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I edizione II edizione

p. 206 p. 214

Gli scacchi erano l’unico gioco in cui a … fosse mai capitato …

Hermione capitasse mai di perdere.

p. 208 p. 215

figurine del Famoso Mago figurine dei “Maghi Famosi”

p. 209 p. 216

è l’unico di cui si sappia che ha fabbricato la che si sappia, è l’unico ad aver prodotto …

Pietra Filosofale!

Lui sapeva che qualcuno ne era in caccia … lo stava cercando.

Nel 2011, a più di dieci anni dalla prima traduzione del primo volume, si decise di produrre una

nuova traduzione dell'intera saga a cura di Stefano Bartezzaghi. Si trattò di un progetto molto ampio

ad opera di un comitato formato dalle traduttrici M. Astrologo e B. Masini, gli editor della saga ed il

presidente della società nazionale di Harry Potter.

Nella nota a questa terza edizione, S. Bartezzaghi afferma: “Abbiamo incominciato a rileggere

Harry Potter con il senno di poi, il senno di chi sa dove si annoderà alla fine ognuno dei fili che J.K.

Rowling ha incominciato a tessere dalla prima pagina del primo volume”. Vennero dunque messe in

dubbio una serie di scelte prese da M. Astrologo e B. Masini, a partire dalla questione dei nomi. Se

si era in origine pensato che nel tradurre libri per l'infanzia potesse essere più efficace utilizzare

nomi evocativi, secondo Bartezzaghi nella consapevolezza attuale che gli ultimi volumi sono invece

destinati ai giovani adulti, ora sarebbe invece più appropriato mantenere i nomi originali in inglese,

o per lo meno alcuni di essi. A proposito del nome Neville Longbottom, egli spiega: “bambino

cresciuto nella bambagia dalla nonna, e apparentemente privo di adeguato bagaglio nervoso e

muscolare per sopravvivere alle peripezie della scuola di Hogwarts, in Italia ha preso il nome di

Neville Paciock. Chi poteva sospettare l’evoluzione che il personaggio avrebbe avuto nei volumi

successivi, giungendo al più puro eroismo?”. Personalmente non sono d’accordo sul fatto che

Paciok sia risultato in contrasto con quanto voluto da J. K. Rowling: il nome originale Longbottom,

per quanto mai spiegato dall'autrice stessa, è stato spesso percepito come comico, ridicolo e di certo

non è stato modificato dall'autrice nel momento in cui è iniziata l’evoluzione del personaggio. Anzi,

il contrasto tra nome e comportamento può essere apprezzato in sé, come prova del pregiudizio che

si è avuto nei confronti del ragazzo.

Gli interventi che sono stati indispensabili per la comprensione della trama e che poterono essere

effettuati solo a conclusione della stessa sono molteplici. Come affermato anche da Bartezzaghi, si

incontrano spesso nel corso della trama “questioni di dettaglio a cui però capita che J.K. Rowling

dia all’improvviso un’importanza inaspettata” e che per questo motivo ad una prima lettura non

hanno suscitato l’interesse dei traduttori, che li hanno superficialmente ignorati. Ne troviamo un

esempio nel quinto libro, quando i protagonisti, intenti a risistemare un appartamento, notano un

locket, che tentano di aprire senza successo. La questione diviene fondamentale per lo svolgimento

della trama solo due libri più tardi, quando i personaggi fanno riferimento ad un medaglione trovato

in tale appartamento e che tutti sembrano ricordarsi. Tutti tranne il lettore italiano, perché nel quinto

libro locket era stato tradotto con “lucchetto”. L’edizione del 2011 è stata un’occasione per risolvere

questa discordanza.

Vorrei ora soffermarmi su due questioni in particolare: una prima di carattere tecnico, facilmente

definibile “errore”, ed una seconda più complessa, paradigmatica del lungo percorso di riflessione

necessario per alcuni aspetti della traduzione.

In primo luogo, la traduzione relativa alla divisione sociale che stava a fondamento dell’intero

mondo magico è stata fortunatamente perfezionata in quest’ultima edizione. Nel mondo creato dalla

Rowling i maghi si dividono in pureblood, halfblood e mudblood a seconda della discendenza da

una famiglia di soli maghi, mista o di soli non maghi. Non è chiaro per quale ragione nelle prime

due edizioni si sia deciso di eliminare in italiano la distinzione terminologica tra halfblood e

mudblood, unificando le due categorie nel termine “mezzosangue”. Questa distinzione, anche

intuitivamente non di poca importanza, diventa fondamentale nel momento in cui scoppia il

conflitto tra bene e male: si arriva per esempio al paradosso per cui l’antagonista Voldemort, un

halfblood, sembrerebbe perseguitare anche gli appartenenti alla propria categoria e non soltanto i

mudblood. Le incomprensioni derivanti da questa incongruenza vennero risolte nel 2011 con la

traduzione di mudblood in “sanguemarcio”.

Infine è interessante considerare l’approccio dei vari traduttori ai nomi delle case (houses) della

scuola di magia, gruppi in cui sono smistati (sorted) gli studenti in base alle proprie attitudini. In

inglese si chiamano Gryffindor, Slytherin, Revenclaw e Hufflepuff; ne conosciamo la storia e le

caratteristiche grazie ad una filastrocca che viene recitata all’inizio di ogni anno scolastico.

