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IL COLORE

La luce incoerente:

La lunghezza d'onda genera la sensazione del colore. Newton inventò la

ruota dei colori, dove definì 7 colori primari (rosso, arancione, giallo, verde,

blu, indaco e violetto). In realtà ci sono infinite sfumature di colori, ma

l'uomo riesce a percepirne solo 200 tonalità circa. La mescolanza di tutte

queste onde elettromagnetiche colorate costituiscono un fascio di luce

incoerente a tonalità neutra, la luce bianca, mescolanza di colori, si avvicina

ad una luce diurna e soleggiata, dove si percepiscono meglio i colori.

Percezione del colore:

Quando alcune lunghezze d'onda prevalgono per ampiezza, allora si

percepisce quella che predomina.

Teoria di Young ed Helmotz:

Noi definiamo i colori in base a tre fattori: Brillanza (luminanza totale), la

Tonalità (onda dominante) e la Saturazione (la purezza del colore),

attraverso i 3 coni: l, m e s. L'opponenza cromatica sono i segnali codificati

dei colori opposti: rosso-verde, giallo-blu, bianco-nero.

Il fenomeno del contrasto cromatico:

Su uno sfondo rosso con un quadrato grigio sopra, togliendo tutta

l'immagine si percepisce il colore verde.

La costanza dei colori: la miscela delle onde riflesse dagli oggetti, non è

determinata solo dalla loro riflettanza, ma anche dalla natura delle lunghezze

d'onda della luce che illumina.

Sintesi additiva:

Formazione dei colori con la combinazione dei 3 colori primari: rosso, blu,

verde (RGB). Questi, miscelati,formano i loro colori complementari (CMY).

Sintesi sottrattiva:

Si parte da una luce bianca e attraverso dei filtri colorati (CMY) si arriva

all'effetto contrario, e dove era bianco diventa nero (K).

La misurazione del colore:

Determinazione della temperatura del colore (in gradi kelvin=K) di un corpo

nero riscaldato, fino ad emettere radiazioni luminose; come un ferro rovente

che da rosso diventa arancio, giallo ed infine bianco. Si misura con il

termocolorimetro. A basse temperature si ottiene una colorazione calda

(tonalità rosso/arancio/giallo), più si alza la temperatura, più si ottengono

colori freddi (tonalità blu/azzurro/viola).

2000°K= colori caldi 10000°K=colori freddi

Lampade alogene=3200°K lampade al tungsteno=2000°K flash=5500°K

cielo=10000/11000°K.

Per bloccare questi "difetti" nelle fotografie si usano filtri di colori opposti.

3° Lezione 06/10/2008

Le macchine fotografiche digitali misurano solo la luminanza. Quando si

misura con un esposimetro la luminanza non cambia a seconda dei metri.

Area V2: comprensione profili oggetti.

Area V3: percezione del movimento.

MATERIALI FOTOGRAFICI

L'emulsione fotosensibile:

Miscela composta da microscopici cristalli di alogenuro d'argento, sensibili

alla luce, tenuta in sospensione in una sostanza neutra e trasparente di

gelatina animale. La pellicola in bianco e nero è composta da uno strato

sottile di emulsione, su supporto piano, trasparente e flessibile in acetato di

cellulosa (ora si usa di più il triacetato o il poliestere per ottenere più

sensibilità) e fatta essiccare in appositi locali a tenuta di luce.

- strato antigraffio

- cristalli d'argento

- supporto acetato di cellulosa

- strato antigraffio

I cristalli carichi di energia si riducono in granuli di argento metallico,

essendo opachi, alla luce sembrano neri; quelli che hanno assorbito poca

luce rimangono sottoforma di cristalli, che vengono rimossi successivamente

con il fissaggio (a base di iposolfito).

Con questo metodo fotografico (per mezzo di pellicole), si ottengono i

negativi(dove è nero in realtà è chiaro perchè non passa la luce e viceversa).

Ingrandendo fortemente una foto, si può vedere la grana, che sono appunto i

granuli d'argento.

La sensibilità o rapidità dell'emulsione:

Può avere capacità diverse di registrare le info luminose, in base alla

dimensione, forma, struttura e distribuzione dei cristalli. In base a ciò, sarà

necessaria una determinata quantità di luce, per ottenere un certo grado di

annerimento dei cristalli, dopo lo sviluppo. La sensibilità viene misurata in

ISO (ad esempio: 100 ISO per una giornata soleggiata). Più l'ISO è alto, più

è sensibile la pellicola. Se si ha meno ISO, la pellicola ha bisogno di più luce

per annerire il negativo. La fotocamera digitale parte da 200 ISO fino a

1600/3200 ISO.

La pellicola negativa a colori:

- Filtro UV

- Strato sensibile al blu

- Strato intermedio

- Filtro giallo Dopo lo sviluppo, gli strati sensibili

- Strato sensibile al verde diventano del colore complementare:

- Strato intermedio rosso/verde, blu/giallo, verde/rosso.

- Strato sensibile al rosso

- Antialone

- Supporto in acetato di cellulosa

Problema dell'equilibrio cromatico -> Rapporto tra i colori dalla stampa o

dalla trasparenza, a quelli originali.

Taratura cromatica -> In funzione alla luce cromatica a 5500°K, in modo da

sviluppare i colori reali a seconda dell'illuminazione.

Pellicola a sviluppo immediato -> Confezionata insieme ai relativi agenti

chimici di sviluppo e fissaggio. Dopo lo scatto i reagenti vengono liberati

attraverso la pressione di due rulli, che li distribuisce sulla superficie.

