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X
= Ö λ
- in cui è la snellezza dell’elemento ed l la lunghezza libera d’inflessione;
× 0
Õ
̅ ̅
Ø
=
- in cui è la snellezza adimensionalizzata;
Ø
ÙÀÚ
α
- è un coefficiente di imperfezione pari a 0,49 per la curva di instabilità c (prospetto 5.5.1
dell’EC 3); ̅ ̅
È = 0,5 ∙ Ë1 + ¯ ∙ − 0,2 + Ì
* Φ
in cui è un coefficiente adimensionale;
- Â= χ
- in cui è un coefficiente di riduzione per l’instabilità flessionale;
Ý
ÛÉÛ Ü Ü
KØ .
# = Â ∙ A ∙ ÃÄ
Á,,(
- in cui N è lo sforzo normale di crisi per l’asta.
Å b,Rd
ÆÖ
4. GENERALITA’ SULLA STRUTTURA
In seguito vi è riportata la disposizione degli elementi sismo-resistenti dell’edificio oggetto di
studio:
I controventi utilizzati sono del tipo “a croce di Sant’Andrea”.
La conformazione dell’edificio ci fa attestare con certezza che questo è regolare in pianta cosi come
richiesto dalle norme vigenti:
“Le costruzioni devono avere, quanto più possibile, struttura iperstatica caratterizzata da
regolarità in pianta e in altezza. Se necessario ciò può essere conseguito suddividendo la struttura,
mediante giunti, in unità tra loro dinamicamente indipendenti.
Per quanto riguarda gli edifici, una costruzione è regolare in pianta se tutte le seguenti condizioni
sono rispettate:
a) La configurazione in pianta è compatta e approssimativamente simmetrica rispetto a due
direzioni ortogonali, in relazione alla distribuzione di masse e rigidezze;
b) Il rapporto tra i lati di un rettangolo in cui la costruzione risulta inscritta è inferiore a 4;
c) Nessuna dimensione di eventuali rientri o sporgenze supera il 25 % della dimensione totale
della costruzione nella corrispondente direzione;
d) Gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro piano rispetto
agli elementi verticali e sufficientemente resistenti.”
Altrettanto non si può affermare per la regolarità in altezza essendo ancora in fase di pre
dimensionamento e non conoscendo ancora le dimensioni di travi e colonne sismo-resistenti:
“Sempre riferendosi agli edifici, una costruzione è regolare in altezza se tutte le seguenti condizioni
sono rispettate:
e) Tutti i sistemi resistenti verticali (quali telai e pareti) si estendono per tutta l’altezza della
costruzione;
f) Massa e rigidezza rimangono costanti o variano gradualmente, senza bruschi cambiamenti,
dalla base alla sommità della costruzione (le variazioni di massa da un orizzontamento
all’altro non superano il 25 %, la rigidezza non si riduce da un orizzontamento a quello
sovrastante più del 30% e non aumenta più del 10%); ai fini della rigidezza si possono
considerare regolari in altezza strutture dotate di pareti o nuclei in c.a. o pareti e nuclei in
muratura di sezione costante sull’altezza o di telai controventati in acciaio, ai quali sia
affidato almeno il 50% dell’azione sismica alla base;
g) Nelle strutture intelaiate progettate in CD “B” (classe di duttilità bassa) il rapporto tra
resistenza effettiva e resistenza richiesta dal calcolo non è significativamente diverso per
orizzontamenti diversi (il rapporto fra la resistenza effettiva e quella richiesta, calcolata ad
un generico orizzontamento, non deve differire più del 20% dall’analogo rapporto
determinato per un altro orizzontamento); può fare eccezione l’ultimo orizzontamento di
strutture intelaiate di almeno tre orizzontamenti;
h) Eventuali restringimenti della sezione orizzontale della costruzione avvengono in modo
graduale da un orizzontamento al successivo, rispettando i seguenti limiti: ad ogni
orizzontamento il rientro non supera il 30% della dimensione corrispondente al primo
orizzontamento, né il 20% della dimensione corrispondente all’ orizzontamento
immediatamente sottostante. Fa eccezione l’ultimo orizzontamento di costruzioni di almeno
quattro piani per il quale non sono previste limitazioni di restringimento.”
4.1 AZIONE SISMICA ALLO S.L.U
4.1.1 Valutazione dello spettro elastico in termini di accelerazione
Ai fini della determinazione dello spettro di progetto si fa riferimento al DM 2008 definendo il
“periodo di riferimento dell’azione sismica”:
V = V ∙ C
Þ ± à
Dove:
- V rappresenta la vita nominale dell’edificio, intesa come il numero di anni nel quale la
n
struttura, purchè soggetta alla manutenzione ordinaria, deve poter essere usata per lo scopo
al quale è destinata.
