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E
1.19 Giacitura di una retta e di un piano . . . . . . . . . . . . . . . 8
n
1.20 Rette parallele in . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
A
n . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.21 Piani paralleli in A 3
1.22 Retta e piano paralleli in . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
A
1.23 Rette ortogonali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
1.24 Piani ortogonali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.25 Fasci di rette nel piano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.26 Fasci di piani nello spazio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
2 Enunciati 11
2.1 Criterio di sottospazio vettoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
2.2 Metodo per il calcolo del nucleo di un’applicazione lineare . . 11
ii INDICE
2.3 Metodo per il calcolo dell’immagine di un’applicazione lineare 12
2.4 Metodo degli scarti successivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
2.5 Criterio di iniettività di un’applicazione lineare . . . . . . . . . 12
2.6 Criterio di suriettività di un’applicazione lineare . . . . . . . . 13
2.7 Criterio di isomorfismo di un’applicazione lineare . . . . . . . 13
2.8 Metodo di risoluzione dei sistemi lineari . . . . . . . . . . . . . 13
2.9 Teorema di Rouché-Capelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
2.10 Teorema su matrici associate ad un’applicazione lineare e
cambi di base (con diagramma) . . . . . . . . . . . . . . . . . 14
2.11 Metodo per determinare se una matrice è diagonalizzabile . . . 14
2.12 Teorema di caratterizzazione degli endomorfismi semplici . . . 15
n
2.13 Equazione della retta per due punti in . . . . . . . . . . . . 15
E
n
2.14 Equazione del piano per tre punti in . . . . . . . . . . . . . 15
E
2.15 Intersezione di due rette nel piano: casi possibili . . . . . . . . 16
3
2.16 Formula della distanza punto-piano in . . . . . . . . . . . . 16
E
2.17 Sviluppo del determinante secondo Laplace (lungo una riga o
una colonna) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
2.18 Teorema di Binet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
2.19 Relazione tra molteplicità geometrica e algebrica di un
autovalore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17
n
2.20 Equazioni di una traslazione di . . . . . . . . . . . . . . . 17
A 3
2.21 Distanza tra retta e piano paralleli in . . . . . . . . . . . . 18
E
3 Dimostrazioni 19
⊆
3.1 Sia V un K-spazio vettoriale e W V . Allora: W è un
⇔
sottospazio vettoriale di V W è chiuso rispetto alla somma
e al prodotto per scalare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
3.2 Siano W e W due sottospazi di un K-spazio vettoriale V e
1 2 {v ∈ |v ∈ ∈
si denoti con W + W = V = w + w ; w W , w
1 2 1 2 1 1 2
}.
W Allora W + W è il più piccolo sottospazio vettoriale
2 1 2
∪
contenente W W . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20
1 2 · · · ∈
3.3 Sia V un K-spazio vettoriale e v , , v V . Allora
1 n
L · · ·
(v , , v ) è un sottospazio vettoriale di V . . . . . . . . . 20
1 n
3.4 L’insieme K [x], con le usuali operazioni tra polinomi, è un
sottospazio vettoriale di V . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
{v · · · }
3.5 Un insieme di vettori I = , , v è libero se e solo se
1 n
L · · ·
ogni elemento di (v , , v ) si scrive in modo unico come
1 n
combinazione lineare dei v . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
i →
3.6 Data un’applicazione lineare f : V W , allora f (0 ) = 0
V W
−f ∈
e f (−v) = (v) per ogni v V . . . . . . . . . . . . . . . . 22
INDICE 1
→
3.7 Data un’applicazione lineare f : V W , ker(f ) e Im(f ) sono
sottospazi di V e di W , rispettivamente . . . . . . . . . . . . . 22
3.8 Siano V e W due K-spazi vettoriali della stessa dimensione.
Allora V e W sono isomorfi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
3.9 Dato un sistema lineare omogeneo Σ : AX = 0 in n incognite,
n
il suo spazio delle soluzioni è un sottospazio vettoriale di . 23
R
n,n
∈
3.10 Due matrici A, B K sono simili se e solo se esiste una
−1
∈
matrice P GL(n) tale che P AP = B . . . . . . . . . . . . 24
∈
3.11 Se ϕ End(V ) e λ è un autovalore di ϕ, allora l’insieme V
λ
dei corrispondenti autovettori è un sottospazio vettoriale di V 24
3.12 In uno spazio vettoriale euclideo un insieme finito di vettori
non nulli a due a due ortogonali è un insieme libero . . . . . . 25
3.13 Se W è un sottospazio di uno spazio vettoriale euclideo V ,
⊥
allora W è un sottospazio di V . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
3.14 Dati due punti, esiste ed è unica la retta passante per i due
punti stessi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
3.15 Formula della distanza punto retta (nel piano) . . . . . . . . . 25
3.16 Intersezione di due rette nello spazio: casi possibili . . . . . . 26
3.17 Intersezione di due piani nello spazio: casi possibili . . . . . . 28
2
3.18 In , se r : a x+b y +c = 0, i = 1, 2, sono due rette incidenti
E i i i i F
nel punto A, allora tutte e sole le rette del fascio sono quelle
A
di equazione: λ (a x + b y + c ) + µ (a x + b y + c ) = 0 . . . 29
1 1 1 2 2 2
3
3.19 In , se π : a x + b y + c z + d = 0, i = 1, 2, sono due
E i i i i i
piani incidenti nella retta r, allora tutti e soli i piani del fas-
F
cio sono quelli di equazione: λ (a x + b y + c z + d ) +
r 1 1 1 1
µ (a x + b y + c z + d ) = 0 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
2 2 2 2
Bibliography 31
2 INDICE
Capitolo 1
Definizioni
1.1 Spazio vettoriale
(Vedi pagina 55) Sia K un campo e V un insieme non vuoto. V si dice spazio
vettoriale su K o K-spazio vettoriale se:
a) In V è definita un’operazione di somma:
× →
s : V V V
0 0
denotata con s (v, v ) = v + v ;
b) E’ definita un’operazione di prodotto esterno:
× →
p : K V V
denotata con p (k, v) = kv;
c) Sono verificate le seguenti proprietà:
i) (V, +) 0 0
∈ ∈
ii) per ogni k, k K, per ogni v, v V si ha:
0 0
(k + k ) v = kv + k v
0 0
k (v + v ) = kv + kv
0 0
k (k v) = (kk ) v
1v = v, ove 1 = 1
K
4 Definizioni
1.2 Sottospazio vettoriale:
(Vedi pagina 59) Sia V un K-spazio vettoriale rispetto alle operazioni di
⊆
somma e prodotto e W V un suo sottoinsieme. Diremo che W è un
sottospazio vettoriale di V se, rispetto alla somma e al prodotto, W ha una
struttura di K-spazio vettoriale.
