vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Matteo, Marco e Luca) . Elementi tipici dell'iconografia del Giudizio Universale sono l'apparizione
di Cristo, gli strumenti della Passione (dove la croce assume il significato di trionfo sulla morte) e la
resurrezione dei morti; a questi possono aggiungersi particolari desunti direttamente dall'Apocalisse
di Giovanni (come i sette candelabri, gli angeli con le trombe, i ventiquattro vegliardi) senza però
16
che questi mutino automaticamente il soggetto in rappresentazione apocalittica .
Il tema dell'Apocalisse, e di conseguenza anche il drago che vi compare, è completamente
17
assente nell'arte cristiana precostantiniana : secondo F. Bisconti questo sarebbe dovuto sia alla
18
questione ancora in corso sulla canonicità del testo , sia per il suo simbolismo troppo complesso
19
che mal si prestava alla formazione dottrinale delle prime comunità cristiane . Tuttavia, il drago
non fa ancora la sua comparsa quando, tra IV e VI secolo, anche l'Apocalisse entra a far parte dei
possibili programmi iconografici dell'arte monumentale: si prediligono le immagini trionfalistiche e
teofaniche, come l'Agnello sul monte o l'Adorazione dell'Agnello o, ancora, la Gerusalemme
celeste, che ben si adattano alla sempre più evidente affermazione religiosa, sociale e culturale del
20
cristianesimo e che si fondono con precedenti iconografie, come la Traditio legis o l'Etimasia .
Le prime attestazioni certe dell'immagine del drago con sette teste sono da cercarsi nei codici
miniati della Bibbia, Nuovo Testamento, Apocalisse o commenti ad essa redatti già dal VI secolo,
purtroppo non pervenuti direttamente all'età contemporanea, ma i cui cicli illustrati sono comunque
apprezzabili nelle copie realizzate in epoche più tarde. La cosiddetta Apocalisse di Treviri (Treviri,
21
Stadtbibliothek, ms. 31) è una di queste, oltre ad essere il più antico esemplare conservatosi :
risalente alla prima età carolingia, ricalca iconografia e stile di un esemplare romano del VI secolo,
dove il drago è desunto dalla tradizione classica che lo vedeva come un grande serpente.
Nel testo apocalittico, la creatura è indicata sia come δραχων che come όφις e l'interscambiabilità
semantica è presente anche nel latino draco (che può indicare sia il drago che il serpente); questa è
perpetrata e potenziata dal Cristianesimo (anche grazie al significato simbolico attribuito al
22
serpente), ma in breve (entro il X secolo) si giunge ad una chiara distinzione dei due termini : il
serpente è relegato al solo episodio della Genesi, mentre il drago rappresenterà l'intero mondo
demoniaco.
Nell'Apocalisse di Treviri, realizzata in uno scrittorio sotto l'influenza di quello della scuola di San
Martino di Tours, sono presenti settantaquattro miniature a tutta pagina, tra le quali vi sono quelle
che hanno come protagonista il drago, qui rappresentato come un grande serpente avvolto su se
stesso, provvisto di ali e con le sei teste più piccole disposte lungo il collo; mancano i diademi, che
nel racconto concorrerebbero a creare la falsa regalità di cui Satana vuole fregiarsi. In questo caso il
drago è del tipo serpentiforme, una morfologia che si riscontra nelle tradizioni classica, medio-
orientale e cinese e nelle quali può essere o meno alato, solitamente vive nell'acqua ed è a guardia di
luoghi sacri (per questo suo ruolo è stato spesso recuperato dal Medioevo e raffigurato su battenti
23
delle porte per fini apotropaici) . Nell'antichità classica esistevano moltissime specie diverse di
draghi, tra le quali il grande serpente alato che si ritrova in questa Apocalisse; una descrizione
simile venne data anche dai Padri della Chiesa, secondo i quali il drago era un enorme mostro
14 Link
15 Christe 1991
16 Christe 2000
17 Klein, Temi di iconografia paleocristiana, a cura di F. Bisconti, Pontificio istituto di archeologia cristiana, 2000
18 L'Apocalisse è dichiarata canonica solo nel III secolo (Lexikon).
19 Bisconti
20 Klein
21 J. van Laarhoven, Storia dell'arte cristiana, Mondadori, 1999
22 La distinzione è bene esemplificata dal Salmo 90 Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi, che ha
dato poi vita ad un'iconografia che precisamente distingue tra drago e serpente.
23 Manacorda 24
acquatico serpentiforme, velenoso, in grado di sputare fuoco (tuttavia nell'Apocalisse il drago
sputa solo acqua).
Una produzione miniata di particolare importanza in quanto testimoniata da un elevato
25
numero di esemplari (trentaquattro nell'arco di quattro secoli, di cui almeno ventiquattro illustrati )
è quella spagnola dei manoscritti contenenti il Commento all'Apocalisse (redatto tra il 776 e il
26
784 ) di Beato di Lièbana, santo spagnolo vissuto tra la seconda metà dell'VIII secolo e l'inizio del
27
IX. Il Commento è composto da dodici libri , ognuno dei quali si apre con un passo dell'Apocalisse,
seguito da un commento di Beato in cui fa riferimento all'Antico e al Nuovo Testamento e all'opera
degli eruditi Girolamo, Agostino, Gregorio Magno, Ambrogio, Ticonio, Isidoro di Siviglia ed altri.
