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Lo scopo dell'attività inquisitoriale dopo la fine del 500

Mentre lo scopo principale dell'Inquisizione medioevale era quello di perseguire gli eretici, verso la fine del 500 il tribunale della fede divenne lo strumento privilegiato della politica pontificia nel salvaguardare l'ortodossia e controllare i propri spazi di governo. Gli inquisitori centrali perseguivano il progetto politico di rafforzare le sedi periferiche per giungere a un unico e centralizzato disciplinamento della Chiesa. Quindi la politica dell'Inquisizione dopo la fine dell'emergenza antiereticale fu quella di rafforzare e consolidare il sostegno tra il governo centrale e le istituzioni locali.

Cosa regolamentavano i decreti del 1625?

La prima disposizione è quella promulgata il 13 marzo del 1625 e vietava qualsiasi forma di culto, pubblico o privato, tributato ai servi di Dio morti prima che la loro venerazione fosse formalmente riconosciuta dalla Santa Chiesa.

Sede.Il successivo testo emanato il 2 ottobre mitigò il primo decreto, giungendo a una parziale correzione dei limiti consentiti. (comunque le norme trasmesse dal Sant’Uffizio per quanto rigide nella loro formulazione, venivano ogni volta calibrate sulle tradizioni del tessuto sociale e culturali sul quale esse dovevano intervenire). -Quali sono le fonti utilizzate per questa ricerca Le fonti utilizzate sono la documentazione conservata nel fondo sulla Venerazione dei non canonizzati dell’Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede. Lo studio è basato su dei fondi conservati presso l'archivio della Congregazione della dottrina della Fede in Vaticano che raccoglie lettere scambiate dal centro romano con le periferie cattoliche in materia di regolamentazione delle forme di venerazione tributate ai servi di Dio che non avevano ancora avuto l'approvazione apostolica. Lo scopo di tale ricerca è quello di dimostrare che la politica devozionale dell'inquisizione.dopola fine dell'emergenza antiereticale, sia stata caratterizzata dal tentativo di rafforzare il governo centrale, unico responsabile delle attività di controllo, e le istituzioni locali, articolati tra inquisitori, diocesi e autorità civili. Quindi il Sant'Uffizio più che limitare il potere dei referenti locali della Curia aveva cercato di spingere le autorità ecclesiastiche periferiche a intervenire per svolgere le proprie funzioni, riservandosi il ruolo di controllo. -Su quali pratiche di culto gli inquisitori fissarono la loro attenzione Gli inquisitori fissarono la loro attenzione soprattutto sulla "venerazione dei non canonizzati": - essa raccoglie una serie di fascicoli che coprono un arco di tempo che va dai primi anni del XVII sec. Fino al 1783. si tratta di temi connessi con "il mercato della santità", espressione a quell'epoca molto utilizzato. Lo scopo era quello di definire i modelli di perfezione.della santità, secondo la religiosità cattolica tridentina. Formalizzare il processo di canonizzazione e normalizzare le pratiche connesse al culto dei santi. La canonizzazione è la dichiarazione ufficiale della santità di una persona defunta da parte di una confessione cristiana (Chiesa). Emettendo questa dichiarazione, tale Chiesa afferma che quella persona si trova con certezza in Paradiso e, inoltre, rispetto alla semplice beatificazione, ne permette il culto come santo nella chiesa universale. Per quanto riguarda l'ultimo punto, bisognava anche tener presente i comportamenti e le reazioni della popolazione e come tali culti influenzavano la vita pubblica. Perché conservare i documenti era tanto importante per gli inquisitori? Per gli Inquisitori era molto importante conservare i documenti per due motivi fondamentali: 1) la documentazione di reati e deliberazioni servivano per fornire agli inquisitori di ogni ordine e grado un repertorioaffidabile e facilmente consultabile che li guidasse nelle loro scelte ordinarie. La documentazione pregressa avrebbe anche limitato l'arbitrarietà delle decisioni e della gestione delle situazioni che di volta in volta si presentavano.

2) La documentazione penale veniva conservata perché i reati non erano prescrivibili. In ogni momento gli inquisitori erano legittimati a riaprire indagini chiuse da tempo. La serie di documenti conservati nell'Archivio della Congregazione della Dottrina della Fede riflette l'organizzazione centrale e i contatti che questa aveva con la periferia. Esse erano organizzate per materie e questo consentiva di procedere secondo percorsi di ricerca certi e delineati.

-Diminuzione degli incartamenti: con il passare degli anni gli "incartamenti" andarono progressivamente a ridursi di numero sia per una migliore collaborazione tra uffici ecclesiastici, sia per una maggiore accettazione delle "norme" da parte dei fedeli.

degli ordini religiosi che, invece, in passato avevano resistito alle imposizioni degli inquisitori centrali. (in poche parole si era consolidata tra i fedeli l'accettazione a rispettare determinate prassi).

Ripartizione geografica degli interventi inquisitoriali (domanda che esce quasi sempre)

Anche se l'attività inquisitoriale era rivolta a tutto il territorio cattolico la maggior parte delle lettere proveniva dalla penisola (ITALIA). Comunque per quanto riguarda gli interventi inquisitoriali è necessario dividere il territorio in 3 zone:

  1. Sicilia e Sardegna: affidate al tribunale spagnolo.
  2. Regioni centro-settentrionali compreso il Ducato di Milano: governate dall'inquisizione romana.
  3. Stato della Chiesa e Regno di Napoli (SUD della penisola): qui, invece, risulta preminente l'azione capillare dei vescovi.

