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Quando Brandi prende il timone dell’azienda, nel 1970, il prodotto ha raggiunto la sua
piena maturità nel suo ciclo di vita (si veda la Figura 1) , in quanto, la concorrenza si è ormai
inasprita. “Ciclo di vita di un prodotto”
Figura 1:
Per scrollarsi di dosso i concorrenti, Brandi sceglie di introdurre per la prima volta il
design nella pelletteria, oltre che a produrre nuovi oggetti completamente diversi dal solito,
conquistando così nuovi spazi nel mercato. La strategia competitiva adottata è quella della
differenziazione, al fine di creare una posizione redditizia e protetta contro le forze della
Tale strategia è stata perseguita attraverso l’orientamento
concorrenza. allo sviluppo del prodotto,
concretatosi, appunto, nell’introduzione di un nuovo prodotto sul mercato (si veda la Figura 2):
“Gabrielli conquista nuovi spazi di mercato. Da Tolentino arrivano, per esempio, il borsetto da
uomo e le valigie con i manici di legno”. 3
“Matrice delle strategie competitive”
Figura 2: Prodotto
Esistente Nuovo
PENETRAZIONE SVILUPPO DEL
Esistente DEL MERCATO PRODOTTO
Mercato SVILUPPO DEL DIVERSIFICAZIONE
Nuovo MERCATO –
Marketing differenziato: ci si rivolge ad un gran numero di segmenti consistenti al loro
– mediante la selezione di altrettanti mix d’offerta: ciò accade
interno, ma dissimili tra di loro
quando si opera su tutto il mercato differenziando l’offerta rispetto a quella della concorrenza (cioè
proponendo delle differenze rilevanti e gradite ai consumatori di ciascun segmento) (si veda la
Figura 3). “Matrice delle strategie di marketing”
Figura 3: Grado di differenziazione dell’offerta
Basso Alto
Tutto il mercato MARKETING MARKETING
INDIFFERENZIATO
Mercato obiettivo DIFFERENZIATO
Un segmento MARKETING MARKETING DI
CONCENTRATO NICCHIA
3. Analisi delle risorse umane
Per quanto riguarda la gestione delle risorse umane, va tenuto in considerazione che
buona parte dell’occupazione presso la Gabrielli, già nel dopoguerra, era femminile. Avendo
raggiunto lo status d’istituzione cittadina, le com’erano chiamate in paese le operaie
gabrielline,
della Gabrielli, erano diventate simbolo di una società che cambiava. Da una parte erano una
sicurezza per l’intero sistema economico tolentinate, dall’altra erano molto ambite anche nella
ricerca matrimoniale.
Si può affermare che uno dei punti di forza sia all’interno del distretto industriale di
Tolentino sia all’interno della Gabrielli sia stata la specializzazione degli operai: sia il reclutamento
sia la formazione sono stati da sempre facilitati dai processi del già citato learning by doing e dal
“Dove
learning by seeing. larghe masse di persone si dedicano a uno stesso genere di attività, si
educano a vicenda. Ognuno, inoltre, trae vantaggio dalle idee dei suoi vicini, trovando stimolo nel
contatto con coloro che sono interessati come lui a fare nuovi esperimenti; e ogni invenzione
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riuscita, si tratti di una nuova macchina, di un nuovo procedimento, di un nuovo modo di
organizzare l’attività, ha probabilità, una volta lanciata, di diffondersi e di perfezionarsi”.
4. Regime di mercato
Il regime che si è venuto a creare in questo distretto industriale è quello della concorrenza
monopolistica: sebbene esistano molteplici produttori e consumatori e vi sia piena libertà di
ingresso sul mercato, il prodotto risulta differenziato in termini reali o percepiti. La concorrenza è
dovuta appunto alla molteplicità dei fornitori, mentre il monopolio è determinato da quel potere di
mercato che deriva dalla differenziazione del prodotto e che, a sua volta, crea un piccolo ambito
spaziale in cui l’impresa può regolare il proprio prezzo senza subire gli effetti dirompenti della
concorrenza di altri produttori. Non sussistono quindi barriere all’entrata: è possibile l’ingresso
anche con modeste risorse finanziarie e grazie al know-how spesso acquisito in un precedente
lavoro subordinato. La possibilità di esercitare un lavoro autonomo e di ottenere una migliore
remunerazione rispetto al salario percepito alle dipendenze costituiscono gli incentivi principali
all’entrata.
5. Tolentino oggi
Negli anni Novanta è iniziato, purtroppo, un periodo di crisi: “Non siamo più un’isola
ha affermato Gianfranco Granatini, responsabile della locale camera del lavoro. Un’isola
felice”,
industriale dove il progressivo spostamento verso la produzione mono settoriale incoraggiava la
quasi piena occupazione. Questa dichiarazione mette in luce che, nelle fasi iniziali di sviluppo,
l’atmosfera industriale di Tolentino e la sua localizzazione hanno svolto un ruolo fondamentale. Da
una parte, si è quindi verificato uno sviluppo locale caratterizzato dall’identificazione di quelle
“risorse tipiche della cittadina marchigiana e
e capacità nascoste, disperse o male utilizzate”,
dall’autovalorizzazione del territorio; dall’altra, è stata premiata la spinta iniziale collegata alla
localizzazione e, quindi, alla convergenza di diversi fattori produttivi in un punto dello spazio. Si è
ottenuto il massimo dall’atmosfera industriale presente, grazie alla quale si sono potute diffondere
informazioni e conoscenze con ovvi benefici per le imprese presenti. Tuttavia, a lungo andare,
proprio l’isolamento di Tolentino si è rivelato la causa di molte difficoltà operative per le imprese
che, in molti casi, devono intrattenere rapporti diretti con clienti italiani e stranieri.
