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La storia di Didone:
• Presenta forti analogie con quella di Enea
Cosa unisce Enea e Didone?
• Didone è stata alla guida di un drappello di esuli con l'intento di fondare una nuova patria, ovvero Cartagine.
Cur dextrae giungere dextram non datur, ac veras audire et reddere? Illustra e spiega
• questo verso di Virgilio. Lezione 29
La figura di Didone regina amata e rispettata
• Riprende l'immagine omerica di Arete, la regina dei Feaci.
Virgilio riprende la similitudine omerica:
• Vero, ma apportandovi modifiche originali
Nelle scene del tempio di Giunone:
• Viene messo in rilievo l'eroismo dei Troiani sconfitti
La descrizione del tempio di Giunone a Cartagine:
• riprende la tecnica alessandrina dell'ecfrasis e pone le premesse psicologiche dell'incontro tra Didone ed Enea.
Quae regio in terris nostri non piena laboris? Commenta e contestualizza questa frase di
• Enea.
Enea in questo caso sta piangendo, si tratta di una
manifestazione di pietà, commozione profonda e irrefrenabile di fronte al destino della propria patria. In che rapporto si pone Virgilio con l'epica omerica? Sostieni con esempi le tue affermazioni. Una specie di omaggio. Quando Ulisse arriva all'isola dei Feaci, dopo un naufragio terribile e viene accolto nella reggia di Alcinoo, si mette a piangere ascoltando un aedo narrare le vicende di Troia, proprio come Enea che non riesce a trattenere le lacrime riconoscendo nelle immagini i compagni perduti ed i luoghi familiari. Lezione 30 Didone decide di: - Dare ospitalità ai Troiani superstiti Didone in quanto regina di Cartagine: - non è ancora nemica dei Troiani e di conseguenza dei Romani Os umerosque (v. I, 589) è un accusativo alla greca, cioè: - Un accusativo di relazione. Al momento del loro primo incontro, Enea appare a Didone: - bello come un Dio. Illustra le prime parole di Enea a Didone, al momento del loro incontro.incontro.• Enea riconosce in Didone un tratto che gli è peculiare, la pietà, il rispetto per gli altri e per il loro dolore; inoltre ritroviamo anche la personale concezione del divino di Virgilio, un'aspirazione alla giustizia e alla lealtà degli dei nei confronti degli uomini. In Enea troviamo un sincero interessamento e curiosità verso Didone aplificata da un'iperbole che coinvolge il mondo naturale. Si qua pios respectant numina, si quid/ usquam iustitia este et mens sibi conscia recti: il• concetto di divino in Virgilio. In questa frase si nota che Enea ringrazia la regina Didone, unica dea che ha dato loro aiuto e che di certo meriterà una ricompensa perché esiste una divinità che difende le persone pie. Lezione 31 Quale è il modello greco dell'utilizzo di Cupido per far nascere l'amore?• Apollonio Rodio: i due amanti sono Giasone e Medea Nel banchetto alla reggia di Cartagina, Iopa
è: • Un cantore che allieta il banchetto con canti mitologici naturalistici
Il primo libro si chiude: • Con l’invito di Didone rivolto ad Enea a narrare la sua storia.
Venere chiede a Cupido: • di far innamorare Didone di Enea
Perché diciamo che la descrizione del banchetto rientra tra i topi dell’epica? Quali altri • esempi ti vengono in mente?
I servi, i focolari, i ragazzetti che corrono per rendersi utili, gli arazzi, i tappeti, la musica, sono tutti tratti che rientrano tra i topi dell’epoca.
Con quale tramite Venere fa nasce l’amore di Didone verso Enea? • Si servirà di Cupido che scenderà sulla terra assumendo le sembianze di Ascanio, il figlioletto di Enea.
Da quali affermazioni capiamo che Didone si sta innamorando di Enea? • Didone si confida con la sorella Anna dicendogli che dopo la morte dello sposo Sicheo, solo Enea ha scosso i suoi sensi e le ha fatto vacillare l’animo. Didone dice di riconoscere i
segni dell'antica fiamma; si innamora della fierezza, del coraggio e delle qualità morali di Enea. La regina Didone: storia e personalità. • È la fondatrice e prima regina di Cartagine, si innamora di Enea ed ebbe una relazione con lui, ma quando questo partì per Roma, disperata, si uccise con la spada dell'innamorato chiedendo al suo popolo di vendicarla. È modesta e non si vanta del suo grande potere, è padrona di se stessa. La solidarietà e la benevolenza sono doti innate in lei. Lezione 32 Il tema fondamentale del De Tranquillitate animi è: • La partecipazione del saggio alla vita politica. Caratteristico dello stile di Seneca è: • il periodare spezzato e per opposizioni. Inquirenti mihi in me. Troviamo la figura retorica: • Del poliptoto Il De tranquillitate animi è rivolto a: • Sereno, Amico di Seneca. I Dialoghi di Seneca: alla luce del testo esaminato in quali termini va intesa laforma• dialogica?In che senso lo stile di Seneca, che procede per frasi spezzate riflette la realtà storica,• secondo Traina? Lezione 33
Il participio nella lingua di Senea:• É spesso usato per la sua capacità sintetica.
