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D
Z Z Z 2 {0 ≤ ≤ −x ≤ ≤ ≤ ≤
(xyz )dx dy dz, D = x 1, z x, x + z y 4}
D
Z Z 2
− −1)
(x y )dx dy, T = triangolo di vertici (0, 0), (1, 1) e (2,
T
Il primo integrale è uguale a −1
2
Z Z 23
2 3 −
dx (x y + y )dy = .
2
−2
0
Per il secondo integrale, il dominio di integrazione è un prisma nello spazio (riuscite a disegnarlo?).
Possiamo scrivere l’integrale come 1 x 4
Z Z Z 104
2
dx dz (xyz )dy = 105
−x
0 x+z
Per il terzo spezziamo il triangolo in due insiemi normali:
1 x 2 3−2x
Z Z Z Z 13 27 5
2 2
− −
dx (x y )dy + dx (x y )dy = + = .
32 32 4
−x/2 −x/2
0 1
© – 5) Calcolare il seguente integrale utilizzando le coordinate polari:
√ 2 2
−x
a a
Z Z p 2 2
x + y dy.
dx
0 0
Stessa domanda per l’integrale Z Z y dx dy,
C
≥
dove C è la metà superiore (cioè con y 0) del cerchio di centro (a/2, 0) passante per l’origine.
Stessa domanda per l’integrale Z Z p 2 2 2
− −
a x y dx dy,
D
≥
dove D è la metà superiore (y 0) del cerchio di centro l’origine e raggio a.
−
Infine effettuare il cambiamento di variabili u = x + y, v = x y nell’integrale
1 1
Z Z
dx (x + y)dy
0 0
e poi calcolarlo. 3
Il primo integrale ha come dominio di integrazione il quarto del cerchio di centro 0 e raggio a nel
primo quadrante. Bisogna rappresentare questo insieme in coordinate polari; la circonferenza in
coordinate polari si scrive semplicemente π
≤ ≤
ρ = a, 0 θ 2
p 2 2
x + y = ρ)
e quindi l’integrale diventa ( a
π/2 π/2
3 3
Z
Z Z
a πa
·
ρ ρdρ =
dθ dθ = .
3 6
0
0 0
Per il secondo integrale il dominio è un po’ più compicato: in coordinate polari si scrive come
π
≤ ≤ .
ρ = a cos θ, 0 θ 2
Quindi l’integrale diventa π/2
a cos θ
π/2 π/2 π/2
3 3 4 3
Z
Z Z Z
a a cos θ a
3 3 3
ρ sin θ·ρdρ =
dθ cos θ sin θ dθ = cos θ d(cos θ) = a .
=
3 3 12 12
0
0 0 0 0
Il terzo integrale diventa a
π a π 3
Z Z Z 1 πa
p p 3
2 2 2 2
− − −
dθ a ρ ρ dρ = ( a ρ ) dθ = .
3 3
0 0 0 0
Ultimo integrale. Vogliamo passare dalle coordinate (x, y) a quelle (u, v). La funzione da integrare
f (x, y) = x + y si scrive semplicemente f = u nelle nuove coordinate. Il determinante Jacobiano
che ci interessa è quello della trasformazione (x, y) = g(u, v) secondo la “regola”
|Dg|
dx dy = det du dv;
1 1
dato che x = (u+v), y = (u−v), otteniamo il determinante Jacobiano (del quale poi prenderemo
2 2
il modulo)
1
1 1
2 2
− .
det =
2
1 12
−
2
Per applicare la formula del cambiamento di variabili resta da scrivere il dominio di integrazione:
2
nelle variabili (x, y) è il quadrato [0, 1] , nelle variabili (u, v) diventa l’insieme
≤ ≤ ≤ ≤ ⇐⇒ ≤ ≤ ≤ − ≤
0 x 1, 0 y 1 0 u + v 2, 0 u v 2
−1).
ossia il quadrato Q di vertici (0, 0), (1, 1), (2, 0), (1, In conclusione
1 1 u 2 2−u
1
Z
Z Z Z Z Z Z Z
1 1 1 1 2
u dudv = du u dv + du u dv = + = 1.
dx (x + y)dy = 2 2 2 3 3
−u
0 0 Q 0 1 u−2
[Sottolineo che lo scopo di questo esercizio è imparare a cambiare variabili, e non a trovare il modo
più veloce per calcolare un integrale...]
