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C e G palatali sono lo sviluppo di K e G velari davanti a vocale palatale (caelum => cielo;

gelum => gelo) e davanti a -j semiconsonantica (fanio => facio => faccio). G palatale ha

anche altre derivanti: -tj- attraverso la forma dialettale toscana del suono /x/ (stationem

1

=> staxone => stagione/stazione; rationem => raxone => ragione/razione) ; -dj-

intervocalico (hodie => oggi) e da -j semiconsonantico (jam => già).

La S si è sonorizzata in posizione intervocalica (rosam => rosa /roza/; usus => uso

2

/uzo/) .

V costrittiva è l'esito di U semiconsonantica (uinum => vino; uitam => vita) e di -B-

intervocalica spiralizzata (caballum => cavallo; bibo => bevo).

Il nesso consonantico GL viene da -j- intervocalico (filiam => figlia; mulier => moglie); il

nesso consonantico GN viene da -nj- intervocalico (vineam => vigna; Jiunium => giugno)

e da GN latino (agnellum => agnello); il nesso consonantico SC viene da -sj- (basium =>

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bascio => bacio) e da X (exit => esci; coxam => coscia) .

1 : La stessa realtà fnetica ha prodotto G palatale e Z. La prima è stata indotta dalla grafia, mentre

la seconda viene dallo sviluppo fonetico formale.

2 : C'è una distribuzione areale dell'opposizione della sibilante sorda/sonora intervocalica.

3 : Non siamo sicuri della pronuncia esatta di GN in latino: cfr. Gneo Pompeo.

3. Vocalismo tonico dal latino all'italiano.

Innanzitutto l'opposizione fonologica è quel fenomeno che ci permette di distinguere il

signifacato di una parola dall'altra in base all'intensità di suono del fonema. Questa

premessa è doverosa perché nel passaggio dal latino all'italiano la fonetica vocalica ha

subito un grande cambiamento: nel latinol'opposizione era di durata (vocale lunga /

vocale breve); in italiano l'opposizione è di timbro (vocale aperta / vocale chiusa).In

latino esistevano dieci tipi di vocali: a, a, e, e, i, i, o, o, u, u. Si sono trasformate in

italiano in base a questo schema:

lat: a, a e e, e, i i o o, u u

ita: a è é i ò o u

Il dittongo -ae- è diventato è (maestum => mesto); il dittongo -oe- è diventato é (poenam

=> pena).

Le vocali italiane si differenziano per il luogo di articolazione (anteriore/posteriore) e per

il modo di articolazione (aperto/chiuso):

ì

é parte alta = parte anteriore => vocali palatali

è

a ò o parte bassa = parte posteriore => vocali velari

u 1

In tutto ciò esiste il fenomeno del dittongamento , il quale riguarda solo le vocali toniche:

2

in sillaba libera e ed il dittongo -ae- non diventano solo è, ma anche -ie- (laetum =>

lieto; pedem => piede); in sillaba libera o e il dittongo -oe- non danno solo ò, ma anche il

dittongo -uo- (homo =>uomo; sonum => suono).

Altri fenomeni che interessano le vocali toniche sono l'anafonesi e lo iato. L'anafonesi è

quel fenomeno per cui le vocali é ed o, se seguite da particolari consonanti o gruppi

consonantici, si chiudono ulteriormente in ì ed ù (familia => famiglia, non famelia;

linguam => lingua, non lengua; consilium => consiglio, non conselio).

Lo iato è l'incontro tra due vocali, una delle quali non deve essere i o u; se una delle due

lo è, essa deve essere necessariamente accentata.

1 : il dittongamento è un fenomeno in riduzione progressiva dal XV secolo, poiché non è

particolarmente produttivo: non dà informazioni di tipo grammaticale, non distingue parole

uguali.

2 : è quella sillaba che finisce per vocale (-ma-; -bi-; -fe-).

4. Vocali atone tra due accenti in una stessa parola.

Quando una parola è lunga, almeno trisillaba, ha due accenti, uno primario ed uno

secondario. In questi casi avviene la sincope, o caduta, nella vocale mediana nei

proparossitoni (vìridìs => verde; càlidùs => caldo; frìgidùs => freddo; sòlidùs => soldo).

Questo fenomeno avviene anche nei polisillabici (vèrecùndiam => vergogna; bònitàtem

=> bontà; => comprare).

5. Raddoppiamento fonosintattico: cos'è, quando si vede nella scrittura.

Il raddoppiamento fonosintattico è un fenomeno di assimilazione regressiva di nesso

consonantico fra parole contigue, ma distinte, poi unitesi: avvedersi, sebbene,

soprattutto, frattanto, giammai. Avviene anche fra parole rimaste distinte:

- ma che => macché

- da poco => dappoco

- a casa => accasare

6. Nascita, evoluzione e distribuzione dell'articolo determinativo dal latino

classico, all'italiano antico fino all'italiano moderno.

In origine il latino non prevedeva l'utilizzo dell'articolo: non esisteva. Ne nasce la

1

necessità nel momento in cui vengono fatte le prime traduzioni dei testi sacri dal greco ,

lingua che, al contrario, prevedeva un ampio utilizzo del determinativo. Perciò viene

utilizzato il pronome-aggettivo illum in fuzione di articoloide: significa che si svuota della

funzione originaria e assume quella di articolo determinativo (illum lupum => illo lupo =>

lo lupo). Lo stesso fenomeno avviene con illa, che diventa la; illi diventa li, che però è

attestato solo nelle forme burocratiche (Genova, li 28 ottobre). E' stato sostituito da gli,

per il fenomeno della palatalizzazione: li seguito da vocale ha creato il nesso li + vocale,

che, come in filium ha dato figlio, così da li ha prodotto gli.

