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INTRODUZIONE:
OGGETTO:cambiamenti dei lavoratori
OBIETTIVO:descrivere i cambiamenti dei lavoratori
STRUTTURA:
1.definizione di forza lavoro
2.occupazione/disoccupazione
3.età
4.livello di istruzione
5.femminilizzazione
6.gruppi di minoranza
7.presenza di disabili
CORPO:
1.definizione di forza lavoro:la forza lavoro si caratterizza attualmente per una serie di processi di
diversificazione che la rendono una sorta di melting pot di talenti,credenze,esigenze e bisogni.
2.occupazione/disoccupazione:la disoccupazione è calata del 7% e il numero di giovani che entrano nel
mondo del lavoro risulta più ridotto rispetto al recente passato.Si parla di “inattivi”,cioè coloro che non si
impegnano a cercare lavoro, e “sottoutilizzo delle risorse”,cioè soggetti in cerca di lavoro che sarebbero
disposti a svolgerlo se ci fossero le condizioni opportune.
3.età:l’obiettivo dei nuovi contesti organizzativi è quello di sostituire i lavoratori seniore con i giovani che
sono più abili,efficiente,efficaci e ideativi.Questa tendenza è messa in discussione dalla ridotta immissione di
giovani e dal drastico ridimensionamento dei pensionamenti anticipati.IL gruppo che si sta espandendo di più
è quello dei lavoratori di mezza età.
4.livello di istruzione:le aziende vanno alla ricerca di lavoratori competenti altamente qualificati che non
sappiano solo leggere scrivere e far di conto,ma che abbiano conoscenza informatiche e linguistiche e che
sappiano interpretare dei grafici.
5.femminilizzazione:le donne,a differenza del passato,oggi hanno la possibilità di lavorare,anche se ci sono
dei problemi in quanto devono equilibrare i tempi da dedicare al lavoro con quelli da dedicare alla
famiglia,infatti si parla di “doppia carriera”.Ci sono delle condizioni che minacciano la qualità della vita
lavorativa:invidia dei colleghi maschi,timore nell’occupare una posizione lavorativa prettamente
maschile,ostacolo alle eventuali promozioni,ecc…
6.gruppi di minoranza:nel nostro paese ci sono molti gruppi di minoranza,chiamati così perché,non avendo
determinate caratt del gruppo “modello” vengono emarginati.Ultimamente si è diffuso il management delle
diversità,il cui obiettivo è quello di prestare attenzione a questi gruppi integrandoli.
7.disabili:i disabili oggi,a differenza del passato,vengono assunti nelle aziende,grazie alla diffusione di nuove
tecnologie.
CONCLUSIONE:Nel presente report sono stati presentati i cambiamenti che i lavoratori hanno avuto
recentemente,partendo dall’analisi del tasso di occupazione e disoccupazione fino a descrivere la condizione
dei disabili.
2.CARATTERISTICHE DELLE ORGANIZZAZIONI SNELLE
INTRODUZIONE:
OGGETTO:le organizzazioni snelle
OBIETTIVO:descrivere le caratteristiche delle org.snelle
STRUTTURA:
1.definizione
2.caratteristiche
3.applicazioni
CORPO:
1.definizione:le organizzazioni snelle derivano dal processo di downisizing,il quale è associato a interventi di
ristrutturazione ingegneristica(interviene sugli aspetti strutturali) e riprogettazione(interviene sui processi di
beni e servizi)Tali interventi favoriscono organizzazioni a bassa intensità di manodopera,le cosiddette labour
saving,di cui fanno parte le organizzazioni snelle che,si vanno a contrapporre alle labour intensive,ovvero
accentuata manodopera.Le organizzazione snelle,inoltre,sono definite come:veloci,adattabili,efficaci ed
efficienti.ì nel rispondere alle richieste del mercato.
2.caratteristiche:la organizzazioni snelle appaiono modificabili a bassa gerarchizzazione,ovvero c’è la
riduzione dei livelli di comando e ciò porta a ridurre il numero di dirigenti affidando un numero maggiore di
operi da controllare;operanti per team interprofessionali,cioè riduzione della forza lavoro interna e le attività
non ritenute essenziali vengono esternalizzate,ovvero svolte da singoli o gruppi di lavoratori non più
dipendenti dell’azienda,ma che collaborano con questa mediante varie forme contrattuali.
3.applicazioni:le organizzazioni snelle devono essere in grado di adeguare i loro processi alle richieste di
prodotti e servizi e soprattutto dovrebbero essere in grado di competere definendo alti standard di qualità per
i beni prodotti selezionando lavoratori competenti.
CONCLUSIONE……………
CAPITOLO 3
1DETERMINANTI DELLA CONDOTTA LAVORATIVA
INTRODUZIONE:
OGGETTO:la condotta lavorativa
OBIETTIVO:descrivere le determinanti della condotta lavorativa.
STRUTTURA:
1.definizione di condotta lavorativa
2.fattori situazionali e di contesto
3.fattori interni
4.interazione fra fattori esterni e interni
CORPO:
1.definizione di condotta lavorativa:la condotta lavorativa può essere vista come l’espressione ci complessi
processi socio cognitivi che comprendono la selezione di elementi informativi,la loro classificazione e
accentuazione di determinate caratteristiche.