1.3 Base e dimensione di uno spazio vettori-
ale
(Vedi pagine 67-75) Sia V un K-spazio vettoriale. Un insieme ordinato
· · ·
I = (v , , v ) di vettori di V si dice base di V se I è un sistema libero
1 n L · · · · · ·
di generatori, cioè V = (v , , v ) e v , , v sono linearmente indipen-
1 n 1 n
denti.
Se esiste un intero positivo n tale che il K-spazio vettoriale V ammet-
ta una base di n elementi, diremo che V ha dimensione n e scriveremo
dim (V ) = n o più semplicemente, qualora il campo K sia chiaro dal con-
K {0 }
testo, dim (V ) = n. Altrimenti: se V = poniamo dim(V ) = 0; se invece
V ∞.
V non è finitamente generato, si pone dim (V ) =
1.4 Rango di una matrice
m,n
∈
(Vedi pagina 107) Data una matrice A K , si dice rango di A e si indica
con ρ (A) la dimensione dello spazio delle righe di A o dello spazio delle
colonne di A: ρ (A) = dim R (A) = dim C (A) .
1.5 Matrice ridotta per righe
m,n
∈
(Vedi pagina 113) Una matrice A K si dice matrice ridotta per righe
se, eliminando le righe nulle e permutando opportunamente le colonne, si
ottiene una matrice triangolare superiore completa, cioè:
· · · ∗ · · · ∗
a a a a a
11 12 13 1m−1 1m
· · · ∗ · · · ∗
0 a a a a
22 23 2m−1 2m
· · · ∗ · · · ∗
0 0 a a a
A =
33 3m−1 3m
.. .. .. .. .. .. ..
. . . . . . .
··· ∗ · · · ∗
0 0 0 0 a mm
1.6 Spazio delle soluzioni di un sistema lineare 5
1.6 Spazio delle soluzioni di un sistema
lineare
(Vedi pagina 126) Un insieme di m equazioni lineari nelle n incognite
· · ·
x , , x a coefficienti in un corpo K, si dice sistema lineare di m equazioni
1 n
in n incognite.
Si userà la seguente notazione:
· · ·
a x + a x + + a x = b
11 1 12 2 1n n 1
· · ·
a x + a x + + a x = b
21 1 22 2 2n n 2
Σ: .. .. .. ..
. . . .
···
a x + a x + + a x = b
m1 1 m2 2 mn n m n
· · · ∈
Una soluzione del sistema lineare è una n-upla (α , , α ) K che è
1 n
soluzione di ogni equazione del sistema. L’insieme delle soluzioni del sistema
n
Σ è un sottoinsieme di K , detto spazio delle soluzioni di Σ.
1.7 Applicazione lineare
(Vedi pagina 167) Siano V e W due K-spazi vettoriali. Un’applicazione
→
f : V W si dice lineare se valgono:
L1 f (v + v ) = f (v ) + f (v )
1 2 1 2
L2 f (λv) = λf (v)
∀v ∈ ∀λ ∈
, v , v V ; K.
1 2
1.8 Nucleo e immagine di un’applicazione
lineare
(Vedi pagina 171) Siano V e W due K-spazi vettoriali e sia data un’appli-
→
cazione lineare f : V W , si dice nucleo di f , e si denota con ker(f ), il
{v ∈ | }.
sottoinsieme di V definito da: ker(f ) = V f (v) = 0
W
Si dice immagine di f , e si denota con Im(f ), il sottoinsieme di W definito
{w ∈ | ∃v ∈
da: Im(f ) = W V tale che f (v) = w}.
6 Definizioni
1.9 Matrice di cambiamento di base B,C
(Vedi pagina 190) Sia V un K-spazio vettoriale di dimensione n, sia M
id
V
n,n
∈ B, C → 7→
una matrice K e siano due basi di V e id : V V : v v, allora
V
B,C · · ·
M si dice matrice del cambiamento di base se denotate con (x , , x )
1 n B
id
V · · · ∈
e con (y , , y ) le componenti di un vettore v V scritto nelle rispettive
1 n C B,C
t t
· · · &mid