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ARCHEOLOGIA E STORIA DELL’ARTE ROMANA 18-11-2015
Il tempio in onore di Claudio fu votato dalla moglie Agrippina e si spinge lungo il percorso nelle processioni
trionfali sotto il Palatino. Si ha un sistema di grandi sostruzioni che cenai una piattaforma su cui sorge il
piccolo tempio circondato da spazi a giardino. Il tempio è dimensioni piuttosto modeste, 40x25 metri. Alla
sua morte nel 54, gli succede il figlio di Agrippina, un personaggio noto come Nerone, ma era Lucio
Domizio Enobarbo Nerone. Fu adottato da Claudio, si ha un ritratto prima della morte di Claudio e ciò che ci
permette di datarlo sono le monete del 55 d.C. Si nota che si accentuano gli elementi di somiglianza con il
predecessore, testa larga alle tempie, orecchie a sventola,si vuol mostrare la contiguità e continuità del potere
e ciò è realizzato attraverso una cifra stilistica che lo indica come un Giulio Claudio, l’acconciatura dei
capelli a coda di rondine. Egli non era ancora imperatore-> le cose poi cambiano e a una decina di anni dopo
egli si trasforma stilisticamente, e mostra un volto pingue, grasso, acconciatura elaborata dei capelli a
gradini, mostrando cura di se e del proprio aspetto che va di pari passo con una esibizione di ricchezza mirata
a una esaltazione di se sul modello dei sovrani ellenistici. L'aristocrazia senatoria offre una immagine molto
negativa di Nerone, mostra un atteggiamento politico e culturale improntato al finellenismo, tanto che libera
la Grecia dai tributi, provvedimento che sarà revocato dopo la sua morte. Aderisce a un modo di vivere alla
greca e nel lusso, anche nell’attività’ edilizia. Due monete mostrano la creazione di una infrastruttura di
grande utilità pubblica, una grande struttura per mercato con spazio porticato e un edificio su due piani e
pianta centrale. È realizzata in forme monumentali sulle pendici del Celio-> spazi di commercio e di beni di
lusso. Nerone si vanta anche attraverso le sue monete anche di un altro intervento pubblico, sulla linea del
Macellum, ma era già stato iniziato da Claudio, ovvero un nuovo spazio portuale ad Ostia un po più a nord
della foce del Tevere. Si ricorda anche la costruzione di un arco trionfale non giunto, ma noto attraverso una
moneta: mostra piloni articolati con colonne che aggettano, al di sopra dell’architrave ci sono statue e in alto
un attico con una quadriga con l'imperatore affiancati da personificazioni di Vittoria e Roma. In un nicchia si
ha la figura di Marte, i piloni sono decorati con rilievi, i pennacchi dovevano essere decorati con dei fiumi.
Fu votato nel senato nel 58 e inaugurato nel 72 d.C per la vittoria sui parti di Nerone. Egli compi’ anche
interventi nel campo Marzio: qui si ha un impianto termale, attribuito a Nerone nella prima fase ma
conservato però sotto la ristrutturazione di Alessandro Severo. Si ha un organismo architettonico costruito
con la giustapposizione di due complessi uguali: le terme, costruite in maniera simmetrica, con duplicazione
di due complessi identici intorno a un nucleo centrale che doveva accogliere una grande vasca aperta, una
piscina, che procedeva verso sud al punto caldo delle terme (calidarium). Gli altri spazi circostanti sono
costituiti da palestre, ginnasi.
È stato trovato poi un grande spazio, dotato di un peristilio da identificare con il GIMNASIUM NERONIS:
nella costruzione delle terme vi è una organizzazione in relazione anche al ginnasio, collegato alle terme
secondo un rapporto organico. Ciò si lega anche a particolari atteggiamenti pubblici di Nerone il quale aveva
fatto costruire anche un teatro di legno in cui aveva imposto ai senatori di recitare ma anche un anfiteatro
dove aveva messo a combattere senatori contro cavalieri. Voleva spingere la classe senatoria all'esercizio
fisico attraverso lo stesso ginnasio, dove aveva promosso una distribuzione a cavalieri e senatori di olio per
ungersi-> voleva spingere questi ultimi alla cura del l'esercizio fisico sul modello dei ginnasti greci.
Costruisce dunque edifici di pubblica utilità secondo un atteggiamento fortemente filellenico.
