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Ma Puck ha anche il tempo di fare uno scherzo a Bottom, che scopre che la sua testa è stata
trasformata in quella di un asino. Sarà proprio Bottom la prima persona di cui si innamorerà
Titania, al suo risveglio, a causa dell'effetto della viola del pensiero.
A questo punto Titania incontra Oberon, che, realizzato il suo scopo, accetta di scioglierla
dall'incantesimo. Puck quindi risistema le cose, compresa la testa del povero Bottom.
Oberon, inoltre, accortosi dell'errore di Puck, mette del succo sugli occhi di Demetrio. Così ora sia
Lisandro che Demetrio corrono dietro Elena accapigliandosi tra loro. Alla fine Oberon ordina a
Puck di risistemare tutto tra gli innamorati. Puck, allora, fa scendere una nebbia fatata sul bosco
tale che i quattro ragazzi si addormentano. Quindi utilizza la viola del pensiero per far sì che
Lisandro ami di nuovo Ermia. Così ora tutto è a posto: Oberon e Titania sono riconciliati, e i quattro
giovani sono due coppie.
Questi vengono trovati addormentati al limitare del bosco il giorno dopo da Teseo, il quale si
affretta a preparare le nozze. La notizia degli imminenti tre matrimoni manda in agitazione il
villaggio, compresi i lavoratori ateniesi che stavano provando la commedia nel bosco, i quali però
sono senza il personaggio principale della loro commedia: Piramo, che doveva essere interpretato
da Bottom che loro avevano abbandonato nel bosco con la testa d'asino: il morale è a terra.
Fortunatamente il protagonista entra in scena proprio in questo momento di sconforto di ritorno dal
bosco, ed incita i compagni a prepararsi per lo spettacolo.
Al palazzo, Teseo, nonostante gli avvertimenti del cerimoniere, sceglie proprio il loro spettacolo
(Piramo e Tisbe), in quanto sostiene che un qualcosa offerto con una così buona volontà non
possa essere rifiutato.
A questo punto parte lo spettacolo nello spettacolo: gli artigiani mettono in scena una goffa
versione della tragedia, rendendo la cosa comica ("sento il volto della mia Tisbe..." "vedo il suono
della tua voce.."), nella quale è compreso anche un personaggio nel ruolo del leone, uno nel chiaro
di luna ed un altro nella parte di un muro. Mitica la performance dell'artigiano Francis Flute, che
interpreta (in maniera del tutto singolare) il ruolo della dama Tisbe.
L'opera si conclude con Puck che entra in scena e dice che se lo spettacolo non è piaciuto al
pubblico, questo può far finta di aver dormito, e può quindi considerare lo spettacolo come un
prodotto dei sogni, e che se lo lasceranno fare, Puck farà ammenda. 8
Caratterizzazione psicologica dei personaggi più significativi
2.2
Oberon: ha un temperamento sicuro ed è molto determinato, fa prevalere la sua autorità proprio
come un re. All'inizio della storia è in conflitto con Titania, regina delle fate e sua sposa. Oberon è
geloso di lei, per colpa di un suo paggio. Perciò, essendo molto vendicativo, stilla sugli occhi di
Titania, mentre ella dorme, il succo di un fiore. Appena la sua sposa si sveglierà, s'innamorerà di
chiunque veda davanti a sé. Questa vendetta rispecchia i difetti degli umani. Oberon per un
affronto da parte di sua moglie, cerca subito una soluzione per non far passare inosservata la sua
offesa. In questo modo, Oberon, scende al pari degli umani e la sua posizione di Re delle fate
viene smentita velocemente. Però, è anche capace di svolgere buone azioni, infatti cerca di aiutare
la giovane Elena, respinta da Demetrio. Non è lui in prima persona a portare a termine il lavoro,
ma il suo aiutante. Infatti Oberon è il "cervello", che idealizza le strategie, mentre il suo aiutante è il
"braccio", che lo esegue.
Titania: non ha le caratteristiche della regina umile e sottomessa, anzi tratta il suo sposo con
alterigia e superbia, facendo valer le sue ragioni. Non teme un rimprovero per il suo
comportamento. Titania è molto coccolata dalle fate del regno e approfitta della carica, che riveste,
facendosi servire e adulare come una dea. Le fate non le fanno mancare niente, sono disposte a
cantarle perfino una nenia per farla addormentare. Vegliano su di lei come sentinelle e le sono
molto devote. Titania non assomiglia ad una regina del mondo mortale, è troppo frivola, troppo
viziata e pensa più a sé stessa che agli altri. Soddisfa ogni sua esigenza, anche se questa può
recare disturbo a qualcuno, come suo marito. Infatti l'avere un giovane di bell'aspetto come paggio
è la prova lampante del suo egoismo.
Lisandro ed Ermia: è la coppia d'innamorati, che deve affrontare un ostacolo, per poter vivere il
loro amore in serenità. Rappresentano l'amore sincero, l'amore nato dai loro cuori con naturalezza.
Le loro parole sono dolci e piene di sentimento, ma non sfiorano il patetico o la sdolcinatezza, è il
cosiddetto "amore misurato", insolito in un'opera di Shakespeare, dove la passione e l'amore sono
la medesima cosa. Sono molto uniti, ognuno di loro due è pronto a sostenere la decisione
dell'altro, come fuggire dalla loro città.
