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L'ETICA DIMOSTRATA CON METODO GEOMETRICO
latino che esce postuma nel 1667 quando Spinoza era morto da pochimesi)Mito dell'ordine, del modello geometrico applicato alla filosofia e Spinozane è esponente massimo. È un altro genere filosofico come lo furono leMeditazioni. Costruito sul modello assiomatico-deduttivo con gli elementieuclidei alla base. Divisa in 5 parti con definizioni, assiomi e teoremisecondo una concatenazione logica classica del metodo geometrico.Egli vuole realizzare una filosofia dimostrativa e formale, priva dipresupposti.Qual è l'intuizione dietro questo dispiegamento logico? La genesidell'opera rimane come spesso accade nascosta, tuttavia vuoleesprimere una nuova concezione del mondo, un'intuizione che lui ebbe.* Cartesio nell'appendice alle seconde risposte viene sollecitato a fornireun ordine interpretativo che secondo lui può essere espresso solo inmodo analitico (per la scoperta della verità),
quello sintetico per lui non il più adatto a persuadere il lettore, soprattutto per la metafisica dove le prime definizioni da cui si parte non sono chiare immediatamente e bisogna fare tutto un lavoro di liberazione dai pregiudizi, quello che lui fece.
L'Etica invece è scritta secondo il metodo (degli elementi di sintetico Euclide). C'è tra loro una profonda differenza di approccio. Spinoza è un cartesiano ma non pedissequo, è erede ma critico e originale. Usa i suoi concetti ma modificandoli, alcuni dicono che Spinoza abbia portato a coerenza i concetti che Cartesio non portò non perché non sapesse o volesse ma per non correre guai. Questa idea è frutto di una campagna discreditante contro Cartesio promossa da Leibniz, che usò Spinoza per affondare Cartesio. Questa lettura ha determinato con successo tutta la storiografia dell'800 in poi. È vero che Spinoza trasse delle conseguenze da alcune premesse di Cartesio.
ma è altrettanto vero che ne eliminò e scartò molte altre. È un'opera "Il trattato dell'emendazione dell'intelletto" incompiuta non pubblicata di risposta all'epoca, è il suo discorso sul metodo. Il trattato a un certo punto si interrompe quando egli coglie La prima parte dell'etica infatti parte con Dio, non l'idea vera: Dio. con il cogito come in Cartesio. il cogito di Spinoza appare quasi accidentalmente nella seconda parte. Spinoza non perde mai l'aspetto finito della mente e della coscienza, poi trova ancoraggio in Dio come garanzia divina ma l'uomo che conosce non perde mai il suo punto di vista. In Spinoza l'itinerario del dubbio non ha nessun rilievo, viene decentrato e relativizzato: "il vero è norma di sé e norma del falso", quando io accedo all'ottica del vero, all'idea vera, non ha più ragione di sussistere alcun dubbio. Per Spinoza il ritmodel pensiero rispecchia l'ordine causale del reale. Ovviamente usa linguaggio cartesiano: idea, mente, ma con significati totalmente diversi dati dalla che perdita del primato del cogito significa anche perdita del carattere coscienziale e intenzionale del pensiero. * Cartesio invece ha cercato la roccia su cui costruire edificio della scienza, il cogito fondazionale. Cartesio ritiene che la logica di Dio non è quella a cui ha accesso l'uomo. In Cartesio anche le evidenze chiare e distinte hanno bisogno della garanzia esterna. PRIMA PARTE - riassunto prima parte metafisica e ontologia dell'etica intitolata "Dio" Il di Spinoza è la Dio Sostanza, la totalità del reale (compreso l'IO). Per Cartesio nozione di un oggetto capace di consistere in se stesso e sussistere di per sé (la condizione necessaria per questa autonomia ontologica era data dall'autonomia sul piano concettuale: la pensabilità autonoma). Sulla base di questo avevaassegnato un attributo di sostanza allamente e un altro attributo di sostanza alla realtà. Spinoza coglie questo aspetto. C’è un’ unica Sostanza che può ed esistere di per sé essendo essere pensata autonomamente cioè Dio. La e cumula causa di se stessa, sostanza è infinita e in forza di questi tutti gli attributi caratteristici di Dio, attributi per Spinoza si identifica con la totalità del reale, compreso l’Io che in Cartesio invece conservava la sua finitezza e indipendenza. La sostanza di Spinoza ha un interno Finitezza causale: per cui dinamismo spirituale pone dentro di sé tutti le sue con una I modi terminazioni (i modi) causalità immanente. Sono modificazioni determinate di una proprietà, particolarizzazione dell’estensione o del pensiero. In Spinoza anche gli oggetti non sono più sostanze di per sé come in Cartesio, ma sono modificazioni, attributi dell’unica sostanza. Spinoza rompe
