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INTEGRAZIONE CULTURALE A SCUOLA
Premessa
La situazione odierna vede un numero sempre crescente di immigrati presenti sul
territorio italiano che si trova a dover affrontare quotidianamente difficoltà di
inserimento nel territorio di residenza, nella scuola e nel lavoro. Un’aggravante
culturale a questo fenomeno consiste nel fatto che, nell’era della globalizzazione, il
superamento dei confini spazio-temporali ha determinato da una parte un
arricchimento culturale e dall’altra una frammentazione e un’assenza di confini, che
conduce, come affermano vari studiosi, ad una sorta di “spaesamento”. Il confine si
configura come una “pelle”, che contemporaneamente delimita e mette in contatto,
ragion per cui la perdita dello stesso è stata accompagnata dall’insorgenza di conflitti
e fondamentalismi, connotati da un’intolleranza nei confronti di chi non condivide le
proprie idee. Oggi, dunque, si assiste alla compresenza di globali più mobili e locali
sempre più imprigionati nella loro località. Facilmente raggiungibile dai Paesi più
provati da guerre e povertà, la Sicilia è uno dei luoghi privilegiati per gli sbarchi
clandestini. La popolazione palermitana si presenta infatti piuttosto variegata, e
questa nuova realtà ha richiesto progressivi adattamenti delle varie strutture sociali, in
particolare della scuola. Essa è infatti il principale spazio d’incontro e confronto, di
interazione e scambio tra le varie culture. In quanto tale, diviene quindi luogo
privilegiato per la trasmissione e la costruzione dei modelli culturali, favorendo il
passaggio dalla monoculturalità all’inter-culturalità. Tuttavia si è potuto constatare che
spesso non vi è un momento di attiva mediazione nell'incontro tra la cultura di cui il
minore straniero è portatore e la cultura rappresentata dalla scuola. L’imperativo
dell'adempimento prioritario dei programmi scolastici ministeriali, i prefissati livelli di
apprendimento che ciascun alunno deve raggiungere, i tempi standardizzati di
raggiungimento di tali livelli, ecc., sono tutte realtà proprie della nostra scuola che le
conferiscono una certa dose di rigidità; in questa situazione non viene favorito il
riconoscimento delle reali po-tenzialità dei minori immigrati, sia come soggetti dotati
di proprie caratteristiche peculiari, sia come individui portatori di una “altra” cultura. Il
processo di immigrazione infatti porta (da en-trambe le parti) al confronto con la
differenza ed alla relazione con l’altro, l’estraneo, lo straniero, l’ignoto e l’imprevisto,
ciò comporta inevitabili conflitti sia all'interno della comunità ospitante, sia nella
famiglia e nel gruppo allegato cui il minore appartiene. La mancata conoscenza e
integrazione delle diversità e i conflitti che ne possono derivare, sono molto spesso
alla base delle difficoltà di inserimento dei minori immigrati nella scuola; tali difficoltà
possono portare al mancato adempimento dell'obbligo scolastico e all'avvio di un
percorso di marginalità sociale, che può sfociare nella passività delle aspettative
assistenzialistiche o ancor peggio, in fenomeni di microcriminalità. La mancanza di
qualificazione professionale e un titolo di studio riconosciuto nega, infine, l'accesso del
futuro adulto al lavoro o lascia spazio a lavori poco gratificanti e scarsamente
retribuiti. Emerge più che mai l’esigenza di promuovere atteggiamenti di
comprensione e valorizzazione delle differenze, contrastando la formazione di
stereotipi e pregiudizi spesso responsabili di fenomeni di intolleranza ed esclusione
sociale. La trasformazione verso una società multietnica richiede attività volte
all’accoglienza, all’inserimento e soprattutto all’integrazione dell’“altro”. La scuola,
che si trova ad affrontare problemi nuovi, potrebbe divenire il luogo ideale e protetto
di interazione-integrazione sociale, consentendo di mantenere la propria identità
culturale e promovendo un’educazione alla convivenza ed alla cittadinanza, che
permetta di sviluppare la capacità di accettare e di valorizzare le differenze.
Analisi della domanda
L’Istituto Comprensivo ___ ha chiesto un intervento per l’integrazione degli alunni
stranieri. Tale richiesta è stata maturata dal dirigente scolastico dopo un’accurata
valutazione del rendimento scolastico e delle capacità di socializzazione degli stessi.
Analisi organizzativa
Se si considera l’organizzazione come un sistema composto da variabili interne che
permettono un adattamento del sistema all’ambiente, si può affermare che l’isituzione
scolastica italiana in particolare con la riforma dell’autonomia, si avvia verso una
sempre maggiore apertura all’ambiente in cui opera (altre agenzie educative, famiglie,
ecc). Ogni scuola vede oggi un continuo moltiplicarsi di ambiti progettuali che
richiedono un buon livello di integrazione tra la didattica e i progetti verso standard di
qualità sempre più elevati. Da un’accurata analisi del territorio è emerso che l’Istituto
___ (comprendente una popolazione scolastica di ____ alunni) accoglie ___ alunni
stranieri di diversa provenienza, alcuni bambini peraltro esprimono un disagio per
situazioni economiche e socio-familiari depresse, altri appartengono a contesti
familiari disagiati.
