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Risposte alle domande aperte - Letteratura Latina 1

Prof. Guasparri - Ecampus

1. Prefatio Plinio si può definire onesto? Nella sua praefatio alla Naturalis Historia Plinio è molto onesto. Ti ricordi il motivo per cui possiamo affermare ciò?

Plinio nella sua prefazione spiega che la materia da lui trattata non è "farina del suo sacco" ma che ha raccolto tutte queste conoscenze da altri autori per inserirle nella sua Naturalis Historia a scopo, diremmo noi oggi, enciclopedico. Plinio inoltre si chiede come mai altri autori facciano i furbi non citando le fonti da cui copiano il loro materiale vendendoli di cattivo occhio. Inoltre Plinio si scusa anche con il suo dedicatario, Tito, per la materia "bassa" che andrà a trattare, cioè la natura dove si parla di cose come sassi e vermi. In realtà per Plinio queste non sono proprio argomentazioni basse in quando egli legge la natura come vita e quindi il suo argomento è

probabilmente il più alto di tutti. 2. Il termine RELIGIO nell'opera di Lucrezio Con il termine religio in Lucrezio si va ad esternare il lato superstizioso legato a questo termine. Infatti il termine religio per gli antichi aveva sollevato qualche incertezze rispetto alla sua etimologia, vedendo la sua derivazione sia da relegere, cioè passare in rassegna, che da religare cioè collegare, legare a qualcosa. In generale con questo termine si definiva un atteggiamento verso il soprannaturale, rispetto a tutti quei fenomeni che non si riuscivano a spiegare e che erano relativi alla sfera divina generando quindi timore e rispetto nell'uomo. Anche per questo i romani erano molto ossessivi nel loro svolgere i rituali in ogni singolo dettaglio e passaggio. Lucrezio mette in luce questo aspetto irrazionale, timoroso e superstizioso del termine religio diventando quindi traducibile con superstizione. Anche per questo Lucrezio sperimenterà una nuova etimologica.

Perreligare che diventerà sciogliere l'animo dai nodi della religio che lega gli uomini all'infelicità.

3. Parla brevemente del De divinatione di Cicerone riferendoti a quello che si dice nel corso.

Cicerone nel De Divinatione realizza un dialogo in due libri tra lui e suo fratello Quinto rispetto alla divinazione. Nel primo libro Cicerone difende la divinazione in rapporto alle dottrine storiche facendo parlare il fratello Quinto a favore della divinazione, mentre nel secondo libro Cicerone parla in prima persona confutando la veridicità della magia e la sua efficacia. Quello che emerge da questo dialogo è anche la visione di Cicerone rispetto alla divinazione che reputa utile come strumento politico di controllo. Inoltre dal testo apprendiamo due tipologie di divinazione desunte da Cicerone, la divinatio naturalis e la divinatio artificiosa. Si intende divinatio naturalis quella che arriva direttamente dalla divinità tramite la profetizzatone.