con la tradizione ebraico-cristiana, in generale dei monoteismi perché questo Dio non è più trascendente ma si è causa immanente, la sua identità si identifica con la natura, un'infinita produttività che non nasce da una progettualità. Spinoza paragona la produzione dei modi nella sostanza con la deduzione delle proprietà di un ente o figura geometrica. Questa produzione avviene necessariamente -> spinoziano: se per Spinoza il necessitarismo produzione delle cose, dei modi, di tutto ciò che esiste è assimilabile al modello deduttivo-geometrico fatto di assiomi, è chiaro che una produzione del genere è necessaria. Questo collima con l'assimilazione tra ordine causale e relazioni/implicazioni logiche (una delle idee di fondo dell'Etica). Egli rifiuta la concezione antropomorfica di Dio. Dio produce i modi per necessità e realizza in natura tutta la sua potenza senza nessuna infatti intenzionalità/progetto.non ha né intelletto né volontà. Spinoza rifiuta le caratteristiche personali che le religioni rivelate e le filosofie ad esse affini attribuivano a Dio. Questo lo porta a un attacco al finalismo e dà privilegio assoluto alla causa efficiente aristotelica (concezione propria del meccanicismo-determinismo). C'è la necessità di un'implicazione logica (punto che Leibniz criticherà: non aver distinto sufficientemente tra necessità causale e necessità logica). Per Spinoza la libertà, in senso metafisico, è agire secondo le leggi della propria natura, secondo la necessità di esse, senza coazioni dall'esterno. Dio, che coincide con il tutto della realtà, non ha coazioni dall'esterno per definizione e quindi è libero perché necessitato unicamente da una necessità interna data dalla legge della sua natura. Idea forte di legge di natura. Le leggi di natura.della fisica ad esempio, sono incorporate nell'idea stessa di estensione e sono costitutive del suoDio=natura. SECONDA PARTE Vuole focalizzarsi "La natura e l'origine della mente" sull'uomo in quanto tale, sulla sua vita, il sul suo agire, la sua condottanel mondo (ecco perché la chiama etica: persegue una finalità disaggezza pratica)la mente è qualcosa di finito, è un pezzetto di questa totalità✓* anche in Cartesio la mente è ma è imputabile a un soggetto infinitaprima persona, il pensiero è polarizzata verso l'io -> mente comecoscienza che ha un rapporto di intenzionalità, pensa sempre qualcosama è unpensiero privato e privilegiato, ognuno ha accesso immediato, direttoe certo solo su questo, non sul mondo direttamente e nemmeno sullealtre menti, aprendo così uno scarto dove si situa il dubbio. Infatti perammetternel'esistenza abbiamo dovuto ricorrere al testDel linguaggio. La visione spinoziana è diametralmente opposta anche se utilizza gli stessi termini, bisogna fare attenzione perché con lui assumono ruolo e significato diversi! Una mente può essere composta da tante altre menti.
Il mentale è una proprietà non solo dell'uomo ma anche dell'animale, in generale è coestensiva all'essere, essa registra tutto ciò che accade in un corpo.
Pagina 124 - ASSIOMI (enunciati che esprimono verità evidenti che hanno origine empirica nell'esperienza, esperienza che è indiscutibile)
- Proporzione: Il corpo è una modificazione dell'estensione, un modo che, essendo materia estesa, esprime in maniera determinata l'essenza di Dio -> Dio è sostanza unica che si manifesta con degli attributi che sono infiniti.
Tra gli attributi di Dio c'è il pensiero e l'estensione, nonostante Dio abbia infiniti attributi.
L'attribuzione poteva essere per le filosofie, teologie e religioni antiche che attribuivano l'attributo dell'immaterialità a Dio, in quanto riconoscevano solo alla materia il carattere della divisibilità che la rendeva soggetta al divenire e alla corruzione, carattere inconciliabile con l'idea di un Dio perfetto e infinito. Questa sfasatura/asimmetria infatti ha comportato molte critiche. La proporzione: L'uomo pensa. Il decentramento del pensiero: il cogito è riferito all'uomo, in Cartesio è il cogito che pensa! Non c'è solipsismo metodico quindi può riferirsi al riferito noi come soggetto alla generalità dell'esperienza degli uomini (assiomatico). Noi parliamo di pensiero ma non lo imputiamo a un soggetto personale, vale per l'uomo ma anche per Dio stesso. Il concetto di non percezione perché sinonimo di idea, passione (atti di pensiero cheCadono sotto la passività), Spinoza invece vuole sottolineare il carattere attivo della mente. Le distanze dalla concezione della passività cartesiana assumendo quella dell'azione. Gli atti mentali sono sempre indipendenti dall'esterno, produzione spontanea da parte della mente stessa. Spinoza inizialmente fa derivare l'idea dalla mente, idea come modificazione della mente, assunto conforme al senso comune e all'eredità di Cartesio. In seguito tuttavia si creerà una tensione perché le due nozioni verranno sovvertite, mente verrà costruita solo dopo.