In realtà non è chiarissimo come sia avvenuto lo sgretolamento di illo: sicuramente è

caduto IL-, ovvero la parte più lontana dalla parola su cui si poggia, e rimane -LO.

C'è un passaggio ulteriore che avviene dall'italiano antico all'italiano moderno e riguarda

le modalità di scelta dell'articolo. L'italiano antico dava importanza a ciò che precedeva

l'articolo; proprio per questo, e per il fenomeno di attrazione vocalica, si è prodotta la

forma di articolo 'l (vide lo => vide 'l). Successivamente a questa forma si è aggiunta una

vocale di appoggio: nasce così l'articolo il. Bisogna però precisare che, in italiano antico,

l'articolo più utilizzato era lo, perché considerato foneticamente più forte: veniva

adoperato ad inizio di frase e dopo una pausa forte.

La scelta odierna, al contrario, si basa sulla parola che segue l'articolo:

- il + consonante (il cane)

- il + consonante + l/r (il treno, il clamore)

- lo + doppia consonante (lo psicologo)

- lo + consonante intensa (lo zero)

- lo + semiconsonante (lo iato)

- lo eliso davanti a vocale (l'amico)

- foresterismi (lo yogurt, i jeans...) 2

Litaliano usa lo per interrompere una lunga serie di consonanti : la catena prosodica,

infatti, richiede una distribuzione omogenea tra vocali e consonanti.

Da segnalare, infine, che l'italiano cinquecentesco utilizzava l'articolo el, poi

completamente abbandonato e soppiantato dalle forme attuali.

1 : importante in questo senso la vulgata di San Girolamo

2 : è il toscano in primis ad avere questa peculiarità; l'italiano moderno la sente meno.

7. Comparativo dell'aggettivo in latino e in italiano.

Per quanto riguarda la morfologia dell'aggettivo, il comparativo subisce il cambiamento

maggiore: si passa dalle forme sintetiche, o organiche, a quelle analitiche, o

1

perifrastiche (fortior => plus fortis => più forte) . Tuttavia si conservano anche alcune

forme organiche di comparativo e superlativo: maggiore, minore, meglio, peggio, ottimo;

le forme in -issimo (altissimo) e quelle in -errimo (celeberrimo).

Il tipo di cambiamento di questa forma può essere considerato un'eccezione: nella storia

della lingua si tende a mantenere la forma più semplice, che, di norma, è quella che

prevede meno parole (principio di semplificazione e principio di economia); in questo

caso, però, la forma organica è molto contratta e richiede troppa concentrazione. Per

questo motivo si è optato per le forme perifrastiche.

1 : l'italiano preferisce fa derivare la forma perifrastica da plus; le lingue come lo spagnolo

e il portoghese utilizzano magis (mas).

8. Pronomi personali di III persona nell'italiano moderno.

L'italiano, in generale, non è necessitato ad usare obbligatoriamente il pronome

personale: quando lo usa, lo fa in senso forte. Per quanto riguarda la III persona si sta

sviluppando un cambiamento per cui si è esteso l'uso delle forme complemento lui / lei

/loro, perché più toniche, che hanno preso del tutto (ella => lei) o quasi del tutto (egli =>

1

lui; essi => loro) il posto dei pronomi soggetto.

Si assiste anche al fatto che sta scomparendo la distinzione di genere: le dico => gli dico

=> glielo dico; ciò avviene soprattutto nell'italiano parlato.

1 : egli rimane nell'italiano colto e scritto.

9. Principali novità nella grammatica dell'italiano moderno (fonetica).

Nella grammatica dell'italiano moderno, nell'ambito della fonetica, ci sono perlopiù

fenomeni perdita o di impoverimento. A proposito della perdita di differenza della

pronuncia delle vocali, aperte o chiuse, e della S sorda o sonora, sicuramente ha influito

la pronuncia dei dialetti della zona: le parlate settentrionali tendono, ad esempio, a

chiudere le vocali, al contrario di quelle meridionali.

Inoltre c'è la tendenza a ridurre il raddoppiamento fonosintattico (tivvù => tivù;

soprattassa => sopratassa).

I fenomeni fonetici, soprattutto quelli non normati, come la prostesi vocalica (per iscritto)

e la "d" eufonica (tu ed io) sono in netta riduzione.

Infine non si fanno più quei lavori sull'integrità della parola, che portano ad elisioni e

troncamenti (le amiche => no troncamento).

10. Principali novità nella grammatica dell'italiano moderno (morfologia e

sintassi).

L'italiano mdoderno è una lingua in molti modi diversa dal suo antecedente, il latino. Dal

punto di vista sintattico, il latino non aveva problemi di collocazione della parola ai fini

della sua funzione grammaticale. Una volta resi inoperosi i casi, la posizione è diventata

importante. L'italiano predilige l'ordine soggetto-oggetto-verbo, ma ci sono delle

eccezioni, soprattutto per quel che riguarda l'italiano parlato.

La frase dislocata prevede il rafforzamento di un complemento, su cui si vuole attirare

l'attenzione, tramite la sua ripetizione, utilizzando un pronome (il film, l'ho visto). E' un

principio di diseconomia, ma ha avuto fortuna per la maggiore quantità di informazioni

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Publisher
A.A. 2013-2014
7 pagine
12 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher medea22 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della lingua italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Coletti Vittorio.