Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 8
Storia della Paleontologia Pag. 1 Storia della Paleontologia Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 8.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Storia della Paleontologia Pag. 6
1 su 8
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

STORIA DELLA PALEONTOLOGIA

La Paleontologia

La paleontologia (=discorso sull‟ente antico), termine introdotto da Charles Lyell nel 1838, come

ogni scienza storica, ha come obiettivo la ricostruzione della successione degli avvenimenti del

passato. I fossili (= cose scavate), essendo le spoglie di organismi vissuti nel passato, rappresentano

le uniche testimonianze tangibili di quella che è stata la storia della vita sulla Terra. Questi resti

degli antichi abitanti del nostro pianeta punteggiano, con frequenza variabile e con discontinuità, le

lunghe sequenze di rocce sedimentarie degli ultimi tre miliardi e mezzo di anni e dimostrano che gli

organismi sono cambiati nel corso del tempo divenendo sempre più vari, numerosi e complessi.

sia la nascita del termine “fossile” che la successiva comprensione del suo significato,

Purtroppo

oggi tanto scontato, sono stati oggetto di una lunga controversia storica!

Cos’è un fossile?

Risalgono all‟antichità classica le prime testimonianze da parte di studiosi che tentarono di fornire

all‟esistenza

una spiegazione dei resti fossili. Si delinearono due correnti di pensiero principali che

ritenevano organica o inorganica la genesi dei fossili. Anassimandro (610-545 a.C.), Senofonte di

Colofone (VI/V secolo a.C.), Pitagora (571-496 a.C.), Erodoto (500-425 a.C.) propongono che i

fossili marini trovati nelle montagne fossero organismi vissuti nel mare e che le stesse rocce si

trovassero sott‟acqua ! Un concetto corretto e davvero importante tenuto conto che venne ripreso e

accettato (Teoria della genesi organica del fossile) soltanto secoli dopo. Aristotele (384-322 a.C.)

insieme al suo allievo Teofrasto (368-284 a.C.) ipotizzarono un fenomeno di generazione spontanea

alla base della formazione dei fossili, considerati come prodotti da "esalazioni secche" che

nascevano dalla terra stessa. Le idee aristoteliche trovarono numerosi seguaci e sostenitori nella

Teoria della genesi inorganica del fossile che venne abbandonata solo nel settecento.

“Oggetti pietrificati”

Non mancarono concezioni "fantastiche” su cosa fossero i fossili. Per Plinio il Vecchio (23-79 d.C.)

i denti di squalo erano lingue pietrificate cadute dal cielo durante un‟eclissi di luna. Egli li chiamava

“lingua di pietra”, e si chiameranno

glossopetra, così fino al XVII secolo. Le belemniti (molluschi

cefalopodi simili alle odierne seppie) erano considerate dardi di pietra! Gli echinodermi erano

spesso considerati semplici pietre venute con i fulmini o con la pioggia, ma Plinio vide in loro

“piccole tartarughe appena uscite dal guscio e trasformate in pietra” o “uova di serpente”. Dal cielo

si pensava venisse anche l‟ambra: urina indurita di lince, “succo di raggi di sole”, lacrime di uccelli

meleagridi o di Ninfe trasformate in pioppi che piangevano Fetente colpito dal fulmineo, ancora,

schiuma del mare o dei “vitelli marini” consolidata. Utilizzata in polvere, in olio, in confetti, in

amuleti, l‟ambra era utilizzata per le lacrime, per il cuore, per le malattie del cervello, per il fiato

di denti…

corto, per il mal

Le lenticchie di Giza

Nei blocchi di calcare che costituiscono le piramidi e la sfinge di Giza i fossili a forma di moneta

(nummuliti, organismi unicellulari da microscopici a centimetrici) venivano considerati come il

pasto di lenticchie degli schiavi egizi che lavoravano alle piramidi!

I corni d’ammone

devono il loro appellativo “corni d‟Ammone”(il dio egizio figurato sotto forma di

Le ammoniti

ariete) all‟arrotolamento del loro guscio. Esse erano utilizzate dai maghi per provocare visioni

durante il sonno. Nel medioevo erano interpretate come serpenti arrotolati, con la coda al centro e

privi di testa. Per perpetuare la leggenda, i commercianti di ammoniti le “restauravano”

ricostruendo loro la testa prima di metterle in vendita.

I ciclopi

Si può immaginare il terrore dei marinai Achei che 5000 anni fa all‟interno di una grotta ai piedi

dell‟Etna trovarono ossa di giganti aventi un cranio forato sulla fronte da un‟unica orbita

dall‟aspetto sinistro…Nel V secolo a.C. anche lo storico greco Tucidide identifica le pendici

dell‟Etna come la terra dei Ciclopi…ed il mito continua fino all‟ottocento!

Il più antico significato

si parlasse di essi il termine “fossile”

Nonostante già fu introdotto solamente nel XVI secolo dal

metallurgo Georg Bauer (1495-1555) -noto come Agricola -ed indicava qualsiasi oggetto che

venisse scavato e portato alla luce dalla terra, prescindendo da qualsiasi legame con gli organismi

viventi e senza alcuna distinzione tra resti di animali, vegetali o minerali.

Le prime classificazioni dei fossili

nella seconda metà del 500 produsse anch‟esso una classificazione

Konrad von Gesner (1516-1565)

dei fossili e nonostante non avesse riconosciuto la loro natura, ebbe il merito di illustrare in alcune

rassomiglianze morfologiche tra le forme viventi e i cosiddetti “oggetti pietrificati”(lapides

tavole le granchi viventi e “pietrificati”, “glossopetre” e denti di squalo). La classificazione seguiva

figurati;

la suddivisione aristotelica delle forme viventi: quadrupedi vivipari, quadrupedi ovipari, uccelli,

pesci e altri animali acquatici; in ogni gruppo le specie erano disposte in ordine alfabetico.

