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Influenza dell'eresia iconoclasta nell'evoluzione della scrittura

Osservando le immagini, si può notare l'influenza dell'eresia iconoclasta nella evoluzione progettuale della maiuscola. Il corpo della lettera diventa più stretto, abbandonando la tipica rotondità della scrittura greca più antica, e si avvicina maggiormente ad uno stile ogivale decorato e spesso dipinto di oro. Si crea in questo modo una maggiore coesione visiva tra i titoli e i paragrafi che vengono scritti sia in ogivale che in minuscolo. I colori dei testi, il rosso e il marrone scuro, comunicano in modo armonico.

Il Vangelo di Reims, prima del XV sec., a sinistra testo in cirillico, a destra in glagolitico. I lizzatori Cirillo (nato Costantino) e Metodio iniziarono a tradurre brani dal Vangelo di Giovanni inventando nell'862/863 un nuovo alfabeto detto 'glagolitico', il più antico alfabeto slavo conosciuto. L'alfabeto cirillico invece, fu creato e diffuso nel X secolo d.C. durante il Primo Impero bulgaro.

Costantino di Preslav il quale gli diede il nome insia con la pergamena che fa da supporto alla scrittura, sia con le miniature onore del suo maestro San Cirillo. Le nuove lettere furonodei santi riccamente colorate e gli elaborati intrecci e nastri di natura fonologicamente impostate sulla struttura di quello glagolitico, mavegetale e geometrica. graficamente forgiate ad imitazione della maiuscola ogivale grecaQuesto particolare stile, il suo significato e i suoi simbolismi si diffusero (precedentemente denominata 'slava').attraverso la cristianizzazione dei popoli della penisola Balcanica e venne Stilisticamente, infatti, fra le due si possono notare queste somiglianze:Alexandra IonesiLa tipografia nella Chiesa Ortodossa Romenaun contrasto forte fra pieni e filetti, per cui i tratti verticali e discendenti scrittura più semplice e pulita con decorazioni ridotte al minimo, quasi inèsono spessi e gli altri sono sottili; ricordo del periodo iconoclasta; altri invece,vengono creati come dei vericurve spezzate, spesso ad angoli acuti, specialmente all'apice e alla base e propri gioielli con miniature eccezionalmente curate, intricate delle lettere; decorazioni floreali e caratteri ricchi di ornamenti. La forma a ovale spezzato delle lettere composte sulla base dell'epsilon, theta, omicron, sigma; Introduzione della stampa nella tradizone ecclesiastica orientale presenza di apici triangolari, specialmente alle estremità dei tratti L'arte della stampa fu portata ai popoli Slavi dal tedesco Schweipolt Fiol orizzontali come quelli di tau; ed è considerato il primo stampatore di caratteri cirillici; egli, inoltre, Gli apici sono assenti quando l'estremità del tratto orizzontale incontra stampò il primo testo ecclesiastico in questo alfabeto, l'Octoechos, nel 1491 a Cracovia. Viene ricordato come colui che introdusse nei Balcani la qualità della stampa tedesca dell'epoca e grazie

Al suo lavoro la stampa raggiunse nel XVI secolo l'attuale Romania. I suoi libri dimostrano come nei primi anni della stampa si trovino tracce di pochissime decorazioni e come la maggior parte di queste siano state aggiunte successivamente a mano. In seguito, per semplificare anche il lavoro di decorazione e illustrazione, furono create tavolette di legno con le decorazioni già pronte, in modo da poter xilografare cornici, motivi, glifi e successivamente anche intere illustrazioni. Contemporaneamente si stava sviluppando la stampa glagolitica dei testi in lingua slava ecclesiastica grazie a Blaž Baromić, uno stampatore croato istruito nelle botteghe di stampa di Venezia. Ivan Fedorov visse nel XVI secolo ed è considerato il padre della tipografia slava in Russia. Oltre ai testi sacri da lui stampati in lingua slava ecclesiastica, in ordine, Vat.gr.749 del IX sec. in maiuscolo ogivale greco, Codex Suprasliensis del X sec. in cirillico stica e famosi per la loro qualità.

è ricordato per aver sviluppato un carattere tipografico denominato poluustav che è stato utilizzato dalla Chiesa russa fino al passaggio alla tipografia dell'era sinodale. Questo, oltre ad essere stato usato nei suoi prodotti di stampa, compare in uno dei primi abecedari dell'alfabeto cirillico ed è diventato un modello di carattere illustrato per gli stampatori successivi. È notevole perché raggiunge un equilibrio armonioso nel design tra l'aspetto delle forme scritte a mano (scritte con una penna) e l'uniformità e somiglianza con scritture già esistenti.

Delle linee pulite di un carattere durante i secoli precedenti all'invenzione della stampa, il nuovo alfabeto mobile. La leggera curvatura dei tratti e la mancanza di linee assolute prese piede nell'est dell'Europa in concomitanza con la diffusione del cristianesimo ortodosso. I protagonisti di questa espansione religiosa e "ben realizzato". A volte mancava anche la spaziatura delle parole come culturale, gli ecclesiastici, intensificarono la loro attività di produzione di nella tradizione dei manoscritti. Un elemento distintivo nella progettazione dei suoi testi sacri si trova nell'uso di decorazioni floreali che non evincono i diversi stili grafici in circolazione mantenendo, però, sempre la stessa impronta visiva derivante.