Non è sopravvissuto nessun manoscritto coevo all'epoca in cui Beato è vissuto e, se si esclude un
frammento conservato a Santo Domingo della fine del IX secolo, il più antico esemplare miniato è
28
il cosiddetto Beato di Morgan (New York, Pierpont Morgan Library, ms. 644), le cui miniature
29
sono attribuite all'artista Magius e datate al 950-960 . Questa produzione è caratterizzata da
immagini molto schematiche e semplici (aspetto probabilmente determinato dal fatto che serviva un
buon strumento per memorizzare i contenuti, nonché in accordo con l'”astrattismo” dell'arte
30
romanica ), che persistono fino agli esemplari più tardi - come si può vedere nel Beato di Lorvão
del XII secolo (Lisbona, Arquivo da Torre do Tombo, ms. 160) - e da colori molto vivaci e applicati
in campi molto ampi. La stessa iconografia non subisce variazioni troppo accentuate e le immagini
sono riprese quasi identiche nei manoscritti prodotti più recentemente: infatti, una pagina doppia del
Beato di Morgan, rappresentante in un'unica scena la donna e il drago, il “rapimento” del neonato
verso Dio e lo scontro tra il drago e Michele, è perfettamente sovrapponibile ad una del Beato di
Silos dell'XI secolo, o Apocalisse di Silos, (Londra, British Library, Add. MS 11695), miniata con la
medesima rappresentazione. 31
Benché Beato poco sopportasse la presenza musulmana in Spagna , le raffigurazioni di questi
commentari presentano particolari della cultura islamica non indifferenti, al punto che L. Link
32
ritiene che quello del Beato di Morgan sia un drago islamico (e, dato che precedentemente si è
detto che queste iconografie si sono mantenute abbastanza inalterate nel tempo, l'associazione può
essere riproposta anche per alcuni altri manoscritti del gruppo). Osservando, ad esempio, la scena
dell'imprigionamento del drago è possibile riscontrare quelle che sono le caratteristiche del drago
nell'Islam: il corpo è serpentiforme, ma la testa è di mammifero (o di un altro animale, comunque
33
non di serpente), ha lunghe orecchie e un naso prominente e arricciato ; altro particolare
34
tipicamente islamico è la presenza di uno o più nodi nel corpo della creatura (nell'immagine a
doppia pagine sia del Beato di Morgan che del Beato di Silos questo è ben sviluppato). 35
Le raffigurazioni più esaustive dell'Apocalisse si ritrovano nei cicli miniati dei manoscritti
per cui, prima di iniziare a prendere visione di qualche ciclo monumentale, merita attenzione un
altro magistrale esempio di questa produzione: l'Apocalisse di Bamberga (Bamberga,
Staatsbibliothek, Msc.Bibl.140); la suddetta è una commissione ottoniana portata a compimento
nello scriptorium dell'abbazia di Reichenau sul lago di Costanza e sotto il regno di Enrico II; il suo
miniatore si è ispirato a modelli carolingi, ma il colorismo nettamente marcato è di derivazione
24 G. Heinz-Mohr, Lessico di iconografia cristiana, Istituto propaganda libraria, 1984
25 Klein
26 Klein
27 Nel senso classico di libri componenti un'opera.
28 Link.
29 Klein, Link
30 Klein
31 Si batté contro l'”adozionismo” di Elipando, arcivescovo di Toledo, che aveva elaborato questo pensiero (poi
condannato come eretico) allo scopo di rendere accettabile anche ai musulmani, in un'ottica di convivenza
interreligiosa, la doppia natura di Cristo (Link, van Laarhoven).
32 Link
33 G. Curatola, Draghi. La tradizione artistica orientale e i disegni del tesoro del Topkapï, Poligrafo, 1989
34 Nel drago islamico, la cui iconografia è legata anche all'astronomia e, comunque, per la sua natura serpentiforme è
anche un simbolo lunare, il nodo si riferisce alle circonvoluzioni della luna nel suo moto attorno al Sole (Curatola).
35 Klein 36
bizantina .
L'influenza bizantina è da limitarsi al solo ambito stilistico: infatti, per quanto riguarda
l'iconografia, la produzione dell'arte cristiano-ortodossa è fortemente povera di rappresentazioni di
episodi apocalittici. La motivazione risiederebbe nel fatto che, tra il IX e il XIV secolo, questo testo
non fu considerato canonico; quando poi, dal XV secolo, si ebbe la necessità di raffigurare
37
l'Apocalisse ci si rifece, più o meno fedelmente, a modelli occidentali, come si vedrà più avanti .
Limitandosi, tuttavia, all'iconografia del solo drago (qui considerato nel suo senso generale di bestia
rappresentante il Maligno e, quindi, eludendo dal racconto apocalittico), è possibile notare come,
presso la Chiesa orientale, sopravviva più a lungo la morfologia serpentiforme e priva di estremità
38
anteriori: in molte scene di lotta tra Michele, o San Giorgio o San Teodoro, e il drago (ora
39
monocefalo), questo mantiene a lungo la forma del serpente , più o meno influenzata
dall'iconografia del drago islamico (affresco con San Giorgio, San Teodoro e il drago, Yılanlı Kilise,
Göreme, Turchia, 1070 ca.; affresco con San Giorgio, il drago e la principessa, Chiesa di San
Giorgio, Łagoda, Polonia, 1167 ca; icona con San Giorgio e il drago, Novgorod, fine XV secolo).
Tornando all'Apocalisse di Bamberga, in queste miniature la forma del drago si è modificata
rispetto ai precedenti esempi: ora, nonostante lo sviluppo comunque serpentiforme della parte
posteriore del corpo e la presenza di ali piumate, presenta anche due zampe anteriori vagamente
feline. Nonostante sia la p