Quindi è il dio che parla direttamente tramite l'uomo che si fa medium del messaggio, come le sibille, i canti dei vates o le voci. La profezia è quindi la forma naturale di divinazione. A questa si associa la divinatio artificialis, cioè quella che è una tecnica, una ars, legata alla lettura dei segni che le divinità inviano agli uomini tramite animali o fenomeni naturali. In questo senso la divinazione artificiale è una sorta di conoscenza tecnico-scientifica dell'epoca detenuta da persone che sono ispirate dagli dei a leggere determinati presagi, come gli auspici e gli auguri. Spiega con parole tue la differenza tra Cultura e cultura. Della cultura esiste una parte innata oltre che una appresa. Chiarisci brevemente in che senso si può parlare di cultura appresa. Per Cultura con la "C" maiuscola si intende quell'"organo del cervello", quella capacità innata e universale che è comune a tutti.gli esseri umani e che si è sviluppata per adattarsi alla vita. Questa capacità è astratta e quindi non direttamente osservabile e non rientra quindi tra gli oggetti di studio dell'antropologia, che invece vede come base di partenza proprio lo studio di una cultura e il confronto fra le diverse culture. La cultura, con la "c" è quindi quella che si apprende nei primi anni di vita in uno o più gruppi sociali. In questo senso essa è relativa e particolare di ogni diversa società. Essendo una cultura appresa essa è anche concreta e quindi osservabile e ha dei suoi tratti tipici, in questo senso può diventare metro di paragone per analizzare i tratti dissimili come anche i tratti transculturali di diverse culture. 4. Quali sono le differenze tra etnografia ed etnologia? L'etnografia e l'etnologia sono due approcci della ricerca sul campo che gli antropologi mettono in pratica per analizzare una cultura.compararla con altre culture. L'etnografia descrive quindi una singola cultura, studia quindi una società fornendone delle informazioni su usi, costumi, credenze, codici e tutti quei tratti tipici di quella singola cultura. L'etnologia invece compara le culture mettendo quindi in rilievo sia i differenti tratti tipici di ogni singola cultura, sia analizzando i tratti transculturali che legano le varie culture e che poi si declinano in differenti tratti tipici per ognuna di esse. 5. Cultura innata e cultura appresa La cultura innata è la capacità universale, comune a tutti gli esseri umani che si è sviluppata per adattarsi alla vita. Definita anche "Cultura" con la "C" maiuscola, questa è universale e astratta. La cultura appresa, definita con la "c" minuscola, è quella invece che diventa anche oggetto di studio degli antropologi. Questa cultura viene appunto appresa durante i primi anni di vita quando si.valori, norme, linguaggio, arte e tecnologia. La cultura è trasmessa di generazione in generazione attraverso l'apprendimento e influisce sul comportamento e sulle interazioni degli individui all'interno della società. Ogni cultura è unica e si sviluppa in base alle specifiche condizioni ambientali, storiche e sociali di un determinato gruppo sociale.linguaggio etc. Una cultura assume un insieme di segni arbitrari generando un codice comunicativo che si basa su un accordo convenzionale unico especifico di quella singola cultura, la lingua, che nasce dalla scelta di determinati fonemi associati a specifici significati per poter comunicare. L'antropologo può anche, tramite la comparazione con altre culture, osservare oltre le differenze dei tratti tipici anche le similitudini dei tratti transculturali di cui i tratti tipici sono variazioni specifiche per ogni cultura. In questo senso quindi l'antropologia analizza la cultura con la "c" minuscola, appresa e particolare di una singola società, etnografia, per poi metterla a confronto con le altre culture, etnologia, e trovare quindi tratti diversi e comuni nelle diverse culture del mondo. 8. Perché l'antropologo è consapevole che la propria cultura non è assoluta ma relativa? Spiega in che senso l'antropologia si basa sul relativismo culturale.concetto di relativismo. Dato che ogni cultura è una realtà particolare e unica, tutte le culture hanno una loro valenza e ragion d'essere. Per questo l'antropologo, abbandonato l'atteggiamento etnocentrico, si approccia allo studio delle altre culture in modo relativista, comprendendo che la cultura che va ad analizzare è semplicemente diversa dalla propria che è relativa come tutte le culture del mondo che hanno un proprio valore, una propria complessità e una propria ragion d'essere. In questo senso l'approccio dell'antropologo si spoglia di qualsiasi presunzione e si oggettivizza. 9. Descrivi la differenza tra magia e stregoneria con l'esempio degli Azande Per gli Azande la magia viene usata con lo scopo di controllare il mondo, ciò che non si può assoggettare al razionale e alle possibilità reali degli esseri umani. A livello complementare la stregoneria diventa anche questa interpretativa della

realtà ma in senso negativo, essa infatti servea spiegare il male, la sventura, la morte. La stregoneria infatti è usata a fini malvagi e viene tramandata come potere non umano ed innato. La magia quindi si può usare in opposizione alla stregoneria ma solo quando la vittima si è comportata in modo retto e non si è quindi attirata il male con le sue azioni. In questo modo sia la magia che la stregoneria diventano categorie interpretative del reale per “risolvere” e spiegare determinati fatti e accadimenti.

10. Spiega che ruolo gioca la letteratura latina in un approccio antropologico allo studio del Mondo Antico

Un approccio antropologico alla letteratura latina permette di osservare la società dell'epoca antica utilizzando la letteratura come un mediatore culturale che viene intervistato per rispondere a determinate domande sulla cultura del tempo. Questo permette un approccio allo studio della cultura latina con un'ottica relativista.

In effetti la nostra società, essendo stata influenzata e derivando da quella latina, spesso ha teso a trovare somiglianze con quest'ultima osservandola come si osserverebbe la società di oggi. Un approccio antropologico che studi la letteratura latina come produzione di una società diversa dalla nostra, che quindi si cali all'interno della cultura del tempo con i suoi usi, costumi e credenze, vendendoli appunto come appartenenti a una cultura diversa da quella odierna, aiuta a comprendere meglio chi erano i latini intervistandoli tramite i testi che si analizzano e mettendoli a paragone nel loro avvicendarsi nel corso della loro storia. Questo approccio "sul campo" in una sorta appunto di intervista antropologica agli autori tramite i loro testi permette quindi di comprendere quale era veramente la loro società e la cultura di quella società e come questa si è evoluta. Questo approccio aiuta non solo ad affrontare lo studio della

letteraturalatina in modo diverso e finalmente scollegato dalle derivazioni odierne di quella cultura, ma apre alla conoscenza reale di come la cultura latina fosse all'epoca, liberati da ogni pregiudizio e categoria moderna.

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
16 pagine
3 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JonnyCampus di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura latina 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Guasparri Andrea.