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RUTHRFORD ESPERIMENTO DELLA LAMINA D’ORO

Nel 1909 Rutherford, invece, grazie all'esperimento della

lamina d'oro,

dimostrò l'esistenza del nucleo. Egli fece incidere un fascio

di particelle α

(di carica 2+) prodotte da un altro elemento radioattivo (il

polonio) contro una

sottile lamina d'oro dello spessore e vide che:

- la maggior parte delle particelle passava indisturbata

attraverso la lamina

(perciò tra un atomo e l'altro dovevano esistere grandi

spazi formati dalla

nuvola di elettroni);

- alcune particelle venivano deviate perché evidentemente

lungo la loro traiettoria

avevano incontrato una porzione della lamina

estremamente densa di

carica positiva in grado di respingerle: IL NUCLEO.

Rutherford concluse quindi dovesse essere composto da un

nucleo centrale in cui sono

concentrate la carica positiva e la massa dell’atomo,

mentre gli elettroni dovevano occupare lo spazio vuoto

intorno al nucleo.

MODELLO DI BOHR

Bohr si rese conto che un fotone che viene assorbito da un

atomo cede tutta la sua energia a uno degli elettroni che

passa così a uno stato energetico più elevato.

Il modello di Bohr afferma che l’elettrone può percorrere

solo determinare orbite circolari (orbite stazionarie) e che

quando ruota su di essere non assorbe o emette energia:

all’elettrone sono permesse

solo certe orbite, corrispondenti a determinati valori di

energia (tanto più grande quanto più ampia è l’orbita, ossia

distante dal nucleo); l’elettrone non può, quindi, assumere

tutti i valori energetici: la sua energia è quantizzata. Per

passare da un’orbita all’altra, l’elettrone assorbe o emette

energia (ossia fotoni

di opportuna frequenza). L’energia del fotone emesso o

assorbito corrisponde alla differenza di energia fra le due

orbite.

Il livello di energia più basso corrisponde al numero

quantico n = 1, e viene detto stato fondamentale; i livello

di energia superiori sono detti stati eccitati. Il passaggio

dallo stato fondamentale a quello eccitato

comporta l’assorbimento di un fotone; in seguito

l’elettrone, attratto dal nucleo, ritorna allo stato

fondamentale direttamente: a ogni “salto di orbita”

corrisponde l’emissione di energia sotto forma di un fotone:

si ha, così, una transizione energetica.

IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG

Nel 1927 Heisenberg formulò il principio di

indeterminazione, secondo cui non

è possibile determinare contemporaneamente la posizione

e la quantità

di moto (=mv), ovvero la velocità di un elettrone.

Dettagli
A.A. 2025-2026
9 pagine
SSD Scienze chimiche CHIM/03 Chimica generale e inorganica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cassandragea21 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Chimica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Leone Antonio Maria.