La teoria della genesi inorganica

Faceva capo all‟idea aristotelica della differenziazione delle forme viventi dalla materia inorganica

collegata all‟idea della generazione spontanea. La teoria considerava i fossili come degli

ed è

abbozzi incompleti o non completamente riusciti di organismi che derivavano direttamente dalla

materia inorganica plasmati da una forza vitale (vis plastica secondo Teofrasto, 371-285 a.C.; virtus

La teoria fu completamente abbandonata ai primi del „700 e

formativa Alberto Magno, 1193-1280). alcuni “fossili”

coperta di ridicolo insieme a Beringer che iconografò scolpiti e sepolti dai suoi

colleghi.

La teoria della genesi organica

–vivi.

Considerava i fossili nella loro qualità di ex I precursori di questa teoria furono

Anassimandro, Senofonte, Pitagora, Erodoto, Avicenna(980-1037) e Leonardo da Vinci (1452-

1519). Erodoto avendo notato impronte e resti di conchiglie e pesci nei monti di Malta, Siracusa ed

Egitto li aveva considerati come resti di vita marina, di un mare che aveva inondato quelle terre (un

diluvio ante-litteram). Il genio di Leonardo, invece, comprese che i fenomeni di erosione

modificavano le forme del paesaggio e come i

fossilipresentineicalcaridell'Appenninofosserorestidiorganismimarinivissutisulfondodiun mare che

in tempi remoti si estendeva sull'Italia. Egli arrivò a definire i fossili come antiche testimonianze di

vita del passato la cui localizzazione rispecchiava antichi mutamenti geografici e geologici

(anticipando di qualche secolo una delle prove a sostegno della teoria della deriva dei continenti).

I fossili come ex-vivi

Tra i sostenitori della teoria si annovera Fabio Colonna (1616),che comprese la relazione tra

modelli interni e conchiglie e riconobbe le glossopetre come denti di squalo, e Agostino Scilla

(1670) che nella sua opera “La attaccava i sostenitori

vana speculazione disingannata del senso”

della genesi inorganica dei fossili sulla base di argomentazioni biologiche.

I fossili “difficili”

Una delle difficoltà maggiori dei sostenitori della genesi organica era di interpretare quei fossili

una spiegazione dell‟esistenza

sconosciuti che non avevano analogia con le forme viventi. Per dare

di questi “fossili difficili” si doveva esaminare la possibilità di fenomeni di estinzione il cui

concetto era allora molto pericoloso poiché era come ammettere che il Creato non fosse perfetto.

Una delle ipotesi era che si trattasse di forme sconosciute in quanto viventi in parti inesplorate del

globo.

La teoria diluviale

valida di queste forme “estranee”

Per potere dare una spiegazione più venne concepita una teoria in

armonia con i testi biblici (teoria diluviale), che trovò sostenitori fino alla seconda metà del

settecento, che spiegava i fossili ignoti come resti di organismi sepolti dal Diluvio Universale,

dando anche una giustificazione del ritrovamento di fossili marini sulle montagne. Restoro

“La

D'Arezzo (XIII sec.) nell'opera Composizione del Mondo” (1282) riconosce i fossili come resti

di organismi trasportati insieme con i sedimenti a formare rilievi ad opera di acque di un diluvio.

La modernità di Stenone

Nel 1669 Stenone illustrò i suoi tre principi -sovrapposizione stratigrafica, orizzontalità e continuità

laterale degli strati -ancora oggi alla base della moderna stratigrafia. Riconobbe qualcosa di

rivoluzionario a quel tempo e cioè, che le rocce contenenti fossili, e quindi gli stessi fossili, non

erano contemporanee ma che erano state deposte secondo una precisa sequenza temporale. Trovare

i fossili sulle montagne non significava che queste fossero state sommerse ma che le rocce stesse si

erano formate a mare.

Il principio di sovrapposizione

stratigraficA

Stenone aveva ben compreso che gli strati geologici si formano per deposizione. Ne consegue che

L‟importanza di questo principio

in una successione ogni strato è più antico dello strato sovrastante.

per la paleontologia è evidente, i fossili che stanno negli strati inferiori di una successione

sedimentaria sono più antichi di quelli degli strati superiori. Viene inoltre riconosciuto che i fossili

si „depositano‟ in uno strato al momento della sua formazione.

Il principio di orizzontalità degli

strati

Questo principio è vero solo in linea di massima poiché è noto oggi che in numerosi ambienti

deposizionali gli strati si formano con una inclinazione primaria. La sua importanza però è evidente:

se osservo strati inclinati significa che un qualche processo è intervenuto fra il tempo della

di questo principio consiste nell‟avere riconosciuto che

deposizione e il tempo presente. La novità

la crosta terrestre non è immobile, ma che può essere erosa e dislocata da eventi successivi alla

formazione degli strati.

Il principio di continuità laterale

degli strati

Con questo principio viene fondata la logica delle correlazioni fra strati affioranti in aree diverse. In

particolare Stenone si riferiva ai depositi terrazzati fluvio-lacustri del Valdarno Superiore in cui gli

strati si assottigliano fino a terminare contro le rocce che delimitano il bacino e che affiorano sui

due lati del bacino stesso, separati dalla forra erosiva prodotta dal fiume.

Sacrilegio!

Ciò aprì le porte al concetto, nuovo per allora, che la terra era in continuo divenire.

Dettagli
A.A. 2012-2013
8 pagine
SSD Scienze della terra GEO/02 Geologia stratigrafica e sedimentologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Joseph Raimondo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Paleontologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Petruso Daria.