Nel 64 d.C. Scoppia poi un incendio che investe la parte bassa dei colli, occupa il Celio, lOppio, l’Esquilino,
il Quirinale e giunge a lambire il Campidoglio. Dura per 9 giorni, e alla devastazione segue una messa in
sicurezza delle varie zone con smantellamento delle rovine. Le macerie non furono però tutt rimosse, furono
inghiabbiate in un nuovo muro di contenimento per creare sostruzioni innalzando il livello del suolo per
un’altezza di 4 metri. Ciò crea spazi anche più pianeggianti; Nerone dopo questo incendio impose norme di
sicurezza maggiori, tipo distanza tra gli edifici. Si ricorda poi la creazione di uno spazio abitativo noto come
la DOMUS TRANSITORIA, residenza imperiale che l'imperatore utilizza fino a che non porterà a
compimento la celebre Domus Aurea. È una residenza imperiale sul Palatino che funge da appoggio per la
creazione di una abitazione più grande; è comunque caratterizzata da grande lusso + si ha un grande spazio
triclinare davanti a un enorme fontana: è un grande ninfeo articolato su due ordini di nicchie su dove scende
l'acqua. Da questo spazio centrale scende la scala da cui deriva l'acqua che si raccoglie poi in una specie di
canale in basso. Vi è un uso estremamente lussuoso di marmi + sono stati trovati frammenti di opus sectile,
con decorazioni parietali di amorini, ad incrostazioni figurate. Ci sono anche edicole sottilissime con
ghirlande appese. È una decorazione parietale sfarzoso accompagnata da grandi marmi colorati. Si ha un
effetto di policromia e ricchezza impressionante; si ha qui una delle prime attestazioni della pavimentazione
in sectile a Roma (con lastre di marmo tagliato a comporre figure: è la pavimentazione più lussuosa). Il tipo
più semplice e meno costoso è un tipo di sectile che usa tagli in serie di piastrelle quadrangolari. Si ha anche
ARCHEOLOGIA E STORIA DELL’ARTE ROMANA 2-11-2015
Pompei, Villa dei Misteri: la villa è un fenomeno tipico della società romana, si distinguono le ville a
carattere produttivo da quelle che hanno anche una Pars urbana, luogo del soggiorno del dominus. La
presenza di giardini legati alle ville si sviluppano già nella tarda età repubblicana; l'espansione delle ville si
collega al fenomeno che si ha tra la fine del III e il primo avanti, cioè quella della grande concentrazione
della proprietà agraria con formazione del latifondo-> si lega all’inurbamento dei piccoli proprietari e
spostamento di questi anche nelle colonie. Tutto ciò è reso possibile dalla grande abbondanza di manodopera
schiavile. I grandi latifondi hanno un massimo di estensione di 31 ettari, ma questo non è un intervento
risolutivo per limitare l’impoverimento dei più poveri e l’arricchimento dei più ricchi. Le ville potevano
anche avere ambienti particolari, tipo quelli termali, piccoli, stretti, bui. Anche Cicerone ricorda come
Scipione amasse vivere in modo modesto e senza troppi sfarsi.
Questo modo di vivere è tipico della società romana, basata sulla divisione tra otium e negotium; è un
concetto evidente presente all'interno del circolo degli Scipioni. Nelle ville degli Scipioni si leggono le
commedie di Terenzio, si compone e scrive poesia, si compiono attività giocose, e ci si dedica alle attività
intellettuali e letterarie. È qualcosa che si distingue fortemente dal modo di vivere e costruire tipico del
mondo ellenistico.
L'esempio meglio conservato di II sec è la Villa dei Misteri di Pompei: si chiama così per la megalografia
che adorna una sala. Si innalza su una base che eleva anche gli ambienti e consente anche una maggiore
visibilità del paesaggio. La natura si adatta e si trasforma in maniera artificiosa; si ha prima un peristilio e poi
un atrio. Tutto il percorso che inizia dall'ingresso è orientato verso l'esedra, grande spazio aperto che aggetta
verso l'esterno affacciandosi sul panorama. La costruzione è complessa con ampi ambienti di ricevimento; vi
è un triclinio con esedra, un complesso con due spazi per i letti affacciati su una stanza (è un ambiente di
soggiorno)-> polifunzionalita’ degli ambienti romani, che si adattano diversamente a seconda delle occasioni
+ vi è un piccolo complesso termale rifinito lussuosamente. Vi è poi una grande sala con megalografia.
All'esterno vi è uno spazio porticato sul lato est.
Il peristilio in un momento tardo della villa viene transennato + il cubicolo mostra come la decorazione
parietale sia andata sviluppandosi in maniera sempre più complessa e si stiamo creando dei veri sfondamenti
nella parte alta. Si ha una balaustra in primo piano con rivestimento a cruste con colonne che reggono un
architrave e dietro vi è una situazione di grande complessità: ci sono colonne binate aggettanti che sono
libere e danno grande profondità, sono l'articolazione di una parete con delle cornici aggettanti (lo spazio
intermedio si è arricchito di profondità). Dietro la parete nella parte alta di ha una tholos, un piccolo
ambiente circolare. È un es estremamente ricco di decorazione di III sec. Nella grande sala si ha poi la
decorazione pittorica a figure monumentali, con megalografia: il significato non è stato ancora chiarito, ma si
collega ai Misteri Dionisiaci, come si vede dalla presenza delle figura di Dioniso semi sdraiato in riposo e
alle ginocchia di una figura femminile seduta interpretata come Arianna. La composizione è composta da
figure femminili, delle offerenti, un bambino che suona il flauto.. Anche in questa composizione non
mancano riferimenti al rivestimento materiale della parete; al di sopra del motivo a meandro, si hanno delle
grandi cruste che imitano l’alabastro. Vitruvio sottolinea come queste megalografie siano usate al posto delle
composizioni statuarie, hanno un tono estremamente alto, come quelle della villa di Boscoreale, dove si
ricorda un affresco: sono figure pittoriche di grande importanza e solennità. Sono composizioni che vogliono
assimilare le ville ai grandi palazzi ellenistici, nel tono della decorazione.
Si conosce poi una villa fatta costruire in Palestina da Erode, che mostra non elementi della tradizione
orientale, ma è modellata sul tipo delle ville dell'Italia centrale con padiglioni panoramici. Vi è poi una
sequenza atrio-vestibolo, si vogliono imitare i modi di vita dell'aristocrazia romana da parte del sovrano. Vi è
poi il Palazzo di Macedonia ad Ege, che incombe sul villaggio i sottostante ma manca di quel sistema di
fondazioni tipico delle ville romane + è priva di ambienti di ricevimento.
Si ricorda poi la Villa di Quintilio Varo a Tivoli, che dà conto di una sequenza di sostruzioni con più livelli,
uno sottostante, una basis villae