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Preparativi di Enea e osservazione del paesaggio
Poi stanchi dei mali, preparano grano rovinato dalle onde e le armi di Cerere e si preparano aasciugare con le fiamme i frutti raccolti e macinarli (frango, is, franxi, franctum, ere) con la pietra. Enea intanto sale (conscendo, is, conscedi, conscessum, ere) lo scoglio, e guarda ampiamente tutto il prospetto intorno al mare, semmai vedesse qualcuno gettato dal vento, Anteo, e le biremi frigie, o capi o le armi di caico sulle alte poppe. Nessuna nave in vista, vede sulla costa tre cervi erranti; tutte le mandrie li inseguono alle spalle, e la lunga schiera pascola (pascor, pasceris, pastum sum,pasci) per le valli. Qui si fermò e l'arco con la mano e le veloci frecce afferrò, armi che il fedele Acate portava (gero,is, gessi, gestum, ere), uccide (sterno, is, strevi, stratum, ere) dapprima gli stessi capi che portano le alte teste con corna arboree; dopo avanzando (ago, is, egi, actum, ere) con le armi mescola il volgo e ogni massa tra i boschi frondosi; ne si ferma (abisto, is,ere) prima che vincitore stenda a terra sette ingenti corpie renda pari il numero con le navi. Da qui si reca al porto, e divide fra tutti i compagni. L'eroe divide i vini i quali il buon Alceste aveva caricato in barili e aveva dato ai parenti presso il lido Trinacrio e addolcisce gli animi tristi con tali parole: o amici non siamo ignari prima dei mali o avete provato di più grandi, un dio darà a questi anche una fine. Voi vi siete avvicinati anche alla rabbia di Scilla e agli scogli risuonanti, voi anche siete esperti dei sassi dei Ciclopi: rianimate gli animi e abbandonate il triste timore: forse un giorno vi gioverà ricordare queste cose. Per varie cause, tra tanti rischi di eventi tendiamo al Lazio; dove i fati mostrano sedi tranquille. È giusto che i regni di Troia risorgano.Ti cambia? Con questo evento consolavo il tramonto di Troia e le tristi rovine ripagando i fati contrari con i fati; ora la stessa fortuna perseguita gli uomini con tanti eventi negativi. O grande re quale fine darai delle fatiche?
Antenore sfuggito agli Achivi potè penetrare nei golfi illirici e sicuro superare gli interni regni dei Liburni e superare la fonte del Timavo, da dove per le nove bocche con grande rumore dei monti giunge il mare scosceso e rompe con il mare suonante i campi. Quello almeno qui stabilì la città di Padova e le sedi dei Teucri e diede un nome al popolo e fissò le armi troiane; ora composto in una placida pace riposa: noi, tua progenie, ai quali prometti la rocca del cielo, perdute le navi (cosa che non si può dire) per l'ira di una soltanto siamo stati traditi e siamo separati dalle coste dell'Italia molto distanti. Questo il premio della pietà? Cosi ci metti negli
ordini?'Sorridendo (subrido, es, i, isum, ere) a quella con il volto il creatore degli uomini e degli dei con il volto, con il quale rasserena il cielo e le tempeste, sfiorò le labbra alla figlia, poi parla così:
'Risparmia la paura o Citerea: rimangono intatti i fati dei tuoi per te: vedrai la città e le mura promesse di Lavinio, e porterai sublime fino alle stelle del cielo il magnanimo Enea la sentenza non mi cambia.
Qui a te parlerò (for, faris, fatus sum, fari) infatti, questo affanno ti tormenta e più lontano anche muoverò gli arcani dei fati mostrandoli condurrà un ingente guerra in Italia e distruggerà i popoli feroci e porrà leggi e mura per gli uomini, la terza estate vedrà quello regnante nel Lazio e tre inverni passeranno sconfitti i rutuli.
Ma il fanciullo Ascanio a cui ora, il nome Giulio è aggiunto era Ilio finché la cosa di Ilio restò al potere, compiendo trenta giri del sole
passando i mesi trasferirà il potere e trasferirà il regno dalla sede di Lavinio e munirà Alba longa di grande potenza.
Qui poi si regnerà per trecento anni interi sotto la gente di Ettore, finché una regina sacerdotessa, gravita per Marte, darà con il parto (mezzo) una doppia prole.
Quindi lieto per il mantello fulvo della lupa nutrice Romolo raccoglierà (excipio, is, excepi, exceptum, ere) un popolo e fonderà (condo,is, condidi,conditum, ere) le mura Mavorziee chiamerà i romani dal proprio nome (origine).
