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La produzione di lana nel corso dei secoli

Nel XIII secolo l'Inghilterra primeggiò in Europa per la produzione di lana, con quarantaquattro varietà differenti. Nel 1770, J. Hargreaves brevettò la Spinning Jenny, una filatrice meccanica, simbolo della rivoluzione industriale, che permise di aumentare esponenzialmente la velocità di produzione del filato.

A metà del XX secolo, il settore laniero attraversò una crisi dovuta all'introduzione delle fibre artificiali. Si calcola che negli anni '60, il prezzo della lana crollò del 40%. L'industria si riprese negli anni '70 grazie alla nuova lana lavabile meccanicamente.

La Germania superò l'Inghilterra come maggiore esportatore di lana e mantenne il primato fino all'età contemporanea. Attualmente, ai vertici della produzione mondiale spiccano la Cina e l'Australia: nel 2018 registrarono rispettivamente 341.120 e 328.608 tonnellate di lana, seguite dalla Nuova Zelanda con 122.227 tonnellate.

Tonnellate e dal Regno Unito con 70.476 tonnellate. In Italia, l'industria tessile si è sviluppata soprattutto al nord, nell'alto milanese, nell'alto vicentino, nel biellese e nel bergamasco. Il nostro paese non rientra nella classifica dei maggiori produttori di lana, ma il filato italiano gode di un'ottima reputazione in tutto il mondo.

Lavorazione

La lavorazione della lana è una combinazione di tecniche antiche e tecnologie moderne. Subito dopo la tosatura, il vello lungo viene separato da quello corto. Segue il lavaggio in acqua calda con apposito detergente, per rimuovere le impurità che s'incastrano nel manto dell'animale durante il pascolo. In questa fase è anche possibile estrarre la lanolina, un grasso oggi destinato alla produzione di cosmetici. In seguito si effettuano asciugatura e cardatura, tramite cilindri dentati di diverse dimensioni che ruotando districano le fibre (fig.1-2). La lana ottenuta viene poi suddivisa.

in stoppini per la filatura cardata (fig.3), o raggruppata in un unico nastro continuo per la filatura pettinata (fig.4).

Figura 1-Figura 2. Cardatura: i cilindri dentati ruotano e districano le fibre.

Figura 3. Cardatura: stoppini per filatura cardata.

Figura 4. Cardatura: nastro unico per filatura pettinata.

La filatura cardata utilizza fibre corte (Figura 5-Figura 6), simili a ciuffi di pelo, ricavati dalla pancia, dalle zampe e dal sedere dell'animale. I fili ottenuti tramite questa lavorazione sono grossi e voluminosi(Figura 7-Figura 8). Durante la cardatura vengono spesso aggiunti cascami (fibre scartate in fase di pettinatura) e lane da concia. Questi componenti rendono i prodotti finiti piuttosto grezzi e irregolari ma permettono di ridurre al minimo gli sprechi di materiale.

La filatura pettinata viene applicata a fibre lunghe e uniformi (Figura 5-Figura 6), ricavate dal dorso e dai fianchi dell'animale. Il filato finale di questa lavorazione è sottile, presenta una superficie levigata(Figura 7-Figura 8), e permette di

ottenere i tessuti più morbidi e pregiati. Durante la pettinatura, il nastro dilana scorre attraverso denti di metallo, gradatamente più fitti, che allungano e allineano le fibre. I pettini impediscono il passaggio delle fibre corte e altri eventuali residui, assicurando purezza e alta qualità.

Fibre di lana corte e lunghe a confronto

Fili cardati e fili pettinati a confronto

Il passaggio successivo, chiamato "finitore trottatore", assottiglia progressivamente le fibre per ridurle ad un filo. I singoli fili vengono poi attorcigliati tra loro (fig.9) così da ottenere un filato continuo e più resistente, pronto per essere venduto, tessuto o intrecciato meccanicamente (fig.10).

Fili intrecciati

Filati finali a confronto

I tessuti in lana merino vengono sottoposti ad un ulteriore processo chiamato finissaggio: vengono puliti, ammorbiditi, asciugati e infine stirati a vapore per rimuovere le pieghe. Il vello degli

animali da lana può presentare diversi colori. Quelli più frequenti sono bianco, avorio, marrone, rossiccio e nero. La tintura delle fibre può essere eseguita in qualsiasi fase dellalavorazione, dal fiocco di lana al prodotto finito, poiché il colore applicato viene sempre assorbito completamente. Le tinte possono essere sintetiche o naturali, di infinite tonalità e sfumature.

Struttura e proprietà

Le fibre di lana hanno sezione circolare, lunghezza variabile tra i 40 e 350 millimetri, mentre il diametro va dai 15 ai 50 micron. Le fibre più sottili, con spessore inferiore a 25 micron, non irritano la pelle sensibile. In senso longitudinale, si presentano tre parti distinte: radice, fusto e punta. Il fusto è a sua suddiviso in cuticola, cortice e midollo. La cuticola è rivestita da microscopiche scaglie impermeabili, la cui forma e disposizione variano a seconda della tipologia di lana. Sotto una guaina protettiva, si trova il cortice.

Alcuni trattamenti rendono possibile il lavaggio meccanico a mano o in lavatrice, anche se è sempre consigliabile seguire le istruzioni specifiche del produttore. La lana può essere utilizzata per realizzare una vasta gamma di prodotti, come abbigliamento, coperte, tappeti e accessori per la casa. È un materiale naturale e biodegradabile, il che lo rende una scelta sostenibile. Inoltre, la lana è disponibile in una varietà di colori e finiture, che la rendono adatta a diversi stili e gusti.