Probabilmente perché si trattava di un libro per bambini, Marina Astrologo nella sua prima

traduzione ha deciso di includere nel nome di ogni casa colori e nomi di animali. Osservando nel

dettaglio la sua scelta di traduzione, possiamo notare che mentre Grifondoro rimane molto simile

all’inglese Gryffindor, Serpeverde invece se ne allontana privilegiando il colore e l’animale presenti

sullo stemma della casa, come fa almeno in parte anche Tassorosso, il cui animale simbolo è il tasso

ma il colore sarebbe in realtà il giallo. M. Astrologo si concentra dunque su un aspetto molto visivo,

decisamente adatto ai bambini, diversamente da quanto aveva fatto invece l’autrice J.K. Rowling, la

cui scelta dei nomi mi sembra essere stata più sottile. Prendiamo ad esempio Slytherin: questa è la

casa degli ambiziosi il cui simbolo è il serpente, il che emerge dal nome, composto da sly (furbo) e

slither (strisciare). Nella traduzione di M. Astrologo si perde quindi il riferimento alla componente

della furbizia.

Revenclaw costituisce un caso a sé, che ha anche avuto un’evoluzione particolare nel corso del

tempo. Nella traduzione del 1998, la traduttrice decide di cambiare completamente l’animale ed il

colore di questa casa, denominandola Pecoranera e ponendo sullo stemma, al posto dell’aquila, un

montone. Non è mai stata spiegata questa modifica così drastica; forse si pensava che corvi ed

aquile fossero animali troppo minacciosi per un libro per bambini. Ad ogni modo questa scelta, che

non ebbe un impatto particolare sulla trama, entrò presto in conflitto con l’adattamento

cinematografico del 2001, in cui veniva mostrato lo stemma della casa. Per gli editori fu dunque

necessario ritornare sui propri passi, scegliendo il nome Corvonero.

Spesso una scelta traduttiva non è del tutto autonoma e priva di conseguenze: come il termine

“Pecoranera” aveva portato necessariamente a modificare anche altri aspetti della trama, gestibili

sul piano letterario, ma non cinematografico, così questo cambiamento non ha del tutto risolto la

questione, ma ha anzi provocato alcune incongruenze che i volumi in italiano hanno conservato fino

alla terza traduzione. Nella filastrocca che presenta le case si viene a conoscenza anche del fatto che

ognuna di esse è stata fondata da una strega o un mago dal cui cognome è stata nominata, e si può

notare che ogni nome allittera col cognome (dunque Godric Gryffindor, Salazar Slytherin, Rowena

Ravenclaw e Helga Hufflepuff). Nella traduzione italiana del 1998 viene mantenuta questa

corrispondenza ed i fondatori vengono ribattezzati Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde, Priscilla

Pecoranera e Tosca Tassorosso. Quando nel 2001 avvenne il passaggio da Pecoranera a Corvonero,

mentre nel doppiaggio del secondo film si parlò di Cosetta Corvonero, nel libro venne mantenuto

invece il nome Priscilla, lasciando dunque Priscilla Corvonero ad essere l’unica tra i fondatori a non

mantenere la corrispondenza di iniziali tra nome e cognome. Verso la conclusione della saga, tra

l’altro, il personaggio di Corvonero iniziò ad acquisire importanza ed in risposta a ciò venne

cambiata la traduzione del doppiaggio nei film successivi, che ripresero il nome Priscilla Corvonero

creando un’ulteriore discrepanza, questa volta al loro interno.

La terza traduzione ha risolto la questione, generando tuttavia una serie di critiche. Prima di tutto

venne mantenuto il nome della casa Corvonero, ma il nome della fondatrice divenne Corinna

Corvonero. Inoltre si decise di cambiare il nome alla casa di Tassorosso, per via del colore rosso,

ancora una volta in conflitto con l’adattamento cinematografico. Forse basandosi sul fatto che in

inglese Hufflepuff sia stato costruito dall’autrice sì per richiamare l’attitudine al duro lavoro dei suoi

membri (to huff and puff indica il respiro pesante dopo uno sforzo) ma allo stesso tempo anche per

non avere un significato chiaro e preciso, per la terza traduzione italiana si è scelto il nome

Tassofrasso, che appunto significa ben poco in italiano. Ancora una volta però si verifica una

discordanza con le altre case: Tassofrasso rimane l’unico nome composto senza un colore. La critica

più frequentemente mossa nei confronti di questa decisione è di essere stata inutile, dal momento

che nemmeno il colore della casa Corvonero è effettivamente il nero (è il blu) e che per di più il

nome di questa casa sia rimasto ancora una volta l’unico incoerente rispetto agli altri.

La saga di Harry Potter non è certamente un caso isolato per quanto riguarda la presenza di diverse

traduzioni in una stessa lingua, ma è invece unica dal punto di vista del contesto in cui si è

sviluppata questa traduzione: i traduttori si sono trovati a confrontarsi non solo col giudizio dei

critici, ma anche con un grande pubblico, con determinate aspettative e nel corso del tempo

addirittura capace di leggere l’originale inglese e pronto a criticare qualunque scelta di traduzione.

È da aggiungere poi che il doppiaggio cinematografico è avvenuto in parallelo, inducendo a cercare

un compromesso. Sono convinta che la traduzione del 2011 sarà solo la prima di molte revisioni a

posteriori, che saranno necessarie finché Harry Potter rimarrà un fenomeno della portata attuale.

Bibliografia

J. K. Rowling, Harry Potter e la Pietra Filosofale, traduzione di Marina Astrologo, Firenze, Salani,

1998

J. K. Rowling, Harry Potter e la camera dei segreti, traduzione di Marina Astrologo, Firenze,

Salani, 1999

J. K. Rowling, Harry Potter e la Pietra Filosofale,

Dettagli
Publisher
A.A. 2016-2017
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/12 Lingua e traduzione - lingua inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vale_tvb_97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Laboratorio di traduzione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Pesatori Sara.