Demetrio ed Elena: contrariamente a Lisandro ed Ermia, il loro amore è "artificiale", nato con
l'aiuto della magia e, perciò, non genuino, ma procurato per un lieto fine. Infatti Demetrio respinge
Elena con parole ostili e il lettore prova pena per la sorte delle povera donna. Elena sembra che
non abbia orgoglio, cede sempre, affronta la situazione con pazienza e supplicando la pietà di
Demetrio. Elena è l'eccesso di sottomissione per eccellenza ed ha un ruolo rilevante nella storia,
soprattutto perché c'è un capovolgimento dei ruoli: la donna corteggia l'uomo. Demetrio, invece,
non ha cuore, non ha pietà e non prova nemmeno per un momento a consolare Elena o parlarle
con un tono più amichevole. Diventa impassibile e perde man mano umanità, finché non cambia
totalmente con l'aiuto dell'incantesimo.
La natura
2.3
La natura è rappresentata dal "Bosco delle Fate". Questa selva è opposta alla città di Atene. Sono due
luoghi molto diversi tra loro, il primo è misterioso, sede d'incantesimi e magie, mentre il secondo è
razionale, ordinato secondo leggi e costumi. Perfino l'illuminazione è diversa: il bosco è illuminato dalla
Luna, che per Shakespeare è fonte di falsità (in “Romeo e Giulietta” la descrive voltafaccia), mentre
luce
Atene risplende della del Sole, più chiaro e luminoso. Ermia fugge nel bosco con Lisandro, per
sottrarsi alle regole di Atene e vivere secondo il suo istinto e la sua libertà. Il bosco è ricco di segreti,
gioia
ogni suo pianta o fiore lo è. Il loro uso reca o dolore, guarisce o provoca malesseri. 9
E' davvero un mondo a sé. Qui l'uomo si confonde, ma riflette, circondato dal silenzio e da un'atmosfera
serena. Lo stile
2.4
Lo stile di Shakespeare ha un punto base molto importante, ovvero la libertà è estrema nelle sue
opere.
Si permette di giocare con le parole, creare straordinari intrecci, dai quali riesce ad uscirne con lieti
fini o strazianti tragedie, plasma il personaggio in modo da renderlo rivelatore della sua storia. In
questa opera in particolare è riuscito a creare un intreccio, tale da occupare metà della trama.
Inoltre ha coinvolto tutti i personaggi, rendendoli protagonisti e soprattutto colonne portanti della
storia. L'opera è svolta in forma di dialogo. Anche il linguaggio è molto importante. I personaggi
usano un linguaggio ricco di aggettivi. Tra gli innamorati il dialogo è meno patetico e melenso
rispetto ad altre opere dello scrittore. Invece il tono diventa più offensivo e soprattutto provocatorio
quando parlano Demetrio e Oberon. I periodi spesso sono molto estesi. I testi abbondano di
metafore e richiami a dee o dei greci.
3. Le rappresentazioni
Max Reinhardt: teatro e cinema
3.1
Tra il 1905 e 1939 il più grande regista austriaco Max Reinhardt allestì in Europa e in America delle mese in scena
sontuose, accentuando la dimensione onirica e riproducendo il mondo delle tate come un mondo quasi reale, popolato
da folletti e spiriti. Con Reinhardt il Sogno non era più la storia di essere umani in un mondo sul quale viene fatto un
incantesimo, ma un racconto di folletti e spiritelli maligni nel cui mondo gli umani si imbattano. Reinhardt, grazie all’uso di
un palcoscenico girevole, riuscì a rendere il Sogno un flusso unico, con le scene che si dissolvevano in quelle
successive, senza quale interruzione per i cambi di scena che avevano caratterizzato le messe in scena precedenti, e
che avevano portato a forti tagli del testo per evitare uno spettacolo troppo lungo. Nonostante il regista non avesse
tagliato o aggiunto versi, il Sogno appariva come una commedia nova: le fate erano ancora interpretate da bambini, ma
non apparivano più come le piccole ballerine degli spettacoli vittoriani. Reinhardt tornò alla tradizionale musica di
Mendelsohn che scandiva i momenti più importanti della commedia. Affidò la parte di Puck a un’attrice adulta e quella di
Oberon a un attore. Centrale nella lettura de Sogno era la foresta, un mondo sovrannaturale che Reinhardt presentò in
modi diversi nel corso degli anni: un bosco con alberi di cartapesta, uno spazio vuoto con un fondale che suggeriva
l’ambientazione silvestre, alberi naturali nelle messe in scena all’aperto (Salisburgo, Oxford, Firenze – Giardino dei
Boboli, e Hollywood).
Intento di Reinhardt era quello di offrire uno spazio che portasse il
pubblico a immaginare un mondo che andava al di là dei confini
fisici del palcoscenico. Questa idea del Sogno trovò la sua
realizzazione definitiva nell’allestimento all’aperto della commedia
all’Hollywood Bowl nel 1934, di fronte a un pubblico di quindicimila
persone, con la grande fiaccolata nuziale che scendeva dalle
colline di Hollywood per arrivare sulla scena all’inizio del quinto Giardino di Boboli, Firenze
atto sulle note della marcia nuziale di Mendelssohn.
Nel secondo dopoguerra le rappresentazioni del Sogno accentuarono gli elementi comici della
commedia.
Nel 1935, Max Reinhardt, da poco approdato a Hollywood, realizzò insieme a William Dieterle
(regista e attore tedesco) la prima versione sonora del Sogno, una sontuosa versione
cinematografica del suo adattamento teatrale della commedia, che, al contrario dei suoi
innumerevoli allestimenti, presentava un testo tagliato del cinquanta per cento con numerose
10
dislocazioni rispetto all’originale. La Warner Bross, che
produceva il film, schierò tutti i suoi divi, fra i quali James
Cagney e Mickey Rooney. Reinhardt e Dieterle sfruttar