Il distretto industriale di Tolentino ha tuttavia saputo assorbire l’attuale fase di incertezza
molto meglio di altri; volontà diffusa di molti imprenditori dei distretti industriali è quella di
contrastare l’aspra concorrenza di nuovi competitors (economia cinese), di realizzare un
upgrading operativo di nuovi prodotti, anche attraverso una maggiore innovazione sia di prodotto
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che di processo. La necessità di una sempre maggiore innovazione non è sentita ugualmente da tutti:
ancora una volta, forse, spetterà alla Gabrielli stimolare una nuova fase di crescita.
Un’altra realtà nata a Tolentino e che ancora oggi tiene alto il nome del distretto industriale
celebre nome dell’arredamento. La sua storia (era
marchigiano è quella della Poltrona Frau,
prevedibile) s’intreccia con quella della Gabrielli. Nata nel 1912 a Torino, l’azienda di Renzo Frau
si trova in vistose difficoltà finanziarie dopo aver conquistato una considerevole fama grazie
all’abilità imprenditoriale del suo fondatore. Uno dei suoi fornitori, con il quale Frau era
indebitato rileva l’attività: si tratta della Concerie del Chienti, appartenente a quel tempo al
gruppo Gabrielli.
Franco Moschini, uno dei tre generi di Clara Gabrielli, figlia unica di Nazareno, diventa
socio accomandatario della nuova Poltrona Frau, che decide di spostare la produzione a
Tolentino, un’area industriale in cui l’arredamento non rappresenta un’attività diffusa, ma
nota per essere un polo nazionale della pelle, principale materia prima per i prodotti Frau.
Quest’operazione sembra essere in linea con l’assunto secondo il quale “ciascuna attività della
catena del valore di un’impresa ha specifiche necessità e queste necessità possono essere soddisfatte
da diversi tipi di localizzazione geografica”, tenendo anche conto che la sede legale di Frau è
rimasta a Torino.
Dopo il “trasloco” a Tolentino, Poltrona Frau ha gradualmente diversificato la
produzione con due controllate: la Frau Avio, che costruisce poltrone per aeroplani ed elicotteri, e
la Frau Car, specializzata nella fornitura degli interni per automobili.
Questi nuovi settori hanno richiesto un dispendio di tempo e risorse finanziarie sotto il
profilo della Ricerca & Sviluppo, per via di caratteristiche specifiche dei prodotti forniti. Lo stesso
Moschini afferma: “ Le nostre poltrone da elicottero e aereo, per esempio, sono realizzate con una
pelle trattata in maniera particolare per ridurre al minimo il peso e il rischio di infiammabilità”.
Quanto all’attuale situazione della Gabrielli, si può dire che si tratti di una fase di stallo,
con buone opportunità di rinascita. Il marchio è stato rilevato qualche anno fa da NG Diaries, di
proprietà della Lediberg, secondo il cui amministratore delegato, Maurizio Castelli: “Il marchio è
conosciuto anche in Cina e in Giappone. E a Tolentino abbiamo il know-how e le risorse umane per
nuovi prodotti di alto livello”.
lo sviluppo di 6
6. Analisi SWOT
Si può a questo punto tracciare un profilo che metta in evidenza punti di forza e debolezza
(interni) ed opportunità e minacce (legate all’ambiente esterno), attraverso l’analisi SWOT.
Tra i punti di forza (STRENGTH) vanno annoverati:
la produttività. Sarebbe meglio dire: velocità. La capacità di reazione di questo distretto
– –
industriale di fronte alle mode, ma anche di fronte ai diritti e ai rovesci del mercato è
sempre stata straordinaria. Fa parte della stessa storia della Gabrielli, dalla quale tutto è nato;
l’occupazione. La quasi piena occupazione di una volta, è, oggi, solo un ricordo: ci sono
1.400 persone iscritte nelle liste di mobilità. Ma l'occupazione è un plus di Tolentino per
l'esperienza pellettiera dei lavoratori locali e anche per la loro disponibilità a lavorare duro,
quando ce n'è bisogno;
l’internazionalizzazione. I prodotti della pelletteria tolentinate vanno in giro per il mondo:
quasi tutti i grandi marchi del lusso producono (o hanno prodotto) qui le loro linee di
pelletteria. Rovescio della medaglia: sul mercato scarseggiano i marchi di aziende locali;
specializzazioni elevate del settore manifatturiero nei settori tessile, pelle, cuoio, editoria e
arredamento; di Tolentino dall’esterno attraverso la superstrada “val di
buona accessibilità viaria
Chienti”.
Le opportunità (OPPORTUNITIES) sono:
favorire l’internazionalizzazione della produzione attraverso informazione, assistenza
tecnica, partecipazione delle aziende a iniziative promozionali;
perseguire la semplificazione amministrativa;
realizzare una piattaforma logistica a Tolentino per favorire la commercializzazione dei
prodotti;
migliorare la qualità insediativa della zona produttiva: dare valore aggiunto alle attività
insediate.
Tra i punti di debolezza (WEAKNESS), devono essere richiamati, soprattutto oggi:
la riduzione delle produzioni, accompagnata da tensioni sindacal