Dall'arte bizantina e dalle scritture giormente nei testi dell'Europa Occidentale. Questo stile ornamentale eminuscole e maiuscole greche. Alcuni testi pervenuti si fanno carico di l'impaginazione adottata da Fedorov si sarebbero diffusi soprattuttouna visione più razionale dell'impostazione dei testi optando per una durante il XVII-XVIII secolo diventando lo standard della tipografia.

Alexandra Ionesi

La tipografia nella Chiesa Ortodossa Romena ecclesiastica orientale dell'epoca.

Francysk Skaryna, uno dei padri fondatori della stampa orientale slavicainsieme a Fiol e Fedorov, dedicò la sua vita alla pubblicazione sacra. Cercòdi rendere la Bibbia più disponibile alla gente comune e di scriverla in unalingua accessibile per cui, nelle prefazioni da lui composte alle sue edi-zioni, sottolineava che lo scopo delle sue attività editoriali fosse quello diaiutare la gente comune a "familiarizzare con la saggezza e la scienza".

Le edizioni della Bibbia di Skaryna furono stampate in lingua slava ecclesiastica con la presenza di molte parole in lingua rutena e sfidarono le regole esistenti a quel tempo. Contengono infatti il testo dell'editore, i suoi commenti, prefazioni e postfazioni. Inoltre, presentano stampe con la sua immagine. È l'unico caso simile nella storia della pubblicazione delle Bibbie nell'Europa orientale. La stampa nella tradizione ecclesiastica romena Come detto finora, la lingua slava ecclesiastica antica ebbe una vasta diffusione come strumento di cultura nei territori della Grande Moravia (Repubblica Ceca e Slovacchia), della vecchia Bulgaria, della Serbia, la Croazia e la vecchia Russia. Successivamente, questa lingua fu adottata anche nei paesi non slavi, in particolare nei paesi romeni e in Lituania. L'introduzione dello slavo nei paesi romeni è motivatadall'atmosfera poli-tica, culturale e religiosa che esisteva nell'Europa sudorientale. Quindi, dopo una prima fase del Cristianesimo in latino, si diffuse in greco e, dal IX secolo, in slavo ecclesiastico antico. Numerosi libri e scritti religiosi furono copiati in lingua slava ma anche testi giuridici, filosofici, storici, didattici, filologici e letterari. I popoli sul territorio della Vallacchia-Romania non erano quindi estranei alla cultura visiva dei manoscritti bizantini, alla loro maiuscola ogivale e liturgica, e nemmeno al ricco splendore decorativo delle icone religiose; questo permise alla cultura locale di impregnarsi di queste grafie, delle figure e dei valori. L'introduzione della stampa avvenne grazie all'influenza che i libri di Schweipolt Fiol ebbero nell'Europa Orientale: il monaco Macarie, ispirato da questi lavori e anche dal periodo trascorso a Venezia dove venne a contatto con i lavori di Aldo Manuzio, fondò nel 1508 una bottega di.

stampa a Targoviste, nella Vallacchia e iniziò a istampare testi sacri in lingua slava ecclesiastica e secondo la tradizione grafica di quel periodo. Durante la progettazione dei suoi caratteri tipografici, oltre le influenze già menzionate, contribuì probabilmente lo studio dei manoscritti moldavi composti sotto il regno di Stefano il Grande che utilizzavano una scrittura più slanciata, lettere più ornate ma soprattutto un contrasto maggiore tra i tratti di una stessa lettera. Dimitrije Ljubavic, tipografo serbo, fu il secondo ad aprire una bottega di stampa nel territorio della Vallacchia e il primo a comporre testi sacri non creò uno stile nuovo all'epoca sconosciuto alla stampa cirillica, ma adattando la

lingua slava ecclesiastica alle necessità della lingua parlata disegnò le lettere iniziali ornamentali lavorando a maglia steli striscianti del popolo romeno; ne introdusse vocaboli di uso comune per rendere più di fiori e piante e anche un'altra serie nera che imitava la onciale gotica. comprensibile le sacre scritture alle fasce incolte continuando comunque ad adottare l'alfabeto cirillico. Fu il maestro di Coresi, il più conosciuto stampatore romeno ed editore del Tetraevanghelion, il primo libro ufficiale in lingua romena. 11, 12. In ordine, Vangelo di Thoma Logophet, manoscritto moldavo del 1534, Tetraevanghelion, manoscritto moldavo del XVI sec. 15, 16. In ordine, Apostol del 1566 e Tetraevanghelul del 1561, testi in romeno ecclesiastico antico stampati da Coresi. Dopo l'introduzione del romeno ecclesiastico nei testi sacri e con l'evoluzione delle tecniche di stampa, la tipografia sacra romena iniziò a diffondersi in maniera.

omogenea su tutti i territori nazionali ed ebbe il merito di creare una coesione e un senso di identità comune che sarebbe sopravvissuto alle varie conquiste territoriali, prima fra tutte quelle ottomane; con

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alexandra.ionesi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia del design e della comunicazione visiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Vendetti Andrea.
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