Quindi si ha: la pellicola in B/N (per le tonalità di grigio) e a colori; pellicole

in negativo e pellicole in positivo (colori reali -> diapositive/fotocolor) e le

pellicole autosviluppanti (Polaroid). Le pellicole con 100 ISO offrono il

miglior rapporto tra sensibilità, grana e nitidezza.

Formati:

Pellicole in fogli o in rullo (strisce in bobine). La più usata e conosciuta è la

Film 135-35/mm 24x36 mm formato Laica. Le perforazioni sui lati servono

per l'avanzamento della pellicola. Esistono anche:

·Formato 6x6 cm (55x55 mm reali)

·Film 120

·Piano formato 4"x5" (10x12 cm).

4° Lezione 13/10/2008

CONSERVAZIONE DEI BENI FOTOGRAFICI:

Protezione dai danni fisici (meccanici, chimici, inquinamento)

·

Protezione dalla luce (fotolabilità)

·

Protezione dal calore (termolabilità)

·

Protezione dall'umidità (solubilità, biodegradabilità)

·

Protezione dai danni fisici:

·Maneggiare solo se necessario

·Usare sempre guanti di cotone

·Pulizia con prodotti idonei

·Pulizia con prodotti idonei (aria, panni antistatici)

Contenitori idonei (buste, raccoglitori, armadi) -

· Norme ANSI IT9.16 (1998) -

PAT (Photographic Activity Test); Norme ISO 10214 SVAR PAT (Photographic

Archivial Test ?)

·Sostanze neutre pH 6,5-7,5 (senza acidi e riserve alcaline)

·Cotone 100%, triacetato, poliestere (Pet, Mylar, Estar, Terphane),

Polipropilene (PP)

·No PVC (polivinilcloruro)! No colle o sostanze plastificanti!

Caratteristiche dei materiali per lo stoccaggio:

·Assenza di acidi (pH 6,5 - 7,5)

·Stabilità chimica

·Stabilità dimensionale

·Assenza fenomeni di migrazione

·Flessibilità e resistenza alle piegature

·Trasparenza

·No elettrostaticità

·Resistenza all'urto

·Resistenza al fuoco (infiammabile, ignifugo,autoestinguente)

Protezione dalla luce:

·Conservazione al buio

·Proteggere dai raggi ultravioletti (filtri UV)

Limitare l'esposizione alla luce - controllare la consultazione con luxumer, -

· Pellicole B/N e colori 50 lux 12000lux/anno ilfocrome e stampe

, -

carta politenata 75 lux 42000 lux/anno - Stampe su carta baritata 150

lux 84000 lux/anno

·Limitare riproduzioni e scansioni (controllare intensità e durata-

lumen/ore/anno)

Protezione dal calore:

·Riparare dal calore del sole e da altre fonti

·No sottotetti!

·Pellicole vergini 2°/5° o refrigerazione -18°

·Negativi B/N 2° max 25° *

·Negativi a colori o diapositive <- 2° o -18° (consigliata)

·Stampe bianco e nero 18° max 25° *

·Stampe a colori 2° max 25° *

·Necessari tempo di acclimatazione 45 min a 90 min

·Evitare gli sbalzi di temperatura

·* (solo x archiviazione breve 10 anni)

Protezione dall'umidità:

·Riparare dall'acqua (ovvio...)

·No piani interrati! (allagamento)

·Umidità relativa tra 30% e 40%

·Mai inferiore al 20%

·Mai superiore al 60%

·Bassa temperatura > Bassa umidità

I filtri per uso fotografico:

Il filtro si pone tra l'obiettivo e il soggetto. Anche in gelatina e per montarli

dovevano esserci degli adattatori. Quello in vetro è il migliore perchè è puro,

non si deforma facilmente, mantiene la stessa densità originale su tutta la

superficie. Quelli in plastica sono di qualità inferiore e i economici. Ifiltri in

gelatina erano i migliori in assoluto perchè sottili e assicuravano una buona

filtrazione.

Filtri UV e Skylight:

Impediscono che i raggi UV passino attraverso il filtro. Infatti le emulsioni a

base argentica sono sensibili a questi raggi. Le pellicole hanno già lo strato

protettivo, ma questi filtri servono anche a proteggere gli obiettivi, a non

farlo graffiare e non far passare imperfezioni. Succede anche a causa del

filtro, che si creino delle riflessioni interne, quindi è d'obbligo utilizzare un

paraluce in gomma, che non fa passare i raggi che arrivano di traverso.

Il Filtro Skylight, sempre per raggi UV, ma leggermente ambrato, per

rendere meglio lacolorazione del carnato (ad esempio per i matrimoni).

Filtri per la fotografia in B/N:

Si differenziano in due tipi: di contrasto e di correzione. I primi servono per

differenziare maggiormente i toni di colore che in bianco e nero

sembrerebbero simili. Infatti senza filtratura i colori in B/N vengono

registrati come varietà di grigio, per questo è utile intervenire con una

filtratura selettiva, che schiarisca o scurisca i toni di colore troppo simili. Un

filtro verde schiarisce la tonalità verde del fogliame di un albero, mentre

scurisce il rosso delle mele.

Filtri a densità neutra:

Colore grigio. Se c'è luce forte, non sempre fra tempo e diaframmi ho una

giusta esposizione, essendo obbligati per l'ISO, allora utilizzo questo filtro

che non altera il contenuto informativo dell'immagine.

Filtro polarizzatore:

La luce vibra secondo un piano perpendicolare, infiniti raggi hanno infiniti

piani di polarizzazione. Quando un raggio non polarizzato arriva sul piano,

si riflette polarizzata, quindi verso una direzi

Dettagli
Publisher
A.A. 2008-2009
12 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/10 Metodologie della ricerca archeologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher summerit di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologie della ricerca archeologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Chisté Paolo.