Quale fu il rapporto tra i governi diocesani e la congregazione del santo uffizio?

Scambi epistolari tra centro e periferia

Le diocesi, spesso,

erano in polemica con le direttive centrali veicolate dagli inquisitori. In questo quadro di rapporti traspare la difficoltà incontrata dal Sant'uffizio di far accettare le proprie deliberazioni attraverso la mediazione degli inquisitori. Questo perché questi ultimi erano considerati come un corpo estraneo, rispettato e temuto, nella sua funzione di controllo. Al di là di questo comunque i vescovi delle diocesi inviavano al centro relazioni dettagliate su quello che accadeva nelle zone di loro pertinenza. Anche se in alcuni casi i vescovi cercavano di mantenere un ruolo autonomo, essi dovevano però avere un rapporto con il Sant'Uffizio di obbedienza e di accettazione delle direttive di comportamento. Comunque le norme trasmesse dal Sant'Uffizio, per quanto rigide, venivano ogni volta calibrate sulla tradizione del tessuto sociale sul quale esse dovevano intervenire. Il ruolo dei vescovi era un ruolo di mediatori con le comunità locali indispensabile.

Per l'efficacia del progetto divenerazione dei vecchi e nuovi santi. - Differenza culti antichi (antiquari) e nuove devozioni. L'importanza di questa distinzione è evidente tanto che era ricordata anche nei decreti del 1625. Infatti l'Inquisizione si era dimostrata tollerante per quanto riguarda la santità antiquaria (tutto questo perché non voleva inasprire i rapporti con le comunità dei fedeli andando a modificare il loro legame con devozioni antiche); invece per quanto riguarda le nuove devozioni, ad essi riservava la sola possibilità del processo di canonizzazione e l'assoluto divieto di ogni forma di pubblica devozione.

Che rapporto avevano gli inquisitori con la documentazione prodotta dalla loro attività di indagine e dalle sentenze del tribunale? Gli inquisitori hanno sempre riservato molta attenzione alla conservazione della documentazione prodotta; ciò ha costituito la parte principale dell'organismo.

studio dell'archivio della Congregazione della Dottrina della Fede) riguardo all'importanza della documentazione per gli Inquisitori? La ricerca ha dimostrato che la documentazione era di fondamentale importanza per gli Inquisitori per due motivi principali. In primo luogo, la documentazione dei reati e delle deliberazioni forniva agli inquisitori di ogni ordine e grado un repertorio affidabile e facilmente consultabile che li guidava nelle loro scelte quotidiane. Questa documentazione pregressa limitava anche l'arbitrarietà delle decisioni e della gestione delle situazioni che si presentavano di volta in volta. In secondo luogo, la documentazione penale veniva conservata perché i reati non erano prescrivibili, quindi gli inquisitori erano legittimati a riaprire indagini anche su casi chiusi da tempo. L'Archivio della Congregazione della Dottrina della Fede conserva una serie di documenti che riflettono l'organizzazione centrale e i contatti che questa aveva con la periferia. Questi documenti sono organizzati per materie, il che consente di procedere secondo percorsi di ricerca certi e delineati.scopo raggiunto)l'analisi della documentazione che si riferisce alla Venerazione dei non canonizzati ha dimostrato che il Sant'uffizio, più che limitare il potere dei referenti locali della Curia, aveva cercato di spingere le autorità ecclesiastiche periferiche a intervenire tempestivamente per svolgere le proprie funzioni, riservandosi il ruolo di distante e intransigente custode dei principi della fede.

Qual è lo stile della procedura inquisitoriale?

Lo stile della procedura inquisitoriale veniva pian piano adattato alle realtà periferiche e all'equilibrio che, in quei contesti, si era venuto a costituire tra i rappresentanti ecclesiastici integrati nel territorio; Infatti le norme trasmesse dal Sant'Uffizio, per quanto rigide nella loro formulazione, venivano calibrate sempre sulle tradizioni del tessuto sociale di appartenenza e sul quale dovevano intervenire, adottando modi e tempi diversi a seconda del contesto.

Si può disegnare

una mappatura degli atteggiamenti devozionali degli ordiniregolari La presenza degli ordini religiosi ha giocato un ruolo fondamentale anche nella costruzione delle correnti devozionali. Il loro posizionamento tra sfera della religiosità vissuta e quella dell'educazione dei credenti ha fatto della vicenda storica delle congregazioni uno degli osservatori privilegiati della ricerca storiografica. Le diverse famiglie di regolari danno la possibilità di tracciare le coordinate spazio-temporali dei cambiamenti della cultura e della società. Inoltre, attraverso la valutazione dei singoli casi, è possibile individuare il modo in cui agivano determinate realtà monastiche e perché la Chiesa, quindi, le riservava un particolare attenzione. È possibile rintracciare le identità degli ordini in base alla politica devozionale perseguita da ognuna di essi: per la formazione della consolidata tradizione religiosa si trattava di dimostrare la.La propria validità religiosa può essere espressa attraverso un attivismo devozionale.
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Publisher
A.A. 2012-2013
137 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-STO/02 Storia moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof De Luca Stefano.