Nel caso in esame si assume V = 50 anni (tab. 2.4.I NTC08)
n
- C è il coefficiente d’uso, definito al variare della classe d’uso dell’edificio.
u
Per edifici appartenenti alla Classe II (costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti,
senza contenuti pericolosi per l’ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali) si
assume C = 1.0 (tab.2.4.II).
u
Ne consegue che: V = V ∙ C = 50 ∙ 1 = 50 899:
Þ ± à
Noto il periodo di riferimento, le azioni sismiche di progetto, in base alle quali valutare il rispetto
dei diversi stati limite considerati, si definiscono a partire dalla “pericolosità sismica di base” del
sito di costruzione (Montella – AV-) in termini di ordinate dello spettro di risposta elastico in
á
accelerazione (T), con riferimento a prefissate probabilità di eccedenza P , nel periodo di
Vr
V
Þ
riferimento .
La determinazione della pericolosità sismica di base del sito di costruzione passa attraverso la
determinazione dei seguenti parametri:
• a è l’accelerazione orizzontale massima al sito;
g
• è il valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione
F
o
orizzontale;
• T * è il periodo d’inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione
C
orizzontale.
Per valutare il periodo di ritorno del sisma T va definita la “probabilità di superamento” P nel
R Vr
periodo di riferimento V , ovvero la probabilità che l’intensità del sisma di progetto venga superata
r
nel periodo di riferimento.
Essa risulta maggiore per verifiche in esercizio in quanto, considerando forze sismiche meno
intense ma più frequenti, è più probabile che esse vengano superate. Considerando, invece,
verifiche allo stato limite ultimo, essendo le forze sismiche più intense ma meno frequenti, è meno
probabile che esse vengano superate. in funzione del tipo di verifica da
La normativa riporta una tabella con le percentuali di P
Vr
effettuare (tab. 3.2.I del § 3.2.1):
Tali valori percentuali rimangono immutati per qualsiasi classe d’uso (§ C3.2.1 della Circolare).
A questo punto è possibile caratterizzare T per ogni stato limite (considerando edifici di classe II):
R
Stati limite T (anni)
r
SLO T = 0,6 * V 30
r r
T = V
SLD 50
r r
T = 9,5 * V
SLV 475
r r
SLC T = 19,5 * V 975
r r
Determinato il valore del periodo di ritorno T , poiché il nostro edificio è ubicato in Montella,
R
via M. Cianciulli, avvalendoci del sito www.acca.it/EdiLus-MS riportiamo i valori dei
parametri significativi: c*
Stati limite T (anni) a (g) F (-) T (s)
r g 0
SLO 30 0,052 2,368 0,28
SLD 50 0,067 2,361 0,309
SLV 475 0,191 2,371 0,404
SLC 975 0,261 2,355 0,423
Considerando una probabilità di superamento nel periodo V pari a P = 10%, si valuta lo spettro
r Vr
elastico allo SLV (Stato limite della salvaguardia della Vita) attraverso i dati desunti in funzione
della zona di ubicazione dell’edificio.
Ai fini dell’individuazione dell’azione sismica di progetto, in assenza di specifiche analisi, per la
definizione dell’azione sismica si può fare riferimento a un approccio semplificato, che si basa
sull’individuazione di categorie di sottosuolo di riferimento (tab. 3.2.II e 3.2.III):
La classificazione dei terreni è fatta in base ai valori della velocità equivalenti V di propagazione
s,30
delle onde di taglio entro i primi 30 metri di profondità.
Analizzando la Carta geologica d’Italia si è visto che il tipo di terreno afferente all’area in oggetto è
del tipo: “terreno a permeabilità variabile da bassa a media, costituito da terreno recente
alluvionale”
Non avendo a disposizione tutti gli elementi per poter valutare correttamente la categoria di
sottosuolo, faremo riferimento al suolo di tipo B.
Inoltre per tenere conto delle condizioni topografiche, si utilizzano i valori del coefficiente
in funzione delle categorie topografiche e dell’ubicazione dell’opera di intervento.
topografico S t
Il D.M. 14.01.2008, divide le categorie topografiche in 4 classi (Tab. 3.2.IV), nel progetto si
considera una classe topografica T1:
Lo spettro di risposta elastico della componente orizzontale sarà data dalle seguenti espressioni:
T 1 T
T
0 ≤ T < T S = a ∗ S ∗ η ∗ F ∗ ð + ∗ r1 − sñ
ë ì í > T η ∗ F T
ë > ë
T = a
T ≤ T < T S ∗ S ∗ η ∗ F
ë ò ì í > T
ò
T
T ≤ T < T S ∗ S ∗ η ∗ F ∗ r s
= a
ò ó ì í > T
T ∗ T
ò ó
T
T ≤ T S = a ∗ S ∗ η ∗ F ∗ r s
ó ì í > T *
nelle quali:
• T ed S sono, rispettivamente, periodo di vibrazione ed accelerazione spettrale orizzontale.
e
Inoltre S è il coefficiente che tiene conto della categoria di sottosuolo e delle condizioni
á = á ∙ á
j
topografiche mediante la relazione seguente: , con S coefficiente di
s
amplificazione stratigrafica e S coefficiente di amplificazione topografico;
t
• η è il fattore che altera lo spettro elastico per coefficienti di smorzamento viscosi
ô = Éõ10/5 + ö÷
ξ ξ
convenzionali diversi dal 5%, mediante la relazione dove (espresso
in percentuale) è valutato sulla base di materiali, tipologia strutturale e terreno di
fondazione;
• F è il fattore che quantifica l’amplificazione spettral