2.fattori situazionali e di contesto:tra i fattori situazionali vengono identificati quelli relativi al compito e alla
mansione;oltre al grado di complessità della mansione,si devono tener presenti le caratt del posto di lavoro,il
tempo con cui il lavoro è effettuato e le richieste lavorative.Bisogna poi considerare gli otucomes,ovvero gli
esiti del lavoro,quindi i livelli salariali,la possibilità di carriera e il benefit.Un altro fattore di notevole
importanza è il livello tecnologico che comprende strumenti tecnici e interazione uomo-macchina-
ambiente.Tra i fattori legati all’ambiente fisico si segnalano quelli che determinano effetti sul benessere
fisico,psicologico e sociale sull’efficienza lavorativa.
3.fattori interni:i fattori interni riguardano l’età,il genere e il livello di scolarizzazione del lavoratore,ovvero
fattori di differenziazione socio.anagrafico.Entrano in gioco anche caratt.strettamente psicologiche come le
competenze possedute,i livelli di motivazione e aspettative individuali e anche fattori che hanno un rilievo
diretto sulla prestazione lavorativa come il sonno,le patologie e la fatica.
4.Interazione fra fatt.esterni e interni:la condotta lavorativa risulta essere mutlideterminata dall’interazione fra
fattori esterni(di carattere tecnico,economico e organizzativo) e fattori interni(motivazione,desideri e
scopi).Questi fattori agiscono come condizione facilitante o ostacolante la costruzione della condotta
lavorativa.
CONCLUSIONE:…………….
CAPITOLO 4
1.LA SCELTA LAVORATIVA:I PRINCIPALI APPROCCI:
INTRODUZIONE:
OGGETTO:i principali approcci della scelta lavorativa
OBIETTIVO:definire i principali approcci della scelta lavorativa
STRUTTURA:
1.approcci psicodinamici e motivazionali
2.approcci cognitivo-comportamentali
3.approcci di contingenza
CORPO:
1.approcci psicodinamici e motivazionali:gli approcci psicodinamici e motivazionali sostengono che
l’occupazione adeguata è quella che provvede alla soddisfazione dei bisogni.Quando alcuni aspetti della
personalità entrano in conflitto tra loro,si generano incertezze e rinvio di scelte.Le teorie motivazionali
considerano l’inclinazione professionale come la tendenza delle persone verso un determinato campo
specifico di attività.
2.apporcci cognitivo-comportamentali:gli approcci cognitivo-comprotamentali nascono dalla
psic.dell’orientamento e sostegono il counselling in momenti critici.Ciò che viene privilegiata è la capacità di
costruire il proprio progetto professionale e la persona viene vista come un attore che mette a disposizione
gli strumenti cognitivi necessari a mantenere la sua pro attività nei confronti dei probl lavorativi e percorsi di
carriera.
3.approcci di contingenza:gli approcci di contingenza riguardano fattori socioeconomici e culturali contingenti
nello sviluppo delle carriere occupazionali.Roberts critica gli approcci che si basano sulla congruenza tra self
2
e occupazione e sostiene che,dopo l’avvio della carriera bisogna ragionare sull’esperienza per riorganizzarla
in un progetto articolato.
CONCLUSIONE:…………..
2.SCELTA LAVORATIVA:DESCRIVERE UN APPROCCIO
INTRODUZIONE:
OGGETTO:approcci psicodinamici e motivazionali
OBIETTIVO:descrivere gli approcci psicodinamici e motivazionali
STRUTTURA:
1.definizone
2.posizione di Roe
3.posizione di McClelland
4.teorie motivazionali
CORPO:
1.definizione:gli approcci psicodinamici e motivazionali affermano che la scelta occupazionale adeguata è
quella che provvede alla soddisfazione dei bisogni.Quando alcuni aspetti della personalità entrano in conflitto
tra loro,si generano rinvii di scelta e dubbi.
2.posizione di Roe:Un primo esponente di tale approccio è Roe,il quale segnala come il bisogno di aiutare gli
altri spinga a vedere favorevolmente le professioni di aiuto,mentre il bisogno di trasmettere i valori spinga ad
intraprendere la carriera di insegnante.
3.posizione di McClelland:un secondo esponente di questo approccio è McClelland che,nei suoi studi sul”
need for archievement”,sottolinea come giovani ben scolarizzati e con esperienze di successo nelle scuole
siano interessati a professioni complesse e prestigiose.Afferma inoltre che la scoperta di professioni
altruistiche è utile per comprendere la scelta di professioni di aiuto,mentre l’individuazione di motivazioni
auto espressive può essere alla base di professioni creative.
4.teorie motivazionali:le teorie motivazionali strettamente collegate con questo approccio,considerano
l’inclinazione professionale come una disposizione della persona verso uno specifico campo di attività.
CONCLUSIONE:…………..
CAPITOLO 5
1.MODELLO DI NICHOLSON
INTRODUZIONE:
OGGETTO:modello di Nicholson
OBIETTIVO:descrivere il modello di Nicholson
STRUTTURA:
1.definizione
2.preparazione
3.incontro
4.adattamento.
5.stabilizzazione
CORPO:
1.definizione:l’ingresso lavorativo costituisce per Nicholson il prototipo delle transizioni che caratterizzano
l’esperienza lavorativa di quasi tutte le persone.Esse chiamano il lavoratore neofita a distaccarsi dalle
precedenti esperienze e prendere posizione nei confronti della nuova situazione.Si tratta di un processo
rappresentabile come ciclo transazionale.
2.preparazione:il neofita prima dell’ingresso lavorativa si crea delle aspettative e delle rappresentazioni sulla
futura situazione lavorativa
3.incontro:l’incontro con il lavoro viene facilitato proprio dalla natura di tali elaborazioni (motivazioni e
rappresentazioni),anche se molti fattori possono creare dubbi e difficoltà,si parla infatti di reality
shock,ovvero una realtà che non