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FABULA TOGATA, FABULA PALLIATA?

Palliata (fabula palliata) era la commedia di ambientazione greca che si ispirava ai testi degli autori della commedia nuova greca, soprattutto Menandro, dei quali assume intrecci, ambienti e personaggi. Introdotta da Livio Andronico e da Nevio, ebbe i maggiori interpreti in Stazio, Plauto e Terenzio. All'inizio vi era un prologo in cui erano esposti l'antefatto, la trama, e la richiesta agli spettatori di essere indulgenti, poi seguiva uno svolgimento e un finale. Vi erano parti recitate, cantate e suonate. Si estinse a causa dell'eccessiva uniformità degli intrecci.

Togata (fabula togata) era la commedia di ambientazione romana, così chiamata dalla toga. Ebbe inizio dopo la scomparsa della Palliata. Aveva un carattere più popolare della commedia greca: metteva in scena il mondo degli umili, dei contadini, degli artigiani, con grande varietà di tematiche, con intrecci meno complicati e con meno personaggi.

anche chiamata tabernaria, quando metteva in scena il mondo di osterie e botteghe. (fabula cothurnata).- Coturnata è la tragedia di ambientazione greca, che ha come modelli Eschilo, Sofocle e sopratt. Euripide. Il nome deriva dal coturno, l'alto calzare a forma di stivaletto con spessa suola, tipico degli attori greci. (fabula praetexta).- Pretesta è la tragedia di ambientazione romana, di carattere patriottico e nazionale, che esalta avvenimenti importanti o eminenti figure politiche. Il termine deriva dal nome dell'abito indossato dai magistrati romani con una striscia di porpora.

LEZIONE 55

Confronto tra Plauto e Terenzio: vita, opere, stile, finalità.

Plauto era un autore di autore di atellane poi divenuto autore di palliate, commedie di argomento greco con maschere o tipi fissi. Ebbe molto successo a Roma; alla sua morte circolavano più di 130 commedie con il suo nome, ma di cui solo 21 sono sicuramente da lui scritte.

Temi centrali:

  • La

beffa: solitamente il personaggio che si occupa dell'organizzazione della beffa è il servo.

Tema del viaggio con protagonista un mercante e una schiava trovata in viaggio.

Agnizione: un personaggio che stravolge la trama e risolve l'intreccio sul finale

I sosia: vi sono due sosia a cui capitano eventi senza che essi sappiano di avere un sosia.

Caricatura di personaggi della società (anche se rari perché cerca di evitare l'impegno politico)

La sua lingua usa molti registri linguistici: epico, lirico, grottesco, dunque è lontano dal purismo linguistico.

Egli conia neologismi, usa molto la coordinazione al posto della subordinazione, fa ampio ricorso alle figure retoriche.

Le sue palliate erano fatte da parti dette diverbia e parti cantate dette cantica.

Terenzio fece parte del circolo degli Scipioni, un gruppo di intellettuali che apprezzavano l'entrata della cultura ellenistica in quella romana, anche perché è in questo periodo

commedie di Plauto, che erano canzoni cantate dai personaggi durante lo svolgimento della trama. Questa scelta di Terenzio era probabilmente dettata dalla volontà di rendere le sue opere più realistiche e meno teatrali. Nonostante le critiche iniziali, le commedie di Terenzio alla fine ottennero un grande successo e furono apprezzate anche dal pubblico romano.

opere di Plauto, mantenendo solo i deverbia.Terenzio dunque usava un genere fondamentalmente popolareper comunicare una sensibilità e interessi nuovitrasmessi dall’elite sociale e culturale degli Scipioni, ma che erano lontani dai gusti del popolo.

Rapporto padre-figli in Terenzio.Terenzio nell’Adelphoe ( i fratelli), tratta da una commedia di Meandro,parla di due fratelli:Demea è rigido ed austero, Micione ha idee più moderne.Demea ha ripensamenti sul suo modo di comportarsi nei confronti del figlioche è un ribelle e ne combina di tutti i colori e decide di comportarsi in modo più liberale.Questo tema dell’educazione e del rapporto padre-figlio è trattato più volte da Terenzioe riflette il contrasto tra i rigidi sistemi educativi tradizionalie il nuovo costume liberale diffuso nelle famiglie aristocratiche di tendenza ellenizzante.Illustra il concetto di humanitas.Il concetto di humanitas indica una

sintesi originale dei valori greci e romani destinati a diventare patrimonio dell'umanità in quanto cultura, civiltà, tolleranza, comprensione, rispetto della dignità di ogni uomo. È un processo lento che porta a una nuova sintesi di valori. Terenzio, anche se con un linguaggio aristocratico, si fece portavoce di questi valori, infatti molti dei suoi personaggi si concentrano sull'introspezione psicologica, e molti di essi rivelano le contraddizioni della società romana e dei valori che affermava.

LEZIONE 56

In cosa consiste la reazione antiellenica di Catone?

