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Il Signore degli Anelli e le influenze della Prima guerra mondiale

A differenza di quanto affermato dall'autore stesso, infatti, "Il Signore degli Anelli" è un'opera scritta nel corso di dieci anni (tra gli anni Trenta e Quaranta, nonostante la pubblicazione risalga al 1955) e che deve molto a quanto successo in quei dieci anni. E' presente una certa confluenza con un immaginario evocativo che conduce il lettore in situazioni a lui ben note e che possono essere ricondotte anche alle esperienze di vita di Tolkien, come quella, appunto, della Prima guerra mondiale: in particolare, la disastrosa battaglia della Somme vissuta in prima persona dallo scrittore ha un corrispondente nella terra di sabbia bruciata e desolata del regno di Mordor; lo scarso utilizzo del cielo, solcato solamente dalle tenebrose figure dei Nazgul e dalle figure salvifiche delle aquile, richiama un utilizzo ancora elementare della guerra aerea, ancora appena nata nel secondo decennio del Novecento.

Come rilevato in precedenza, "Il Signore degli Anelli"...

Anelli" rimane comunque un testo scritto in parallelo agli avvenimenti della Seconda guerra mondiale, che risultano fondamentali per capire appieno l'opera: Tolkien rappresenta un mondo che si sta trasformando attraverso la tecnologia (elettrica, industriale, bellica) della globalizzazione promossa sia dal nazismo, su base razziale, che dal comunismo, su base sociale ed economica; con l'unico anello come metafora della trasformazione di un ambiente mediale, come quella irreversibile che ha luogo nei quarant'anni che vanno dalla Prima guerra mondiale al secondo dopoguerra e che sta inghiottendo il mondo di tradizioni che Tolkien ama, tanto quanto i suoi hobbit amano la loro Contea. L'opposizione binaria messa in gioco da Tolkien che costituisce l'ideologia e la struttura fondative della sua opera è rappresentata dai due poli opposti della Compagnia dell'anello e di Sauron, infatti la guerra narrata da Tolkien non è solo quella tra bene e male ma.

Anche quella tra media, che sembra proprio rimandare a due mondi (anche mediali) diversi: se la Compagnia dell'anello è una raffigurazione della comunità e dell'alleanza tra diversità in cui però ognuno è pari all'altro, della democrazia, della natura e, in senso mediologico, rappresenta l'oralità e la scrittura, Sauron raffigura invece l'unità dirigenziale che usa le diversità in funzione di un certo schiavismo e le rende omogenee attraverso la creazione di vere e proprie razze nuove (come quella degli orchi), la tirannide, la trasformazione tecnologica, industriale e elettrica e, in senso mediologico, si configura come la nuova cornice mediale governata dai mass media. Inoltre, l'occhio che tutto vede può essere facilmente interpretato come la rappresentazione della teoria ipodermica nascente all'epoca di Tolkien, per cui un messaggio che viene lanciato su una massa, viene recepito da questa.

In modopassivo. La Compagnia dell'anello, nella sua imperfezione, si compone di uno stregone, un elfo, un nano, due umani ed ha come perno centrale quattro hobbit: dei personaggi che vivono a metà tra la terra e la superficie (in "buchi hobbit"), che scrivono ma non raccontano e non cantano. Ancora più degli hobbit, i nani vivono proprio sottoterra e, non a caso, il primo pensiero della famiglia di nani di Moria quando capisce dell'incombente sconfitta contro l'attacco degli orchi (percepiti in primo luogo attraverso il rumore che anticipa la loro venuta) è quello di lasciare una testimonianza scritta della loro situazione fatale, in modo che la loro storia non vada perduta. Gli umani, invece, sono rappresentati come una specie che non ha ancora compiuto la scelta tra oralità e scrittura: essi scrivono e ascoltano canti ma il mondo in cui vivono porta necessariamente a compiere una scelta per poter abbandonare una vecchia identità.

favore di una nuova:la città di Minas Tirith, primo baluardo degli uomini, è quasi una sorta di nave (non a caso nella mitologia creata da Tolkien il suo fondatore era un re navigatore) sulla cui prua estrema poggia un albero rinsecchito, rappresentazione dell'oralità che non ha più ragione di esistere se non immortalata in un'immagine e riferimento letterario al più antico albero con cui Ulisse costruisce il suo talamo nuziale, simbolo del ceppo orale attorno a cui nasce la scrittura di Omero (significativo che l'albero di Tolkien, a differenza di quello omerico, sia però rinsecchito). Gli Elfi, invece, sono un popolo di "cantori" che vive sugli alberi: non a caso, sono rappresentati come un popolo in estinzione, la cui unica possibilità per continuare la propria esistenza è "salpare verso i Porti Grigi". L'unico personaggio che riesce a controllare tutti i mezzi è lo stregone Gandalf.Il cuipotere gli permette di riuscire a governare tutti gli ambienti mediali, compresi anche quelli più pericolosi, come la sfera del Palanthir attraverso cui Sauron comunica con il suo sottoposto, il stregone Saruman. Questi ultimi due costituiscono la perfetta rappresentazione del mondo mass-mediale che si sta imponendo in quegli anni, l'"occhio che tutto vede", e gli orchi Uruk-hai creati da loro sono la rappresentazione dell'uomo ibridato, originato da un miscuglio di razze degradate, tipico di un ambiente massificato e che si rifà a una tradizione iniziata dal mostro di Frankenstein. Oltre ai due schieramenti, ci sono altre creature indipendenti da essi, tra cui: il ragno Shelob, che conduce Frodo ad una morte apparente e quindi poi a una rinascita che è metafora di un'identità che si sta trasformando e che, anche se un tempo
Dettagli
A.A. 2021-2022
5 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aurora.ferraro.af di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Mediologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Ragone Giovanni.