§ – 6) Dimostrare che se un insieme E è trascurabile secondo Peano-Jordan, anche la sua chiusura
è trascurabile.
Esercizio in realtà facilissimo: se possiamo ricoprire E con una famiglia finita di rettangoli (che
possiamo prendere chiusi) di area totale minore di , la stessa famiglia ricopre anche E...
2
© →
– 7) Dimostrare che per ogni funzione continuna f : e per ogni (x, y) vale la formula
R R
1 x 1 1
Z Z Z Z
dx f (x, y)dy = dy f (x, y)dx.
0 0 0 y
4
Il primo integrale è esattamente l’integrale di f (x, y) sul triangolo T di vertici (0, 0), (1, 0) e (1, 1).
Se scambiamo l’ordine di integrazione (Fubini) integrando su T , prima rispetto a y e poi rispetto
a x, otteniamo proprio il secondo integrale.
© – 8) Cambiare l’ordine di integrazione negli integrali seguenti (senza calcolarli, anche perché non
è specificata la funzione...):
4 12x π sin x 1 1−y
Z Z Z Z Z Z f (x, y)dx.
dx f (x, y)dy, dx f (x, y)dy, dy √ 2
2 − 1−y
0 3x 0 0 0
Anzitutto: fare un disegno del dominio su cui si chiede di integrare!
Il primo integrale è calcolato sulla zona di piano limitata compresa fra la retta y = 12x e la parabola
2
y = 3x . Scambiano l’ordine di integrazione si ottiene subito
√
4 12x 48 y/3
Z
Z Z Z
dx f (x, y)dy = dy f (x, y)dx.
2
0 3x 0 y/12
Il secondo integrale è esteso al sottografico del tratto di sinusoide fra x = 0 e x = π. Se esprimiamo
questo dominio come dominio normale rispetto a y vediamo che chiaramente y varia fra 0 e 1, e
per un y fissato x varia fra i due punti di intersezione della retta parallela all’ase delle ascisse (di
ordinata y) con la sinusoide. Come possiamo descrivere questi punti in funzione di y? Il primo
punto è proprio arcsin y; il secondo è evidentemente π meno il primo (simmetria della sinusoide)
−
ciè π arcsin y. In conclusione
π sin x 1 π−arcsin y
Z Z Z Z
dx f (x, y)dy = dy f (x, y)dx.
0 0 0 arcsin y
Il terzo integrale è esteso ad un dominio composto dal quarto di cerchio unitario contenuto nel sec-
ondo quadrante, più il triangolo di vertici (1, 0), (0, 1) e 0, 0). Se scambiamo l’ordine di integrazione
otteniamo facilmente √ 2
1 1−y 0 1−x 1 1−x
Z Z Z Z Z Z
dy f (x, y)dx = dx f (x, y)dy + dx f (x, y)dy
√ 2
− −1
0 1−y 0 0 0
(spezzando in un integrale sul quarto di cerchio, più un integrale sul triangolo).
§§ × →
– 9) Sia Q il quadrato [0, 1] [0, 1] e f : Q definita come
R
(
1 se x è razionale,
f (x, y) = 2y se x è irrazionale.
t
R ≤ ≤
(i) Dimostrare che l’integrale f (x, y)dy esiste per ogni 0 t 1 e che
0
1 t 1 t
Z Z
Z Z
2
f (x, y)dy dx = t , f (x, y)dy dx = t.
0 0 0 0
1 1
R R
Quindi in particolare l’integrale iterato ( f (x, y)dy)dx esiste e vale 1.
0 0
1 1
R R
(ii) Dimostrare che l’integrale ( f (x, y)dx)dy esiste e calcolarne il valore.
0 0
(iii) Dedurre che f non è integrabile su Q.
(i) Fissato x, la funzione f (x, y) è o costante oppure uguale a 2y, in ogni caso continua in y e
t
R
possiamo integrarla fra 0 e t ottenendo la funzione g(x, t) = f (x, y)dy che vale
0
(
t se x è razionale,
g(x, t) = 2
t se x è irrazionale. 5
Ora, fissato t, proviamo a calcolare l’integrale inferiore e superiore di g(x, t) rispetto a x su [0, 1];
2
chiaramente dato che g(x, t) = t oppure t su un insieme denso, esattamente come per la funzione
di Dirichlet otteniamo che 1
1 Z
Z 2
g(x, t)dx = t , g(x, t)dx = t.
