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Psicobiologia della resilienza e della vulnerabilità
14/16II modulo 09/12/2020
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Come cambia la risposta dei neuroni dell'amigdala durante un protocollo di estinzione?
Durante un protocollo di estinzione avvengono dei cambiamenti a livello dell'amigdala, della corteccia prefrontale ventromediale e ippocampo. L'amigdala è inizialmente molto attivata e progressivamente diminuisce, quando si va a richiamare la traccia di memoria si osserva l'attivazione della corteccia prefrontale e la disattivazione dell'amigdala.
Cel On e Cell Off: durante un protocollo di estinzione, l'amigdala laterale attiva l'amigdala basale, la vmPFC favorisce il potenziamento della risposta dei neuroni intercalati che inibiscono l'amigdala centrale e quindi la risposta di paura condizionata.
Nel nucleo centrale dell'amigdala ci sono neuroni la cui risposta al CS si riduce durante un training di estrazione (cel off) e neuroni la cui
Risposta al CS rimane alta durante un training di estinzione (cel off).
Spiegare in cosa consiste e su quali evidenze sperimentali si basi la teoria della plasticità compensativa durante l'invecchiamento cognitivo
Durante l'invecchiamento cognitivo in soggetti anziani ad alto funzionamento si attiva la plasticità compensativa, ovvero il reclutamento di più aree per svolgere lo stesso compito, correlando così con le risorse necessarie a far fronte al problema. È una sorta di strategia cognitiva: negli anziani a basso funzionamento si può notare un'attivazione monolaterale come in quella di soggetti più giovani (contrariamente a quella bilaterale negli anziani ad alto funzionamento). Nell'ipotesi di "dedifferenziamento" si pensava si avesse una regressione a uno stato indifferenziato dei circuiti neuronali come si è visto avviene nei bambini in un compito di lavoro dove loro attivano un'area.
più grande del normale. Per gli anziani, però, si parla di plasticità compensativa, ovvero un aumento di bilateralità. Questo concetto arriva ad esempio dalle evidenze degli esperimenti su anziani che svolgono compiti di memoria di lavoro dove tramite fMRI si osservano l’attivazione di più aree per compensare la riduzione volumetrica delle singole aree. Degli esempi possono riguardare il linguaggio (ricordarsi un certo numero di parole) o la stimolazione transcranica magnetica.
Fornire un esempio di studio di intervento che miri a una diminuzione della transizione da MCI a Alzheimer:
Il progetto “Train the Brain” (Pisa) propone un protocollo di 8 cicli di training cognitivo e fisico con interazione sociale per soggetti MCI (che probabilmente è un precursore della demenza). Tali soggetti mostrano miglioramenti nella memoria spaziale, un miglior afflusso ematico nell’area temporale mediale e un aumento dei livelli di BDNF.
Sono stati
Presi 113 soggetti con danno cognitivo lieve, di cui la metà faceva parte del gruppo sperimentale e metà del gruppo di controllo in cui è stato fatto un intervento di 7 mesi. Sono state svolte attività cognitive di esercizio fisico ed è emerso che l'allenamento ha migliorato la prestazione cognitiva nei soggetti sperimentali e l'ha ridotta nel gruppo di controllo. Inoltre, nel gruppo sperimentale, è emerso un maggiore flusso ematico nelle strutture ippocampali e paraippocampali (lobo temporale mediale).
Lo scopo è di promuovere la plasticità compensatoria per prevenire o ritardare la del declino cognitivo, aumento della plasticità, dell'attivazione demenza (riduzione cerebrale, dei parametri cardiovascolari, ecc). Il primo follow up ha dato risultati incoraggianti, lo studio è tutt'ora in corso.