
estremamente redditizio sia sotto il profilo dell'immagine del marchio e dell'azienda, sia per quanto
riguarda gli stimoli creativi. Si prenda il caso esemplare della Fondazione Prada, nata dalla grande
passione condivisa dai coniugi Bertelli e diventata nel corso degli anni un centro di profitto, voce
8
attiva nel bilancio dell'azienda, pur non producendo guadagni materiali .
6 Davide Mariani, L’arte nella moda vs la moda nell’arte, Unconvetional Project, 11 ottobre 2012,
http://www.unconventionalproject.com/online/lang/en-us/larte-nella-moda-vs-la-moda-nellarte-2
7 Francesca Motta, Alda Fendi: “La moda mercifica l’arte, è vero, ma non facciamo di ogni erba un fascio”, Il
Sole24ore, 13 giugno 2011,
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-06-13/alda-fendi-moda-mercifica-083917.shtml?
uuid=AaSO8OfD
8 Nicola Davide Angerame, A cena da Miuccia, Artribune, 11 settembre 2012,
http://www.artribune.com/2012/09/a-cena-da-miuccia/ 5
Se utilizzato nella giusta dose e maniera, senza forzature, il connubio tra arte e moda può essere
considerata un'operazione intelligente di marketing e creatività.
La moda nell’arte
Si assiste, anche se più raramente, al processo contrario in cui è l’arte a trarre ispirazione dal mondo
della moda. Una delle artiste che utilizza più di frequente i richiami della moda nella sua arte è la
genovese Vanessa Beecroft. Una delle sue più celebre performance si è tenuta al Guggenheim
9
Museum di New York dove cinquanta modelle disposte a triangolo agli occhi degli spettatori,
rimasero immobili per lungo tempo con solo addosso biancheria e le scarpe della collezione Gucci,
che era lo sponsor dell’iniziativa. Le intenzioni della Beecroft non sono certamente legate
unicamente alla sponsorizzazione del marchio, ma cerca di affrontare questioni legate alle politiche
identitarie e a temi quali l’anoressia e la bulimia, di cui il sistema della moda è spesso ritenuto
responsabile, per la fisicità perfetta continuamente promossa e ricercata.
I confini tra arte e moda vengono spesso infranti anche da Francesco Vezzoli. Nelle performance e
video mette in evidenza il ruolo ricoperto delle star nell’attualità. In occasione del trentesimo
anniversario del Museum of Contemporary Art di Los Angeles mise in scena la performance Ballets
10
Russes Italian Style con la cantante pop Lady Gaga. Intervennero molti rappresentati del mondo
dell’arte contemporanea tra cui Damien Hirst, che disegnò il pianoforte di Lady Gaga e l’architetto
Frank Gehry, che progettò il cappello. Gli abiti di scena, sia degli artisti sia dei ballerini, furono
realizzati da Prada. Questa performance si presentava come un conglomerato di arte, musica, danza
e moda, e il progetto ruotava intorno alla reinterpretazione dei balletti russi in chiave italiana.
Secondo l’artista la moda come l’arte è divenuta una delle componenti della sfera degli stili di vita.
Attraverso i cinque casi studio che seguono, si è cercato di scoprire come nel panorama attuale le
case di moda (Chanel, Furla, MaxMara, Ermenegildo Zegna e Hèrmes) influenzino e siano
influenzate dal mondo dell’arte.
1. Chanel
9 Anon., Vanessa Beecroft, Vogue.it, 16 febbraio 2010,
http://www.vogue.it/people-are-talking-about/focus-on/2010/02/vanessa-beecroft
10 Amelia Earhart, Ballets Russes, MuseMagazine, 2010, http://www.musemagazine.it/it/features/ballets-
russes.html
Per delineare questa relazione tra moda e arte è necessario partire da un modello, che non può
essere meglio rappresentato dalla maison Chanel, che da sempre ha intrattenuto un forte legame con
il mondo dell'arte, nei più svariati ambiti.
Malraux considera Coco Chanel uno dei tre personaggi più influenti del Novecento, insieme a
11
Charles De Gaulle e Pablo Picasso . Il paragone con un artista di questo calibro, capace di aver
trasformato la concezione dell'arte, permette di capire quanto la filosofia di Gabrielle Bonheur
Chanel non abbia solo trasformato stili e gusti, ma il modo di guardare e definire il bello.
Coco Chanel, icona di eleganza e di stile, capace di influenzare i costumi di diverse società e
generazioni, è considerata oggi al pari di un qualsiasi artista per questo motivo le vengono dedicate
diverse mostre in tutto il mondo. L'importanza della compenetrazione di questi due mondi era a lei
nota. 12
La mostra Coco Chanel: un nuovo ritratto dipinto da Marion Pike. Parigi 1967-1971 , terminata a
Palazzo Morando il 2 marzo 2014, raccoglieva dipinti, abiti, fotografie e documenti per indagare su
una profonda relazione di amicizia tra la pittrice Marion Pike e Chanel, che ebbe grandi
conseguenze storico-artistiche. Ad accomunare le due donne non era soltanto una sensibilità
affettiva ma anche estetica. La nascita di questo legame profondo, determinò un connubio tra arte e
moda, che si rilevò già