30°C – 40°C perché impediscono il restringimento e contrastano l’infeltrimento.

Le fibre possono assorbire fino al 35% del loro peso specifico in umidità: Il vapore acqueo presente nell’aria viene trasportato e immagazzinato nel nucleo, così che lo strato esterno resti asciutto. La lana è anche traspirante, ovvero capace di rilasciare l’umidità precedentemente assorbita quando l’aria diventa più secca. Questo garantisce freschezza anche a temperature elevate.

La lana è altamente elastica: ogni fibra è come una molla a spirale che, dopo essere stata piegata, ritorna allo stato originale. La forma arricciata contribuisce inoltre all’isolamento termico: consente di comprimere il calore corporeo in camere d’aria, che fungono da strato protettivo sia contro il freddo, sia contro il caldo.

La composizione chimica della lana la rende particolarmente resistente alle fiamme: è necessaria una

temperatura tra i 570°C e i 600°C perché prenda fuoco, mentre il cotone s'infiamma a 225°C. La lana non fonde e non si attacca alla pelle come i più comuni tessuti sintetici. Il poliestere ad esempio, fonde intorno ai 250°C e il nylon cede ad una temperatura inferiore di 160°C. Anche la protezione dai raggi UV è superiore a quella della maggior parte dei tessuti sintetici. Evolvendosi nel corso di milioni di anni per proteggere le pecore contro gli agenti atmosferici, la lana assorbe naturalmente le radiazioni solari.

Sostenibilità

La lana incarna alla perfezione il concetto di sostenibilità: è 100% naturale, poiché la "coltivazione" richiede un semplice mix di acqua pulita, aria fresca, sole ed erba; è 100% riciclabile e biodegradabile perché si decompone naturalmente nel giro di pochi anni, rilasciando sostanze nutritive per la terra; offre un'alta gamma di funzionalità senza

Richiedere l'aggiunta di additivi chimici;

È una risorsa altamente rinnovabile, che ricresce ogni anno sugli animali;

La tosatura è manuale e assolutamente indolore;

È autopulente e può essere piegata fino a 20.000 volte senza spezzarsi, caratteristiche che ne aumentano la durabilità.

7Lana e progetto

Grazie alle sue caratteristiche, la lana è una fibra tessile estremamente versatile e performante, adatta ad ogni capo d'abbigliamento, dall'intimo agli indumenti sportivi. Può essere mescolata ad altre fibre, come seta, cotone, lino e poliestere, per migliorarne ulteriormente le proprietà o ridurre il prezzo del prodotto finito. Durante la fase progettuale, è fondamentale ricordare che ogni varietà di lana possiede proprietà e caratteristiche estetiche peculiari (fig.12).

fig.12. Confronto tra alcune varietà di lana: (da sinistra verso destra) lana di pecora, alpaca, cammello, mohair, scarti di lavorazione.

lana riciclata, lana cotta, feltro. Le varietà merino, cashmere, mohair e angora ad esempio, hanno fibre lunghe, elastiche, lucide e soffici. Sono infatti riservate al confezionamento di capi di lusso. Mentre cashmere e mohair si ricavano dalle omonime razze di capra, l'angora si ricava da una specie di coniglio. Il vello dei camelidi è invece più corto e resistente, adatto a confezionare calzature, borse e tappeti.

Esemplari di pecora merino, coniglio d'angora e alpaca.

La lana di pecora ha fibre più spesse e arricciate rispetto alle altre tipologie. Oltre alla produzione di vestiario viene quindi impiegata in bioedilizia come coibentante ad alta resa e basso costo. In questo caso, anziché essere filata, viene confezionata in materassini così da facilitarne la posa in verticale o in piano. La densità minima del materassino è di 30 kg/m e lo spessore non può essere inferiore ai 5 cm. A seconda della razza, una

Pecora può produrre da 1 a 5 chili di lana ogni anno. Interessante è l'uso che ne fanno i fratelli Bouroullec nell'opera "Clouds". Si tratta di un complemento d'arredo, costituito da elementi tessili modulari, collegabili tramite bande a scatto. La loro particolare forma permette di comporre strutture tridimensionali e autoportanti, come pareti divisorie (fig.14) e decorazioni sospese o da parete.
Fig.14. Parete divisoria autoportante, assemblata utilizzando le tessere Clouds.
Caso studio: "Clouds"
Progettato dai fratelli Bouroullec per l'azienda Kvadrat, nel 2010 Clouds ha ricevuto i premi Danish Design Award e Design of the Year dal London Design Museum. Ronan ed Erwan Bouroullec lavorano insieme dai tardi anni '90, ideando sistemi innovativi, funzionali, semplici da utilizzare e curare, durevoli, componibili secondo le esigenze dell'utente, durevoli.
Questo approccio richiama il design scandinavo degli anni '50.in cui prevalgono vetro, calcestruzzo, pietra e legno: Materiali bellissimi ma molto duri. afferma Andres Byriel,
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Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/15 Disegno e metodi dell'ingegneria industriale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Poppycat di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Design degli interni e allestimento degli spazi espostivi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Universitas Mercatorum di Roma o del prof Mazzoli Sergio.
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