Perciò io non pongo (pono, is, posui, positum, ponere) né limiti delle cose né tempi: ho dato un potere senza fine. Anzi l'aspra Giunone, la quale affatica (fatico, as...) ora il mare, le terre e il cielo con paura riporterà (refero, refers, retuli, relatum, referre) le decisioni in meglio, e con me favorirà (foveo, es, fovi, fotum, fovere 2) i romani, signori delle situazioni e gente.
togato:così è deciso (placeo, es, placui, placitum, ere 2). verrà un'epoca passando (labor, is, lapsus sum,labi 3) (con il passare) degli anni,in cui la casa di Assarco dominerà Ftia e l'illustre Micenee dominerà (premo, is, pressi, pressum, ere 3) sulla vinta Argo.Nascerà (nascor, eris, natus sum, nati 3) Troiano da una bella stirpe Cesare,il quale delimiterà (termino, is, terminui, ere 3) l'impero con l'oceano, la fama con gli astri,Giulio, nome derivato (part da dimitto, is, dimisi, dimissum, ere 3) dal grande Giulio.Tu sicura accoglierai (accipio, is, accepi, acceptum, ire) questo in cielo, carico di spoglie d'Oriente;sarà chiamato anche costui con voti.Allora, finite le guerre, i secoli crudeli si mitigheranno (mitesco, mitescis, mitescui, mitescitum, ere3):la bianca fede e vesta, Quirino con il fratello Remo,daranno le leggi; si chiuderanno (claudo, is, clausi, clausum, ere) le crudeli porte dellaguerra con ilferro e strumenti strette; l'empio furore dentro,sedendo sopra le armi crudeli e imprigionato da cento nodi di bronzodietro la schiena, fremerà orribile con la bocca cruenta.Così dice e invia il figlio di Maia dal cielo,affinché terre e le nuove rocche di Cartagine si aprano ( pateo, es, patui, patere)per l'ospitalità ai Teucri, affinché Didone ignara del fatonon li cacciasse ( arceo, es, arcui, ere) dai confini: quello vola per l'ampia areacon remeggio delle ali e veloce si fermò sulle spiagge di Libia.E ormai esegue gli ordini, e i punici abbandonano gli animi ferocivolendolo ( volo, vis, volui, velle) gli dei; innanzitutto la reginaha un animo benevolo verso i Teucri e una mente benigna.Ma il pio Enea, meditando moltissimo durante la notte,non appena fu data la luce vitale, stabilì di uscire e esplorare i nuovi luoghiquali spiagge abbia raggiunto ( accedo, is, accessi, acessum, ere) con il ventochiedere chi.uomini o belve, abitino poiché vede luoghi incolti eriferire cose esatte ai compagni.Occulta (occulo, is, cului, cultum, ere) in una rientranza dei boschi sotto la rupe la flotta chiusa intorno dagli alberi e da fresche ombre;
egli stesso accompagnato dal solo Acate va avanti (gradior, iris, graditus sum, gradiri) brandendo in una mano due giavellotti di ampio ferro.
A quello la madre si offrì (fero,fers) incontro in mezzo al bosco tenendo un volto e un abito verginale e le armi di una vergine spartana,
o quale la Tracia Arpalice stanca i cavalli e sorpassa in fuga il veloce Ebro.
Infatti secondo l'uso la cacciatrice aveva sospeso (sospendo, is, sospendi, sospensum, ere) sulle spalle l'abile arco e aveva lasciato sciogliere la chioma ai venti nuda il ginocchio e raccolte con un nodo le vesti fluenti.
E per prima disse:” hei giovani mostrate semmai vedeste una delle mie sorelle errare per caso qui cinta di faretra e di pelle di una lince maculata,
mentre incalzava con
grida la corsa di un cinghiale spumeggiante"così Venere e così il figlio di Venere in risposta iniziò:“Nessuna delle tue sorelle da me è sentita ne vistao ragazza come potrei parlarti? Infatti non è a te un volto mortalené la voce richiama una creatura; o dea di certo o sorella di Febo? Forse una del sangue delle ninfe?Sii tu favorevole, e allevia, chiunque tu sia la fatica dei nostrie sotto il cielo finalmente, in quali spiagge del mondo,rivela, siamo gettati: ignari e delle persone e dei luoghispinti qui dal vento e dai vasti flutti erriamo:molte vittime cadranno per te davanti agli altari per nostra mano.Allora Venere: veramente non mi degno di tale onore,per le ragazze di Tiro è costume portare la faretrae legare con il purpureo coturno le gambe fino all'alto.Vedi i regni punici, i tiri e la gente di Agenorema i territori libici, razza non domabile