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IL TELEGRAFO

Storia della tecnologia dell'informazione

Alessandra Victoria Catano Malca

Matricola: 1136795

Comunicazione a distanza: dai segnali di fumo al telegrafo ottico

Dall'antichità la necessità di comunicare è presente in ogni civiltà. Per questo motivo sono diversi i modi con cui anche le civiltà antiche hanno cercato di comunicare. Si pensi ai segnali di fumo degli indiani, o al tam-tam dei tamburi nella foresta, usati come comunicazione visiva o sonora a seconda delle necessità dell'ambiente circostante. Questi tipi di comunicazione visiva e sonora rendevano però necessario un codice, un linguaggio conosciuto solo dal mittente e dal destinatario, e che fosse difficilmente decifrabile da altri. Il messaggio infatti poteva contenere informazioni importanti inerenti anche ad eventuali guerre in corso, rendendo pericoloso l'uso del linguaggio comune, conosciuto da molti. Fu proprio per esigenze belliche.

Che nella Francia di fine Settecento venne realizzato il telegrafo ottico di Chappe. La Rivoluzione francese infatti era al colmo, e la Francia si trovava in svantaggio, tranne che per tre fattori che giocavano a suo favore: la mancanza di coordinamento delle forze nemiche a causa delle scarse vie di comunicazione, i loro diversi intenti, e la determinazione di Lazare Carnot di stabilire linee di comunicazione fra tutte le sezioni dell'esercito francese. Fu proprio grazie all'invenzione del sistema telegrafico di Claude Chappe (763-1805), che la guerra andò a favore dei francesi.

La rete telegrafica di Chappe era basata su una catena di semafori (torri di trasmissione), che consistevano di una trave di legno, imperniata al centro in modo da poter essere ruotata in un piano verticale. A ciascuna estremità della trave erano aggiunti bracci mobili, che permettevano di ottenere un gran numero di figure. Le figure potevano essere viste tramite cannocchiale.

da una torre all'altra, molto più velocemente di qualsiasi sistema postale. La prima linea telegrafica fu inaugurata nell'agosto del 1794 fra Parigi e Lille, e grazie al successo dell'idea di Chappe in pochi anni furono installate linee telegrafiche anche tra Parigi e Strasburgo e tra Parigi e Brest. Le reti telegrafiche furono costruite a raggiera collegando Parigi con le grandi piazze fortistrategiche, fino ad estendersi internazionalmente a Mainz, Anversa, Amsterdam, e in Italia fino a Torino, Milano e Venezia. Il telegrafo ottico dato che era dispendioso in mano d'opera, poiché le stazioni erano distanti più di 12 km e dato che subiva spesso interruzioni a causa delle cattive condizioni meteorologiche, ebbe durata breve in periodo di pace, anche perché non era di grande utilità per il cittadino. Inoltre nel 1840 venne presto superato, nonostante ciò, nel 1852 le reti telegrafiche furono integrate con il telegrafo elettrico.Le telegrafiche ideate da Chappe occupavano una distanza di ben oltre 4830 km e comprendevano 556 stazioni. Telegrafo elettrico Si considera che la storia del telegrafo elettrico abbia avuto inizio nel 1753, quando sul Scots Magazine venne pubblicata una lettera firmata C.M., autore sconosciuto. La lettera descrive un telegrafo elettrico con impiego di elettricità statica. La lettera proponeva di collegare tanti fili quante le lettere dell'alfabeto a una trasmittente e una ricevente, dove le lettere dell'alfabeto potevano essere riportate su piccoli pezzi di carta attratti da una pallina elettrizzata tramite il cavo che veniva dalla trasmittente. La lettera non suscitò molto interesse all'epoca della sua pubblicazione forse per ragioni economiche, ma segnò l'inizio di un'idea sviluppata meglio dopo nel campo dell'elettricità. Grazie alle nuove scoperte e in particolar modo alla scoperta del 1819-20 di Hans Christian Ørsted, il telegrafo elettrico iniziò a prendere forma e a essere utilizzato in modo pratico.