Da qui sorge la proposta di un progetto, la cui motivazione nasce da quanto sopra
esposto e dalla presenza di un numero sempre crescente di bambini provenienti da
diverse parti del mondo all’interno delle classi, perché l’integrazione abbia inizio dai
banchi di scuola. Il prog. intende coinvolgere e rivolgersi non soltanto ai bambini, ma
anche agli insegnanti e ai genitori degli alunni: poiché sono i principali modelli
educativi di cui il bambino si avvale, si ritiene necessario sensibilizzare anch’essi sulle
tematiche dell’integrazione e sull’importanza della diversità, lavorando insieme per
ottenere il benessere dei bambini, ossia il loro stare bene con sé stessi, con gli altri e
con l’ambiente. Il benessere individuale fonda inoltre il tenessere collettivo, andando
oltre il pregiudizio e costruendo spazi di cittadinanza e di valore relazionale.
Mod. teorico di riferimento
Il mod. teorico utilizzato per la stesura di tale progetto è quello offerto dalla psicologia
culturale, in quanto permette di ovviare ad una lettura etnocentrica del fenomeno
immigrazione. La P. culturale nasce dall’incontro tra P., antropologia e linguistica e si
propone di esaminare le origini culturali delle differenze nel funzionamento psicologico
e nello svil. umano, considerando la cultura e l’individuo come una unità di studio. In
quanto tali, struttura e proc. psicologici possono essere compresi solo all’interno di un
contesto culturale specifico, e tra essi sussiste un’influenza reciproca. Si è adottata
inoltre una prospettiva sistemico – relazionale, per la peculiare concezione
dell’individuo e per l’importanza attribuita a tutti gli elementi che concorrono ad
influenzare il suo percorso di vita. L’essere umano è un sistema aperto e complesso
che interagisce con l’esterno in un processo di continuo adattamento e scambio di
informazioni. Tale concezione motiva l’importanza di agire non solo sul singolo ma
anche su tutte le altre componenti del sistema – comprendendo il comportamento
delle parti in relazione al tutto e le proprietà dinamiche del tutto in relazione al
contesto -. Ciò richiama altresì la “field theory” (teoria del campo) di Kurt Lewin, che
consente di leggere ogni evento come totalità delle forze (del mondo personale e
dell’ambiente fisico e sociale che rientra o meno nell’attività psichica del soggetto),
che agiscono nel campo, in un determinato momento, in una relazione di
interdipendenza. L’epistemologia della complessità, alla base delle scienze odierne,
fonda tali modelli teorici, proponendo una visione plurifattoriale e probabilistica oltre il
meccanicismo, il determinismo e l’unicausalità lineare. Ogni fenomeno viene
considerato nel contesto in cui si manifesta e si cerca di individuare le variabili che ne
sono concausa. Strategia: in conseguenza del modello teorico di riferimento si
utilizzerà una strategia di ricerca-intervento, riconducibile alla ricerca-azione di K.
Lewin. Essa è un momento di conoscenza scientifica della realtà ed insieme, un
contributo al cambiamento della stessa attraverso il coinvolgimento diretto dei
destinatari dell’intervento (in particolare dei bambini e dei ragazzi, secondo quanto
indicato dalla Legge 285/97) nei diversi momenti di definizione e verifica degli obiettivi
di ricerca. Tale strategia favorisce lo sviluppo di una comunità competente, os¬sia in
grado di individuare risorse al suo interno utili per la realizzazione dei cambiamenti
auspicati.
Finalità generali
Favorire l’integrazione dei b. immigrati nella scuola d’appartenenza e nella rete socio –
culturale palermitana, creando un clima relazionale di apertura, dialogo e rispetto
delle differenze;
Destinatari/Target
Beneficiari diretti dell’intervento: bambini di età compresa tra i ___ e i ___ anni,
frequentanti le classi ___ dell’istituto____; insegnanti e genitori
Beneficiari indiretti dell’intervento: scuola, famiglie, comunità
Sottobiettivi
promuovere la cultura dell’integrazione, in cui si mantenga la propria identità
culturale e si valorizzino le diversità.
prevenire il disagio sociale e l'entrata dei minori nei percorsi di emarginazione e
illegalità;
promuovere il ruolo della famiglia immigrata e in particolare la valorizzazione
della figura femminile, nella sua funzione di educazione e di formazione dei figli,
favorendo l'instaurarsi di relazioni reciproche autentiche con il bambino, la famiglia e
la comunità di cui fa parte;
ridurre le cause di deprivazione culturale degli alunni frequentanti l’Istituto.
Obiettivi Specifici:
Insegnanti e genitori
stimolare la riflessione sull’importanza della promozione della cultura
dell’integrazione
eliminare eventuali comportamenti discriminatori nei confronti dei b. immigrati
Insegnanti
promuovere una programmazione attenta agli aspetti multiculturali
Genitori di alunni stranieri
rafforzare le motivazioni della famiglia sull'importanza della scuola mediante
azioni adeguate di sostegno che favoriscano l'incontro fra genitori e insegnanti della
scuola;
ridurre possibili pregiudizi e contrastare e