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Irene Cappelli
Matricola 240309
Disturbo da gioco d’azzardo (GAMBLING).
Giocare d’azzardo significa “puntare o scommettere una data somma di denaro, o oggetto di valore,
sull’esito di un gioco che può implicare la dimostrazione di determinate abilità o basarsi sul caso”. Il
giocare d’azzardo può anche essere definito come “qualsiasi puntata o scommessa fatta, per sé o per
altri, con denaro o senza, a prescindere dall’entità della somma, il cui risultato sia imprevedibile
ovvero dipenda dal caso o dall’abilità” (Gamblers Anonymous, 2000).
In Italia il 54% della popolazione gioca d’azzardo (almeno una volta negli ultimi 12 mesi), di cui il 3,8%
sono giocatori “problematici” e il 2,2% sono giocatori patologici.
Il gioco d’azzardo non è ancora stato inserito nel DSM IV (manca un quadro normativo che definisca il
GAP, gioco d’azzardo patologico, un problema di salute), ma è considerato “problematico” in quanto
causa di comportamenti rischiosi che condizionano negativamente il benessere individuale e le
relazioni interpersonali. Inoltre rappresenta un grave problema di salute pubblica, crea problemi
psico-‐sociali alla persona coinvolta e può indurre disturbi del comportamento antisociali, oltre a
causare problemi di natura finanziaria.
Nella maggior parte dei casi il gioco d’azzardo è progressivo e caratterizzato da tre stadi:
1. Gioco d’azzardo informale e ricreativo: il soggetto è consapevole dei rischi e la fruizione è
saltuaria; la motivazione prevalente è la socializzazione e la sfida, i costi sono contenuti.
2. Gioco d’azzardo problematico: è un comportamento volontario a rischio per la salute mentale,
fisica e sociale del soggetto; aumenta il tempo di gioco e il denaro ad esso dedicato.
3. Gioco d’azzardo patologico: è un disturbo con conseguenze sanitarie e sociali che necessitano
di diagnosi, cura e riabilitazione; in questa fase il soggetto gioca più tempo e denaro di quelli
che si può permettere (gioco giornaliero). A questo punto la persona ritiene di essere in grado
di prevedere una vincita, ma in realtà è tutta questione di fortuna. I debiti iniziano ad
accumularsi.
Il gioco d’azzardo patologico, al pari dell’abuso di sostanze, presenta una forte impossibilità a
resistervi (Craving), l’insorgenza di sentimenti di inquietudine quando si è impossibilitati a giocare
(astinenza) e la necessità di giocare con maggiore frequenza, anche più volte al giorno, per riprodurre
il grado di euforia e gratificazione.
Non tutti i giocatori, però, passano dallo stadio informale e ricreativo a quello problematico e
successivamente patologico; infatti la dipendenza varia a seconda degli aspetti individuali e ambientali
di ognuno, inoltre si è più esposti a questo fenomeno se sono già presenti disturbi psichiatrici, quali
depressione maggiore e disturbi bipolari (DSM IV). Il gioco d’azzardo patologico colpisce quindi in
misura maggiore condizioni di vulnerabilità, quali relazioni famigliari problematiche, mancanze di
regole, uso di sostanze stupefacenti e abuso alcolico.
Il gioco d’azzardo patologico investe soprattutto le fasce d’età tra i 18 e i 29 anni; infatti l’adolescenza è
un periodo di sviluppo che porta a cambiamenti sostanziali nel comportamento, nell’affettività, nella
ricerca e selezione degli stimoli più gratificanti e appaganti. I giovani fanno maggiormente uso del
gioco d’azzardo via internet (il 15,1% dei giovani, anche minorenni, gioca d’azzardo su internet). Le
offerte e le pubblicità che utilizzano grafiche e messaggi estremamente stimolanti catturano in misura
maggiore l’attenzione degli adolescenti. Da una ricerca è risultato che più della metà dei giovani
giocatori online presentava disturbi della condotta e comportamenti borderline.