Oersted (1777-1851), che un ago magnetico viene deviato quando una corrente passa attraverso un filo metallico al di sopra di esso, viene inventato dopo pochi mesi da J.S.C. Schweigger (779-1857) il galvanometro, perfezionato Dopo l'introduzione del galvanometro si sviluppano isuccessivamente da Ampere e altri. primi telegrafi elettromagnetici in Germania.

La vera e propria diffusione dei telegrafi elettromagnetici avviene nel territorio inglese ed è da attribuire a William Forthergill Cooke (1806-1879) e Charles Wheatstone (1802-1875) che divenuti soci rilasciarono il primo brevetto del loro telegrafo a 5 aghi nel 1837. Nel 1838 venne installata la linea telegrafica da Paddington e West Drayton, distanti circa 21 km (successivamente la linea venne prolungata a Slough). Il sistema Cooke-Wheatstone venne poi migliorato tramite un sistema a quadrante con un solo ago.

Il successo del telegrafo di C. e W. nella linea Paddington-Slough portò alla installazione delle linee Norwich-Yarmouth,

Londra-Gosport, Londra-Southampton, Tonbridge-Maidstone, Wolverton-Peterborough e Londra-Dover (1846). Proprio per la creazione dell'alinea Londra-Dover Cooke e Wheatstone decisero di fondare la Electric Telegraph Company. Lo sviluppo della società fu tale che nel 1852 in Inghilterra si contavano 6400 km di linee telegrafiche. Il telegrafo di Cooke e Wheatstone è il tipico esempio di invenzione nata da scoperte e invenzioni anteriori, basata quindi su principi già provati e stabiliti. Al contrario il telegrafo ideato da Samuel Morse nel 1835, che usava un solo filo e un codice, era più originale ma poiché Morse era privo di esperienza tecnica, il suo telegrafo risultò poco funzionale. La mancanza di conoscenza tecnica avrebbe ostacolato Morse, se non fosse per l'aiuto dato gli da L. D. Gale e Joseph Henry (1797-1878), segretario dello Smithsonian Institution. Infine grazie a un nuovo collaboratore, Alfred Vail (1807-1859), il telegrafo venne riprogettato.

Nel 1838 e sempre grazie a lui, l'introduzione di dispositivi a relè per ritrasmettere i messaggi telegrafici estendeva il campo di trasmissione e l'adozione del codice Morse semplificava i messaggi da trasmettere, basato su un linguaggio di linee e punti.

Il telegrafo di Morse era composto da una linea di fili, da una batteria che inviava corrente alla linea, da un trasmettitore dove veniva collegata la linea e da un ricevitore costituito da un dispositivo elettromagnetico in grado di tracciare segnali su carta a seconda degli impulsi in codice provenienti dalla trasmittente.

La linea telegrafica era costituita da un filo di ferro o rame teso posto in alto rispetto al terreno. Correttamente isolata, la linea riusciva a trasmettere messaggi a distanze considerevoli.

Si procedette alla diffusione del sistema telegrafico di Morse in America (linea Washington-Baltimora del 1844), da parte di

varie compagnie speso in concorrenza tra loro, fino alla fusione tra loro nella Western Union nel 1856.

Telegrafo sottomarino

Se lo sviluppo del telegrafo elettrico è una delle pietre miliari dello sviluppo dei mezzi di comunicazione, il telegrafo sottomarino non ne fu da meno. Il primo consentiva rapidità di comunicazione in una nazione, mentre il secondo permetteva comunicazione, attraverso appositi cavi sottomarini, tra diverse nazioni e continenti oltremare.

Un primo cavo sottomarino fu posato nel 1850 attraverso il canale della Manica tra Francia e Inghilterra, subì però quasi subito un'interruzione. L'anno successivo la posa di un secondo cavo abbastanza soddisfacente convinse le aziende che un collegamento attraverso l'Atlantico non era facile da realizzare in quanto i cavi erano molto pesanti e delicati oltre che lunghissimi. Il primo cavo posato nel 1857 fra Irlanda e Terranova fallì, il

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Publisher
A.A. 2021-2022
7 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-INF/05 Sistemi di elaborazione delle informazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gatita_30796 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della tecnologia dell'informazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Peruzzi Giulio.