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Meccanica IIIº Esercizio

Sia dato il seguente sistema articolato, disposto in un piano verticale, costituito da cinque membri rigidi collegati solo da coppie elementari od inferiori, e precisamente:

  1. la manovella AO1 incernierata da un lato nel punto O1 a telaio, e da un altro, nel punto A, con il pattino del glifo;
  2. il pattino A traslante nella guida del glifo;
  3. il glifo rotante intorno al punto fisso O2;
  4. l'asta BC incernierata da un lato nel punto B del glifo, e da un altro, nel punto C, di un pattino;
  5. il pattino C traslante verticalmente ed al quale è applicata una forza resistente Fr passante per C;
  6. il telaio, rappresentato dalle sedi fisse delle due cerniere O1 ed O2.

Pertanto, essendo il sistema dotato di moto piano, si può applicare la formula per la determinazione del numero di gradi di libertà già riportata nell'Esercizio 1, che nel nostro caso diventa:

I = 3 ∙ (6 - 1) - 2 ∙ 7 - 0 = 1

Come parametro lagrangiano indipendente si può scegliere l'angolo che l'asta AO1 forma con l'asse X.

L'asta AO1 è dotata di velocità angolare Ω e di

accelerazione angolare Ω̇ entrambe antiorarie; sono inoltre note le masse dei due pattini o corsoi (mₐ e mc) ed i momenti d'inerzia dell'asta AO1 (J1) rispetto al punto O1 e del glifo (Jg) rispetto al punto O2 che coincide con il baricentro; viene considerata la presenza dell'attrito solo nell'accoppiamento tra il pattino C e la guida fissa, indicando con fr il relativo coefficiente d'attrito cinetico o radente.

Si richiede la coppia Cm da applicare all'asta AO1 per ottenere l'equilibrio dinamico del cinematismo in questa configurazione del sistema.

Per l'analisi cinematica la terna cartesiana fissa è stata posta con origine in O1 ed assi orizzontale e verticale, rispettivamente X ed Y; si è posta, inoltre, una prima terna mobile, di assi x ed y ed origine nel punto fisso O2, rotante solidalmente con il glifo ed una seconda terna mobile, di assi x' ed y', con origine nel punto B, dotata, al contrario, di moto puramente traslatorio.

Si può, innanzitutto, applicare il bilancio energetico a tutto il sistema in esame al fine di determinare l'incognita coppia motrice:

Wm + Wr + Wp + Wi = 0

Nel nostro caso risulta:

Wm = Cm x Ω̇ = Cm · Ω

Wr = Fr x vC + ma g x vA + mc g x vC

Wp = T x vC = - T · vC

Wi = - J1 Ω̇ x Ω̇ - ma aA x vA - Jg Ω̇g x Ω̇g - mc aC x vC

1 Nel seguito le grandezze vettoriali verranno sempre riportate in neretto.

2

La manovella O1A, oltre alla velocità angolare Ω, è soggetta anche ad una accelerazione angolare ∠ antioraria; pertanto ciascun punto della manovella possiede sia la componente normale, o centripeta, che quella tangenziale dell'accelerazione.

Per quanto riguarda il punto A la sua accelerazione normale è un vettore diretto lungo il raggio cinematico O1A, con verso diretto da A ad O1 e modulo dato da:

aAn = Ω^2 · O1A = ½vA/O1A

quella tangenziale, invece, è ortogonale alla precedente, e perció ad O1A, con modulo uguale a:

aAt = ∠ · O1A

L'accelerazione assoluta è, ovviamente, la somma vettoriale delle due componenti il cui modulo vale:

aAa = √(Ω^2 · O1A)^2 + (∠ · O1A)^2

Per quanto riguarda il punto A per il principio dei moti relativi si può scrivere la seguente equazione vettoriale:

an + at = atn + att + arn + art + ac

che nel nostro caso, diventa:3

3 Si ricorda che la componente aARn è, ovviamente, nulla in quanto il moto relativo è solo di traslazione.

Cm = 1Ω (Fr ⋅ vc - ma g ⋅ vAA ⋅ cos α + mc g ⋅ vc + T ⋅ vc + J1 ⋅ Ω ⋅ Ω + ma vAA ⋅ cos β + Jg ⋅ Ωg ⋅ Ωg + mc ⋅ ac ⋅ vc)

Avendo a disposizione una sola equazione nelle due incognite Cm e T, per risolvere il problema si deve necessariamente accoppiare alla precedente un'altra equazione che può essere ricavata isolando il pattino e scrivendo le sue equazioni di equilibrio dinamico, una alla traslazione lungo l'asse X, una alla traslazione lungo Y ed una alla rotazione intorno a C. Avendo fissato, per i vettori, come verso positivo quello riportato in figura, avendo indicato con L la larghezza del pattino C e ricordando la relazione che lega le due componenti della reazione d'attrito che sorge nel contatto di strisciamento tra il pattino C e la guida fissa, T = fr N, si può, pertanto, scrivere il seguente sistema di tre equazioni:

  1. L'asta BC è definita ‘pendolo’: infatti essa è un corpo rigido vincolato
  2. solamente tramite due coppie rotoidali ed è considerato privo di massa
  3. propria e non soggetto ad alcun sistema di forze esterne. Su di esso,
  4. pertanto, agiscono solo le reazioni vincolari delle due cerniere, e se
  5. quest'ultime sono considerate perfette e prive d'attrito, le reazioni
  6. devono passare per l'asse delle cerniere stesse. Un sistema di forze così
  7. fatto, due sole, per essere in equilibrio deve necessariamente risultare
  8. una ‘coppia di braccio nullo’. In definitiva le due reazioni vincolari
  9. sull'asta BC devono avere la stessa retta d'applicazione, coincidente con
  10. la congiungente i centri delle due cerniere (B e C), e verso opposto.
  11. L'asta risulterà un ‘tirante’ se le reazioni hanno verso tendente ad
  12. allontanare i punti di applicazione delle forze, ‘puntone’ se tende ad
  13. avvicinarli. Ritornando all'equilibrio del pattino C, la reazione vincolare
  14. nella coppia rotoidale C, se l'asta non fosse stata un pendolo, doveva
  15. essere sostituita da due vettori ortogonali ed indipendenti tra di loro, e
  16. perciò da due incognite; essendo, invece, BC un ‘pendolo‘ la direzione
  17. della reazione vincolare nella coppia rotoidale C è completamente nota
  18. coincidendo con la direzione della congiungente gli assi delle cerniere B
  19. e C.

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Publisher
A.A. 2012-2013
13 pagine
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SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/13 Meccanica applicata alle macchine

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher hbk86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Meccanica applicata alle macchine e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Lacagnina Michele G..