Catone si professa come campione della romanità tradizionale: in politica fu contro l'aristocrazia filoellenica e in letteratura attaccava i modelli greci, in particolare quelli promossi dal Circolo degli Scipioni, poiché vedeva la tradizione ellenistica come portatrice della corruzione del mos maiorum. Tuttavia Catone non ignorava la cultura greca: egli ostentò di

ignorarla ma in realtà le sue opere mostrano una conoscenza della letteratura greca. Illustra l'importanza del Circolo degli Scipioni e i valori da esso promossi. Il Circolo degli Scipioni, sorto alla metà del II secolo a.C., fu creato da Scipione l'Africano e da suo fratello Scipione l'Asiatico. Esso riuniva esponenti della nobiltà romana filoellenica e intellettuali greci. Il contributo culturale più alto dei Circolo degli Scipioni è l'affermarsi dell'ideale dell'humanitas (in greco philanthropía), una sintesi originale di elementi greci e romani, destinata a diventare patrimonio dell'Umanità in quanto cultura, civiltà, rispetto della dignità di ogni uomo, comprensione e tolleranza.

LEZIONE 57

Il circolo letterario di Lutazio Catulo è importante perché...

Nel circolo letterario di Lutazio Catulo si crea una produzione con argomenti e forme della poesia

ellenisticae ha il merito di anticipare e preparare il circolo dei poeti novi (neoteroi). Gli intellettuali di questo circolo sono accumunati da una tendenza all'indivisualismo; prediligono l'isolamento personale e non sono impegnati socialmente poiché la crisi della Repubblica li aveva allontanati dalle passioni civili facendoli vivere in una dimensione estetica, intellettuale e artistica. Vi è una grande ricerca stilistica e lessicale.

Homo sum, nihil humani a me alienum puto: questa massima ebbe molto successo nell'antichità. Ne parlano Cicerone, Seneca, ma anche autori cristiani come Agostino ed Ambrogio. Sapresti illustrarla e verificarne, secondo la tua opinione, l'attualità?

Traduzione: "Sono un essere umano, non ritengo a me estraneo nulla di umano", cioè più semplicemente "Nulla che sia umano mi è estraneo". La frase è di Terenzio che la usò in una sua commedia, in cui uno dei personaggi esprimeva la sua solidarietà e comprensione verso gli altri esseri umani.

personaggi si impiccia dei fatti altrui, e quando viene invitato a non farlo, risponde con queste parole come a dire: "sono un essere umano, e tutte le cose umane sono affari mie". Questa frase è stata ripresa da molti autori tra cui Cicerone, Seneca, Agostino e Ambrogio. Essa oggi appare come una giustificazione alla curiosità dell'uomo e per significare che l'uomo deve essere aperto a qualsiasi esperienza umana, ma può anche significare che all'uomo non è estraneo né il male né il bene e che può scegliere se cadere nel peccato o aspirare verso il bene. Esempi di prosa oratoria nell'età di Cesare. Nell'età di Cesare la prosa si afferma molto nell'attività letteraria e pubblica. Esempi di prosa si possono trovare nell'autore Gaio Cracco nell'opera Orationes, in particolare ci rimane un lungo frammento di un'orazione pronunciata per impedire l'approvazione di

Una legge che proponeva che andasse a Mitridate, re del Ponto, la regione della Frigia. Un altro esempio è Cicerone, che pronunciò più di 100 orazioni, divise in due tipologie: orazioni giudiziarie legate alla sua attività di avvocato e orazioni deliberative legate alla sua attività legislativa. In esse si riconosce la fede nella tradizione aristocratica e conservatrice repubblicana e pagò con la sua vita per questo.

Illustra il concetto di religio in Lucrezio. Lucrezio aderì all'epicureismo che vedeva la via per la felicità nell'atarassia, nell'imperturbabilità, nell'isolamento dalla vita politica e dagli affanni del mondo; al contrario erano importanti la meditazione, l'amicizia, il godimento dei piaceri della natura. Essi credevano che la morte non doveva preoccupare, gli dei non si dovevano temere, che il bene era facile da ottenere e che il male era facile da.

sopportare.Tale dottrina però era criticata dagli esponenti della cultura tradizionalesia perché distoglieva dall’impegno politico, sia perché portava alla dissoluzione morale,sia infine perché negava l’intervento divino degli affari umanie dunque creava svantaggi nella classe dirigenteche non poteva più usare la religione come strumento di potere.Egli sosteneva gli dei esistevano ma non si curavano del mondo e non lo reggevano,dunque la religione doveva essere semplicemente inglobata all’interno dello studio della natura.Che significato ha la presentazione della peste di Atene alla fine del poema di Lucrezio?Nel De rerum Natura Lucrezio, ispirandosi a Ticidide,narra la peste di Atene che scoppia durante l’ultima fase della guerra del Peloponneso:il poeta attraverso una descrizione dei sintomi fisici e degli effetti nefasti a livello morale,vede nell’epidemia un
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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gherezzino di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di lingua e letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Pantarotto Martina.