0
0
Questi due numeri coincidono quando t = 1; dunque se t = 1 la funzione g(x, 1) è integrabile in x
e il suo integrale vale 1.
(ii) Fissato y, la funzione f (x, y) è discontinua su un insieme denso di punti, e come la funzione
di Dirichlet assume solo due valori: 1 e 2y. Notare che il più grande di questi valori è 1 quando
≤ ≥
y 1/2, e 2y quando y 1/2. Allora come per la funzione di Dirichlet otteniamo subito
1 1
Z Z
≤ ≥
f (x, y)dx = 1 se y 1/2, f (x, y)dx = 2y se y 1/2,
0 0
1
R
Dunque la funzione di y data da f (x, y)dx è continua in y, quindi integrabile, e abbiamo subito
0
1 1 1/2 1
Z Z Z Z 1 1 5
−
dy f (x, y)dx = dy + 2y dy = + 1 = .
2 4 4
0 0 0 1/2
(iii) Il Lemma di Fubini (vedi dispense) afferma che per ogni funzione limitata f (x, y) e ogni
2
partizione P di [0, 1] ! !
1 1 1 1
Z Z Z Z
≤ ≤ ≤
s(f, P ) f (x, y)dy dx dx s(f, P ).
f (x, y)dy
0 0 0 0
Naturalmente vale anche la disuguaglianza analoga per gli integrali iterati nell’ordine inverso. Allora
dal risultato del punto (i) deduciamo che ≤
P ) 1
s(f,
mentre dal risultato del punto (ii) deduciamo che
5 ≤ s(f, P ).
4 2
Vediamo quindi che il criterio di integrabilità è violato e la funzione non è integrabile su [0, 1] .
© – 10) Calcolare Z 2 2 2
(x + y ) dσ ,
Σ 1
−
2 2
dove Σ è la parte della superficie z = (x + y ) delimitata dai piani z = 1 e z = 2.
2
1
−
2 2
Innanzitutto, detta f (x, y) = (x + y ) , si ha
2 1
2
|∇f | = .
2 2 2
(x + y )
14 2 2
≤ ≤
Inoltre, dovendo essere z compresa tra 1 e 2, si ha x + y 1. Pertanto,
s
ZZ
Z ZZ
1 p
2 2 2 2 2 2 2 2 2 2 2
(x +y ) dσ = (x +y ) 1+ dx dy = (x +y ) 1 + (x + y ) dx dy .
2 2 2
(x + y )
1 1
2 2 2 2
≤x ≤1 ≤x ≤1
Σ +y +y
4 4
Passando a coordinate polari, si tratta di calcolare √ √ !
2π 1
Z Z 2 17 17
p
2 4 −
ρ 1 + ρ ρ dρ = 2π .
3 384
1
0 2
6 2
2 y
x
© – 11) Calcolare l’area della superficie z = + al variare di (x, y) in
4 6 2 2
x y
2
{(x, ∈ ≤
E = y) : + 1} .
R 4 9
2 2
2
2 y y
x
x 2
|∇f |
+ , si ha = + , e quindi
Detta f (x, y) = 4 6 4 9
r 2 2
ZZ x y
A(Σ) = 1+ + dx dy .
4 9
E
Effettuando il cambio di variabili x = ρ cos(θ)/2, y = ρ sen(θ)/3, il cui determinante vale ρ/6, si
ha √
2π 1 −
Z Z 8 1
p 2 .
A(Σ) = 1 + ρ ρ dρ dθ = 2π 3
0 0 2 2
§ – 12) Calcolare l’area della superficie y + z = 6x, delimitata dal piano x = 3 ed esterna al
2
cilindro di equazione y = 3x.
Ci interessa sapere come devono variare y e z per ottenere la superficie che ci interessa. Ora, la
2 2 ≤
parte esterna al cilindro y = 3x è caratterizzata dall’avere y 3x; pertanto, sostituendo nella
2 2 2 2
≤