Quali correnti filosofiche troviamo riflesse nel De Tranquillitate Animi?• Epicureismo e stoicismo
L’atarassia del sapiente:• É proposta da Seneca come unica e totale soluzione ai problemi di Sereno.
Nello stile di Seneca le figure di suono:• Nessuna delle affermazioni è vera.
L’inquietudine di Sereno: cause e rimedi proposti da Seneca.• Sereno si interroga sull’opprtunità che il saggio partecipi alla vita pubblica, quindipolitica; le posizioni delle scuole antiche sono opposte: da una parte la filosofia diEpicuro dice che il saggio non deve occuparsi di questioni pubbliche; per gli stoici èfondamentale; Seneca suggerisce una mediazione secondo un otium
prettamente contemplativo e da quell'impegno e servizio dello Stato caratteristico del civis romano.
In privato publicum negotium agit: la versione romana del ritiro stoico. Illustra la
posizione di Seneca Lezione 34
Per Seneca la virtù:
- Trova sempre modo di esprimersi, anche in condizioni di assenza di libertà.
Nell'opera di Seneca la società romana:
- É descritta con moralismo critico e severo.
Abruptum sermonis genus è definizione dello stile di:
- Seneca
Nella lingua di Seneca i pronomi e aggettivi riflessivi:
- Sono una costante, spesso in gruppo.
Perché lo stile di Seneca viene definito fortemente “condensato”?
- Perchè ne la “Sententia” alcune frasi hanno più importanza rispetto alle altre, una frase ad effetto che riesce a condensare il significato di un intenso discorso o riflessione, si impressiona nel cervello. Hanno la forza di aforisma.
Illustra la metafora del
medico nel De Tranquillitate Animi di Seneca.
• Seneca era un medico “dell’anima” che si propose per tutta la vita di praticare la virtù sia in mezzo ai piaceri che alle virtù e dispensò ricette e soluzioni per perseguire sia la tranquillità che la serenità dell’anima.
Sosteneva che l’unico modo per vivere con serenità è quello di lasciarsi vivere e non opporre resistenza anche davanti al dolore, perchè alla fine l’uomo entra a far parte dell’intero universo.
Lezione 35
Nell’ottica di Seneca la patria del sapiens è:
• Il mondo
Il verbo vindicare significa:
• Rivendicare il possesso.
Per linguaggio dell’interiorità si intende:
• Un linguaggio in cui il focus del discorso è puntato sulla riflessione e sull’autoanalisi.
L’espressione suum esse indica in Seneca.
• La padronanza dei propri gesti.
Il sermo e la vita di Seneca: contraddizioni,
coerenze, coazioni.
Nella sua opera troviamo intrecciate eredità filosofica del mondo pagano e l'esperienza autobiografica, riflessione sul mondo e esistenza nel mondo, quindi la dicotomia sermo - vita: una divaricazione da Seneca in parte lamentata in parte accettata, che conferisce alle sue parole un tono di sincerità e di esperienza vissuta, di testimonianza e profonda conoscenza dell'animo umano e delle dinamiche della società che lo salva dal vuoto moralismo.
Otium e Negotium in Seneca.
Seneca ha avuto nella sua vita due momenti contraddistinti da due pensieri opposti: Da una parte era convinto che si possa sempre avere spazio per l'azione moralmente buona; anni dopo, quando compone il "De otio" il pensiero cambia e dichiara incondizionatamente il distacco dalla politica e l'utilità dell'otium.
Con il negotium si giova la propria città anagrafica, dove sono accomunati uomini e dei, con
L'otium ci si eleva ad una forma superiore recuperando le prerogative dell'agire e del prodesse.
Per Seneca il denaro:
- Non garantisce né felicità né serenità.
Sapientes e stulti:
- Sono i due poli della filosofia stoica.
Il divino per Seneca:
- È dentro l'uomo, l'uomo stesso.
Caratteri dello stile e della lingua di Seneca:
- Illustra con esempi il linguaggio dell'interiorità di Seneca.
- Utilizza un tono intimistico, utilizza preposizioni particolari e metafore, e la ripetizione di pronomi ed aggettivi personali; nonché utilizza il riflessivo, l'accusativo riflessivo dopo verbi in movimento.
Con linguaggio della predicazione in Seneca si intende:
- Un movimento che va dall'interno, in un crescendo che culmina con la sententia.
L'elaborazione retorica in Seneca:
- È del tutto assente.
La riflessione di Seneca sulla concursatio:
- Si riferisce